Papa Francesco: differenze tra le versioni

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Automa: Sostituzioni normali automatiche di errori "tipografici".
Riga 11: Riga 11:
*Chi non è con Gesù, è contro Gesù. Non ci sono atteggiamenti a metà.<ref>Citato in ''["Il demonio esiste, non confondiamolo con le malattie psichiche http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/francesco-francis-francisco-28523/]'', Vatican Insider, 12 ottobre 2013</ref>
*Chi non è con Gesù, è contro Gesù. Non ci sono atteggiamenti a metà.<ref>Citato in ''["Il demonio esiste, non confondiamolo con le malattie psichiche http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/francesco-francis-francisco-28523/]'', Vatican Insider, 12 ottobre 2013</ref>
*Il matrimonio di un uomo e di una donna non è la stessa cosa dell'unione di due persone dello stesso sesso. <ref>[''Bergoglio: rispetto per i gay, ma la famiglia è altra cosa'' http://www.lanuovabq.it/it/articoli-bergoglio-rispetto-per-i-gayma-la-famiglia-e-altra-cosa-7741.htm], La Nuova Bussola Quotidiana, 16 novembre 2013.</ref>
*Il matrimonio di un uomo e di una donna non è la stessa cosa dell'unione di due persone dello stesso sesso. <ref>[''Bergoglio: rispetto per i gay, ma la famiglia è altra cosa'' http://www.lanuovabq.it/it/articoli-bergoglio-rispetto-per-i-gayma-la-famiglia-e-altra-cosa-7741.htm], La Nuova Bussola Quotidiana, 16 novembre 2013.</ref>
*Il problema morale dell'aborto è di natura pre-religiosa perché è nel momento del concepimento che risiede il codice genetico della persona. Lì è già presente l'essere umano. Ecco perché separo il tema dell'aborto da qualsiasi concezione religiosa. Perché è piuttosto un problema scientifico. Impedire lo sviluppo di un essere che ha già in sé l'intero codice genetico di un individuo non è etico. Il diritto alla vita è il primo dei diritti umani. Abortire equivale a uccidere chi non ha modo di difendersi. <ref>Citato in [http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/francesco-francis-francisco-hollande-31523/ Hollande e il distacco del Papa] di Andrea Tornielli, Vatican Insider, 25/01/2014. </ref>
*Il Tempio è il luogo dove la comunità va a pregare, a lodare il Signore, a rendere grazie, ma soprattutto ad adorare: nel Tempio si adora il Signore. E questo è il punto più importante. Anche, questo è valido per le cerimonie liturgiche: in questa cerimonia liturgica, cosa è più importante? I canti, i riti – belli, tutto…? Più importante è l'adorazione: tutta al comunità riunita guarda l'altare dove si celebra il sacrificio e adora. <ref>[http://it.radiovaticana.va/news/2013/11/22/papa_francesco:_nel_tempio_non_si_va_a_celebrare_un_rito_ma_ad_adorare/it1-748874 Papa Francesco: nel tempio non si va a celebrare un rito ma ad adorare Dio], Radio Vaticana, 22 novembre 2013.</ref>
*Il Tempio è il luogo dove la comunità va a pregare, a lodare il Signore, a rendere grazie, ma soprattutto ad adorare: nel Tempio si adora il Signore. E questo è il punto più importante. Anche, questo è valido per le cerimonie liturgiche: in questa cerimonia liturgica, cosa è più importante? I canti, i riti – belli, tutto…? Più importante è l'adorazione: tutta al comunità riunita guarda l'altare dove si celebra il sacrificio e adora. <ref>[http://it.radiovaticana.va/news/2013/11/22/papa_francesco:_nel_tempio_non_si_va_a_celebrare_un_rito_ma_ad_adorare/it1-748874 Papa Francesco: nel tempio non si va a celebrare un rito ma ad adorare Dio], Radio Vaticana, 22 novembre 2013.</ref>
*Io ancora non ho trovato nessuno che mi dia la carta di identità in Vaticano dei [[gay]], dicono che ce ne sono, credo che qualcuno si trovi. Ma bisogna distinguere tra una persona così e il fatto che esistono delle lobby. Le lobby non sono buone. Se una persona gay e cerca il Signore e ha buona volontà chi sono io per giudicarla? Il catechismo della [[chiesa cattolica]] dice che non si devono discriminare queste persone per questo. Il problema non è avere questa tendenza. Sono fratelli. In questo caso il problema è fare lobby, lobby di persone con questa tendenza, ma potrebbero essere lobby di avari, di massoni.<ref>Citato in ''[http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/VATICANO/bergoglio_papa_ior_gay/notizie/309724.shtml Papa Francesco: «Chi sono io per giudicare i gay? Ma no alle lobby. Lo Ior non so se chiuderlo»]'', Il Messaggero, 29 luglio 2013.</ref>
*Io ancora non ho trovato nessuno che mi dia la carta di identità in Vaticano dei [[gay]], dicono che ce ne sono, credo che qualcuno si trovi. Ma bisogna distinguere tra una persona così e il fatto che esistono delle lobby. Le lobby non sono buone. Se una persona gay e cerca il Signore e ha buona volontà chi sono io per giudicarla? Il catechismo della [[chiesa cattolica]] dice che non si devono discriminare queste persone per questo. Il problema non è avere questa tendenza. Sono fratelli. In questo caso il problema è fare lobby, lobby di persone con questa tendenza, ma potrebbero essere lobby di avari, di massoni.<ref>Citato in ''[http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/VATICANO/bergoglio_papa_ior_gay/notizie/309724.shtml Papa Francesco: «Chi sono io per giudicare i gay? Ma no alle lobby. Lo Ior non so se chiuderlo»]'', Il Messaggero, 29 luglio 2013.</ref>

Versione delle 15:32, 26 gen 2014

Papa Francesco

Papa Francesco, al secolo Jorge Mario Bergoglio (1936 – vivente), papa della Chiesa Cattolica.

