Iperide: differenze tra le versioni

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Ancora poche parole sul voto che voi dovete dare, e scenderò. Quando, signori giudici, vi accingerete a votare, ordinate al cancelliere di leggervi punto per punto la eisangelia e il giuramento eliastico. Poi prescindete dai discorsi di noi tutti e considerando soltanto, sulla scorta dell'eisangelia e delle leggi, ciò che vi sembra giusto e conforme al vostro giuramento, votate di conseguenza. Io per parte mia, o Eussenippo, ti ho dato tutto l'aiuto che potevo. Ora non ti resta che supplicare i giudici, invocare l'assistenza degli amici e far salire quassù i tuoi figlioletti.
Orbene a questi tali forse non è facile impedire di comportarsi così, ma voi, signori giudici, come avete già salvato molti altri cittadini ingiustamente implicati in processi, così date il vostro aiuto anche ad Eussenippo, e non disinteressatevi di lui in un affare di nessun conto e in un'eisangelia di tal genere; un'eisangelia a cui l'imputato non è soggetto, che è stata intentata contro le leggi e che inoltre è stata invalidata in certo modo dallo stesso accusatore. Infatti Polieucto gli ha rimproverato, nella sua eisangelia, di non fare le proposte più conformi agl'interessi del popolo ateniese, perché corrotto con denaro e donativi dai nemici del popolo ateniese. Se egli dunque, fuori dalla nostra città, denunziasse l'esistenza di certe persone dalle quali Eussenippo ha accettato donativi per farsi loro alleato, potrebbe sostenere che, non essendo possibile punire quelli, bisogna far pagare il fio ai loro agenti di qui. Ora invece afferma che sono Ateniesi quelli dai quali Eussenippo ha accettato donativi. Ma allora? Mentre hai in città i nemici del popolo, tu non cerchi di punirli, ma è con Eussenippo che te la prendi? Ancora poche parole sul voto che voi dovete dare, e scenderò. Quando, signori giudici, vi accingerete a votare, ordinate al cancelliere di leggervi punto per punto la eisangelia e il giuramento eliastico. Poi prescindete dai discorsi di noi tutti e considerando soltanto, sulla scorta dell'eisangelia e delle leggi, ciò che vi sembra giusto e conforme al vostro giuramento, votate di conseguenza. Io per parte mia, o Eussenippo, ti ho dato tutto l'aiuto che potevo. Ora non ti resta che supplicare i giudici, invocare l'assistenza degli amici e far salire quassù i tuoi figlioletti.


{{NDR|40-41; traduzione in ''Oratori attici minori'', p. 195}}
{{NDR|38-41; traduzione in ''Oratori attici minori'', p. 194-195}}


==Bibliografia==
==Bibliografia==

Versione delle 10:46, 8 ago 2014

Iperide (390/389 a.C. – 322 a.C.), oratore e politico ateniese.

Citazioni di Iperide

  • [Quando Demostene, venuto a fargli visita quando era malato, si lamentò perché gli aveva trovato in mano un libello diretto contro di lui] Finché sei mio amico, questo non ti farà alcun male, ma se mi diventerai nemico, t'impedirà di fare qualcosa a mio danno. (citato in Pseudo-Plutarco, Vita di Iperide, 19; traduzione in Oratori attici minori, p. 109)
  • [A Rodi, in risposta agli ambasciatori di Antipatro, che ne vantavano la bontà] Sappiamo che è buono, ma non abbiamo bisogno di un buon padrone. (citato in Pseudo-Plutarco, Vita di Iperide, 25; traduzione in Oratori attici minori, p. 109)

Orazioni

  • [In risposta ad un'accusa per illegalità mossagli da un tale Aristogitone per aver fatto approvare dopo la battaglia di Cheronea un decreto che ridava i diritti politici a coloro che ne erano stati privati, richiamava gli esuli e liberava gli schiavi] E le leggi che vietavano ciò non le leggevi? Non potevo, perché le armi dei Macedoni, standomi davanti, me ne nascondevano il testo. (Contro Aristogitone, frammento conservato da Publio Rutilio Lupo in De figuris sententiarum et elocutionis, I, 19; traduzione in Oratori attici minori, p. 269)
  • Penso che la cosa migliore sia vincere, o, nel caso dovesse accadere, cadere combattendo per una causa come quella per la quale abbiamo combattuto. (Contro Dionda, 6)
Κράτιστον μέν γε πάντων, οἶμαι, ἐστὶν τὸ νικᾶν, εἰ δ'ἄρα συμβαίνοι, ἁποτυχεῖν τοὺς περὶ τοιούτων ἀγωνιζομένους οἴωνπερ ἡμεῖς.

