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{{Intestazione|Discorso di Insediamento del Presidente della Camera, 8 maggio 1948<ref>Stenografico trascritto del Discorso di Insediamento nell'[http://storia.camera.it/presidenti/gronchi-giovanni/i-legislatura-della-repubblica-italiana/discorso:0#nav Archivio della Camera], Roma, 8 maggio 1948.</ref>}} |
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*E se noi ricordiamo che la democrazia, quella cui tutti ci appelliamo quasi da ogni settore di questa Camera, non è soltanto convivenza e libero sviluppo di forze politiche, siano esse di maggioranza o di minoranza; non è soltanto un equilibrio di poteri nella vita e nella struttura dello Stato, ma è soprattutto un costume, io credo che da questa Assemblea verrà a tutto il Paese l'esempio di un rinnovato costume politico, attraverso il quale la discussione non sarà rissa, o scambio di invettive, o volontà di sopraffazione, ma sarà, invece, aperto, chiaro, consapevole sforzo di convergenza - pur nella divergenza delle idee - verso uno scopo superiore, che è quello di servire il nostro Paese. |
*E se noi ricordiamo che la democrazia, quella cui tutti ci appelliamo quasi da ogni settore di questa Camera, non è soltanto convivenza e libero sviluppo di forze politiche, siano esse di maggioranza o di minoranza; non è soltanto un equilibrio di poteri nella vita e nella struttura dello Stato, ma è soprattutto un costume, io credo che da questa Assemblea verrà a tutto il Paese l'esempio di un rinnovato costume politico, attraverso il quale la discussione non sarà rissa, o scambio di invettive, o volontà di sopraffazione, ma sarà, invece, aperto, chiaro, consapevole sforzo di convergenza - pur nella divergenza delle idee - verso uno scopo superiore, che è quello di servire il nostro Paese. |
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*{{NDR|Riferendosi al regime fascista}}Queste vicende, onorevoli colleghi, ci ammoniscono che la libertà e la democrazia non sono mai conquiste irrevocabili nella vita di un popolo, ma sono momenti del suo cammino faticoso verso forme superiori di convivenza sociale e politica. Ed oggi noi siamo proprio all'inizio di un nuovo periodo verso queste forme superiori di vita a cui tendiamo. |
*{{NDR|Riferendosi al regime fascista}} Queste vicende, onorevoli colleghi, ci ammoniscono che la libertà e la democrazia non sono mai conquiste irrevocabili nella vita di un popolo, ma sono momenti del suo cammino faticoso verso forme superiori di convivenza sociale e politica. Ed oggi noi siamo proprio all'inizio di un nuovo periodo verso queste forme superiori di vita a cui tendiamo. |
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*Le dittature hanno rappresentato e rappresentano tuttora le residue forze di resistenza di un passato che non si rassegna a morire; sono l'espressione di vecchie classi dirigenti - e non sempre né esclusivamente borghesi - le quali sono ancorate a concezioni superate e lontane, a tentativi di fermare e di cristallizzare, con affermazioni di predominio e di forza da parte dell'una o dell'altra frazione sociale, la vita e il movimento della collettività, mentre questi risultano dal contrasto di elementi irriducibili e contrapposti e riposano sulla loro indistruttibile pluralità. |
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*Si direbbe che i Governi - e purtroppo di qualsiasi ideologia politica - siano assai lontani dalla coscienza popolare, poiché questa volge verso forme più umane ed istintive di solidarietà che superano i nazionalismi senza rinnegare il sano senso nazionale, mentre troppo spesso Cancellerie e Governi ritornano ai criteri e ai principi delle sfere di influenza e della spartizione del mondo sulla base d'un predominio. |
*Si direbbe che i Governi - e purtroppo di qualsiasi ideologia politica - siano assai lontani dalla coscienza popolare, poiché questa volge verso forme più umane ed istintive di solidarietà che superano i nazionalismi senza rinnegare il sano senso nazionale, mentre troppo spesso Cancellerie e Governi ritornano ai criteri e ai principi delle sfere di influenza e della spartizione del mondo sulla base d'un predominio. |
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Versione delle 15:47, 17 mar 2015
Giovanni Gronchi (1887 – 1978), politico italiano, 1° Presidente della Camera dei Deputati della Repubblica Italiana e 3° Presidente della Repubblica Italiana.
