Scuola pitagorica: differenze tra le versioni

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Pitagorici celebrano il sorgere del sole (Fëdor Bronnikov, 1869)

Citazioni sulla scuola pitagorica e sui pitagorici.

  • Dinanzi agli estranei, ai profani, per così dire, quegli uomini parlavano tra loro, se mai dovesse capitare, enigmaticamente per simboli, di cui ancora oggi circolano come traccia dei simboli famosi, quali ad esempio: "Non attizzare il fuoco con il coltello" e simboli del genere, che somigliano – nella loro pura espressione letterale – a delle regole da vecchietta, ma che, una volta spiegate, forniscono una straordinaria e venerabile utilità a coloro che le comprendono.
    Ma il precetto più grande di tutti in rapporto al coraggio è quello di proporre come scopo più importante di preservare e liberare l'intelletto da tutte quante le pastoie e le catene che lo frenano fin dall'infanzia [...]. "L'intelletto" infatti – a loro parere – "vede tutto e intende tutto, e tutto il resto è sordo e cieco". (Giamblico)
  • I Pitagorici hanno in odio il diciassette più di ogni altro numero, e lo chiamano "ostacolo". Esso infatti cade fra il sedici, che è un quadrato, e il diciotto, che è un rettangolo, i soli fra i numeri a formare figure piane che abbiano il perimetro uguale all'area; il diciassette si pone come un ostacolo fra di loro, e li separa uno dall'altro, e spezza la proporzione di uno e un ottavo in intervalli disuguali. (Plutarco)
  • La cosiddetta tetraktys, ossia il trentasei, era la forma più alta di giuramento [per i pitagorici], come è stato rivelato, ed ha avuto il nome di Mondo perché è formata dalla somma dei primi quattro numeri pari e dei primi quattro dispari. (Plutarco)
  • Quegli uomini evitavano il più possibile di lamentarsi e di piangere e di provare ogni emozione del genere; lo stesso discorso valeva per la adulazione e la preghiera e la supplica e per ogni manifestazione del genere. (Aristosseno)
  • Sembra adunque che questi filosofi nel considerare il numero come principio delle cose esistenti ne facciano una causa materiale come proprietà e come modo. Come elementi del numero fissano il pari e il dispari, il primo infinito, l'altro finito. L'uno partecipa di ambedue questi caratteri (essendo insieme pari e dispari). Ogni numero proviene dall'uno e l'intero universo, come già ho detto, è numeri. Altri fra di loro dicono che i principi sono dieci. (Aristotele)

Voci correlate

Per approfondire, vedi: Categoria:Pitagorici.

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