Il'ja Grigor'evič Ėrenburg: differenze tra le versioni
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Versione delle 02:48, 3 giu 2013
Il'ja Grigor'evič Ėrenburg (1891 – 1967), giornalista e scrittore sovietico.
- Esenin era sempre circondato da satelliti. La cosa più triste di tutte fu vedere, di fianco a Esenin, un gruppo casuale di uomini che non avevano nulla a che fare con la letteratura, ma a cui semplicemente piaceva (e piace ancora) bere la vodka di qualcun altro, crogiolarsi nella fama di qualcun altro, e nascondersi dietro l'autorità di qualcun altro. Non fu attraverso questo sciame nero, tuttavia, che morì, lui li trasse a sé. Sapeva quel che valevano; ma nel suo stato trovò più facile stare con persone che disprezzava.[1]
- [Su Boris Pasternak] Credo sia morto contento perché, almeno fuori, hanno pubblicato Il dottor Zivago, e perché pensava di avere ragione.[2]
- [Su Svetlana Allilueva] È l'ultima vittima di suo padre.[2]
- Forse la vecchiaia prende tutti alla sprovvista. Non si esauriscono le passioni, ma le forze.[2]
- Hanno criticato non tanto i miei libri, quanto la mia vita. Non intendevo ammaestrare nessuno, non mi propongo come esempio.[2]
- La rivoluzione bolscevica ha garantito il diritto all'uguaglianza, non quello dell'intelligenza.[2]
- Tutti i dittatori sono sentimentali.[3]
Note
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