Émile Zola: differenze tra le versioni

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*Fra un centinaio di anni le storie della [[letteratura]] francese lo menzioneranno solo come una curiosità.
*Fra un centinaio di anni le storie della [[letteratura]] francese lo menzioneranno solo come una curiosità.
*Ho una sola passione, quella della luce in nome dell'umanità che ha tanto sofferto e che ha diritto alla felicità.
*Ho una sola passione, quella della luce in nome dell'umanità che ha tanto sofferto e che ha diritto alla felicità.
*La civiltà non raggiungerà la perfezione finché l'ultima pietra dell'ultima chiesa non sarà caduta sull'ultimo prete.
*La civiltà non raggiungerà la perfezione finché l'ultima pietra dell'ultima chiesa non sarà caduta sull'ultimo prete.<ref>Спутник атеиста. М., 1959. С. 491. (Sputnik ateo. Mosca, 1959. Pagina 491.)</ref>
*Le mie notti sarebbero un solo incubo al solo terribile pensiero di un innocente che sconta tra i tormenti crudelissimi una colpa che non ha commesso.
*Le mie notti sarebbero un solo incubo al solo terribile pensiero di un innocente che sconta tra i tormenti crudelissimi una colpa che non ha commesso.
*Questa verità, questa [[giustizia]] che abbiamo voluto con tanta passione, che angoscia vederle schiaffeggiare così, più misconosciute e oscurate che mai!
*Questa verità, questa [[giustizia]] che abbiamo voluto con tanta passione, che angoscia vederle schiaffeggiare così, più misconosciute e oscurate che mai!

Versione delle 11:49, 21 ott 2012

Emile Zola

Émile Zola (1840 – 1902), giornalista, scrittore e saggista francese.

Citazioni di Émile Zola

  • Fino a tanto che avrete qualche cosa di vostro, e che il vostro livore contro il borghese non proverrà da altro che dal vostro rabbioso bisogno d'essere borghesi a vostra volta, non sarete degni mai della felicità. (da Germinal, traduzione di L. G. Tenconi, Fabbri Editori, 2001)
  • Il compito più alto di un uomo è sottrarre gli animali alla crudeltà. (citato in Bruna D'Aguì, Creaturismo. Le fondamenta del creato, Nuova Stampa, Roma 2007, p. 210)
  • Io accuso.[1]
J'accuse.
  • La scienza ha promesso la felicità? Non credo. Ha promesso la verità, e la questione è sapere se con la verità si farà mai la felicità. (Discorso agli studenti parigini, 18 maggio 1893)
  • La verità è in cammino e niente la potrà fermare. (dal Figaro, 25 novembre 1897)
La verité est en marche: rien ne peut plus l'arrêter.
  • Un'opera d'arte è un angolo della creazione visto attraverso un temperamento. (da Mes haines)
  • [Su Johann Strauss jr] Ha mostrato come il mondo può essere bello, io invece ho scritto come il mondo può essere brutto. (citato in Roberto Iovino, Gli Strauss, Una dinastia a tempo di valzer; Camunia; 1998)

Senza fonte

  • Fra un centinaio di anni le storie della letteratura francese lo menzioneranno solo come una curiosità.
  • Ho una sola passione, quella della luce in nome dell'umanità che ha tanto sofferto e che ha diritto alla felicità.
  • La civiltà non raggiungerà la perfezione finché l'ultima pietra dell'ultima chiesa non sarà caduta sull'ultimo prete.[2]
  • Le mie notti sarebbero un solo incubo al solo terribile pensiero di un innocente che sconta tra i tormenti crudelissimi una colpa che non ha commesso.
  • Questa verità, questa giustizia che abbiamo voluto con tanta passione, che angoscia vederle schiaffeggiare così, più misconosciute e oscurate che mai!

