Géza Gárdonyi: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Géza Gárdonyi==
==Citazioni di Géza Gárdonyi==
*Cerco l'[[albero]] che amo sempre di più nella mia vita: il pioppo. È vero che non dà ombra e non porta frutti, ma c'è qualche cosa nella sua solitudine e nella sua elevatezza che mi piace. Se morirò vorrei che si piantasse sulla mia tomba un pioppo. Caro mi è il pensiero di divenire una volta un pioppo e stare là come ho vissuto guardando sempre in cielo, di giorno le nuvole, di notte la luna e le stelle.<ref>Citato da Ignazio Balla nella prefazione a Géza Gárdonyi, ''Quel Misterioso Terzo'', opera citata in bibliografia.</ref>
*Cerco l'[[albero]] che amo sempre di più nella mia vita: il pioppo. È vero che non dà ombra e non porta frutti, ma c'è qualche cosa nella sua solitudine e nella sua elevatezza che mi piace. Se morirò vorrei che si piantasse sulla mia tomba un pioppo. Caro mi è il pensiero di divenire una volta un pioppo e stare là come ho vissuto guardando sempre in cielo, di giorno le nuvole, di notte la luna e le stelle.<ref>Citato da Ignazio Balla nella prefazione di ''Quel Misterioso Terzo''.</ref>


==''Quel Misterioso Terzo''==
==''Quel Misterioso Terzo''==
===[[Incipit]]===
===[[Incipit]]===
Dovetti aspettare a lungo nella stazione. La violenta nevicata aveva fatto ritardare tutti i treni. A mezzodì il portiere ci annunziò che il treno di Debrecen sarebbe arrivato appena la sera e quello di Kassa verso la mezzanotte.
Dovetti aspettare a lungo nella stazione. La violenta nevicata aveva fatto ritardare tutti i treni. A mezzodì il portiere ci annunziò che il treno di Debrecen sarebbe arrivato appena la sera e quello di Kassa verso la mezzanotte.