Per Eussenippo

Incipit

Per parte mia, signori giudici, come appunto dicevo poco fa a quelli seduti accanto a me, mi stupisco se non siete ormai stomacati di queste così fatte eisangelie. In passato venivano denunziati davanti a voi con questa procedura Timomaco, Leostene, Callistrato, Filone di Anea, Teotimo che perdette Sesto e altri personaggi del genere: erano accusati, i primi due, di avere consegnato al nemico una flotta, i due ultimi città dell'impero ateniese, l'altro infine di non fare, nella sua qualità di oratore, le proposte più conformi agl'interessi del popolo. Di questi, cinque quanti erano, nessuno affrontò il processo, ma volontariamente se ne andarono in esilio da Atene. Né diversamente fecero molti altri denunziati con eisangelia, ed era raro vedere che uno processato mediante eisangelia comparisse in tribunale; così gravi e manifeste erano le colpe che allora provocavano le eisangelie. Ma quel che ora accade nella nostra città tocca il colmo del ridicolo. Diognide e il meteco Antidoro si vedono intentare un'eisangelia con il pretesto che danno a nolo le flautiste a un prezzo superiore a quello prescritto dalla legge, Agasicle del Pireo perché si è fatto iscrivere nel demo di Alimunte, Eussenippo per ciò che dice di aver visto in sogno. Non c'è dubbio che nessuna di queste accuse ha il menomo rapporto con la legge eisangeltica.

[1-3; traduzione in Oratori attici minori, pp. 172-173]

Citazioni

  • Buon cittadino non è colui che, per arrecare piccoli vantaggi, causa danni ben più gravi allo stato, né chi, procurando con mezzi ingiusti un'entrata momentanea, rovina le entrate legittime dello stato; bensì chi si preoccupa degl'interessi futuri della patria, della concordia dei cittadini e della vostra fama. Beni, questi, di cui alcuni non si curano, ma spogliando gl'imprenditori delle loro entrate, si dan merito di procurarle allo stato, mentre in realtà è penuria di entrate che essi preparano. (37; traduzione in Oratori attici minori, p. 193)

Excipit

Orbene a questi tali forse non è facile impedire di comportarsi così, ma voi, signori giudici, come avete già salvato molti altri cittadini ingiustamente implicati in processi, così date il vostro aiuto anche ad Eussenippo, e non disinteressatevi di lui in un affare di nessun conto e in un'eisangelia di tal genere; un'eisangelia a cui l'imputato non è soggetto, che è stata intentata contro le leggi e che inoltre è stata invalidata in certo modo dallo stesso accusatore. Infatti Polieucto gli ha rimproverato, nella sua eisangelia, di non fare le proposte più conformi agl'interessi del popolo ateniese, perché corrotto con denaro e donativi dai nemici del popolo ateniese. Se egli dunque, fuori dalla nostra città, denunziasse l'esistenza di certe persone dalle quali Eussenippo ha accettato donativi per farsi loro alleato, potrebbe sostenere che, non essendo possibile punire quelli, bisogna far pagare il fio ai loro agenti di qui. Ora invece afferma che sono Ateniesi quelli dai quali Eussenippo ha accettato donativi. Ma allora? Mentre hai in città i nemici del popolo, tu non cerchi di punirli, ma è con Eussenippo che te la prendi? Ancora poche parole sul voto che voi dovete dare, e scenderò. Quando, signori giudici, vi accingerete a votare, ordinate al cancelliere di leggervi punto per punto la eisangelia e il giuramento eliastico. Poi prescindete dai discorsi di noi tutti e considerando soltanto, sulla scorta dell'eisangelia e delle leggi, ciò che vi sembra giusto e conforme al vostro giuramento, votate di conseguenza. Io per parte mia, o Eussenippo, ti ho dato tutto l'aiuto che potevo. Ora non ti resta che supplicare i giudici, invocare l'assistenza degli amici e far salire quassù i tuoi figlioletti.

[38-41; traduzione in Oratori attici minori, p. 194-195]

Bibliografia

  • Orazioni di Iperide in Oratori attici minori, traduzione di Mario Marzi, UTET, 1995.

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