Vintilă Horia: differenze tra le versioni

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*Lo spazio può essere, col nostro aiuto, un tempo concentrato e brulicante (Che cosa è la pagina di un libro se non un tempo concentrato, un immenso spazio ridotto a una visione?) (da '' Lezione di solitudine''<ref>Scritto in italiano da Vintila Horia.</ref>, p. 101)
*Lo spazio può essere, col nostro aiuto, un tempo concentrato e brulicante (Che cosa è la pagina di un libro se non un tempo concentrato, un immenso spazio ridotto a una visione?) (da '' Lezione di solitudine''<ref>Scritto in italiano da Vintila Horia.</ref>, p. 101)
*Il più bel posto del mondo non è forse, che la realizzazione di un'attesa. (da ''Il più bel posto del mondo''<ref>Scritto in italiano da Vintila Horia.</ref>, p. 120)
*Il più bel posto del mondo non è forse, che la realizzazione di un'attesa. (da ''Il più bel posto del mondo''<ref>Scritto in italiano da Vintila Horia.</ref>, p. 120)
==''Viaggio ai centri della Terra''==
*[[Dante Alighieri|Dante]] riesce ad attuare una ''epoché'' nel momento in cui riesce a chiudere il mondo tra le parentesi dell' ''Inferno'' (simile all' ''Ulysses'' di Joyce, nel senso di una «discesa» allo scopo di conoscere), per elevarsi poi al «profilo» ultimo e autentico della conoscenza essenziale, che è il suo ''Paradiso''. Questo atto conoscitivo, questo salto, illustrato da alcune opere guida (un cammino simile potremmo ritrovare in ''Las Meninas'' del Velásquez, con quella finestra aperta sul fondo del quadro, che indica nel cammino verso un mondo invisibile, ma facile da ritrovare dopo la ''riduzione'', o parentesi, che il pittore attua nel primo e nel secondo piano del suo quadro), questo salto, dico, rappresenta nello stesso tempo il dovere di ogni scienza. (da '' Sulle orme di [[Edmund Husserl|Husserl]]'', p.39
*Mi sembra suggestivo e istruttivo pensare che un papa di origine francese, Silvestro II, abbia inventato intorno all'anno 1000 il primo orologio meccanico, i cui colpi metallici risuonarono poi per secoli, e continuano a risuonare, sui tetti delle città d'Occidente, e che l'opera culminante della filosofia occidentale si intitoli ''Sein und Zeit'', ossia ''Essere e Tempo''. Il problema del tempo e della Storia costituisce la nostra preoccupazione per quel che ci accade e non si dimentica (eterno presente descritto, su scala individuale, da Marcel Proust nella sua ''Recherce''), la nostra passione di dare al tempo universale un senso occidentale. L'opera di [[Martin Heidegger|Heidegger]] viene a definire ed a concludere il ciclo storico della fase occidentale nella evoluzione della specie umana, fase che inizia , secondo Oswald Spengler per lo meno, con gli orologi meccanici di Papa Silvestro e con lo stile romanico. (da Con [[Jacques Soustelle|Jaques Soustelle]], sull'origine e sulla fine della civiltà, p.187)
*{{NDR|Sul Principio di Indeterminazione di Heisenberg}} Principio rivoluzionario, applicabile unicamente a quest'immenso ed enigmatico universo microfisico situato fuori della logica aristotelica, ossia fuori dalle leggi di causalità, della non contraddizione e dell'identità. Mentre se conosciamo la velocità di un pianeta, conosceremo sempre il luogo dove si troverà tra uno o dieci anni, questa precisione o questa certezza mancano quando si tratta di un universo piccolo, quello della microfisica, dove vigono altre leggi, una delle quali, la fondamentale, è quella scoperta e formulata da [[Werner Karl Heisenberg|Heisenberg]], la cui importanza è enorme, perché l'essere umano, in quanto persona, appartiene anche a questo mondo. Il nostro psichismo fa parte anche della microfisica. La differenza è significativa, perché, mentre l'uomo come massa può essere classificato e compreso statisticamente, come i pianeti o gli elefanti [...], l'uomo in quanto individuo non è classificato. (da ''Con Werner Heisenberg sulla parte e il tutto'', pp.252-253)


==Note==
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*Vintilă Horia, ''Quaderno italiano'', a cura di Vittorio Vettori, Casa Editrice Giardini, Pisa, 1962.
*Vintilă Horia, ''Quaderno italiano'', a cura di Vittorio Vettori, Casa Editrice Giardini, Pisa, 1962.
*Vintilă Horia, ''Dio è nato in esilio. Diario di Ovidio a Tomi'', traduzione di Orsola Nemi, Betelgeuse, 2008. ISBN 9788863490114
*Vintilă Horia, ''Dio è nato in esilio. Diario di Ovidio a Tomi'', traduzione di Orsola Nemi, Betelgeuse, 2008. ISBN 9788863490114
*Vintilă Horia, ''Viaggio ai centri della Terra. Inchiesta sullo stato attuale del pensiero, delle arti e delle scienze''. Edizione italiana a cura di Gianfranco de Turris, traduzione di Luciano Arcella, Edizioni Mediterranee, 1975

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Versione delle 13:58, 1 giu 2014

Vintilă Horia (1915 – 1992), scrittore rumeno.

