Vintilă Horia: differenze tra le versioni

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'''Vintilă Horia''' (1915 – 1992), scrittore rumeno.
'''Vintilă Horia''' (1915 – 1992), scrittore rumeno.

==''Considerazioni su un mondo peggiore''==
*Quanto più grande è il romanziere, più attento alla realtà del proprio tempo, meno margine di menzogna e di immaginazione resta nelle sue «convenzioni». Perché un grande romanzo rappresentativo rende conto, in modo simbolico, impiegando l'apparenza tecnica del realismo, della sostanza stessa di una realtà: come la scienza, sua contemporanea. La fisica, nonostante la sua astrazione, nonstante l'imprescindibile alleanza con la matematica, la più astratta delle scienze — attraverso i principi di indeterminazione, di complementarità o di esclusione rivela il senso intimo, invisibile e però dominante e efficace delle cose. La medesima cosa fa lo scrittore. (da ''Considerazioni su un mondo peggiore'', p. 42)
*L'uomo incatenato del nostro secolo è un Prometeo condannato dalla propria impossibilità di comprendere, incatenato, intendo, ad una montagna con la quale, in quanto massa, si confonde. O meglio, condannato da chi lo vuole massa e montagna, contro la sua desiosa volontà di separasene. (da ''Per una conoscenza letteraria di alcuni dati scientifici'', p. 58)
*I grandi scrittori dello spazio di Vienna, fra i quali si devono citare [[Rainer Maria Rilke|Rilke]], [[Franz Kafka|Kafka]], [[Robert Musil|Musil]] e [[Hermann Broch|Broch]], e anche il triestino [[Italo Svevo|Italo Svevo]], amico e ammiratore di [[James Joyce|Joyce]], hanno vaticinato con le loro opere la sorda rovina dell'impero e hanno convertito il dolore e la morte, la vecchiaia e la sofferenza, in autentiche tecniche di conoscenza. In questo senso, anche [[Thomas Mann|Thomas Mann]] appartiene a questa atmosfera spirituale. Uno spazio tragico si stava formando e questo era suscettibile, secondo l'interpretazione che [[Max Scheler|Max Scheler]] dà ai vocaboli «tragico» e «tragedia» di rappresentare la sfera dei «valori». Scheler scrive: «In uno spazio, in cui non c'è posto per i valori — come quello che sta attualmente costruendo la fisica meccanicistica — non esiste la tragedia. Soltanto dove esistono il superiore e l'inferiore, il nobile e il volgare, possono esistere anche cose capaci di assumere le apparenze di avvenimenti tragici». E più avanti: «Forse è necessario che un valore sia distrutto perché il tragico possa manifestarsi». (da ''James Joyce e il senso dell'autorità'', pp. 91-92)
*Diceva [[Karl Kraus|Kraus]] (citato da [[Allan Janik|Allan Janik]] e [[Stephen Toulmin|Stephen Toulmin]], nel loro libro ''La Vienna di [[Ludwig Wittgenstein|Wittgenstein]]'') che il suo merito era stato forse quello di avere dimostrato la differenza che c'è tra un'urna e un orinale, atto essenzialmente culturale, fuori del quale la gente sottomessa alla confusione tra l'una e l'altro, si divide in quelli che utilizzano l'urna come un orinale e l'orinale come un'urna. (da ''La sfera dei fatti e quella dei valori'', p. 208)


