Sergio Lanza: differenze tra le versioni
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*La differenza è non solo alterità, ma relazione, è contemporaneamente rispecchiamento e differenza. |
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*La domanda di salvezza non è prodotta dall'evangelizzazione, piuttosto la precede; ma è la forza del Vangelo - nella sua discrezione culturale e nella sua forza testimoniale - che la esplicita, la fa emergere e la tematizza. |
*La domanda di salvezza non è prodotta dall'evangelizzazione, piuttosto la precede; ma è la forza del Vangelo - nella sua discrezione culturale e nella sua forza testimoniale - che la esplicita, la fa emergere e la tematizza. |
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*La mobilità non diminuisce il rilievo delle realtà territoriali: il luogo, anche nella mobilità, resta una realtà.Le chiama, piuttosto, a nuove figurazioni ed attivazioni. |
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*La mutazione epocale del contesto socioculturale esige dunque una conversione pastorale di fondo: il passaggio dal paradigma autoreferenziale e ripetitivo della cura d'anime (figura dei cerchi concentrici) e dell'appartenenza a quello missionario e creativo dell'evangelizzazione (figura della rete). |
*La mutazione epocale del contesto socioculturale esige dunque una conversione pastorale di fondo: il passaggio dal paradigma autoreferenziale e ripetitivo della cura d'anime (figura dei cerchi concentrici) e dell'appartenenza a quello missionario e creativo dell'evangelizzazione (figura della rete). |
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*La rassicurazione tecnopratica è di labile conforto. |
*La rassicurazione tecnopratica è di labile conforto. |
Versione delle 10:39, 13 ago 2015
Sergio Lanza (1945 – 2012), presbitero e teologo italiano.
Citato in Multiculturalismo e identità
Di Carmelo Vigna e Stefano Zamagni, Vita e Pensiero, 2002
- Anche per la pastorale si impone l'immagine della rete.
- Credo che le domande non siano mai sbagliate; le risposte potrebbero esserlo. Ma credo anche che astenersi dal fare domande sia la risposta peggiore di tutte.
- Il credente non può limitarsi alla ripetizione difensiva; è chiamato ad una evangelizzazione creativa.
- L'identità cristiana è orizzonte di rinvenimento e e realizzazione dell'identità personale: Dio chiama per nome.
- L'identità non è una gabbia di ferro né una polveriera.
- L'identità si pone nello spazio della reciprocità relazionale.
- La differenza è non solo alterità, ma relazione, è contemporaneamente rispecchiamento e differenza.
- La domanda di salvezza non è prodotta dall'evangelizzazione, piuttosto la precede; ma è la forza del Vangelo - nella sua discrezione culturale e nella sua forza testimoniale - che la esplicita, la fa emergere e la tematizza.
- La mobilità non diminuisce il rilievo delle realtà territoriali: il luogo, anche nella mobilità, resta una realtà.Le chiama, piuttosto, a nuove figurazioni ed attivazioni.
- La mutazione epocale del contesto socioculturale esige dunque una conversione pastorale di fondo: il passaggio dal paradigma autoreferenziale e ripetitivo della cura d'anime (figura dei cerchi concentrici) e dell'appartenenza a quello missionario e creativo dell'evangelizzazione (figura della rete).
- La rassicurazione tecnopratica è di labile conforto.
- Il passaggio da una accezione umanistica ad una meramente sociologica della cultura ne segna il regresso a figura formale, senza istanza di valore e senza proiezioni contenutisticamente contrassegnate: la cultura è allora il nome che si dà a ciò che accade, comunque accada, senza riguardo all'uomo ed alla società.
- Il programma della modernità si inceppa proprio in quella che è, sin dall'inizio, la sua idea portante: la capacità della ragione umana.
- La libertà individuale può essere può essere difesa e garantita solo collettivamente.
- La parola della fede non consegna una identità cristiana prefabbricata e standardizzata, ma i riferimenti che consentono di costruirla e i criteri che permettono di identificarla.
- La proposta culturale, soprattutto nella sua declinazione comunicativa e sociopolitica, mostra di non essere ancora all'altezza della peculiarità ingarbugliata e complessa che caratterizza la nostra epoca.
- La Rivelazione, come evento di ri-creazione, sana la ferita mortale del peccato e consente all'uomo di riprendere il dialogo interrotto in Eden.
- La società di massa, dominata dalle fittizie libertà mercantili, cattura il soggetto e lo mette in catene.
- La società multiculturale non vive di pensiero debole; deve essere al contrario giuridicamente e culturalmente forte.
- Non si può ridurre la cultura a bricolage di dati fenomenici; al centro rimane l'uomo con la sua dignità e le sue esigenze.
- Per la comprensione tra i popoli, le creazioni meticce di individui e gruppi di confine valgono più di tanti programmi scolastici e di tanti convegni sull'universalismo.
- Separandosi dalla religione, la riflessione illuministica dichiara la propria impotenza a fornire criteri validi ed universali, a cogliere la totalità, ad esprimere il significato dell'uomo e del mondo.
- Tendiamo a sentirci orgogliosi di ciò per cui, invece, dovremmo provare vergogna: vivere nell'epoca postideologica o postutopica, mostrare indifferenza per qualunque immagine coerente di società buona ed aver barattato la preoccupazione per il bene pubblico con la libertà di perseguire l'appagamento personale.
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