Citazioni di Papa Francesco

  • A cosa servono alla Chiesa i conventi chiusi? I conventi dovrebbero servire alla carne di Cristo e i rifugiati sono la carne di Cristo. [1]
  • A me fa male quando vedo un prete o una suora con un'auto di ultimo modello: ma non si può! A me fa male quando vedo un prete o una suora con un'auto di ultimo modello: ma non si può! Non si può andare con auto costose. La macchina è necessaria per fare tanto lavoro, ma prendetene una umile. Se ne volete una bella pensate ai bambini che muoiono di fame.[2]
  • Anche le potenze demoniache, ostili all'uomo, si arrestano impotenti di fronte all'intima unione d'amore tra Gesù e chi lo accoglie con fede. Questa realtà dell'amore fedele che Dio ha per ciascuno di noi ci aiuta ad affrontare con serenità e forza il cammino di ogni giorno, che a volte è spedito, a volte invece è lento e faticoso. [3]
  • Ancora una volta si vuole limitare o eliminare il valore supremo della vita e ignorare i diritti dei bimbi a nascere. Quando si parla di una madre incinta, parliamo di due vite: entrambe devono essere preservate e rispettate perché la vita è un valore assoluto.[4]
  • Cari amici, la gioia! Non abbiate paura di essere gioiosi! Non abbiate paura della gioia! Quella gioia che ci dà il Signore quando lo lasciamo entrare nella nostra vita, lasciamo che Lui entri nella nostra vita e ci inviti ad andare fuori noi alle periferie della vita e annunciare il Vangelo. Non abbiate paura della gioia. Gioia e coraggio![5]
  • C'è chi dice: "Ma padre, io sono un benefattore della Chiesa! Metto la mano in tasca e do alla Chiesa". Ma con l'altra mano, ruba: allo Stato, ai poveri. È un ingiusto. Questa è la doppia vita. E questo merita, lo dice Gesù non lo dico io, che gli mettano al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Non parla di perdono, qui Gesù. [...] tutti noi dobbiamo dirci peccatori. Sì, tutti lo siamo. Corrotti no. Il corrotto è fisso in uno stato di sufficienza, non sa cosa sia l'umiltà. Gesù, a questi corrotti, diceva: "La bellezza di essere sepolcri imbiancati", che appaiono belli, all'esterno, ma dentro sono pieni di ossa morte e di putredine. E un cristiano che si vanta di essere cristiano, ma non fa vita da cristiano, è uno di questi corrotti. Tutti conosciamo qualcuno che è in questa situazione e quanto male fanno alla Chiesa! Cristiani corrotti, preti corrotti. Quanto male fanno alla Chiesa! Perché non vivono nello spirito del Vangelo, ma nello spirito della mondanità. [6]
  • Chi non è con Gesù, è contro Gesù. Non ci sono atteggiamenti a metà.[7]
  • Il matrimonio di un uomo e di una donna non è la stessa cosa dell'unione di due persone dello stesso sesso. [8]
  • Il problema morale dell'aborto è di natura pre-religiosa perché è nel momento del concepimento che risiede il codice genetico della persona. Lì è già presente l'essere umano. Ecco perché separo il tema dell'aborto da qualsiasi concezione religiosa. Perché è piuttosto un problema scientifico. Impedire lo sviluppo di un essere che ha già in sé l'intero codice genetico di un individuo non è etico. Il diritto alla vita è il primo dei diritti umani. Abortire equivale a uccidere chi non ha modo di difendersi. [9]
  • Il Tempio è il luogo dove la comunità va a pregare, a lodare il Signore, a rendere grazie, ma soprattutto ad adorare: nel Tempio si adora il Signore. E questo è il punto più importante. Anche, questo è valido per le cerimonie liturgiche: in questa cerimonia liturgica, cosa è più importante? I canti, i riti – belli, tutto…? Più importante è l'adorazione: tutta al comunità riunita guarda l'altare dove si celebra il sacrificio e adora. [10]
  • Io ancora non ho trovato nessuno che mi dia la carta di identità in Vaticano dei gay, dicono che ce ne sono, credo che qualcuno si trovi. Ma bisogna distinguere tra una persona così e il fatto che esistono delle lobby. Le lobby non sono buone. Se una persona gay e cerca il Signore e ha buona volontà chi sono io per giudicarla? Il catechismo della chiesa cattolica dice che non si devono discriminare queste persone per questo. Il problema non è avere questa tendenza. Sono fratelli. In questo caso il problema è fare lobby, lobby di persone con questa tendenza, ma potrebbero essere lobby di avari, di massoni.[11]
  • L'importante è come giudichiamo le cose: con la luce che viene dal vero tesoro nel nostro cuore? O con le tenebre di un cuore di pietra? [12]
  • L'occhio è l'intenzione del cuore. [13]
  • La Chiesa offre una concezione della famiglia, che è quella del Libro della Genesi, dell'unità nella differenza tra uomo e donna, e della sua fecondità. In questa realtà, inoltre, riconosciamo un bene per tutti, la prima società naturale, come recepito anche nella Costituzione della Repubblica Italiana. Infine, vogliamo riaffermare che la famiglia così intesa rimane il primo e principale soggetto costruttore della società e di un'economia a misura d'uomo, e come tale merita di essere fattivamente sostenuta. [14]
  • La morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo. [15]
  • La presenza del demonio è nella prima pagina della Bibbia e la Bibbia finisce anche con la presenza del demonio, con la vittoria di Dio sul demonio. [16]
  • Noi cristiani forse abbiamo perso un po' il senso della adorazione, e pensiamo: andiamo al Tempio, ci raduniamo come fratelli – quello è buono, è bello! – ma il centro è lì dove è Dio. E noi adoriamo Dio. [17]
  • Non possiamo insegnare alle future generazioni che è la stessa cosa prepararsi a un progetto di famiglia assumendo l'impegno di una relazione stabile tra uomo e donna e convivere con una persona dello stesso sesso. Stiamo attenti a che, cercando di mettere davanti un preteso diritto degli adulti che lo nasconde, non ci capiti di lasciare da parte il diritto prioritario dei bambini – gli unici che devono essere privilegiati – a fruire di modelli di padre e di madre, ad avere un papà e una mamma. [18]
  • Ma voi pensate che oggi non si facciano, i sacrifici umani? Se ne fanno tanti, tanti! E ci sono delle leggi che li proteggono.[19]
  • Noi, donne e uomini di Chiesa, siamo in mezzo a una storia d'amore. Ognuno di noi è un anello in questa catena d'amore. E se non capiamo questo, non capiamo nulla di cosa sia la Chiesa. È una storia d'amore. [20]
  • Non esiste l'amore a puntate, l'amore a porzioni. L'amore è totale e quando si ama, si ama fino all'estremo.[21]
  • Per questo presentiamo il messaggio del Catechismo così com'è. Colui che lo segue si salva e salva gli altri. Siamo consapevoli della sofferenza del nostro popolo, siamo consapevoli del fatto che molti bambini non possono terminare il primo ciclo d'istruzione per mancanza delle necessarie proteine. Siamo consapevoli che negli ospedali manca l'essenziale per la salute della gente. Presentare il messaggio di Gesù Cristo significa tracciare il cammino che Egli ha tracciato. Per esser degni della Sua dignità. E diciamo: ogni persona del nostro popolo ha diritto a vedere rispettata questa dignità e non a vederla calpestata. Calpestare la dignità di una donna, di un uomo, di un bambino, di un anziano è un peccato grave che grida al Cielo.[22]
  • Per trovare i martiri non è necessario andare alle catacombe o al Colosseo: i martiri sono vivi adesso, in tanti Paesi. I cristiani sono perseguitati per la fede. In alcuni Paesi non possono portare la croce: sono puniti se lo fanno. Oggi, nel secolo XXI, la nostra Chiesa è una Chiesa dei martiri. [23]
  • Se c'è un prete pedofilo è perché porta in sé la perversione prima di essere ordinato. E sopprimere il celibato non curerebbe tale perversione. O la si ha o non la si ha.[24]
  • Se il tuo occhio è semplice, viene da un cuore che ama, da un cuore che cerca il Signore, da un cuore umile, tutto il tuo corpo sarà luminoso. Ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. [25]
Il mio amico don Giacomo, 30Giorni, maggio 2012.
  • Così, per grazia, si può perseverare nel cammino, fino alla fine: l'uomo-bambino si abbandona fra le braccia di Gesù mentre chiede che passi questo calice, e viene preso e portato in braccio, con le mani giunte e gli occhi aperti. Lasciandosi sorprendere ancora una volta, per il dono più grande.
  • Sì, il nostro cuore si edifica sulla memoria di quegli uomini e quelle donne che ci hanno fatto avvicinare a sorgenti di vita e di speranza a cui potranno attingere anche quelli che ci seguiranno. È la memoria dell'eredità ricevuta che dobbiamo, a nostra volta, trasmettere ai nostri figli.
Matrimoni gay, l'invidia del demonio, traduzione di Massimo Introvigne, La nuova Bussola Quotidiana.it, 14 marzo 2013.[26]
  • Il popolo argentino dovrà affrontare nelle prossime settimane una situazione il cui esito può seriamente ferire la famiglia. Si tratta del disegno di legge che permetterà il matrimonio a persone dello stesso sesso. È in gioco qui l'identità e la sopravvivenza della famiglia: padre, madre e figli. È in gioco la vita di molti bambini che saranno discriminati in anticipo e privati della loro maturazione umana che Dio ha voluto avvenga con un padre e con una madre. È in gioco il rifiuto totale della legge di Dio, incisa anche nei nostri cuori.
  • Qui pure c'è l'invidia del Demonio, attraverso la quale il peccato entrò nel mondo: un'invidia che cerca astutamente di distruggere l'immagine di Dio, cioè l'uomo e la donna che ricevono il comando di crescere, moltiplicarsi e dominare la terra. Non siamo ingenui: questa non è semplicemente una lotta politica, ma è un tentativo distruttivo del disegno di Dio.
  • Guardiamo a san Giuseppe, a Maria e al Bambino e chiediamo loro con fervore di difendere la famiglia argentina in questo particolare momento. Ricordiamo ciò che Dio stesso disse al suo popolo in un momento di grande angoscia: «Questa guerra non è vostra, ma di Dio». Che ci soccorrano, difendano e accompagnino in questa guerra di Dio.