===Citazioni===
===Citazioni===
*Ogni marito porta scritto sul volto il certificato di [[matrimonio]]: se cioè ha una moglie buona o cattiva. (p. 19)
*Ogni marito porta scritto sul volto il certificato di [[matrimonio]]: se cioè ha una moglie buona o cattiva. (p. 19)
*{{NDR|Michelino<ref>Protagonista del romanzo insieme a Marietta, conosciuta anni dopo la separazione dalla prima moglie.</ref> parla all'amico}} [[Archimede]] chiese un fulcro in [[cielo]] per muovere la terra. Io invece, amico mio, se avessi un tal fulcro, vi attaccherei il mondo perché non si movesse. L'indipendenza e la tranquillità sono l'aria dell'anima mia. Null'altro ho chiesto mai a Dio [...] (p. 26)
*[[Archimede]] chiese un fulcro in [[cielo]] per muovere la terra. Io invece, amico mio, se avessi un tal fulcro, vi attaccherei il mondo perché non si movesse. L'indipendenza e la tranquillità sono l'aria dell'anima mia. Null'altro ho chiesto mai a Dio [...] ('''Michelino''', p. 26)
*{{NDR|Michelino parla all'amico}} Strano che gli [[infelicità|infelici]] si uniscono istintivamente. Sentono fra loro una parentela, come i massoni, come gli esuli. Essi sono gli esuli terreni del cielo. (p. 50)
*Strano che gli [[infelicità|infelici]] si uniscono istintivamente. Sentono fra loro una parentela, come i massoni, come gli esuli. Essi sono gli esuli terreni del cielo. ('''Michelino''', p. 50)
*{{NDR|Marietta parla a Michelino}} – [...] Anche il [[fiore]] è un'anima, come l'uomo, salvo ch'esso non ha coscienza di sé. Anche noi fummo un tempo siffatti fiori. <br /> – Non lo crede mica sul serio? <br/> – Oh, sì. Non vede i continui mutamenti della natura? Ne parlano anche gli scrittori antichi. Questo è appunto l'argomento dei racconti [[Ovidio]]. Gli antichi però non videro mai una cosa: che la trasformazione è accompagnata dalla perfezione. (pp. 70-71)
*{{NDR|Marietta parla a Michelino}} – [...] Anche il [[fiore]] è un'anima, come l'uomo, salvo ch'esso non ha coscienza di sé. Anche noi fummo un tempo siffatti fiori. <br /> – Non lo crede mica sul serio? <br/> – Oh, sì. Non vede i continui mutamenti della natura? Ne parlano anche gli scrittori antichi. Questo è appunto l'argomento dei racconti [[Ovidio]]. Gli antichi però non videro mai una cosa: che la trasformazione è accompagnata dalla perfezione. (pp. 70-71)
*{{NDR|Michelino parla all'amico}} Dicono che l'olio acqueta il mare in burrasca. Ma che cosa può acquetare il [[cuore]] in tempesta dell'uomo? <br/> Invano ti applichi alle tempie la fredda filosofia di [[Schopenhauer]], invano cerchi d'immergerti in altri pensieri: due fuochi sono impossibili a spegnersi: quello del vulcano e quello del cuore ardente. (p. 83)
*Dicono che l'olio acqueta il mare in burrasca. Ma che cosa può acquetare il [[cuore]] in tempesta dell'uomo? <br/> Invano ti applichi alle tempie la fredda filosofia di [[Schopenhauer]], invano cerchi d'immergerti in altri pensieri: due fuochi sono impossibili a spegnersi: quello del vulcano e quello del cuore ardente. ('''Michelino''', p. 83)
*{{NDR|Marietta parla a Michelino}} Io credo che noi due fummo veramente fratelli, e la nostra [[simpatia]] si manifesta allo stesso modo che il canto d'un uccello cresciuto in prigionia: un bel giorno esso apre il becco e canta il canto innato nel suo cuore. Non lo udì, non lo apprese mai prima, eppure lo canta. La simpatia è un amore che portiamo con noi dalla nostra vita precedente. (p. 110)
*Io credo che noi due fummo veramente fratelli, e la nostra [[simpatia]] si manifesta allo stesso modo che il canto d'un uccello cresciuto in prigionia: un bel giorno esso apre il becco e canta il canto innato nel suo cuore. Non lo udì, non lo apprese mai prima, eppure lo canta. La simpatia è un amore che portiamo con noi dalla nostra vita precedente. ('''Marietta''', p. 110) {{NDR|a Michelino}}
*{{NDR|Michelino parla all'amico}} [...] i [[senso|sensi]] dell'uomo petreo si ravvivano, quand'egli si trova in mezzo al suo vero mondo. Esso è trattenuto tra le pietre dal solo desiderio di guadagno, e la donna e la famiglia sono costrette a rimanervi con lui. Ma il mondo cittadino è per l'uomo ciò ch'è l'acqua dell'acquedotto per il pesce dorato. (pp. 155-156)
*[...] i [[senso|sensi]] dell'uomo petreo si ravvivano, quand'egli si trova in mezzo al suo vero mondo. Esso è trattenuto tra le pietre dal solo desiderio di guadagno, e la donna e la famiglia sono costrette a rimanervi con lui. Ma il mondo cittadino è per l'uomo ciò ch'è l'acqua dell'acquedotto per il pesce dorato. ('''Michelino''', pp. 155-156)
*{{NDR|Michelino parla all'amico}} Oh! amico, l'anima della [[donna]] è un gran mistero! Un gran mistero perché vive di sensazioni. Le sensazioni, finora, furono poco esaminate dalla filosofia. Si disse che ogni sensazione era un egoismo. Non è vero. Le sensazioni sono grandi e meravigliose correnti psichiche. Il loro esame riempirà di sacro fremito i filosofi dell'avvenire. (p. 165)
*Oh! amico, l'anima della [[donna]] è un gran mistero! Un gran mistero perché vive di sensazioni. Le sensazioni, finora, furono poco esaminate dalla filosofia. Si disse che ogni sensazione era un egoismo. Non è vero. Le sensazioni sono grandi e meravigliose correnti psichiche. Il loro esame riempirà di sacro fremito i filosofi dell'avvenire. ('''Michelino''', p. 165)
*{{NDR|Michelino parla all'amico}} Non c'è [[felicità]] perfetta sulla terra! Dobbiamo soffrire, amico mio, anche quando tutti i fiori della felicità si piegano verso di noi. Marietta dice che una volta noi vivevamo nell'eternità e che il nostro libero arbitrio ci ha fatti allontanare da Dio. Può darsi che noi fummo quegli angeli di cui la Sacra Scrittura dice che caddero. C'ingolfammo in un gran mondo fuligginoso ed ora dobbiamo purificarci con lagrime e sofferenze. La terra è il luogo dove dobbiamo purificarci. [...] (p. 203)
*Non c'è [[felicità]] perfetta sulla terra! Dobbiamo soffrire, amico mio, anche quando tutti i fiori della felicità si piegano verso di noi. Marietta dice che una volta noi vivevamo nell'eternità e che il nostro libero arbitrio ci ha fatti allontanare da Dio. Può darsi che noi fummo quegli angeli di cui la Sacra Scrittura dice che caddero. C'ingolfammo in un gran mondo fuligginoso ed ora dobbiamo purificarci con lagrime e sofferenze. La terra è il luogo dove dobbiamo purificarci. [...] ('''Michelino''', p. 203)


==Citazioni su Géza Gárdonyi==
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Versione delle 09:57, 24 giu 2015

Géza Gárdonyi (1863 – 1922), scrittore ungherese.