Il sogno

I traduzione

Incipit

Nel rigido inverno del 1860 l'Oise gelò, grandi nevicate coprirono le pianure della bassa Piccardia, ed il giorno di Natale una bufera di nord-est seppellì quasi la città di Beaumont.
Nella città alta, in via Orefici, in capo alla quale si trova come incastrata la facciata dell'ala nord della cattedrale, quella neve si ingolfava, spinta dal vento, andando a percuotere la porta Sant'Agnese, l'antica porta romana già quasi gotica, molto ornata di sculture sotto la nudità del pinacolo. L'indomani, all'alba, ve n'erano quasi tre piedi.

Citazioni

  • La verginità è sorella degli angeli, è il possesso di ogni bene, è la sconfitta del diavolo, è la forza della fede. Essa dà la grazia, essa è la perfezione, che vince col solo presentarsi. (p. 38)
  • La morte è più potente dell'amore. È una sfida gettata all'esistenza. (p. 39)
  • Il mondo è pieno di brava gente. Quando si è onesti e si lavora il premio vien sempre... (p. 66-67)

[Émile Zola, Il sogno, Casa Editrice Bietti, Milano, 1949.]

Maria Azzi Grimaldi

Incipit

Durante il rigido inverno del 1860 l'Oise gelò, copiose nevicate coprirono le pianure della Piccardia meridionale, e proprio il giorno di Natale Beaumont ne fu quasi sepolta in seguito a una tempesta proveniente da nord-est.
La neve, che aveva cominciato a cadere fin dal mattino, verso sera infittì e poi andò accumulandosi tutta la notte.

Citazioni

  • La morte è più forte dell'amore, è una sfida all'esistenza. (p. 31)
  • Quando non si lavora, gli arnesi se ne scappano! (p. 39)
  • Il mondo è pieno di brave persone! Quando si è onesti e si lavora, si è sempre ricompensati. (p. 51)
  • È così bello vivere, e la vita è così dolce che non può essere cattiva! (p. 51)
  • La felicità per noi poveretti sta solo nell'umiltà e nell'ubbidienza. (p. 51)

[Émile Zola, Il sogno, traduzione di Maria Azzi Grimaldi, Rusconi Editore, 1987]

Incipit di alcune opere

Germinale

In mezzo all'aperta pianura, sotto un cielo senza stelle, nero d'un nero d'inchiostro, un uomo percorreva, solo, la strada maestra tra Marchiennes e Montsou; dieci chilometri di massicciata che si lanciava in linea retta attraverso campi di barbabietole. Quasi non vedeva dove metteva i piedi; e dell'immenso orizzonte piatto che lo circondava aveva solo sentore per le raffiche del vento di marzo: vaste raffiche che spazzavano la pianura come un mare; gelate da leghe e leghe di palude e di landa sulle quali erano passate. Non un profilo d'alberi sul cielo; diritta come un molo, la strada si protendeva in un buio impenetrabile allo sguardo

[Émile Zola, Germinale, traduzione di Camillo Sbarbaro, Einaudi.]

Il ventre di Parigi

Lungo il viale deserto, nel profondo silenzio della notte, i carri degli ortolani, diretti verso Parigi, percuotevano con l'eco dei loro monotoni scossoni, a destra e a sinistra, le facciate della case immerse nel sonno dietro i filari confusi degli olmi. Un carro di cavoli e un altro di piselli si erano riuniti sul ponte di Neully ad otto carri di rape e di carote calati da Nanterre; ed i cavalli procedevano a testa bassa, con andatura pigra e uguale rallentata dalla fatica della salita. Su in alto, sdraiati bocconi, sul carico dei legumi, sonnecchiavano i carrettieri coi loro mantelli a righe nere e grigie, le redini arrotolate al polsi.

[Émile Zola, Il ventre di Parigi, traduzione di Maria Teresa Nessi, Garzanti.]