==''Dio è nato in esilio''==
==''Dio è nato in esilio''==
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*Lo spazio può essere, col nostro aiuto, un tempo concentrato e brulicante (Che cosa è la pagina di un libro se non un tempo concentrato, un immenso spazio ridotto a una visione?) (da '' Lezione di solitudine''<ref>Scritto in italiano da Vintila Horia.</ref>, p. 101)
*Lo spazio può essere, col nostro aiuto, un tempo concentrato e brulicante (Che cosa è la pagina di un libro se non un tempo concentrato, un immenso spazio ridotto a una visione?) (da '' Lezione di solitudine''<ref>Scritto in italiano da Vintila Horia.</ref>, p. 101)
*Il più bel posto del mondo non è forse, che la realizzazione di un'attesa. (da ''Il più bel posto del mondo''<ref>Scritto in italiano da Vintila Horia.</ref>, p. 120)
*Il più bel posto del mondo non è forse, che la realizzazione di un'attesa. (da ''Il più bel posto del mondo''<ref>Scritto in italiano da Vintila Horia.</ref>, p. 120)
==''Considerazioni su un mondo peggiore''==
*Quanto più grande è il romanziere, più attento alla realtà del proprio tempo, meno margine di menzogna e di immaginazione resta nelle sue «convenzioni». Perché un grande romanzo rappresentativo rende conto, in modo simbolico, impiegando l'apparenza tecnica del realismo, della sostanza stessa di una realtà: come la scienza, sua contemporanea. La fisica, nonostante la sua astrazione, nonstante l'imprescindibile alleanza con la matematica, la più astratta delle scienze — attraverso i principi di indeterminazione, di complementarità o di esclusione rivela il senso intimo, invisibile e però dominante e efficace delle cose. La medesima cosa fa lo scrittore. (da ''Considerazioni su un mondo peggiore'', p.42)
*L'uomo incatenato del nostro secolo è un Prometeo condannato dalla propria impossibilità di comprendere, incatenato, intendo, ad una montagna con la quale, in quanto massa, si confonde. O meglio, condannato da chi lo vuole massa e montagna, contro la sua desiosa volontà di separasene. (da ''Per una conoscenza letteraria di alcuni dati scientifici'', p.58)
*I grandi scrittori dello spazio di Vienna, fra i quali si devono citare [[Rainer Maria Rilke|Rilke]], [[Franz Kafka|Kafka]], [[Robert Musil|Musil]] e [[Hermann Broch|Broch]], e anche il triestino [[Italo Svevo|Italo Svevo]], amico e ammiratore di [[James Joyce|Joyce]], hanno vaticinato con le loro opere la sorda rovina dell'impero e hanno convertito il dolore e la morte, la vecchiaia e la sofferenza, in autentiche tecniche di conoscenza. In questo senso, anche [[Thomas Mann|Thomas Mann]] appartiene a questa atmosfera spirituale. Uno spazio tragico si stava formando e questo era suscettibile, secondo l'interpretazione che [[Max Scheler|Max Scheler]] dà ai vocaboli «tragico» e «tragedia» di rappresentare la sfera dei «valori». Scheler scrive: «In uno spazio, in cui non c'è posto per i valori — come quello che sta attualmente costruendo la fisica meccanicistica — non esiste la tragedia. Soltanto dove esistono il superiore e l'inferiore, il nobile e il volgare, possono esistere anche cose capaci di assumere le apparenze di avvenimenti tragici». E più avanti: «Forse è necessario che un valore sia distrutto perché il tragico possa manifestarsi». (da ''James Joyce e il senso dell'autorità'', pp.91-92)
*Diceva [[Karl Kraus|Kraus]] (citato da [[Allan Janik|Allan Janik]] e [[Stephen Toulmin|Stephen Toulmin]], nel loro libro ''La Vienna di [[Ludwig Wittgenstein|Wittgenstein]]'') che il suo merito era stato forse quello di avere dimostrato la differenza che c'è tra un'urna e un orinale, atto essenzialmente culturale, fuori del quale la gente sottomessa alla confusione tra l'una e l'altro, si divide in quelli che utilizzano l'urna come un orinale e l'orinale come un'urna. (da ''La sfera dei fatti e quella dei valori,'' p.208)