Attribuite

  • L'aborto non è mai una soluzione.[27]
    • La citazione compare nella dichiarazione No una vida, sino dos della 159a Commissione Permanente della Conferenza Episcopale Argentina (Buenos Aires, 18 agosto 2011) ed è riportata tale e quale in Sobre la resolución para abortos no punibles en la Ciudad de Buenos Aires (v. note).

Citazioni tratte da interviste

Intervista di Stefania Falasca, Quello che avrei detto al concistoro, 30Giorni, novembre 2007.
  • Nella Chiesa l'armonia la fa lo Spirito Santo.
  • Solo lo Spirito Santo può suscitare la diversità, la pluralità, la molteplicità e allo stesso tempo fare l'unità. Perché quando siamo noi a voler fare la diversità facciamo gli scismi e quando siamo noi a voler fare l'unità facciamo l'uniformità, l'omologazione.
  • Il restare, il rimanere fedeli implica un'uscita. Proprio se si rimane nel Signore si esce da sé stessi. Paradossalmente proprio perché si rimane, proprio se si è fedeli si cambia. Non si rimane fedeli, come i tradizionalisti o i fondamentalisti, alla lettera. La fedeltà è sempre un cambiamento, un fiorire, una crescita.
  • Il coraggio apostolico è seminare. Seminare la Parola. Renderla a quel lui e a quella lei per i quali è data. Dare loro la bellezza del Vangelo, lo stupore dell'incontro con Gesù... e lasciare che sia lo Spirito Santo a fare il resto.
  • Uscire da sé stessi è uscire anche dal recinto dell'orto dei propri convincimenti considerati inamovibili se questi rischiano di diventare un ostacolo, se chiudono l'orizzonte che è di Dio.
  • I preti clericalizzano i laici e i laici ci pregano di essere clericalizzati.
  • Come indurisce il cuore la coscienza isolata!
  • Le nostre certezze possono diventare un muro, un carcere che imprigiona lo Spirito Santo.
  • Colui che isola la sua coscienza dal cammino del popolo di Dio non conosce l'allegria dello Spirito Santo che sostiene la speranza.
  • Guardare la nostra gente non per come dovrebbe essere ma per com'è e vedere cosa è necessario.
  • In un mondo che non riusciamo a interessare con le parole che noi diciamo, solo la Sua presenza che ci ama e che ci salva può interessare. Il fervore apostolico si rinnova perché testimoni di Colui che ci ha amato per primo.
Intervista di Gianni Valente, Non siamo padroni dei doni del Signore, 30Giorni, agosto 2009.
  • Il Signore opera un cambiamento in colui che gli è fedele, gli fa alzare lo sguardo da sé stesso. Questa è la missione, questa è la testimonianza.
  • I sacramenti sono gesti del Signore. Non sono prestazioni o territori di conquista di preti o vescovi.
  • I sacramenti sono per la vita degli uomini e delle donne così come sono. Che magari non fanno tanti discorsi, eppure il loro sensus fidei coglie la realtà dei sacramenti con più chiarezza di quanto succede a tanti specialisti.
  • Se la Chiesa segue il suo Signore, esce da sé stessa, con coraggio e misericordia: non rimane chiusa nella propria autoreferenzialità. Il Signore opera un cambiamento in colui che gli è fedele, gli fa alzare lo sguardo da sé stesso. Questa è la missione, questa è la testimonianza.
Intervista di Andrea Tornielli, "Carrierismo e vanità, peccati nella Chiesa", Vatican Insider, 14 marzo 2013.
  • I cardinali non sono gli agenti di una ONG, ma sono servitori del Signore, sotto l'ispirazione dello Spirito Santo, che è Colui che fa la vera differenza tra i carismi, e che allo stesso tempo nella Chiesa li conduce all'unità. Il cardinale deve entrare nella dinamica della differenza dei carismi e allo stesso tempo guardare all'unità.
  • Non devo scandalizzarmi, perché la Chiesa è mia madre: devo guardare ai peccati e alle mancanze come guarderei ai peccati e alle mancanze di mia mamma. E quando io mi ricordo di lei, mi ricordo innanzitutto di tante cose belle e buone che ha compiuto, non tanto delle mancanze o dei suoi difetti. Una madre si difende con il cuore pieno d'amore, prima che con la parole. Mi chiedo se nel cuore di molti che entrano in questa dinamica degli scandali ci sia l'amore per la Chiesa.

Citazioni tratte da discorsi

Udienza a tutti i Cardinali, Sala Clementina, 15 marzo 2013

  • Benedetto XVI ha acceso nel profondo dei nostri cuori una fiamma: essa continuerà ad ardere perché sarà alimentata dalla Sua preghiera, che sosterrà ancora la Chiesa nel suo cammino spirituale e missionario.
  • Il ministero petrino, vissuto con totale dedizione, ha avuto in Benedetto XVI un interprete sapiente e umile, con lo sguardo sempre fisso a Cristo, Cristo risorto, presente e vivo nell'Eucaristia.
  • La verità cristiana è attraente e persuasiva perché risponde al bisogno profondo dell'esistenza umana, annunciando in maniera convincente che Cristo è l'unico Salvatore di tutto l'uomo e di tutti gli uomini.