Citazioni di Géza Gárdonyi

  • Cerco l'albero che amo sempre di più nella mia vita: il pioppo. È vero che non dà ombra e non porta frutti, ma c'è qualche cosa nella sua solitudine e nella sua elevatezza che mi piace. Se morirò vorrei che si piantasse sulla mia tomba un pioppo. Caro mi è il pensiero di divenire una volta un pioppo e stare là come ho vissuto guardando sempre in cielo, di giorno le nuvole, di notte la luna e le stelle.[1]

Quel Misterioso Terzo

Incipit

Dovetti aspettare a lungo nella stazione. La violenta nevicata aveva fatto ritardare tutti i treni. A mezzodì il portiere ci annunziò che il treno di Debrecen sarebbe arrivato appena la sera e quello di Kassa verso la mezzanotte.

Citazioni

  • Ogni marito porta scritto sul volto il certificato di matrimonio: se cioè ha una moglie buona o cattiva. (p. 19)
  • Archimede chiese un fulcro in cielo per muovere la terra. Io invece, amico mio, se avessi un tal fulcro, vi attaccherei il mondo perché non si movesse. L'indipendenza e la tranquillità sono l'aria dell'anima mia. Null'altro ho chiesto mai a Dio [...] (Michelino, p. 26)
  • Strano che gli infelici si uniscono istintivamente. Sentono fra loro una parentela, come i massoni, come gli esuli. Essi sono gli esuli terreni del cielo. (Michelino, p. 50)
  • [Marietta parla a Michelino] – [...] Anche il fiore è un'anima, come l'uomo, salvo ch'esso non ha coscienza di sé. Anche noi fummo un tempo siffatti fiori.
    – Non lo crede mica sul serio?
    – Oh, sì. Non vede i continui mutamenti della natura? Ne parlano anche gli scrittori antichi. Questo è appunto l'argomento dei racconti Ovidio. Gli antichi però non videro mai una cosa: che la trasformazione è accompagnata dalla perfezione. (pp. 70-71)
  • Dicono che l'olio acqueta il mare in burrasca. Ma che cosa può acquetare il cuore in tempesta dell'uomo?
    Invano ti applichi alle tempie la fredda filosofia di Schopenhauer, invano cerchi d'immergerti in altri pensieri: due fuochi sono impossibili a spegnersi: quello del vulcano e quello del cuore ardente. (Michelino, p. 83)
  • Io credo che noi due fummo veramente fratelli, e la nostra simpatia si manifesta allo stesso modo che il canto d'un uccello cresciuto in prigionia: un bel giorno esso apre il becco e canta il canto innato nel suo cuore. Non lo udì, non lo apprese mai prima, eppure lo canta. La simpatia è un amore che portiamo con noi dalla nostra vita precedente. (Marietta, p. 110) [a Michelino]
  • [...] i sensi dell'uomo petreo si ravvivano, quand'egli si trova in mezzo al suo vero mondo. Esso è trattenuto tra le pietre dal solo desiderio di guadagno, e la donna e la famiglia sono costrette a rimanervi con lui. Ma il mondo cittadino è per l'uomo ciò ch'è l'acqua dell'acquedotto per il pesce dorato. (Michelino, pp. 155-156)
  • Oh! amico, l'anima della donna è un gran mistero! Un gran mistero perché vive di sensazioni. Le sensazioni, finora, furono poco esaminate dalla filosofia. Si disse che ogni sensazione era un egoismo. Non è vero. Le sensazioni sono grandi e meravigliose correnti psichiche. Il loro esame riempirà di sacro fremito i filosofi dell'avvenire. (Michelino, p. 165)
  • Non c'è felicità perfetta sulla terra! Dobbiamo soffrire, amico mio, anche quando tutti i fiori della felicità si piegano verso di noi. Marietta dice che una volta noi vivevamo nell'eternità e che il nostro libero arbitrio ci ha fatti allontanare da Dio. Può darsi che noi fummo quegli angeli di cui la Sacra Scrittura dice che caddero. C'ingolfammo in un gran mondo fuligginoso ed ora dobbiamo purificarci con lagrime e sofferenze. La terra è il luogo dove dobbiamo purificarci. [...] (Michelino, p. 203)

Citazioni su Géza Gárdonyi

  • Nel suo stile, in quella magnifica, parca e sempre efficace lingua magiara, pulsa un ritmo di nobile musica. Questo si capisce: intorno a lui la terra e il cielo, l'erba e l'albero, tutto l'universo ha un'armonia musicale. Egli è il poeta più morale e più casto. (Ferenc Herczeg)
  • Egli era non solo il sacerdote, ma anche l'asceta della poesia. (Ferenc Herczeg)

Note

  1. Citato da Ignazio Balla nella prefazione di Quel Misterioso Terzo.

Bibliografia

  • Géza Gárdonyi, Quel Misterioso Terzo, prefazione di Ignazio Balla, traduzione di Silvino Gigante, S.A.Editrice, Milano, 1934.

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