==Note==
==Note==
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==Bibliografia==
==Bibliografia==
*Vintilă Horia, ''Considerazioni su un mondo peggiore'', traduzione dall'originale spagnolo «''Consideraciones sobre un mundo peor''» di Claudio Quarantotto, Ciarrapico Editore, 1982 ISBN 8875181608
*Vintilă Horia, ''Quaderno italiano'', a cura di Vittorio Vettori, Casa Editrice Giardini, Pisa, 1962.
*Vintilă Horia, ''Quaderno italiano'', a cura di Vittorio Vettori, Casa Editrice Giardini, Pisa, 1962.
*Vintilă Horia, ''Dio è nato in esilio. Diario di Ovidio a Tomi'', traduzione di Orsola Nemi, Betelgeuse, 2008. ISBN 9788863490114
*Vintilă Horia, ''Dio è nato in esilio. Diario di Ovidio a Tomi'', traduzione di Orsola Nemi, Betelgeuse, 2008. ISBN 9788863490114
*Vintilă Horia, ''Considerazioni su un mondo peggiore'', traduzione dall'originale spagnolo «''Consideraciones sobre un mundo peor''» di Claudio Quarantotto, Ciarrapico Editore, 1982 ISBN 8875181608


==Altri progetti==
==Altri progetti==

Versione delle 17:46, 4 mag 2014

Vintilă Horia (1915 – 1992), scrittore rumeno.

Considerazioni su un mondo peggiore

  • Quanto più grande è il romanziere, più attento alla realtà del proprio tempo, meno margine di menzogna e di immaginazione resta nelle sue «convenzioni». Perché un grande romanzo rappresentativo rende conto, in modo simbolico, impiegando l'apparenza tecnica del realismo, della sostanza stessa di una realtà: come la scienza, sua contemporanea. La fisica, nonostante la sua astrazione, nonstante l'imprescindibile alleanza con la matematica, la più astratta delle scienze — attraverso i principi di indeterminazione, di complementarità o di esclusione rivela il senso intimo, invisibile e però dominante e efficace delle cose. La medesima cosa fa lo scrittore. (da Considerazioni su un mondo peggiore, p. 42)
  • L'uomo incatenato del nostro secolo è un Prometeo condannato dalla propria impossibilità di comprendere, incatenato, intendo, ad una montagna con la quale, in quanto massa, si confonde. O meglio, condannato da chi lo vuole massa e montagna, contro la sua desiosa volontà di separasene. (da Per una conoscenza letteraria di alcuni dati scientifici, p. 58)
  • I grandi scrittori dello spazio di Vienna, fra i quali si devono citare Rilke, Kafka, Musil e Broch, e anche il triestino Italo Svevo, amico e ammiratore di Joyce, hanno vaticinato con le loro opere la sorda rovina dell'impero e hanno convertito il dolore e la morte, la vecchiaia e la sofferenza, in autentiche tecniche di conoscenza. In questo senso, anche Thomas Mann appartiene a questa atmosfera spirituale. Uno spazio tragico si stava formando e questo era suscettibile, secondo l'interpretazione che Max Scheler dà ai vocaboli «tragico» e «tragedia» di rappresentare la sfera dei «valori». Scheler scrive: «In uno spazio, in cui non c'è posto per i valori — come quello che sta attualmente costruendo la fisica meccanicistica — non esiste la tragedia. Soltanto dove esistono il superiore e l'inferiore, il nobile e il volgare, possono esistere anche cose capaci di assumere le apparenze di avvenimenti tragici». E più avanti: «Forse è necessario che un valore sia distrutto perché il tragico possa manifestarsi». (da James Joyce e il senso dell'autorità, pp. 91-92)
  • Diceva Kraus (citato da Allan Janik e Stephen Toulmin, nel loro libro La Vienna di Wittgenstein) che il suo merito era stato forse quello di avere dimostrato la differenza che c'è tra un'urna e un orinale, atto essenzialmente culturale, fuori del quale la gente sottomessa alla confusione tra l'una e l'altro, si divide in quelli che utilizzano l'urna come un orinale e l'orinale come un'urna. (da La sfera dei fatti e quella dei valori, p. 208)