Discorso ai partecipanti al Convegno ecclesiale della diocesi di Roma, Aula Paolo VI, 17 giugno 2013

  • Andare verso i poveri non significa che noi dobbiamo diventare pauperisti, o una sorta di "barboni spirituali"! No, no, non significa questo! Significa che dobbiamo andare verso la carne di Gesù che soffre.
  • Il diavolo ogni giorno getta nei nostri cuori semi di pessimismo e di amarezza, e se uno si scoraggia, noi ci scoraggiamo. "Non va! Abbiamo fatto questo, non va; abbiamo fatto quell'altro e non va! E guarda quella religione come attira tanta gente e noi no!". È il diavolo che mette questo. Dobbiamo prepararci alla lotta spirituale. Questo è importante. Non si può predicare il Vangelo senza questa lotta spirituale: una lotta di tutti i giorni contro la tristezza, contro l'amarezza, contro il pessimismo; una lotta di tutti i giorni! Seminare non è facile. È più bello raccogliere, ma seminare non è facile, e questa è la lotta di tutti i giorni dei cristiani.
  • L'evangelizzazione chiede da noi un vero coraggio anche per questa lotta interiore, nel nostro cuore, per dire con la preghiera, con la mortificazione, con la voglia di seguire Gesù, con i Sacramenti che sono un incontro con Gesù, per dire a Gesù: grazie, grazie per la tua grazia. Voglio portarla agli altri.

Ai rappresentanti delle Chiese e delle Comunità Ecclesiali, e di altre Religioni, 20 marzo 2013

  • Dobbiamo tenere viva nel mondo la sete dell'assoluto, non permettendo che prevalga una visione della persona umana ad una sola dimensione, secondo cui l'uomo si riduce a ciò che produce e a ciò che consuma: è questa una delle insidie più pericolose per il nostro tempo.
  • Sappiamo quanta violenza abbia prodotto nella storia recente il tentativo di eliminare Dio e il divino dall'orizzonte dell'umanità, e avvertiamo il valore di testimoniare nelle nostre società l'originaria apertura alla trascendenza che è insita nel cuore dell'uomo. In ciò, sentiamo vicini anche tutti quegli uomini e donne che, pur non riconoscendosi appartenenti ad alcuna tradizione religiosa, si sentono tuttavia in ricerca della verità, della bontà e della bellezza, questa verità, bonta e bellezza di Dio, e che sono nostri preziosi alleati nell'impegno a difesa della dignità dell'uomo, nella costruzione di una convivenza pacifica fra i popoli e nel custodire con cura il creato.

Al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, 22 marzo 2013

  • Esiste anche un'altra povertà! È la povertà spirituale dei nostri giorni, che riguarda gravemente anche i Paesi considerati più ricchi. È quanto il mio Predecessore, il caro e venerato Benedetto XVI, chiama la "dittatura del relativismo", che lascia ognuno come misura di se stesso e mette in pericolo la convivenza tra gli uomini.
  • Francesco d’Assisi ci dice: lavorate per edificare la pace! Ma non vi è vera pace senza verità! Non vi può essere pace vera se ciascuno è la misura di se stesso, se ciascuno può rivendicare sempre e solo il proprio diritto, senza curarsi allo stesso tempo del bene degli altri, di tutti, a partire dalla natura che accomuna ogni essere umano su questa terra.
  • Non si possono, infatti, costruire ponti tra gli uomini, dimenticando Dio. Ma vale anche il contrario: non si possono vivere legami veri con Dio, ignorando gli altri.

Veglia di Pentecoste, Radio Vaticana, 19 maggio 2013

  • Il martirio non è mai una sconfitta; il martirio è il grado più alto della testimonianza che noi dobbiamo dare.
  • Io ho avuto la grazia di crescere in una famiglia in cui la fede si viveva in modo semplice e concreto; ma è stata soprattutto mia nonna, la mamma di mio padre, che ha segnato il mio cammino di fede. Era una donna che ci spiegava, ci parlava di Gesù, ci insegnava il Catechismo. Ricordo sempre che il Venerdì Santo ci portava, la sera, alla processione delle candele, e alla fine di questa processione arrivava il "Cristo giacente", e la nonna ci faceva – a noi bambini – inginocchiare e ci diceva: "Guardate, è morto, ma domani risuscita". Ho ricevuto il primo annuncio cristiano proprio da questa donna, da mia nonna! È bellissimo, questo! Il primo annuncio in casa, con la famiglia! E questo mi fa pensare all'amore di tante mamme e di tante nonne nella trasmissione della fede. Sono loro che trasmettono la fede. Questo avveniva anche nei primi tempi, perché san Paolo diceva a Timoteo: "Io ricordo la fede della tua mamma e della tua nonna". Tutte le mamme che sono qui, tutte le nonne, pensate a questo! Trasmettere la fede. Perché Dio ci mette accanto delle persone che aiutano il nostro cammino di fede. Noi non troviamo la fede nell'astratto; no! È sempre una persona che predica, che ci dice chi è Gesù, che ci trasmette la fede, ci dà il primo annuncio. E così è stata la prima esperienza di fede che ho avuto.
  • I Profeti di Israele dicevano che il Signore è come il fiore di mandorlo, il primo fiore della Primavera. Prima che vengano gli altri fiori, c'è Lui: Lui che aspetta. Il Signore ci aspetta. E quando noi Lo cerchiamo, troviamo questa realtà: che è Lui ad aspettarci per accoglierci, per darci il suo amore. E questo ti porta nel cuore uno stupore tale che non lo credi, e così va crescendo la fede! Con l'incontro con una persona, con l'incontro con il Signore. Qualcuno dirà: "No, io preferisco studiare la fede nei libri!". È importante studiarla, ma, guarda, questo solo non basta! L'importante è l'incontro con Gesù, l'incontro con Lui, e questo ti dà la fede, perché è proprio Lui che te la dà!
  • Si può pensare che l'evangelizzazione dobbiamo programmarla a tavolino, pensando alle strategie, facendo dei piani. Ma questi sono strumenti, piccoli strumenti. L'importante è Gesù e lasciarsi guidare da Lui.

Ai partecipanti all'Incontro promosso dalla Federazione Internazionale delle Associazione dei medici Cattolici, 20 settembre 2013

  • Una diffusa mentalità dell'utile, la "cultura dello scarto", che oggi schiavizza i cuori e le intelligenze di tanti, ha un altissimo costo: richiede di eliminare esseri umani, soprattutto se fisicamente o socialmente più deboli. La nostra risposta a questa mentalità è un "sì" deciso e senza tentennamenti alla vita.
  • La credibilità di un sistema sanitario non si misura solo per l'efficienza, ma soprattutto per l'attenzione e l'amore verso le persone, la cui vita sempre è sacra e inviolabile.
  • Ogni bambino non nato, ma condannato ingiustamente ad essere abortito, ha il volto di Gesù Cristo, ha il volto del Signore, che prima ancora di nascere, e poi appena nato ha sperimentato il rifiuto del mondo. E ogni anziano, anche se infermo o alla fine dei suoi giorni, porta in sé il volto di Cristo. Non si possono scartare, come ci propone la "cultura dello scarto"! Non si possono scartare!

