Italo Alighiero Chiusano: differenze tra le versioni

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Versione delle 01:05, 3 mag 2013

Italo Alighiero Chiusano

Italo Alighiero Chiusano (1926 – 1995), scrittore, critico e storico-letterario, saggista, autore di drammi teatrali per la radio e giornalista italiano.

Citazioni di Italo Alighiero Chiusano

  • [Su Thomas Mann] Pessimista, dunque: conoscitore, direi degustatore profondo della morte, della malattia, del fallimento, della caducità, della stupidità umane. Ma al tempo stesso, eccolo anche ottimista invincibile, un credente nello spirito, convinto che l'uomo finirà per dimostrarsi, alla resa dei conti, un "esperimento cosmico riuscito". (da Meditazione su Thomas Mann, in Racconti, Thomas Mann, Tascabili Bompiani, 1984, p. XXI)

Törless, claustrofobia e vertigine

Incipit

L'accostamento più ovvio del Törless (1906) è col filone dei romanzi o dei drammi in cui autori di lingua tedesca, nel corso di quegli anni, trattarono la problematica agra e scottante, o addirittura la tragedia del'età puberale. Turbamenti del sesso, incomprensione coi genitori, attrazioni semincestuose verso la madre, il carcere scolastico. Aveva cominciato con Risveglio di primavera (1891), Frank Wedekind, suscitando scandalo e prurigine. In note assai più sfumate si era inserito Thomas Mann, nell'indimenticabile finale dei Buddenbrook (1901), centrato nella figura dell'ipersensibile giovane Hanno, votato alla morte. Note strazianti, e suicidio finale, nell'Amico Hein (1902) di Emil Strauss. Ambiente scolastico deformato sino all'astiosa caricatura (ma tenendo d'occhio più l'educatore-boia che gli educati-vittime) nel Professor Unrat (1903) di Heinrich Mann. Nello stesso anno del Törless esce anche Sotto la ruota di Hermann Hesse: nuova tragedia di uno scolaro, con finale luttuoso. Qui terminiamo la sommaria rassegna: solo ricordando che tra non molto sarebbero esplose le varianti – ben più urlate e in un certo senso rozze – degli autori espressionisti, dove violenze contenute e incesti inconsci deflagreranno in gesti clamorosi di mélo o da grand guignol: e avremo Il figlio (1914) di Walter Hasenclever, Non l'assassino ma l'assassinato è il colpevole (1919) di Franz Werfel, Parricidio (1920) di Arnolt Bronnen.
Che Il giovane Törless di Robert Musil sia anche questo, non c'è dubbio. Che nasca da un'esperienza ampiamente autobiografica, è altrettanto accertato.

Citazioni

  • Se Musil fosse morto subito dopo aver pubblicato il Törless, lasciandoci dell' Uomo senza qualità solo le schegge contraddittorie di una tessitura di cui mai avremmo potuto immaginare la complessità e la ricchezza, certo nessuno di noi, oggi, saprebbe che immenso scrittore avremmo perduto: ma ogni critico appena superiore alla mediocrità avrebbe potuto dire, senza alcuna incertezza, che in lui si era spento un autore di già stupefacente e matura originalità. (p. 17)
  • Che si accettino o no gli schemi e le «verità» della psicanalisi, è indubbio che il presente romanzo [Il giovane Törless] è una mappa incredibilmente precoce d'una lettura della psiche e della società in cui tale tipo di speculazione domina sovrana, e coi mezzi d'indagine e i materiali (si veda l'uso del sogno, le simbologie edipiche, le associazioni mentali) che in quell'ambito sono considerati canonici. (p. 18-19)
  • Musil non tralascia mai di operare da perfetto artista, da creativo, da poeta, perciò lascia un'amplissima zona opinabile e di suggestivamente ambiguo e polivalente alla curiosità dei lettori e degli interpreti. (p. 19)

Bibliografia

  • Italo Alighiero Chiusano, Törless, claustrofobia e vertigine, introduzione a Robert Musil, Il giovane Törless, Newton Compton, 1991.

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