La fortuna dei Rougon

Quando si esce da Plassans per la Porta di Roma, situata a sud della città, si trova, a destra della strada per Nizza, oltrepassate appena le prime case del sobborgo, un terreno incolto che la gente del luogo chiama "aia di Saint-Mittre".
L'aia di Saint-Mittre è uno spazio rettangolare di una certa estensione, che costeggia il marciapiede della strada: ne è separato soltanto da una striscia d'erba avvizzita. Da un lato, a destra, un vicolo cieco fiancheggia l'aia con una fila di catapecchie; a sinistra e in fondo, l'aia è chiusa da due lembi di muraglie corrosi dal muschio, al di sopra dei quali si scorgono i rami più alti dei gelsi del Jas-Meiffren, una grande proprietà che ha il suo ingresso più giù nel sobborgo. Così, chiusa da tre lati, l'aia è come una piazza che non serve di transito verso alcun altro luogo e che è attraversata solo da chi ha voglia di passeggiare.

[Émile Zola, La fortuna dei Rougon, traduzione di Sebastiano Timpanaro, Garzanti.]

L'Assommoir

Ettore Venzi

Gervasia aveva aspettato Lantier fino alle due del mattino, poi, tutta, tremante per essere rimasta all'aria pungente della finestra in camicia, s'era gettata di traverso sul letto e si era assopita, febbricitante, con le guance umide di pianto. Da otto giorni, quando uscivano dal "Vitello a due teste", dove mangiavano, lui la mandava a letto con i ragazzi e riappariva a notte alta, raccontando che era stato a cercare lavoro.
Proprio quella sera, mentre lei stava lì alla finestra ad aspettarlo, le era sembrato di vederlo entrare al "Grand Balcon", una sala da ballo le cui dieci finestre sfolgoranti rischiaravano con una luce d'incendio i boulevards esterni, simili a nere colate di metallo.
Dietro di lui aveva scorto l'Adelina, una brunitrice che mangiava allo loro stessa trattoria, camminare cinque o sei passi indietro, con le braccia ciondolanti come se gli avesse lasciato allora il braccio per non passare insieme sotto la luce cruda delle lampade all'ingresso.

[Émile Zola, L'Assommoir, traduzione di Ettore Venzi, Gherardo Casini Editore.]

Luisa Collodi

Grevaise aveva aspettato alla finestra Lantier fino alle due del mattino. Poi, tremante di freddo, per essere rimasta, in camicia, esposta all'aria della notte, si era assopita, buttata di traverso sul letto, febbricitante, con le guance bagnate di lacrime. Da otto giorni, quando uscivano dal «Veau à deux têtes», dove abitualmente cenavano, lui la spediva a casa a dormire, insieme ai bambini, per ricomparire soltanto a tarda notte, dicendo che era andato a cercare lavoro. Quella sera, mentre ne spiava il ritorno, le era parso di vederlo entrare al ballo del Gran-Balcon, le cui dieci finestre, vividamente illuminate, gettavano un bagliore d'incendio sui bui viali della circonvallazione esterna.

[Émile Zola, L'ammazzatoio (L'assommoir), traduzione di Luisa Collodi, Newton Compton editori, Roma 1995.]

Nanà

Alle nove, la sala del teatro delle Variétés era ancora vuota. Poche persone in balconata e in platea, aspettavano, sperse in mezzo alle poltrone di velluto granata, nella scarsa luce del lampadario a fiamma abbassata.

Nuove storielle a Ninetta

Sono proprio dieci anni, mia cara anima, ch'io t'ho raccontato le mie prime storielle. Che begl'innamorati eravamo noi allora! Io venivo da codesta terra di Provenza, dove sono cresciuto così libero, così fidente, così pieno di tutte le illusioni della vita. Io ero tuo, ero di te sola, delle tue tenerezze, del tuo sogno.
Te ne ricordi, Ninetta? Il ricordo è oggi l'unica gioia, nella quale il mio cuore si riposa. Fino a vent'anni, noi abbiamo fatta insieme la stessa strada. Io sento i tuoi piedini sul duro terreno; io scorgo il lembo della tua bianca gonnella sul raso delle erbe avveniticcie; io sento il tuo alito fra gli odori della salvia che mi giungono da lontano come soffi di giovinezza.
[Émile Zola, Nuove storielle a Ninetta, traduzione di Raffaello Barbiera, Milano, Treves, stampa 1922]