Ai partecipanti alla Plenaria del Pontificio Consiglio della Famiglia, 25 ottobre 2013

  • Il matrimonio è come se fosse un primo sacramento dell'umano, ove la persona scopre se stessa, si auto-comprende in relazione agli altri e in relazione all'amore che è capace di ricevere e di dare. L'amore sponsale e familiare rivela anche chiaramente la vocazione della persona ad amare in modo unico e per sempre, e che le prove, i sacrifici e le crisi della coppia come della stessa famiglia rappresentano dei passaggi per crescere nel bene, nella verità e nella bellezza. Nel matrimonio ci si dona completamente senza calcoli né riserve, condividendo tutto, doni e rinunce, confidando nella Provvidenza di Dio.
  • La famiglia è il motore del mondo e della storia. Ciascuno di noi costruisce la propria personalità in famiglia, crescendo con la mamma e il papà, i fratelli e le sorelle, respirando il calore della casa. La famiglia è il luogo dove riceviamo il nome, è il luogo degli affetti, lo spazio dell'intimità, dove si apprende l'arte del dialogo e della comunicazione interpersonale.
  • La famiglia non è la somma delle persone che la costituiscono, ma una «comunità di persone». E una comunità è di più che la somma delle persone. È il luogo dove si impara ad amare, il centro naturale della vita umana. È fatta di volti, di persone che amano, dialogano, si sacrificano per gli altri e difendono la vita, soprattutto quella più fragile, più debole.

Omelie

Omelia nella solennità di san Raimondo Nonnato, Buenos Aires, 31 agosto 2005

  • Chi sono io per prendermi cura degli altri? Questa affermazione, vi ricordate, chi l'ha fatta per primo? Caino. «Sono forse io colui che deve nutrire suo fratello?» Questa affermazione criminale, questa frase di morte è un peccato che viene dall'infanzia delle persone che crescono in un modo di pensare egoistico inculcato in loro, sono uomini e donne educati in questo modo.
  • Dare la vita è aprire il cuore, e prendersi cura della vita è spendersi con tenerezza e calore per gli altri, portare nel mio cuore l'interesse per gli altri.
  • La cultura della morte non è interessata alla vita, ma all'egoismo. Uno è interessato a sopravvivere, ma non a dare la vita, ad avere cura della vita, ad offrire la vita.
  • La vita è sempre un dare ed è costoso prendersi cura della vita. Oh quanto costa! Costa lacrime. Ma come è bella la cura per la vita, permettere che la vita cresca, dare la vita come Gesù, e dare in abbondanza, per non permettere che anche uno solo di questi più piccoli vada perso.
  • Ma è una strada piena di lupi e, forse per questo motivo, potranno condurci davanti ai tribunali, forse per questo motivo, per la cura della vita, ci potranno uccidere. Dovremmo pensare ai martiri cristiani. Li hanno uccisi perché predicavano questo Vangelo della vita, questo Vangelo che Gesù ha portato. Ma Gesù ci dà la forza. Andate avanti! Non siate sciocchi, ricordate, un cristiano non può permettersi il lusso di essere sciocco.
  • Non possiamo annunciare altro che la vita, dal principio alla fine. Tutti noi dobbiamo curare la vita, amare la vita, con tenerezza, calore.
  • Questo uomo anziano, questa donna anziana, sono inutili; scarichiamoli, cerchiamo di mandarli nelle case di cura, come si fa con l'impermeabile d'estate con tre naftaline in tasca, negli ospizi perché pensiamo che ora sono da scartare, perché sono inutili. Questo bambino che è in arrivo è un peso per la famiglia: «Oh no, a cosa serve? Non ho idea. Scartiamolo e rimandiamolo al mittente». Questo è ciò che la cultura della morte ci predica.
  • Se andiamo in fondo alla strada della vita ci possono accadere cose brutte, ma non importa. Ne vale la pena. Lui per primo ci ha aperto la strada. Quindi, andate avanti e non scoraggiatevi. Prendetevi cura della la vita. Ne vale la pena!

Santa Messa con i Cardinali, Cappella Sistina, 14 marzo 2013

  • Noi possiamo camminare quanto vogliamo, noi possiamo edificare tante cose, ma se non confessiamo Gesù Cristo, la cosa non va. Diventeremo una ONG assistenziale, ma non la Chiesa, Sposa del Signore.
  • Quando camminiamo senza la Croce, quando edifichiamo senza la Croce e quando confessiamo un Cristo senza Croce, non siamo discepoli del Signore: siamo mondani, siamo Vescovi, Preti, Cardinali, Papi, ma non discepoli del Signore.
  • Quando non si confessa Gesù Cristo, si confessa la mondanità del diavolo, la mondanità del demonio.
  • Vorrei che tutti noi, dopo questi giorni di grazia, abbiamo il coraggio, proprio il coraggio, di camminare in presenza del Signore, con la Croce del Signore; di edificare la Chiesa sul sangue del Signore, che è versato sulla Croce; e di confessare l'unica gloria: Cristo Crocifisso. E così la Chiesa andrà avanti.

Santa Messa per l'inizio del Ministero Petrino, Piazza San Pietro, 19 marzo 2013

  • Custodire il creato, ogni uomo ed ogni donna, con uno sguardo di tenerezza e amore, è aprire l'orizzonte della speranza, è aprire uno squarcio di luce in mezzo a tante nubi, è portare il calore della speranza! E per il credente, per noi cristiani, come Abramo, come san Giuseppe, la speranza che portiamo ha l'orizzonte di Dio che ci è stato aperto in Cristo, è fondata sulla roccia che è Dio.
  • Dio non desidera una casa costruita dall'uomo, ma desidera la fedeltà alla sua Parola, al suo disegno; ed è Dio stesso che costruisce la casa, ma di pietre vive segnate dal suo Spirito.
  • Il vero potere è il servizio.

Omelia nella solennità della Domenica delle Palme, Piazza San Pietro, 24 marzo 2013

  • Con Cristo il cuore non invecchia mai!
  • È nel dono di sé, nell'uscire da se stessi, che si ha la vera gioia.
  • Il trono regale di Gesù Cristo è il legno della Croce.
  • La croce di Cristo abbracciata con amore non porta mai alla tristezza, ma alla gioia, alla gioia di essere salvati e di fare un pochettino quel che ha fatto Lui nel giorno della sua morte.
  • La nostra non è una gioia che nasce dal possedere tante cose, ma nasce dall'aver incontrato una Persona: Gesù, che è in mezzo a noi; nasce dal sapere che con Lui non siamo mai soli, anche nei momenti difficili, anche quando il cammino della vita si scontra con problemi e ostacoli che sembrano insormontabili, e ce ne sono tanti!
  • Non siate mai uomini e donne tristi: un cristiano non può mai esserlo!

