Vintilă Horia: differenze tra le versioni

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'''Vintila Horia''' (1915 – 1992), scrittore rumeno.
'''Vintila Horia''' (1915 – 1992), scrittore rumeno.

==''Dio è nato in esilio''==
*Si vive seguendo una strada in salita, si arriva a un punto culminante e si comincia a discendere, traversando a ritroso tutti i misteri che si erano traversati nel salire. La morte, così, non è che un ritorno; o come dice [[Pitagora|Pitagora]], il cammino verso un'altra nascita. (da ''Anno primo'', p. 26)
*[...]La parola di pace! La cercheremo ancora per molto tempo. Non la si inventa. Gli uomini la troveranno, un giorno, come uno strano fiore sul ciglio della strada. [...]Non è facile coglierne il senso, soprattutto quando le armi che portiamo fanno riecheggiare il loro acuto appello in fondo al nostro cuore. Spiegare il vero senso di questa parola non è il compito del poeta? (da ''Anno secondo'', p. 53)
*La terra e il mare e forse anche il cielo, nascondono molti segreti. Del resto anche l'uomo. Come quelle acque senza fondo, dove le nostre reti non arrivano, noi serbiamo in noi stessi segreti splendidi e terribili. (da ''Anno terzo'', p. 64)
*Faccio parte dei vincitori vinti. Augusto mi ha esiliato per farmi soffrire e ho sofferto. Ma adesso so che Roma, quella Roma che al principio della mia sofferenza era la meta di tutti i miei pensieri, non si trova al crocevia di tutte le vie terrene, ma in altra parte, a capo di un'altra via. E so che Dio è nato, anche Lui, in esilio. (da ''Anno sesto'', p. 162)


==''Quaderno italiano''==
==''Quaderno italiano''==
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*Lo spazio può essere, col nostro aiuto, un tempo concentrato e brulicante (Che cosa è la pagina di un libro se non un tempo concentrato, un immenso spazio ridotto a una visione?) (da '' Lezione di solitudine''<ref>Scritto in italiano da Vintila Horia</ref>, p. 101)
*Lo spazio può essere, col nostro aiuto, un tempo concentrato e brulicante (Che cosa è la pagina di un libro se non un tempo concentrato, un immenso spazio ridotto a una visione?) (da '' Lezione di solitudine''<ref>Scritto in italiano da Vintila Horia</ref>, p. 101)
*Il più bel posto del mondo non è forse, che la realizzazione di un'attesa. (da ''Il più bel posto del mondo''<ref>Scritto in italiano da Vintila Horia</ref>, p. 120)
*Il più bel posto del mondo non è forse, che la realizzazione di un'attesa. (da ''Il più bel posto del mondo''<ref>Scritto in italiano da Vintila Horia</ref>, p. 120)
==''Dio è nato in esilio''==
*Si vive seguendo una strada in salita, si arriva a un punto culminante e si comincia a discendere, traversando a ritroso tutti i misteri che si erano traversati nel salire. La morte, così, non è che un ritorno; o come dice [[Pitagora|Pitagora]], il cammino verso un'altra nascita. (da ''Anno primo'', p.26)
*[...]La parola di pace! La cercheremo ancora per molto tempo. Non la si inventa. Gli uomini la troveranno, un giorno, come uno strano fiore sul ciglio della strada. [...]Non è facile coglierne il senso, soprattutto quando le armi che portiamo fanno riecheggiare il loro acuto appello in fondo al nostro cuore. Spiegare il vero senso di questa parola non è il compito del poeta? (da ''Anno secondo'', p.53)
*La terra e il mare e forse anche il cielo, nascondono molti segreti. Del resto anche l'uomo. Come quelle acque senza fondo, dove le nostre reti non arrivano, noi serbiamo in noi stessi segreti splendidi e terribili. (da ''Anno terzo'', p.64)
*Faccio parte dei vincitori vinti. Augusto mi ha esiliato per farmi soffrire e ho sofferto. Ma adesso so che Roma, quella Roma che al principio della mia sofferenza era la meta di tutti i miei pensieri, non si trova al crocevia di tutte le vie terrene, ma in altra parte, a capo di un'altra via. E so che Dio è nato, anche Lui, in esilio. (da ''Anno sesto'', p. 162)




==Note==
==Note==

Versione delle 23:12, 22 apr 2014

Vintila Horia (1915 – 1992), scrittore rumeno.

