Mary Wortley Montagu: differenze tra le versioni
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==Citazioni di Mary Wortley Montagu== |
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*{{NDR|Su [[Alexander Pope]]}} Aveva tutto il fuoco della giovinezza, e tutta la forza dell'età matura. (da ''Poema''; citato in Alexander Pope, ''Eloisa ad Abelardo'', a cura di Vincenzo Forlani, presso Giuseppe Rocchi, Lucca, 1792, [http://archive.org/stream/eloisaadabelardo00popeuoft#page/8/mode/2up p. 8]) |
*{{NDR|Su [[Alexander Pope]]}} Aveva tutto il fuoco della giovinezza, e tutta la forza dell'età matura. (da ''Poema''; citato in Alexander Pope, ''Eloisa ad Abelardo'', a cura di Vincenzo Forlani, presso Giuseppe Rocchi, Lucca, 1792, [http://archive.org/stream/eloisaadabelardo00popeuoft#page/8/mode/2up p. 8]) |
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*La [[donna]] è biologicamente un organismo superiore. Superiore nel senso che, grazie alle sue caratteristiche biologiche, fruisce di un valore di sopravvivenza più alto di quello concesso al maschio. |
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*La [[natura]] sbaglia raramente, l'[[abitudine]] spesso. |
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*La [[vita]] è troppo corta per una lunga storia. |
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*Lo scopo ultimo della tua [[educazione]] era di fare di te una brava moglie. |
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*Non siamo liberi agenti più di quanto lo sia la regina di fiori quando, vittoriosa, prende prigioniero il fante di cuori. |
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==[[Incipit]] di ''Poesie''== |
==[[Incipit]] di ''Poesie''== |
Versione delle 18:08, 18 mar 2013
Lady Mary Wortley Montagu (1689 – 1762), scrittrice, poetessa e aristocratica inglese.
Citazioni di Mary Wortley Montagu
- [Su Alexander Pope] Aveva tutto il fuoco della giovinezza, e tutta la forza dell'età matura. (da Poema; citato in Alexander Pope, Eloisa ad Abelardo, a cura di Vincenzo Forlani, presso Giuseppe Rocchi, Lucca, 1792, p. 8)
Incipit di Poesie
Che comodi bensì, ma non delizie
Che comodi bensì, ma non delizie
la vita coniugale a l'uomo arrechi,
disse saggio novello[1], e applauso n'ebbe
da la gente che sola esser nel mondo
colta si vanta e dar le leggi e i nomi
del costume leggiadro a tutta Europa.
Sollecitata da l'istanze vostre
Sollecitata da l'istanze vostre
sovente replicate, alfin risolvo
di svilupparvi, o mia diletta amica,
i più arcani pensier de l'alma mia.
O mille volte voi felice e mille
O mille volte voi felice e mille
che abbandonate ognor la mente e il core
a de' piaceri sempre varî e nuovi!
La vostra mente per sei mesi volta
non era che a i palladici modelli,
né vi si udia parlar che di colonne
e di scale a lumaca e d'atrî e logge,
di passeggi coperti e vie nascoste
Poco conosci il cor che tu consigli
Poco conosci il cor che tu consigli.
Vegg'io con occhio egual la varia scena
delle cose fallaci, e della Corte
tra la gran folla io mi ritrovo sola,
e ad un trono più alto offro gli omaggi.
Se etade, infermità, dolori, angustie
Se etade, infermità, dolori, angustie,
m'assaliranno con tormenti alterni,
so che l'uomo a lagnarsi è destinato,
e a le fatiche ed a le noie mie
io sottrarmi saprò. Ma come io posso
non innalzar acute grida contro
il decreto del Ciel, che de' prodigi
inventa e manda per la mia rovina?
I patetici versi a me son sacri?
I patetici versi a me son sacri?
Tutto ciò dunque che vi diede il Cielo
inutilmente è sparso e a voi non giova
fortuna immensa e bella sposa? Assai
non è ricompensato il vostro amore,
la vostra vanità non è contenta?
Perché vivete voi così solinga
Perché vivete voi così solinga,
o Delia, e in languidezze ed in omei
trapassate la vita? Assai toglieste
a una folla d'amanti il vostro aspetto
per ber l'angliche gocce. Il volto mesto,
il mesto cor non renderà la vita
al diletto Damone. È lungo tempo
che i vermi il divorâr; né più il vedrete.
Colà vedete quelle due colombe
Colà vedete quelle due colombe
raddoppiare a vicenda i dolci baci,
e non curando l'invide censure
gl'innocenti piacer seguir contente.
Della notte secreta argentea Diva
Della notte secreta argentea Diva,
testimon fido de' piaceri ignoti,
custode degli amanti e delle Muse
fautrice, reggi me ne' boschi oscuri.
I nostri padri, nati schiavi, a forza
I nostri padri, nati schiavi, a forza
di contrasti, di sangue e di fatiche
comprâr la cara libertade; e noi,
posterità degenerata, tutto
per schiavi ritornar mettiamo in opra.
Note
- ↑ Il Sig. della Rochefoucaut nelle sue Massime [CXIII].
Bibliografia
- Mary Wortley Montagu, Poesie, traduzione di Antonio Conti, in "Versioni poetiche", a cura di Giovanna Gronda, Bari, Gius. Laterza & Figli, 1966.
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