Citazioni di Giovanni Gronchi
Discorso di Insediamento del Presidente della Camera, 8 maggio 1948[1]
- E se noi ricordiamo che la democrazia, quella cui tutti ci appelliamo quasi da ogni settore di questa Camera, non è soltanto convivenza e libero sviluppo di forze politiche, siano esse di maggioranza o di minoranza; non è soltanto un equilibrio di poteri nella vita e nella struttura dello Stato, ma è soprattutto un costume, io credo che da questa Assemblea verrà a tutto il Paese l'esempio di un rinnovato costume politico, attraverso il quale la discussione non sarà rissa, o scambio di invettive, o volontà di sopraffazione, ma sarà, invece, aperto, chiaro, consapevole sforzo di convergenza - pur nella divergenza delle idee - verso uno scopo superiore, che è quello di servire il nostro Paese.
- [Riferendosi al regime fascista] Queste vicende, onorevoli colleghi, ci ammoniscono che la libertà e la democrazia non sono mai conquiste irrevocabili nella vita di un popolo, ma sono momenti del suo cammino faticoso verso forme superiori di convivenza sociale e politica. Ed oggi noi siamo proprio all'inizio di un nuovo periodo verso queste forme superiori di vita a cui tendiamo.
- Le dittature hanno rappresentato e rappresentano tuttora le residue forze di resistenza di un passato che non si rassegna a morire; sono l'espressione di vecchie classi dirigenti - e non sempre né esclusivamente borghesi - le quali sono ancorate a concezioni superate e lontane, a tentativi di fermare e di cristallizzare, con affermazioni di predominio e di forza da parte dell'una o dell'altra frazione sociale, la vita e il movimento della collettività, mentre questi risultano dal contrasto di elementi irriducibili e contrapposti e riposano sulla loro indistruttibile pluralità.
- Si direbbe che i Governi - e purtroppo di qualsiasi ideologia politica - siano assai lontani dalla coscienza popolare, poiché questa volge verso forme più umane ed istintive di solidarietà che superano i nazionalismi senza rinnegare il sano senso nazionale, mentre troppo spesso Cancellerie e Governi ritornano ai criteri e ai principi delle sfere di influenza e della spartizione del mondo sulla base d'un predominio.
Discorso di Insediamento del Presidente della Repubblica alle Camere, 25 giugno 1953[2]
- La lotta elettorale ha esasperato, come sempre accade, i termini di distinzione e di contrasto che separano e contrappongono le varie parti politiche; il lavoro parlamentare e le responsabilità che questo porta con sé non potranno evidentemente astrarre da essi, ma dovranno portarli su di un piano più alto e vorrei dire più meditato e consapevole.
- Le esigenze di vita o di proselitismo di un partito portano al dogmatismo delle idee ed alla rigidità delle posizioni.
- Mi perdoni ciascuno di voi se un tale affidamento che io mostro di fare sulle mie forze e sulle mie possibilità può apparire presunzione.
- Non è presumere di sé il mettere a disposizione, con personale sacrificio, per un compito troppo spesso ingrato, la propria disinteressata volontà di servire appassionatamente l'Italia nostra e gli ideali di libertà e di democrazia, nei quali è il segno tradizionale del suo immortale destino.
Citazioni su Giovanni Gronchi
- [Su Giovanni Gronchi] Abbiamo finalmente anche noi il nostro Peròn italiano. Il Peròn di Pontedera... (Giuseppe Saragat)[3]
Note
- ↑ Stenografico trascritto del Discorso di Insediamento nell'Archivio della Camera, Roma, 8 maggio 1948.
- ↑ Stenografico trascritto del Discorso di Insediamento nell'Archivio della Camera, testo originale pubblicato nell'Archivio della Presidenza della Repubblica, Roma, 25 giugno 1953.
- ↑ Citato in Quirinale, gli 11 presidenti – Gronchi, da Benito alla censura Tognazzi-Vianello, il Fatto Quotidiano, 11 aprile 2013.
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