Max Horkheimer: differenze tra le versioni

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'''Max Horkheimer''' (1895 – 1973), filosofo e sociologo tedesco.
'''Max Horkheimer''' (1895 – 1973), filosofo e sociologo tedesco.

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*D'altra parte, il più autentico spirito europeo non è caratterizzato dal rinnegamento della dottrina biblica, sviluppatasi da radici sociali e assurta in seguito a verità assoluta, bensì da un continuo e tormentoso dubitare. La volontà di sradicare il Dubbio dalle masse è stata matrice di violenza, e ha prodotto quel connubio di fanatismo e di crudeltà che è stato la nota distintiva della storia europea. (da ''Rivoluzione o libertà?'')
*D'altra parte, il più autentico spirito europeo non è caratterizzato dal rinnegamento della dottrina biblica, sviluppatasi da radici sociali e assurta in seguito a verità assoluta, bensì da un continuo e tormentoso dubitare. La volontà di sradicare il Dubbio dalle masse è stata matrice di violenza, e ha prodotto quel connubio di fanatismo e di crudeltà che è stato la nota distintiva della storia europea. (da ''Rivoluzione o libertà?'')
*Il giusto [[amore]] evita sia la [[dedizione]] insana che il dominio.<ref>Citato in ''L'amore è tutto'' di [[Dino Basili]], p. 12, Tascabili economici newton, Febbraio 1996</ref>
*Il giusto [[amore]] evita sia la [[dedizione]] insana che il dominio.<ref>Citato in ''L'amore è tutto'' di [[Dino Basili]], p. 12, Tascabili economici newton, Febbraio 1996</ref>
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*L'indifferenza teorica per l'idea è preannuncio del cinismo della pratica. (Citato in ''Focus'', n. 96, p. 178.)
*L'indifferenza teorica per l'idea è preannuncio del cinismo della pratica. (Citato in ''Focus'', n. 96, p. 178.)
*Quanto più è vero che si può comprendere l'[[antisemitismo]] solo a partire dalla nostra società, tanto più mi sembra vero che oggi la società stessa può essere pienamente compresa solo a partire dall'antisemitismo. (da ''Lettera a Harold Laski'', 10 marzo 1941; citato in [[Tommaso Giartosio]], ''Perché non possiamo non dirci'', Feltrinelli, 2004, p. 158)
*Quanto più è vero che si può comprendere l'[[antisemitismo]] solo a partire dalla nostra società, tanto più mi sembra vero che oggi la società stessa può essere pienamente compresa solo a partire dall'antisemitismo. (da ''Lettera a Harold Laski'', 10 marzo 1941; citato in [[Tommaso Giartosio]], ''Perché non possiamo non dirci'', Feltrinelli, 2004, p. 158)
*Vista in sezione, la struttura sociale del presente dovrebbe configurarsi all'incirca così. Su in alto i grandi magnati dei trust dei diversi gruppi di potere capitalistici che però sono in lotta tra loro; sotto di essi i magnati minori, i grandi proprietari terrieri e tutto lo staff dei collaboratori importanti; sotto di essi – suddivise in singoli strati – le masse dei liberi professionisti e degli impiegati di grado inferiore, della manovalanza politica, dei militari e dei professori, degli ingegneri e dei capufficio fino alle dattilografe; ancora più giù i residui delle piccole esistenze autonome, gli artigiani, i bottegai, i contadini e tutti gli altri, poi il proletariato, dagli strati operai qualificati meglio retribuiti, passando attraverso i manovali fino ad arrivare ai disoccupati cronici, ai poveri, ai vecchi e ai malati. Solo sotto tutto questo comincia quello che è il vero e proprio fondamento della miseria, sul quale si innalza questa costruzione, giacché finora abbiamo parlato solo dei paesi capitalistici sviluppati, e tutta la loro vita è sorretta dall'orribile apparato di sfruttamento che funziona nei territori semi-coloniali e coloniali, ossia in quella che è di gran lunga la parte più grande del mondo. Larghi territori dei Balcani sono una camera di tortura, in India, in Cina, in Africa la miseria di massa supera ogni immaginazione. Sotto gli ambiti in cui crepano a milioni i coolie della terra, andrebbe poi rappresentata l'indescrivibile, inimmaginabile sofferenza degli [[animale|animali]], l'inferno animale nella società umana, il sudore, il sangue, la disperazione degli animali... Questo edificio, la cui cantina è un mattatoio e il cui tetto è una cattedrale, dalle finestre dei piani superiori assicura effettivamente una bella vista sul cielo stellato.<ref>Citato in [[Lorenzo Guadagnucci]], ''Restiamo animali'', Terre di mezzo, Milano, 2012, p. 56. ISBN 978-88-6189-224-8 </ref>


==''Eclisse della ragione''==
==''Eclisse della ragione''==

Versione delle 17:20, 26 dic 2012

Max Horkheimer (a sinistra) e Theodor Adorno (a destra)

Max Horkheimer (1895 – 1973), filosofo e sociologo tedesco.