Omelia nella messa con i cresimandi, Piazza San Pietro, 28 aprile 2013

  • Vedete, la novità di Dio non assomiglia alle novità mondane, che sono tutte provvisorie, passano e se ne ricerca sempre di più. La novità che Dio dona alla nostra vita è definitiva, e non solo nel futuro, quando saremo con Lui, ma anche oggi: Dio sta facendo tutto nuovo, lo Spirito Santo ci trasforma veramente e vuole trasformare, anche attraverso di noi, il mondo in cui viviamo. Apriamo la porta allo Spirito, facciamoci guidare da Lui, lasciamo che l'azione continua di Dio ci renda uomini e donne nuovi, animati dall'amore di Dio, che lo Spirito Santo ci dona! Che bello se ognuno di voi, alla sera potesse dire: oggi a scuola, a casa, al lavoro, guidato da Dio, ho compiuto un gesto di amore verso un mio compagno, i miei genitori, un anziano! Che bello!
  • Non ci sono difficoltà, tribolazioni, incomprensioni che ci devono far paura se rimaniamo uniti a Dio come i tralci sono uniti alla vite, se non perdiamo l'amicizia con Lui, se gli facciamo sempre più spazio nella nostra vita. Questo anche e soprattutto se ci sentiamo poveri, deboli, peccatori, perché Dio dona forza alla nostra debolezza, ricchezza alla nostra povertà, conversione e perdono al nostro peccato.
  • Cari amici, spalanchiamo la porta della nostra vita alla novità di Dio che ci dona lo Spirito Santo, perché ci trasformi, ci renda forti nelle tribolazioni, rafforzi la nostra unione con il Signore, il nostro rimanere saldi in Lui: questa è una vera gioia!

Omelia nella Santa Messa presieduta nella Visita pastorale ad Assisi, 4 ottobre 2013

  • Chi segue Cristo, riceve la vera pace, quella che solo Lui, e non il mondo, ci può dare. San Francesco viene associato da molti alla pace, ed è giusto, ma pochi vanno in profondità. Qual è la pace che Francesco ha accolto e vissuto e ci trasmette? Quella di Cristo, passata attraverso l'amore più grande, quello della Croce. È la pace che Gesù Risorto donò ai discepoli quando apparve in mezzo a loro. La pace francescana non è un sentimento sdolcinato. Per favore: questo san Francesco non esiste! E neppure è una specie di armonia panteistica con le energie del cosmo... Anche questo non è francescano! Anche questo non è francescano, ma è un'idea che alcuni hanno costruito! La pace di san Francesco è quella di Cristo, e la trova chi "prende su di sé" il suo "giogo", cioè il suo comandamento: Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato. E questo giogo non si può portare con arroganza, con presunzione, con superbia, ma solo si può portare con mitezza e umiltà di cuore.
  • Il Crocifisso non ci parla di sconfitta, di fallimento; paradossalmente ci parla di una morte che è vita, che genera vita, perché ci parla di amore, perché è l'Amore di Dio incarnato, e l'Amore non muore, anzi, sconfigge il male e la morte. Chi si lascia guardare da Gesù crocifisso viene ri-creato, diventa una «nuova creatura».

Evangelii gaudium, 24 novembre 2013

  • Che dolce è stare davanti a un crocifisso, o in ginocchio davanti al Santissimo, e semplicemente essere davanti ai suoi occhi! Quanto bene ci fa lasciare che Egli torni a toccare la nostra esistenza e ci lanci a comunicare la sua nuova vita!
  • È urgente ricuperare uno spirito contemplativo, che ci permetta di riscoprire ogni giorno che siamo depositari di un bene che umanizza, che aiuta a condurre una vita nuova. Non c'è niente di meglio da trasmettere agli altri.
  • Il denaro deve servire e non governare!
  • L'adorazione dell'antico vitello d'oro ha trovato una nuova e spietata versione nel feticismo del denaro e nella dittatura di una economia senza volto e senza uno scopo veramente umano. La crisi mondiale che investe la finanza e l'economia manifesta i propri squilibri e, soprattutto, la grave mancanza di un orientamento antropologico che riduce l'essere umano ad uno solo dei suoi bisogni: il consumo.
  • La difesa della vita nascente è intimamente legata alla difesa di qualsiasi diritto umano. Suppone la convinzione che un essere umano è sempre sacro e inviolabile, in qualunque situazione e in ogni fase del suo sviluppo. È un fine in sé stesso e mai un mezzo per risolvere altre difficoltà. Se cade questa convinzione, non rimangono solide e permanenti fondamenta per la difesa dei diritti umani, che sarebbero sempre soggetti alle convenienze contingenti dei potenti di turno. La sola ragione è sufficiente per riconoscere il valore inviolabile di ogni vita umana.
  • Non è possibile che non faccia notizia il fatto che muoia assiderato un anziano ridotto a vivere per strada, mentre lo sia il ribasso di due punti in borsa.
  • Non si può perseverare in un'evangelizzazione piena di fervore se non si resta convinti, in virtù della propria esperienza, che non è la stessa cosa aver conosciuto Gesù o non conoscerlo, non è la stessa cosa camminare con Lui o camminare a tentoni, non è la stessa cosa poterlo ascoltare o ignorare la sua Parola, non è la stessa cosa poterlo contemplare, adorare, riposare in Lui, o non poterlo fare. Non è la stessa cosa cercare di costruire il mondo con il suo Vangelo piuttosto che farlo unicamente con la propria ragione.
  • Tra questi deboli, di cui la Chiesa vuole prendersi cura con predilezione, ci sono anche i bambini nascituri, che sono i più indifesi e innocenti di tutti, ai quali oggi si vuole negare la dignità umana al fine di poterne fare quello che si vuole, togliendo loro la vita e promuovendo legislazioni in modo che nessuno possa impedirlo.

Lumen Fidei

Incipit

La luce della fede: con quest'espressione, la tradizione della Chiesa ha indicato il grande dono portato da Gesù, il quale, nel Vangelo di Giovanni, così si presenta: «Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre»(Gv 12,46)

