Psichiatria: differenze tra le versioni

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Versione delle 15:51, 4 gen 2015

Citazioni sulla psichiatria e gli psichiatri.

  • Avrei dovuto fare [...] lo psichiatra: sapere cosa frulla nella testa degli altri ti impedisce di spremerti le meningi per sapere cosa frulla nella tua. (Il mio amico giardiniere)
  • Ci sono sempre falsi profeti. Ma nel caso della psichiatria è la profezia stessa ad essere falsa, nel suo impedire, con lo schema delle definizioni e classificazioni dei comportamenti e con la violenza con cui li reprime, la comprensione della sofferenza, delle sue origini, del suo rapporto con la realtà della vita e con la possibilità di espressione che l'uomo in essa trova o non trova. (Franco Basaglia)
  • Compito di uno psichiatra è accompagnare la crescita, è accompagnare il dolore e non cancellarlo; semmai deve provare a far sì che il danno non si riproduca, che non germogli una pianta infestante l'intera esistenza. (Paolo Crepet)
  • La psichiatria giudiziaria è il più divertente di tutti i gioghi di società. I più vecchi giocatori di tarocchi della giustizia assicurano che è il passatempo più utile. (Karl Kraus)
  • Se ti capita di entrare in una clinica psichiatrica, cerca di non fare confusione: gli psichiatri si distinguono dai malati per la camicia di forza abbottonata davanti. (Gianni Monduzzi)
  • Uno psichiatra non è altro che un pazzo che ha deciso di curarsi in proprio, per risparmiare. (Gianni Monduzzi)
  • In questa misura appunto la psichiatria del XIX secolo converge realmente verso Freud, il primo ad aver seriamente accettato la realtà della coppia medico-malato. Mentre il malato mentale è interamente alienato nella persona del suo medico, il medico dissipa la realtà della medicina mentale nel concetto critico di follia. Verso il medico Freud ha fatto confluire tutte le strutture approntate da Tuke e Pinel nell'internamento. Ha certo liberato il malato dall'esistenza manicomiale ove l'avevano alienato i suoi "liberatori"; ma non lo ha liberato da quel che questa esistenza aveva di essenziale; ne ha radunati i poteri li ha tesi al massimo annodandoli tra le mani del medico; ha creato la situazione psicanalitica in cui, grazie a un geniale cortocircuito, l'alienazione diviene disalienazione, perché, nel medico, essa diventa soggetto. Il medico, in quanto figura alienante, rimane la chiave della psicanalisi. Forse proprio perché non ha soppresso quest'ultima struttura, e vi ha ricondotto tutte le altre, la psicanalisi non può, non potrà intendere le voci della déraison, né decifrare intrinsecamente i segni dell'insensato. La psicanalisi può sciogliere alcune forme di follia; ma rimane estranea al lavoro sovrano della déraison. (Michel Foucault)
  • La follia è una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. Il problema è che la società, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia, invece incarica una scienza, la psichiatria, di tradurre la follia in malattia allo scopo di eliminarla. Il manicomio ha qui la sua ragion d'essere. (Franco Basaglia)

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