Dio è nato in esilio

  • Si vive seguendo una strada in salita, si arriva a un punto culminante e si comincia a discendere, traversando a ritroso tutti i misteri che si erano traversati nel salire. La morte, così, non è che un ritorno; o come dice Pitagora, il cammino verso un'altra nascita. (da Anno primo, p. 26)
  • [...]La parola di pace! La cercheremo ancora per molto tempo. Non la si inventa. Gli uomini la troveranno, un giorno, come uno strano fiore sul ciglio della strada. [...]Non è facile coglierne il senso, soprattutto quando le armi che portiamo fanno riecheggiare il loro acuto appello in fondo al nostro cuore. Spiegare il vero senso di questa parola non è il compito del poeta? (da Anno secondo, p. 53)
  • La terra e il mare e forse anche il cielo, nascondono molti segreti. Del resto anche l'uomo. Come quelle acque senza fondo, dove le nostre reti non arrivano, noi serbiamo in noi stessi segreti splendidi e terribili. (da Anno terzo, p. 64)
  • Faccio parte dei vincitori vinti. Augusto mi ha esiliato per farmi soffrire e ho sofferto. Ma adesso so che Roma, quella Roma che al principio della mia sofferenza era la meta di tutti i miei pensieri, non si trova al crocevia di tutte le vie terrene, ma in altra parte, a capo di un'altra via. E so che Dio è nato, anche Lui, in esilio. (da Anno sesto, p. 162)

Quaderno italiano

  • [...] il raccontare è antico come il poetare. L'origine del romanzo non sta nella poesia, ma nell'incontro fra il linguaggio e il destino dell'uomo. (da Avvaloramento filosofico del romanzo, p. 34)
  • [...] il mondo di Proust è, di per se stesso, una memoria. Una memoria che rifiuta la dispersione disordinata del vissuto, ricostruendo un universo corretto, in franca rivolta dinanzi all'universo difettoso e reale e segnando quanto è carattere perenne di ogni creazione artistica; la ribellione di fronte a questa realtà è la sua sostituzione con altra realtà basata sulla logica della vita interiore. (da Avvaloramento filosofico del romanzo, p. 40)
  • Qualcuno ha detto che i politici non hanno lacrime. È questa una delle verità più terribili ch'io abbia mai udito, perché la mancanza delle lacrime pone chi ne è affetto oltre l'umanità. Neanche una tigre piange. (da Uno scrittore nel suo tempo, pp. 66-67)
  • Un romanzo non è uno specchio posto sopra una strada, ma sopra gli uomini che si trovano in quella strada (da Uno scrittore nel suo tempo, p. 68)
  • Chi non conosce Vienna che di passaggio la può prendere facilmente per una città morta, chi l'ama invece, non si lascia ingannare dal suo stile. Perché una città dello spirito, anche quando non esiste più, non smette mai di vivere. (da Poeti di Vienna, p. 92)
  • Lo spazio può essere, col nostro aiuto, un tempo concentrato e brulicante (Che cosa è la pagina di un libro se non un tempo concentrato, un immenso spazio ridotto a una visione?) (da Lezione di solitudine[1], p. 101)
  • Il più bel posto del mondo non è forse, che la realizzazione di un'attesa. (da Il più bel posto del mondo[2], p. 120)

Note

  1. Scritto in italiano da Vintila Horia
  2. Scritto in italiano da Vintila Horia

Bibliografia

  • Vintila Horia, Quaderno italiano, a cura di Vittorio Vettori, Casa Editrice Giardini, Pisa 1962.
  • Vintila Horia, Dio è nato in esilio,Diario di Ovidio a Tomi, traduzione di Orsola Nemi, Betelgeuse 2008 ISBN 9788863490114

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