Dio è nato in esilio

  • Si vive seguendo una strada in salita, si arriva a un punto culminante e si comincia a discendere, traversando a ritroso tutti i misteri che si erano traversati nel salire. La morte, così, non è che un ritorno; o come dice Pitagora, il cammino verso un'altra nascita. (da Anno primo, p. 26)
  • [...] La parola di pace! La cercheremo ancora per molto tempo. Non la si inventa. Gli uomini la troveranno, un giorno, come uno strano fiore sul ciglio della strada. [...] Non è facile coglierne il senso, soprattutto quando le armi che portiamo fanno riecheggiare il loro acuto appello in fondo al nostro cuore. Spiegare il vero senso di questa parola non è il compito del poeta? (da Anno secondo, p. 53)
  • La terra e il mare e forse anche il cielo, nascondono molti segreti. Del resto anche l'uomo. Come quelle acque senza fondo, dove le nostre reti non arrivano, noi serbiamo in noi stessi segreti splendidi e terribili. (da Anno terzo, p. 64)
  • Faccio parte dei vincitori vinti. Augusto mi ha esiliato per farmi soffrire e ho sofferto. Ma adesso so che Roma, quella Roma che al principio della mia sofferenza era la meta di tutti i miei pensieri, non si trova al crocevia di tutte le vie terrene, ma in altra parte, a capo di un'altra via. E so che Dio è nato, anche Lui, in esilio. (da Anno sesto, p. 162)

Quaderno italiano

  • [...] il raccontare è antico come il poetare. L'origine del romanzo non sta nella poesia, ma nell'incontro fra il linguaggio e il destino dell'uomo. (da Avvaloramento filosofico del romanzo, p. 34)
  • [...] il mondo di Proust è, di per se stesso, una memoria. Una memoria che rifiuta la dispersione disordinata del vissuto, ricostruendo un universo corretto, in franca rivolta dinanzi all'universo difettoso e reale e segnando quanto è carattere perenne di ogni creazione artistica; la ribellione di fronte a questa realtà è la sua sostituzione con altra realtà basata sulla logica della vita interiore. (da Avvaloramento filosofico del romanzo, p. 40)
  • Qualcuno ha detto che i politici non hanno lacrime. È questa una delle verità più terribili ch'io abbia mai udito, perché la mancanza delle lacrime pone chi ne è affetto oltre l'umanità. Neanche una tigre piange. (da Uno scrittore nel suo tempo, pp. 66-67)
  • Un romanzo non è uno specchio posto sopra una strada, ma sopra gli uomini che si trovano in quella strada (da Uno scrittore nel suo tempo, p. 68)
  • Chi non conosce Vienna che di passaggio la può prendere facilmente per una città morta, chi l'ama invece, non si lascia ingannare dal suo stile. Perché una città dello spirito, anche quando non esiste più, non smette mai di vivere. (da Poeti di Vienna, p. 92)
  • Lo spazio può essere, col nostro aiuto, un tempo concentrato e brulicante (Che cosa è la pagina di un libro se non un tempo concentrato, un immenso spazio ridotto a una visione?) (da Lezione di solitudine[1], p. 101)
  • Il più bel posto del mondo non è forse, che la realizzazione di un'attesa. (da Il più bel posto del mondo[2], p. 120)

Note

  1. Scritto in italiano da Vintila Horia.
  2. Scritto in italiano da Vintila Horia.

Bibliografia

  • Vintilă Horia, Considerazioni su un mondo peggiore, traduzione dall'originale spagnolo «Consideraciones sobre un mundo peor» di Claudio Quarantotto, Ciarrapico Editore, 1982 ISBN 8875181608
  • Vintilă Horia, Quaderno italiano, a cura di Vittorio Vettori, Casa Editrice Giardini, Pisa, 1962.
  • Vintilă Horia, Dio è nato in esilio. Diario di Ovidio a Tomi, traduzione di Orsola Nemi, Betelgeuse, 2008. ISBN 9788863490114

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