Orsola Nemi: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Orsola Nemi==
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*{{NDR|Su [[Vincenzo Cardarelli]]}} Da Babington, a piazza di Spagna, fra le undici e mezzogiorno [...] molti giovani venivano a trovarlo. Non si può nemmeno dire per quanto mi ricordi, che parlavano a lui; parlavano piuttosto fra loro, in presenza di lui, che ogni tanto interveniva con una parola risentita e pungente. Ma non era di malumore. L’ascoltavo rispettosamente, senza mai osare di rivolgergli direttamente la parola se non per salutarlo quando arrivavo e quando andavo via. Non soltanto sapevo, ma sentivo di trovarmi vicino a un poeta, e questo era tanto. La sua ritrosia, la sua povertà, la sua feroce schiettezza coincidevano perfettamente con l’idea che mi facevo del poeta italiano.<ref>Da ''Vincenzo Cardarelli'', ''Il Borghese'', 25 giugno 1959</ref>
*{{NDR|Su [[Vincenzo Cardarelli]]}} Da Babington, a piazza di Spagna, fra le undici e mezzogiorno [...] molti giovani venivano a trovarlo. Non si può nemmeno dire per quanto mi ricordi, che parlavano a lui; parlavano piuttosto fra loro, in presenza di lui, che ogni tanto interveniva con una parola risentita e pungente. Ma non era di malumore. L’ascoltavo rispettosamente, senza mai osare di rivolgergli direttamente la parola se non per salutarlo quando arrivavo e quando andavo via. Non soltanto sapevo, ma sentivo di trovarmi vicino a un poeta, e questo era tanto. La sua ritrosia, la sua povertà, la sua feroce schiettezza coincidevano perfettamente con l’idea che mi facevo del poeta italiano.<ref>Da ''Vincenzo Cardarelli'', ''Il Borghese'', 25 giugno 1959.</ref>
*Poter ancora essere “intontiti” da [[Vincenzo Cardarelli|Cardarelli]] sarebbe una rara e impossibile felicità. Quelli che ci intontiscono oggi, sono peggio dei cani. Latrati, che crediamo canti gregoriani.<ref>Da ''Ricordo di Cardarelli'', ''Il Borghese'', 2 maggio 1960</ref>
*Poter ancora essere “intontiti” da [[Vincenzo Cardarelli|Cardarelli]] sarebbe una rara e impossibile felicità. Quelli che ci intontiscono oggi, sono peggio dei cani. Latrati, che crediamo canti gregoriani.<ref>Da ''Ricordo di Cardarelli'', ''Il Borghese'', 2 maggio 1960.</ref>


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Versione delle 23:43, 3 mag 2015

Orsola Nemi (1903 – 1985), scrittrice italiana.

Citazioni di Orsola Nemi

  • [Su Vincenzo Cardarelli] Da Babington, a piazza di Spagna, fra le undici e mezzogiorno [...] molti giovani venivano a trovarlo. Non si può nemmeno dire per quanto mi ricordi, che parlavano a lui; parlavano piuttosto fra loro, in presenza di lui, che ogni tanto interveniva con una parola risentita e pungente. Ma non era di malumore. L’ascoltavo rispettosamente, senza mai osare di rivolgergli direttamente la parola se non per salutarlo quando arrivavo e quando andavo via. Non soltanto sapevo, ma sentivo di trovarmi vicino a un poeta, e questo era tanto. La sua ritrosia, la sua povertà, la sua feroce schiettezza coincidevano perfettamente con l’idea che mi facevo del poeta italiano.[1]
  • Poter ancora essere “intontiti” da Cardarelli sarebbe una rara e impossibile felicità. Quelli che ci intontiscono oggi, sono peggio dei cani. Latrati, che crediamo canti gregoriani.[2]

Note

  1. Da Vincenzo Cardarelli, Il Borghese, 25 giugno 1959.
  2. Da Ricordo di Cardarelli, Il Borghese, 2 maggio 1960.

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