Citazioni

  • La nuova logica della fede è centrata su Cristo. La fede in Cristo ci salva perché è in Lui che la vita si apre radicalmente a un Amore che ci precede e ci trasforma dall'interno, che agisce in noi e con noi.
  • Il credente è trasformato dall'Amore, a cui si è aperto nella fede, e nel suo aprirsi a questo Amore che gli è offerto, la sua esistenza si dilata oltre sé.
  • Richiamare la connessione della fede con la verità è oggi più che mai necessario, proprio per la crisi di verità in cui viviamo. Nella cultura contemporanea si tende spesso ad accettare come verità solo quella della tecnologia: è vero ciò che l'uomo riesce a costruire e misurare con la sua scienza, vero perché funziona, e così rende più comoda e agevole la vita. Questa sembra oggi l'unica verità certa, l'unica condivisibile con altri, l'unica su cui si può discutere e impegnarsi insieme.
  • Dall'altra parte vi sarebbero poi le verità del singolo, che consistono nell'essere autentici davanti a quello che ognuno sente nel suo interno, valide solo per l'individuo e che non possono essere proposte agli altri con la pretesa di servire il bene comune.
  • Se l'amore ha bisogno della verità, anche la verità ha bisogno dell'amore. Amore e verità non si possono separare. Senza amore, la verità diventa fredda, impersonale, oppressiva per la vita concreta della persona. La verità che cerchiamo, quella che offre significato ai nostri passi, ci illumina quando siamo toccati dall'amore. Chi ama capisce che l'amore è esperienza di verità, che esso stesso apre i nostri occhi per vedere tutta la realtà in modo nuovo, in unione con la persona amata.
  • Mossi dal desiderio di illuminare tutta la realtà a partire dall'amore di Dio manifestato in Gesù, cercando di amare con quello stesso amore, i primi cristiani trovarono nel mondo greco, nella sua fame di verità, un partner idoneo per il dialogo. L'incontro del messaggio evangelico con il pensiero filosofico del mondo antico costituì un passaggio decisivo affinché il Vangelo arrivasse a tutti i popoli, e favorì una feconda interazione tra fede e ragione, che si è andata sviluppando nel corso dei secoli, fino ai nostri giorni. Il beato Giovanni Paolo II, nella sua Lettera enciclica Fides et ratio, ha mostrato come fede e ragione si rafforzino a vicenda.
  • È impossibile credere da soli. La fede non è solo un'opzione individuale che avviene nell'interiorità del credente, non è rapporto isolato tra l'"io" del fedele e il "Tu" divino, tra il soggetto autonomo e Dio. Essa si apre, per sua natura, al "noi", avviene sempre all'interno della comunione della Chiesa.
  • La trasmissione della fede avviene in primo luogo attraverso il Battesimo. Potrebbe sembrare che il Battesimo sia solo un modo per simbolizzare la confessione di fede, un atto pedagogico per chi ha bisogno di immagini e gesti, ma da cui, in fondo, si potrebbe prescindere.
  • La fede ci insegna a vedere che in ogni uomo c'è una be­nedizione per me, che la luce del volto di Dio mi illumina attraverso il volto del fratello.
  • Senza un amore affidabile nulla potrebbe tenere veramente uniti gli uomini. L'unità tra loro sarebbe concepibile solo come fondata sull'utili­tà, sulla composizione degli interessi, sulla paura, ma non sulla bontà di vivere insieme, non sulla gioia che la semplice presenza dell'altro può suscitare.
  • Non facciamo­ci rubare la speranza, non permettiamo che sia va­nificata con soluzioni e proposte immediate che ci bloccano nel cammino, che frammentano il tempo, trasformandolo in spazio. Il tempo è sem­pre superiore allo spazio. Lo spazio cristallizza i processi, il tempo proietta invece verso il futuro e spinge a camminare con speranza.
  • Al centro della fede biblica, c'è l'amore di Dio, la sua cura concreta per ogni persona, il suo disegno di salvezza che abbraccia tutta l'umani­tà e l'intera creazione e che raggiunge il vertice nell'Incarnazione, Morte e Risurrezione di Gesù Cristo. Quando questa realtà viene oscurata, vie­ne a mancare il criterio per distinguere ciò che rende preziosa e unica la vita dell'uomo. Egli per­de il suo posto nell'universo, si smarrisce nella natura, rinunciando alla propria responsabilità morale, oppure pretende di essere arbitro asso­luto, attribuendosi un potere di manipolazione senza limiti.

Explicit

A Maria, madre della Chiesa e madre della nostra fede, ci rivolgiamo in preghiera.

Aiuta, o Madre, la nostra fede!
Apri il nostro ascolto alla Parola, perché riconosciamo la voce di Dio e la sua chiamata.
Sveglia in noi il desiderio di seguire i suoi passi, uscendo dalla nostra terra e accogliendo la sua promessa.
Aiutaci a lasciarci toccare dal suo amore, perché possiamo toccarlo con la fede.
Aiutaci ad affidarci pienamente a Lui, a credere nel suo amore, soprattutto nei momenti di tribolazione e di croce, quando la nostra fede è chiamata a maturare.
Semina nella nostra fede la gioia del Risorto.
Ricordaci che chi crede non è mai solo.
Insegnaci a guardare con gli occhi di Gesù, affinché Egli sia luce sul nostro cammino. E che questa luce della fede cresca sempre in noi, finché arrivi quel giorno senza tramonto, che è lo stesso Cristo, il Figlio tuo, nostro Signore!

[Papa Francesco, Lumen Fidei]

Udienze

3 aprile 2013

  • Anche nel nostro cammino di fede è importante sapere e sentire che Dio ci ama, non aver paura di amarlo: la fede si professa con la bocca e con il cuore, con la parola e con l'amore.
  • E questo è un po' la missione delle donne: delle mamme, delle donne! Dare testimonianza ai figli, ai nipotini, che Gesù è vivo, è il vivente, è risorto. Mamme e donne, avanti con questa testimonianza! Per Dio conta il cuore, quanto siamo aperti a Lui, se siamo come i bambini che si fidano. Ma questo ci fa riflettere anche su come le donne, nella Chiesa e nel cammino di fede, abbiano avuto e abbiano anche oggi un ruolo particolare nell'aprire le porte al Signore, nel seguirlo e nel comunicare il suo Volto, perché lo sguardo di fede ha sempre bisogno dello sguardo semplice e profondo dell'amore.
  • La Morte e la Risurrezione di Gesù sono proprio il cuore della nostra speranza.
  • La Risurrezione di Cristo è la nostra più grande certezza; è il tesoro più prezioso! Come non condividere con gli altri questo tesoro, questa certezza? Non è soltanto per noi, è per trasmetterla, per darla agli altri, condividerla con gli altri. È proprio la nostra testimonianza.
  • Purtroppo, spesso si è cercato di oscurare la fede nella Risurrezione di Gesù, e anche fra gli stessi credenti si sono insinuati dubbi. Un po' quella fede "all'acqua di rose", come diciamo noi; non è la fede forte. E questo per superficialità, a volte per indifferenza, occupati da mille cose che si ritengono più importanti della fede, oppure per una visione solo orizzontale della vita. Ma è proprio la Risurrezione che ci apre alla speranza più grande, perché apre la nostra vita e la vita del mondo al futuro eterno di Dio, alla felicità piena, alla certezza che il male, il peccato, la morte possono essere vinti. E questo porta a vivere con più fiducia le realtà quotidiane, affrontarle con coraggio e con impegno.

[Francesco, Udienza Generale 3 aprile 2013, Piazza San Pietro]

23 ottobre 2013

  • Il "sì" di Maria, già perfetto all'inizio, è cresciuto fino all'ora della Croce. Lì la sua maternità si è dilatata abbracciando ognuno di noi, la nostra vita, per guidarci al suo Figlio. Maria è vissuta sempre immersa nel mistero del Dio fatto uomo, come sua prima e perfetta discepola, meditando ogni cosa nel suo cuore alla luce dello Spirito Santo, per comprendere e mettere in pratica tutta la volontà di Dio.
  • La Chiesa non è un negozio, non è un'agenzia umanitaria, la Chiesa non è una ONG, la Chiesa è mandata a portare a tutti Cristo e il suo Vangelo.
  • La fede di Maria è il compimento della fede d'Israele, in lei è proprio concentrato tutto il cammino, tutta la strada di quel popolo che aspettava la redenzione, e in questo senso è il modello della fede della Chiesa, che ha come centro Cristo, incarnazione dell'amore infinito di Dio.

