Milano-Palermo: il ritorno: differenze tra le versioni

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Versione delle 15:07, 20 set 2014

Milano-Palermo: il ritorno

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Titolo originale

Milano-Palermo: il ritorno

Lingua originale italiano
Paese Italia
Anno 2007
Genere azione, drammatico
Regia Claudio Fragasso
Soggetto Rossella Drudi
Sceneggiatura Rossella Drudi
Interpreti e personaggi

Milano-Palermo: il ritorno, film italiano del 2007 con Giancarlo Giannini, Raoul Bova e Ricky Memphis, regia di Claudio Fragasso.

TaglineLa paura li ha resi uomini. Il coraggio li ha resi eroi.

Frasi

  • Il vecchio Scalia [boss mafioso] è morto, e il figlio Rocco è solo un giovane puparo... non mi fa paura. (Turi Arcangelo Leofonte)
  • Il nostro percorso non era segreto? E allora perché Scalia sapeva tutto? (Nino Di Venanzio)
  • Ma davvero te credevi che te lasciavo da solo? (Remo Matteotti, rivolto a Nino Di Venanzio)
  • Non si può più andare avanti così... (Elda Fiore)

Dialoghi

  • Dottoressa Avezzano: [Turi Arcangelo Leofonte] Vuole andare in Sicilia, e chiede che sia lei a comandare la scorta.
    Nino Di Venanzio: Io? E perché dovrei rischiare la vita dei miei uomini?
    Giudice Conti: Sei l'unico che può convincerlo a restituire quel denaro [rubato da Leofonte al clan Scalia].
  • Nino Di Venanzio: È chiaro, [Turi Arcangelo Leofonte] vuole andare in Sicilia per vendicarsi.
    Dottoressa Avezzano: È probabile.
    Nino Di Venanzio: E voi volete assecondarlo...
    Dottoressa Avezzano: Di Venanzio, lo Stato deve riavere indietro i suoi soldi!
    Nino Di Venanzio: Così moriranno altri innocenti.
    Giudice Conti: Moriranno comunque, se tutto quel denaro resterà nelle mani di Leofonte.
  • Giudice Conti: I 500 milioni di euro sottratti al clan Scalia appartengono allo Stato, e lei lo sa.
    Turi Arcangelo Leofonte: Ah, lo Stato... ma quale Stato? Quello che sta qua dentro [in carcere], o quello che sta là fuori?
  • Nino Di Venanzio: Perché vuoi che sia io a portarti fuori di qui [dal carcere]?
    Turi Arcangelo Leofonte: Perché nonostante senta il puzzo del tuo odio, io mi fido di te.
  • Remo Matteotti [parlando del clan Scalia]: Quelle so' bestie, Libero.
    Libero Proietti: Noi possiamo esse' più bestie de loro se c'è bisogno.
  • Nino Di Venanzio: Non so più di chi fidarmi. Siamo soli.
    Remo Matteotti: Come sempre.
  • Turi Arcangelo Leofonte [reincontrando per la prima volta Remo Matteotti]: Io ti conosco.
    Remo Matteotti: Pure io. Questa è la seconda scampagnata che se famo.
  • Nino Di Venanzio: Scalia vi credeva morti, era l'occasione giusta per lasciarvi andare.
    Remo Matteotti: E allora io che so' venuto a fa'? No Nino, con me non funziona così.. io e te, insieme, fino in fondo, questi erano i patti.
    Nino Di Venanzio: Io non c'ho niente da perdere, Remo. Tu c'hai una famiglia, una moglie, i figli, Libero... Elda e Giorgio hanno un figlio!
    Remo Matteotti: A Nino, io so' poliziotto, e pure loro so' poliziotti, e questa è la vita che abbiamo scelto de fa'.
  • Remo Matteotti: Sempre insieme, Nino...
    Nino Di Venanzio: ...fino in fondo.

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