Silvia Avallone: differenze tra le versioni

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==[[Incipit]] di ''Marina Bellezza''==
==[[Incipit]] di ''Marina Bellezza''==
Un chiarore diffuso risplendeva da qualche parte in mezzo ai boschi, a una decina di chilometri dalla strada provinciale 100 stretta tra due colossali montagne nere. Era l'unico segnale che una forma di vita abitava ancora quella valle, sul confine nudo e dimenticato della provincia.
Un chiarore diffuso risplendeva da qualche parte in mezzo ai boschi, a una decina di chilometri dalla strada provinciale 100 stretta tra due colossali montagne nere.
Era l'unico segnale che una forma di vita abitava ancora quella valle, sul confine nudo e dimenticato della provincia.


==Bibliografia==
==Bibliografia==

Versione delle 23:33, 7 nov 2014

File:SilAv1.jpg
Silvia Avallone

Silvia Avallone (1984 – vivente), scrittrice e poetessa italiana.

Marina Bellezza

  • La sua era una generazione tagliata fuori da tutto, nel posto sbagliato al momento sbagliato. E allora tanto valeva ritirarsi sul confine. Tornare indietro, disobbedire.
  • I sentimenti non conoscono evoluzioni. Non assomigliano alle rocce calcaree corrose e plasmate dalle intemperie, né ai tessuti vivi dei corpi che si sviluppano fino a una certa soglia e poi cominciano a invecchiare. Non hanno gradazioni, né misure. Siamo noi che cerchiamo di raccontarli, e cerchiamo di comprimerli dentro una storia. Ma i sentimenti non hanno storia.
  • L'intelligenza è una cosa, pensava, la bellezza un'altra. E non importa quanto sia effimera e di breve durata, infida e immeritata. Anzi, proprio perché lo è – qualcosa che appartiene solo alla natura, allo stato primitivo dei sensi e del potere – è capace di un'attrazione che i pensieri e le parole non avranno mai.
  • Già, domani: la parola più fragile e ingannevole dell'intero dizionario italiano.
  • Si osservarono in silenzio, accorgendosi di quanto fossero cambiati i volti di entrambi. Andrea le sembrò più duro, inselvatichito, stanco. E Marina sembrò a lui, per la prima volta, non più bella. Solo la pallida copia della ragazza di cui si era innamorato una vita fa, alla sagra di Camandona, mentre ballavano una mazurca nella pista allestita sotto quel capannone, con i vecchi che giravano lenti e le luci che si affievolivano intorno, quando erano solo due adolescenti di Andorno Micca.

Incipit di Acciaio

Nel cerchio sfocato della lente la figura si muoveva appena, senza testa.
Uno spicchio di pelle zoomata in controluce.
Quel corpo da un anno all'altro era cambiato, piano, sotto i vestiti. E adesso nel binocolo, nell'estate, esplodeva.
L'occhio da lontano brucava i particolari: il laccio del costume, del pezzo di sotto, un filamento di alghe sul fianco. I muscoli tesi sopra il ginocchio, la curva del polpaccio, la caviglia sporca di sabbia. L'occhio ingrandiva e arrossiva a forza di scavare nella lente.

Incipit di Marina Bellezza

Un chiarore diffuso risplendeva da qualche parte in mezzo ai boschi, a una decina di chilometri dalla strada provinciale 100 stretta tra due colossali montagne nere.

Era l'unico segnale che una forma di vita abitava ancora quella valle, sul confine nudo e dimenticato della provincia.

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