Considerazioni su un mondo peggiore

  • Quanto più grande è il romanziere, più attento alla realtà del proprio tempo, meno margine di menzogna e di immaginazione resta nelle sue «convenzioni». Perché un grande romanzo rappresentativo rende conto, in modo simbolico, impiegando l'apparenza tecnica del realismo, della sostanza stessa di una realtà: come la scienza, sua contemporanea. La fisica, nonostante la sua astrazione, nonstante l'imprescindibile alleanza con la matematica, la più astratta delle scienze — attraverso i principi di indeterminazione, di complementarietà o di esclusione rivela il senso intimo, invisibile e però dominante e efficace delle cose. La medesima cosa fa lo scrittore. (da Considerazioni su un mondo peggiore, p. 42)
  • L'uomo incatenato del nostro secolo è un Prometeo condannato dalla propria impossibilità di comprendere, incatenato, intendo, ad una montagna con la quale, in quanto massa, si confonde. O meglio, condannato da chi lo vuole massa e montagna, contro la sua desiosa volontà di separasene. (da Per una conoscenza letteraria di alcuni dati scientifici, p. 58)
  • I grandi scrittori dello spazio di Vienna, fra i quali si devono citare Rilke, Kafka, Musil e Broch, e anche il triestino Italo Svevo, amico e ammiratore di Joyce, hanno vaticinato con le loro opere la sorda rovina dell'impero e hanno convertito il dolore e la morte, la vecchiaia e la sofferenza, in autentiche tecniche di conoscenza. In questo senso, anche Thomas Mann appartiene a questa atmosfera spirituale. Uno spazio tragico si stava formando e questo era suscettibile, secondo l'interpretazione che Max Scheler dà ai vocaboli «tragico» e «tragedia» di rappresentare la sfera dei «valori». Scheler scrive: «In uno spazio, in cui non c'è posto per i valori — come quello che sta attualmente costruendo la fisica meccanicistica — non esiste la tragedia. Soltanto dove esistono il superiore e l'inferiore, il nobile e il volgare, possono esistere anche cose capaci di assumere le apparenze di avvenimenti tragici». E più avanti: «Forse è necessario che un valore sia distrutto perché il tragico possa manifestarsi». (da James Joyce e il senso dell'autorità, pp. 91-92)
  • Diceva Kraus (citato da Allan Janik e Stephen Toulmin, nel loro libro La Vienna di Wittgenstein) che il suo merito era stato forse quello di avere dimostrato la differenza che c'è tra un'urna e un orinale, atto essenzialmente culturale, fuori del quale la gente sottomessa alla confusione tra l'una e l'altro, si divide in quelli che utilizzano l'urna come un orinale e l'orinale come un'urna. (da La sfera dei fatti e quella dei valori, p. 208)

Dio è nato in esilio

  • Si vive seguendo una strada in salita, si arriva a un punto culminante e si comincia a discendere, traversando a ritroso tutti i misteri che si erano traversati nel salire. La morte, così, non è che un ritorno; o come dice Pitagora, il cammino verso un'altra nascita. (da Anno primo, p. 26)
  • [...] La parola di pace! La cercheremo ancora per molto tempo. Non la si inventa. Gli uomini la troveranno, un giorno, come uno strano fiore sul ciglio della strada. [...] Non è facile coglierne il senso, soprattutto quando le armi che portiamo fanno riecheggiare il loro acuto appello in fondo al nostro cuore. Spiegare il vero senso di questa parola non è il compito del poeta? (da Anno secondo, p. 53)
  • La terra e il mare e forse anche il cielo, nascondono molti segreti. Del resto anche l'uomo. Come quelle acque senza fondo, dove le nostre reti non arrivano, noi serbiamo in noi stessi segreti splendidi e terribili. (da Anno terzo, p. 64)
  • Faccio parte dei vincitori vinti. Augusto mi ha esiliato per farmi soffrire e ho sofferto. Ma adesso so che Roma, quella Roma che al principio della mia sofferenza era la meta di tutti i miei pensieri, non si trova al crocevia di tutte le vie terrene, ma in altra parte, a capo di un'altra via. E so che Dio è nato, anche Lui, in esilio. (da Anno sesto, p. 162)