  • D'altra parte, il più autentico spirito europeo non è caratterizzato dal rinnegamento della dottrina biblica, sviluppatasi da radici sociali e assurta in seguito a verità assoluta, bensì da un continuo e tormentoso dubitare. La volontà di sradicare il Dubbio dalle masse è stata matrice di violenza, e ha prodotto quel connubio di fanatismo e di crudeltà che è stato la nota distintiva della storia europea. (da Rivoluzione o libertà?)
  • Il giusto amore evita sia la dedizione insana che il dominio.[1]
  • Il singolo può sì vivere senza preoccupazioni materiali, ma non conta più nulla. (da La società di transizione, traduzione di Giorgio Backhaus, Einaudi)
  • L'indifferenza teorica per l'idea è preannuncio del cinismo della pratica. (Citato in Focus, n. 96, p. 178.)
  • Quanto più è vero che si può comprendere l'antisemitismo solo a partire dalla nostra società, tanto più mi sembra vero che oggi la società stessa può essere pienamente compresa solo a partire dall'antisemitismo. (da Lettera a Harold Laski, 10 marzo 1941; citato in Tommaso Giartosio, Perché non possiamo non dirci, Feltrinelli, 2004, p. 158)
  • Vista in sezione, la struttura sociale del presente dovrebbe configurarsi all'incirca così. Su in alto i grandi magnati dei trust dei diversi gruppi di potere capitalistici che però sono in lotta tra loro; sotto di essi i magnati minori, i grandi proprietari terrieri e tutto lo staff dei collaboratori importanti; sotto di essi – suddivise in singoli strati – le masse dei liberi professionisti e degli impiegati di grado inferiore, della manovalanza politica, dei militari e dei professori, degli ingegneri e dei capufficio fino alle dattilografe; ancora più giù i residui delle piccole esistenze autonome, gli artigiani, i bottegai, i contadini e tutti gli altri, poi il proletariato, dagli strati operai qualificati meglio retribuiti, passando attraverso i manovali fino ad arrivare ai disoccupati cronici, ai poveri, ai vecchi e ai malati. Solo sotto tutto questo comincia quello che è il vero e proprio fondamento della miseria, sul quale si innalza questa costruzione, giacché finora abbiamo parlato solo dei paesi capitalistici sviluppati, e tutta la loro vita è sorretta dall'orribile apparato di sfruttamento che funziona nei territori semi-coloniali e coloniali, ossia in quella che è di gran lunga la parte più grande del mondo. Larghi territori dei Balcani sono una camera di tortura, in India, in Cina, in Africa la miseria di massa supera ogni immaginazione. Sotto gli ambiti in cui crepano a milioni i coolie della terra, andrebbe poi rappresentata l'indescrivibile, inimmaginabile sofferenza degli animali, l'inferno animale nella società umana, il sudore, il sangue, la disperazione degli animali... Questo edificio, la cui cantina è un mattatoio e il cui tetto è una cattedrale, dalle finestre dei piani superiori assicura effettivamente una bella vista sul cielo stellato.[2]

Eclisse della ragione

  • Il cieco sviluppo della tecnica rafforza l'oppressione sociale, e ad ogni passo lo sfruttamento minaccia di trasformare il progresso nel suo contrario, la barbarie completa.
  • Il principio del dominio dell'uomo sulla natura è divenuto l'idolo al quale si sacrifica tutto.
  • Il principio di maggioranza [...] è diventato la forza sovrana davanti alla quale il pensiero deve inchinarsi. È il nuovo dio, ma non nel senso in cui gli araldi delle grandi rivoluzioni lo concepivano – cioè come una forza di opposizione all'ingiustizia esistente – bensì come una forza di opposizione a tutto ciò che non si uniforma.
  • La storia dello sforzo dell'uomo per soggiogare la natura è anche la storia del soggiogamento dell'uomo da parte dell'uomo.
  • Oggetto del riso non è più la moltitudine ansiosa di conformismo ma l'eccentrico che ancora osa pensare con la testa sua.

[Max Horkheimer, Eclisse della ragione, traduzione di Elena Vaccari Spagnol, Einaudi.]

Teoria critica

  • Ciascun individuo sta al centro del proprio mondo e sa al tempo stesso di essere superfluo nel mondo reale.
  • Non tutti i filosofi – e noi meno di tutti – condividono l'opinione pessimistica che Valery ha del progresso scientifico. È però vero che né le prestazioni della scienza in sé, né il perfezionamento dei metodi industriali si identificano immediatamente con il reale progresso dell'umanità. È evidente che gli uomini, nonostante il progresso della scienza e dell'industria, possono impoverire materialmente, emozionalmente e spiritualmente.
  • Oggi lo sviluppo è determinato [...] dai contrasti nazionali e internazionali di cricche dirigenti ai diversi livelli di comando nell'economia e nello stato.

[Max Horkheimer, Teoria critica (1932-41), traduzione di Giorgio Backhaus, Einaudi.]

Voci correlate

Note

  1. Citato in L'amore è tutto di Dino Basili, p. 12, Tascabili economici newton, Febbraio 1996
  2. Citato in Lorenzo Guadagnucci, Restiamo animali, Terre di mezzo, Milano, 2012, p. 56. ISBN 978-88-6189-224-8

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