Teresa Raquin

In cima alla via Guénégaud, venendo dalla strada lungo la Senna, si trova il passaggio del Ponte Nuovo, una specie di corridoio stretto e oscuro che va dalla via Mazarino alla via della Senna. Quel passaggio ha, al massimo, trenta passi di lunghezza e due di larghezza; è selciato di pietre giallastre, consunte, sconnesse, che trasudano sempre un'acre umidità; la vetrata che lo ricopre, tagliata ad angolo retto, è nera di sporcizia.
Nei bei giorni d'estate, quando un ardente sole incendia le vie, un chiarore biancastro cade dai vetri sporchi e si trascina miseramente nel passaggio. Nei brutti giorni d'inverno, nelle mattinate di nebbia, i vetri gettano soltanto oscurità sulle pietre viscide, oscurità sporca e ignobile.

[Émile Zola, Teresa Raquin, traduzione di Luigi Martin, Fabbri Editori.]

Citazioni su Émile Zola

  • La mente è un prodotto di predisposizioni ereditarie e di condizioni fisiologiche che si vanno organizzando col mezzo de' sensi, e ricevono una impronta definitiva dall'ambiente morale e dall'educazione.
    Questa è la teoria di Zola, riflesso dalla scienza contemporanea. E i suoi romanzi hanno per fine di rappresentare questo processo della natura. (Francesco De Sanctis)
  • Zola con la sua audacia ha destato il fanatismo nel pubblico sonnolento. Lodano soprattutto in lui lo scamiciato. Ci trovano non solo la realtà purificata di ogni retorica, ma tutta la realtà, anche la realtà indecente, anche l' argot. E chi ne piglia scandalo si turi le orecchie, solo tra' mille avidi, a giudicarne dalle numerose edizioni. Quale romanzo francese ha avuto il successo dell' Assommoir e del Ventre di Parigi? Neppure l'ultimo libro di Victor Hugo. (Francesco De Sanctis)

Note

  1. Titolo di una lettera aperta al presidente francese, in cui denunciava il comportamento dell'esercito francese nell'affare Dreyfus. Pubblicata sul giornale L'Aurore il 13 gennaio 1898.
  2. Спутник атеиста. М., 1959. С. 491. (Sputnik ateo. Mosca, 1959. Pagina 491.)

Bibliografia

  • Bruna D'Aguì, Creaturismo. Le fondamenta del creato, Nuova Stampa, Roma, 2007.
  • Émile Zola, Germinale, traduzione di Camillo Sbarbaro, Einaudi.
  • Émile Zola, 'Germinal, traduzione di L. G. Tenconi, Fabbri Editori, 2001.
  • Émile Zola, Il sogno, Casa Editrice Bietti, Milano, 1949.
  • Émile Zola, Il sogno, traduzione di Maria Azzi Grimaldi, Rusconi Editore, 1987.
  • Émile Zola, Il ventre di Parigi, traduzione di Maria Teresa Nessi, Garzanti.
  • Émile Zola, La fortuna dei Rougon, traduzione di Sebastiano Timpanaro, Garzanti.
  • Émile Zola, L'ammazzatoio (L'assommoir), traduzione di Luisa Collodi, Newton Compton editori, Roma 1995.
  • Émile Zola, L'Assommoir, traduzione di Ettore Venzi, Gherardo Casini Editore.
  • Émile Zola, Nuove storielle a Ninetta, traduzione di Raffaello Barbiera, Milano, Treves, stampa 1922.
  • Émile Zola, Teresa Raquin, traduzione di Luigi Martin, Fabbri Editori.

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