Alan Moore: differenze tra le versioni

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==Film==
==Film==
<small>Alan Moore non ha riconosciuto (pur essendo l'autore del soggetto dei film, non ha voluto essere accreditato) nessuno dei cinque film realizzati delle sue opere.</small>

*''[[La vera storia di Jack lo squartatore]]'' (2001)
*''[[La leggenda degli uomini straordinari]]'' (2003)
*''[[La leggenda degli uomini straordinari]]'' (2003)
*''[[Constantine]]'' (2005)
*''[[V per Vendetta]]'' (2006)
*''[[V per Vendetta]]'' (2006)
*''[[Watchmen (film)|Watchmen]]'' (2009)
*''[[Watchmen (film)|Watchmen]]'' (2009)

Versione delle 15:07, 25 mag 2013

Alan Moore, dicembre 2006

Alan Moore (1953 – vivente), autore di fumetti e scrittore inglese.

  • [Su V per Vendetta] La sceneggiatura è imbecille. Ci sono dei buchi di sceneggiatura così grossi che non sarebbero accettabili neppure in un fumetto di Tiramolla.[1]
  • Non c'è nessuno come Will Eisner. Non c'è mai stato e, nei miei momenti più bui, dubito che ci sarà mai più.  Fonte? Fonte?
  • Se guardate la storia della magia, vedrete le sue origini nelle caverne. Vedrete le sue origini nello sciamanesimo, nell’animismo, nella credenza che ogni cosa che ci circonda, ogni albero, ogni roccia, ogni animale, sia abitato da una qualche forma di essenza, una qualche sorta di spirito con cui forse si potrebbe comunicare. Avreste avuto uno sciamano o un visionario che sarebbe stato responsabile di incanalare le idee utili alla sopravvivenza. Prima che raggiungiate le civiltà classiche potrete vedere che questo è stato formalizzato in un certo status. Lo sciamano agisce puramente come un intermediario tra gli spiriti e le persone. La sua posizione nel villaggio o nella comunità è simile a quella di un idraulico spirituale. Ogni persona nel gruppo ha il suo ruolo. La persona migliore nella caccia era un cacciatore, la persona migliore nel parlare con gli spiriti, forse perché lui o lei era un po’ pazzo/a, un po’ staccato dal nostro normale mondo materiale, allora sarebbe stato uno sciamano. E gli sciamani non padroneggiavano un’arte segreta, essi dispensavano semplicemente le loro informazioni alla comunità, perché si credeva che fosse utile alla comunità. Quando abbiamo l’emergere delle culture classiche, tutto questo è stato formalizzato tanto che si hanno dei interi pantheon di dèi. E ognuno di questi dèi avrà una casta di preti che agiranno fino a un certo punto come intermediari che ti insegneranno ad adorare quel dio. Così la relazione tra gli uomini e i loro dèi, che potrebbe essere vista come la relazione tra gli uomini e il loro Io più alto, era ancora di tipo diretto. Quando arrivò il cristianesimo, quando arrivò il monoteismo, tutt’a un tratto hai una casta di sacerdoti che si muoveva tra l’adoratore e l’oggetto di adorazione. Hai una casta sacerdotale che era diventata una specie di dirigenza d’intermediazione spirituale tra l’umanità e la divinità interiore di cui si andava alla ricerca. Non puoi avere un rapporto diretto con un dio. I sacerdoti non hanno davvero il bisogno di un rapporto con la divinità. Hanno solo un libro che ti dice di alcune persone vissute tanto tempo fa, che hanno avuto un rapporto diretto con la divinità. E va tutto bene. Non hai bisogno di avere visioni miracolose, non hai bisogno di avere degli dèi che ti parlino. In effetti, se ti capita niente del genere, probabilmente sei matto. Nel mondo moderno questa roba non succede. Le sole persone a cui è permesso parlare con gli dèi, e in un modo davvero a senso unico, sono i preti. Per me il monoteismo è una grande semplificazione. Voglio dire, la Cabala ha una grande molteplicità di dèi, ma alla sommità del diagramma cabalistico, l’albero della vita, ha quest'unica sfera, che è il dio assoluto. La Monade. Qualcosa che è indivisibile. E tutti gli altri dèi, e ogni altra cosa nell’universo è una specie di emanazione di quel dio. Ora, questo va bene. Ma quando suggerisci che ci sia solo quell’unico dio, a quell’irraggiungibile altezza al di sopra dell’umanità e che non c’è niente in mezzo, stai limitando e semplificando la questione. Penso che il paganesimo sia una specie di alfabeto, come un linguaggio. E’ come se tutti gli dèi sono le lettere di quel linguaggio, esprimono delle sfumature, ombre del significato, o certe sottigliezze delle idee. Mentre il monoteismo tende ad essere solo una vocale, ed è solo tipo: oooouh [ Alan Moore stesso nel documentario per far comprendere il suono scimmiesco.]. E’ questo suono scimmiesco. Puoi quasi immaginare gli dèi divenire frustrati, sprezzanti. Perché con tutta la ricchezza di concetti spirituali che sono disponibili, perché ridurre tutto a una sola, singola nota monocorde che chi pronuncia neanche comprende? (citato nel documentario di Dez Vylenz, The Mindscape Of Alan Moore, Shadowsnake films, visibile su Youtube, subititolato in italiano)

Incipit di La voce del fuoco

Lontano in dietro a colle, là verso sol-che-scende, cielo è ora come fuoco e io fa cammino lì, senza fiato in pancia, ed erba fredda e bagna piedi a me.
Niente erba è su alto di colle. Solo terra tutta in torno che colle è come senza ca-peli in testa. Io mette su piedi e volta faccia a vento per sente odore, ma niente odore viene da lontano. Pancia fa male, qua in mezzo a me.

Note

  1. Citato in Alan Moore: questo non è il mio V, Corriere della Fantascienza], 26 maggio 2005.

Bibliografia

  • Alan Moore, La voce del fuoco, traduzione di Leonardo Rizzi e Michele Foschini, BD, 2006.

Fumetti

Film

Alan Moore non ha riconosciuto (pur essendo l'autore del soggetto dei film, non ha voluto essere accreditato) nessuno dei cinque film realizzati delle sue opere.

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