[Papa Francesco, Udienza Generale 23 ottobre 2013, Piazza San Pietro]

Citazioni su papa Francesco

  • È buono come Papa Giovanni, affascina la gente come Wojtyła, è cresciuto tra i gesuiti, ha scelto di chiamarsi Francesco perché vuole la Chiesa del poverello di Assisi. Infine: è candido come una colomba ma furbo come una volpe. (Eugenio Scalfari)
  • Io ero assolutamente scioccato che il Papa ha fatto una visita sul territorio italiano per benedire l'arrivo illegale di immigrati illegali che arrivano per via di criminali che li mettono a bordo di barche pericolose e poi in maniera criminale li portano sulla costa italiana, e viene il Papa a benedire. [...] [Il Papa fa queste cose] perché ormai in Italia è diventato normale: lo Stato di diritto tanto vale seppellirlo. Questa è la stessa cosa come quando ogni turista che va a Venezia vede vu cumprà, che sono illegalmente in Italia, vendere oggetti contraffatti in maniera illegale senza licenza. E i vigili urbani ben nutriti di Venezia che chiacchierano tra di loro a piazza San Marco e fanno finta di non vedere. È la stessa cosa. O si mantiene la legalità in uno Stato o non si mantiene. (Edward Luttwak)
  • La misericordia... ma che se la metta nel culo. Gli omosessuali non hanno bisogno della sua misericordia. D'altra parte è un prete, è un gesuita, non può uscire da questi schemi in cui un pappone ispirato si inventa e impone un peccato per darsi il potere di perdonarlo e intascarne la penitenza dovuta.
    Bergoglio usa parole nuove, un po' diverse, magari più accorte nella strategia del marketing ma per dire la solita stramaledetta cosa. Cioè la chiusura più totale ai gay e, tanto per cambiare, all'aborto. Non c'è nessuna volontà vera di cambiamento. (Aldo Busi)
  • Papa Francesco è un pubblicitario strepitoso, vende il suo prodotto in maniera incredibile. Con lui non devi aspettarti cambiamenti del prodotto, ma della pubblicità. Dottrinalmente Bergoglio dice poco e nulla, si limita a cambiare la comunicazione. Concede al pubblico ciò che il pubblico vuole. (Piergiorgio Odifreddi)

Horacio Verbitsky

  • L'attuale arcivescovo di Buenos Aires e presidente della Conferenza episcopale argentina, il cardinale Jorge Mario Bergoglio, descriveva altri sacerdoti come "sovversivi" – ho trovato un documento che lo prova negli archivi del Ministero degli Esteri – negli anni della dittatura, quando una simile etichetta poteva costare la vita a chiunque. E non a caso, in seguito si è battuto strenuamente contro la politica di verità, memoria e giustizia intrapresa dai governi democratici del paese.
  • Non fidatevi di Bergoglio, è un grande attore.
  • Sarà semplice come Giovanni, severo come Paolo, sorridente come Giovanni Paolo I, iperattivo e populista come Giovanni Paolo II e sottile come Benedetto.

Note

  1. Citato in Papa Francesco: "Dare i conventi chiusi ai rifugiati", Ilfattoquotidiano.it, 10 settembre 2013.
  2. Citato in Francesco: «A me fa male quando vedo un prete o una suora con un'auto di ultimo modello», Corriere della Sera, 6 luglio 2013.
  3. Dall'omelia nella Santa Messa in suffragio dei cardinali e dei vescovi defunti nel corso dell'anno, Basilica Vaticana, 4 novembre 2013.
  4. Da Sobre la resolución para abortos no punibles en la Ciudad de Buenos Aires, 10 settembre 2012, in Arzobispado de Buenos Aires, Boletín eclesiástico, ottobre 2012, anno LIV, n. 544, p. 391; citato in Jorge Maria Bergoglio, chi è il nuovo papa Francesco, Il Fatto Quotidiano, 13 marzo 2013. L'ultima frase riprende quanto riportato nella dichiarazione No una vida, sino dos della 159a Commissione Permanente della Conferenza Episcopale Argentina (Buenos Aires, 18 agosto 2011).
  5. Citato in Angelus, Piazza San Pietro, 7 luglio 2013.
  6. Citato in Corruzione, Papa Francesco: “Scandaloso chi dona alla Chiesa ma ruba allo Stato”, ilfattoquotidiano.it, 11 novembre 2013
  7. Citato in ["Il demonio esiste, non confondiamolo con le malattie psichiche http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/francesco-francis-francisco-28523/], Vatican Insider, 12 ottobre 2013
  8. [Bergoglio: rispetto per i gay, ma la famiglia è altra cosa http://www.lanuovabq.it/it/articoli-bergoglio-rispetto-per-i-gayma-la-famiglia-e-altra-cosa-7741.htm], La Nuova Bussola Quotidiana, 16 novembre 2013.
  9. Citato in Hollande e il distacco del Papa di Andrea Tornielli, Vatican Insider, 25/01/2014.
  10. Papa Francesco: nel tempio non si va a celebrare un rito ma ad adorare Dio, Radio Vaticana, 22 novembre 2013.
  11. Citato in Papa Francesco: «Chi sono io per giudicare i gay? Ma no alle lobby. Lo Ior non so se chiuderlo», Il Messaggero, 29 luglio 2013.
  12. Messa nella Cappella della Domus Sanctae Marthae, 21 giugno 2013
  13. Messa nella Cappella della Domus Sanctae Marthae, 21 giugno 2013
  14. Messaggio ai partecipanti alla 47ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, 11 settembre 2013
  15. "La morte nel mondo è entrata per l'invidia del diavolo", Vatican Insider, 12 novembre 2013
  16. Citato in ["Il demonio esiste, non confondiamolo con le malattie psichiche http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/francesco-francis-francisco-28523/], Vatican Insider, 12 ottobre 2013
  17. Papa Francesco: nel tempio non si va a celebrare un rito ma ad adorare Dio, Radio Vaticana, 22 novembre 2013.
  18. [Bergoglio: rispetto per i gay, ma la famiglia è altra cosa http://www.lanuovabq.it/it/articoli-bergoglio-rispetto-per-i-gayma-la-famiglia-e-altra-cosa-7741.htm], La Nuova Bussola Quotidiana, 16 novembre 2013.
  19. Da Il Papa: Dio ci salvi dallo spirito mondano che negozia tutto e dal pensiero unico, News.va, 18 novembre 2013.
  20. dall'omelia per la Messa mattutina celebrata da Papa Francesco nella cappella della Domus Sanctae Marthae, 24 aprile 2013
  21. Dal Video-messaggio ai partecipanti alla cerimonia di beatificazione dei 522 martiri spagnoli a Tarragona, 13 ottobre 2013.
  22. Citato da Sandro Magister, In Argentina si muore di fame. Ma non di solo pane vive l'uomo, l'Espresso, 21 novembre 2002.
  23. dall'omelia per la Messa mattutina celebrata da Papa Francesco nella cappella della Domus Sanctae Marthae, 6 aprile 2013
  24. Citato in Sergio Rubín, Francesca Ambrogetti, El jesuita, Vergara; citato in Jorge Maria Bergoglio, chi è il nuovo papa Francesco.
  25. Messa nella Cappella della Domus Sanctae Marthae, 21 giugno 2013
  26. Lettera dell'allora cardinale Bergoglio alle Carmelitane di Buenos Aires in occasione del voto al Senato della Repubblica Argentina sulla proposta di legge intesa a legalizzare il matrimonio e le adozioni omosessuali - Buenos Aires, 22 giugno 2010.
  27. Citato in Jorge Maria Bergoglio, chi è il nuovo papa Francesco.

Altri progetti