Quaderno italiano

  • [...] il raccontare è antico come il poetare. L'origine del romanzo non sta nella poesia, ma nell'incontro fra il linguaggio e il destino dell'uomo. (da Avvaloramento filosofico del romanzo, p. 34)
  • [...] il mondo di Proust è, di per se stesso, una memoria. Una memoria che rifiuta la dispersione disordinata del vissuto, ricostruendo un universo corretto, in franca rivolta dinanzi all'universo difettoso e reale e segnando quanto è carattere perenne di ogni creazione artistica; la ribellione di fronte a questa realtà è la sua sostituzione con altra realtà basata sulla logica della vita interiore. (da Avvaloramento filosofico del romanzo, p. 40)
  • Qualcuno ha detto che i politici non hanno lacrime. È questa una delle verità più terribili ch'io abbia mai udito, perché la mancanza delle lacrime pone chi ne è affetto oltre l'umanità. Neanche una tigre piange. (da Uno scrittore nel suo tempo, pp. 66-67)
  • Un romanzo non è uno specchio posto sopra una strada, ma sopra gli uomini che si trovano in quella strada (da Uno scrittore nel suo tempo, p. 68)
  • Chi non conosce Vienna che di passaggio la può prendere facilmente per una città morta, chi l'ama invece, non si lascia ingannare dal suo stile. Perché una città dello spirito, anche quando non esiste più, non smette mai di vivere. (da Poeti di Vienna, p. 92)
  • Lo spazio può essere, col nostro aiuto, un tempo concentrato e brulicante (Che cosa è la pagina di un libro se non un tempo concentrato, un immenso spazio ridotto a una visione?) (da Lezione di solitudine[1], p. 101)
  • Il più bel posto del mondo non è forse, che la realizzazione di un'attesa. (da Il più bel posto del mondo[2], p. 120)

Viaggio ai centri della Terra

  • Dante riesce ad attuare una epoché nel momento in cui riesce a chiudere il mondo tra le parentesi dell' Inferno (simile all' Ulysses di Joyce, nel senso di una «discesa» allo scopo di conoscere), per elevarsi poi al «profilo» ultimo e autentico della conoscenza essenziale, che è il suo Paradiso. Questo atto conoscitivo, questo salto, illustrato da alcune opere guida (un cammino simile potremmo ritrovare in Las Meninas del Velásquez, con quella finestra aperta sul fondo del quadro, che indica nel cammino verso un mondo invisibile, ma facile da ritrovare dopo la riduzione, o parentesi, che il pittore attua nel primo e nel secondo piano del suo quadro), questo salto, dico, rappresenta nello stesso tempo il dovere di ogni scienza. (da Sulle orme di Husserl, p.39
  • Mi sembra suggestivo e istruttivo pensare che un papa di origine francese, Silvestro II, abbia inventato intorno all'anno 1000 il primo orologio meccanico, i cui colpi metallici risuonarono poi per secoli, e continuano a risuonare, sui tetti delle città d'Occidente, e che l'opera culminante della filosofia occidentale si intitoli Sein und Zeit, ossia Essere e Tempo. Il problema del tempo e della Storia costituisce la nostra preoccupazione per quel che ci accade e non si dimentica (eterno presente descritto, su scala individuale, da Marcel Proust nella sua Recherce), la nostra passione di dare al tempo universale un senso occidentale. L'opera di Heidegger viene a definire ed a concludere il ciclo storico della fase occidentale nella evoluzione della specie umana, fase che inizia , secondo Oswald Spengler per lo meno, con gli orologi meccanici di Papa Silvestro e con lo stile romanico. (da Con Jaques Soustelle, sull'origine e sulla fine della civiltà, p.187)
  • [Sul Principio di Indeterminazione di Heisenberg] Principio rivoluzionario, applicabile unicamente a quest'immenso ed enigmatico universo microfisico situato fuori della logica aristotelica, ossia fuori dalle leggi di causalità, della non contraddizione e dell'identità. Mentre se conosciamo la velocità di un pianeta, conosceremo sempre il luogo dove si troverà tra uno o dieci anni, questa precisione o questa certezza mancano quando si tratta di un universo piccolo, quello della microfisica, dove vigono altre leggi, una delle quali, la fondamentale, è quella scoperta e formulata da Heisenberg, la cui importanza è enorme, perché l'essere umano, in quanto persona, appartiene anche a questo mondo. Il nostro psichismo fa parte anche della microfisica. La differenza è significativa, perché, mentre l'uomo come massa può essere classificato e compreso statisticamente, come i pianeti o gli elefanti [...], l'uomo in quanto individuo non è classificato. (da Con Werner Heisenberg sulla parte e il tutto, pp.252-253)

Note

  1. Scritto in italiano da Vintila Horia.
  2. Scritto in italiano da Vintila Horia.

Bibliografia

  • Vintilă Horia, Considerazioni su un mondo peggiore, traduzione dall'originale spagnolo «Consideraciones sobre un mundo peor» di Claudio Quarantotto, Ciarrapico Editore, 1982 ISBN 8875181608
  • Vintilă Horia, Quaderno italiano, a cura di Vittorio Vettori, Casa Editrice Giardini, Pisa, 1962.
  • Vintilă Horia, Dio è nato in esilio. Diario di Ovidio a Tomi, traduzione di Orsola Nemi, Betelgeuse, 2008. ISBN 9788863490114
  • Vintilă Horia, Viaggio ai centri della Terra. Inchiesta sullo stato attuale del pensiero, delle arti e delle scienze. Edizione italiana a cura di Gianfranco de Turris, traduzione di Luciano Arcella, Edizioni Mediterranee, 1975

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