Fausto Gianfranceschi: differenze tra le versioni

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*L'umiliazione e la sofferenza fatali della mia carne prepareranno, io spero, la mia resurrezione.<ref>Citato in [[Marcello Veneziani]], [http://www.ilgiornale.it/news/e-morto-fausto-gianfranceschi-ultimo-intellettuale.html ''È morto Fausto Gianfranceschi, ultimo intellettuale reazionario''], ''il Giornale.it'', 20 febbraio 2012.</ref>
*L'umiliazione e la sofferenza fatali della mia carne prepareranno, io spero, la mia resurrezione.<ref>Citato in [[Marcello Veneziani]], [http://www.ilgiornale.it/news/e-morto-fausto-gianfranceschi-ultimo-intellettuale.html ''È morto Fausto Gianfranceschi, ultimo intellettuale reazionario''], ''il Giornale.it'', 20 febbraio 2012.</ref>
*{{NDR|Su [[Juan Rodolfo Wilcock]]}} Non si saprebbe come incasellare la sua ironia, così discreta, quasi sotterranea ma pronta a venire a un tratto alla luce, senza schiocchi, con finezza. Un'ironia che si affida non al nonsenso o all'analogia brillante, ma al delicato puntiglio col quale lo scrittore si diverte, o più spesso si amareggia, a smascherare i luoghi comuni della ragione, soprattutto di quella che, in malafede o comunque a torto, ama definirsi scientifica.<ref>Da [http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/giornale/CFI0415092/1978/n.75/15 ''Wilcock, lo scrittore argentino che è voluto diventare italiano''], ''Il Tempo'', 17 marzo 1978.</ref>
*{{NDR|Su [[Juan Rodolfo Wilcock]]}} Non si saprebbe come incasellare la sua ironia, così discreta, quasi sotterranea ma pronta a venire a un tratto alla luce, senza schiocchi, con finezza. Un'ironia che si affida non al nonsenso o all'analogia brillante, ma al delicato puntiglio col quale lo scrittore si diverte, o più spesso si amareggia, a smascherare i luoghi comuni della ragione, soprattutto di quella che, in malafede o comunque a torto, ama definirsi scientifica.<ref>Da [http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/giornale/CFI0415092/1978/n.75/15 ''Wilcock, lo scrittore argentino che è voluto diventare italiano''], ''Il Tempo'', 17 marzo 1978.</ref>
*Provando a immaginare che [[Mario Praz|Praz]] tratti gli oggetti e le parole da cui si sente attirato come ricettacoli di riflessi dell'invisibile, forse si può comprendere meglio la misura del suo stile, rigoroso ede evocatorio insieme, animato da una curiosità che direi appassionata, capace di accostamenti tra fatti e tra idee che non rispettano gli schemi dei generi e delle specializzazioni, ma rispondono alle regole, in apparenza talvolta divaganti, di una grammatica più elevata.<ref>Da [http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/giornale/CFI0415092/1980/n.337/3 ''Il neoclassico innamorato''], ''Il Tempo'', 16 dicembre 1980.</ref>
*Provando a immaginare che [[Mario Praz|Praz]] tratti gli oggetti e le parole da cui si sente attirato come ricettacoli di riflessi dell'invisibile, forse si può comprendere meglio la misura del suo stile, rigoroso ed evocatorio insieme, animato da una curiosità che direi appassionata, capace di accostamenti tra fatti e tra idee che non rispettano gli schemi dei generi e delle specializzazioni, ma rispondono alle regole, in apparenza talvolta divaganti, di una grammatica più elevata.<ref>Da [http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/giornale/CFI0415092/1980/n.337/3 ''Il neoclassico innamorato''], ''Il Tempo'', 16 dicembre 1980.</ref>


==''Aforismi del dissenso''==
==''Aforismi del dissenso''==

Versione delle 07:44, 3 set 2015

Fausto Gianfranceschi (1928 – 2012), scrittore e giornalista italiano.

Citazioni di Fausto Gianfranceschi

  • Assai prima che tramontassero la critica pura da un lato e la critica troppo compromessa con le ideologie dall'altro, egli aveva reinventato la critica come poesia, come creazione di un mondo autonomo, intessuto dei riferimenti che dall'osservazione di un oggetto d'arte, di un quadro o dalla lettura di un libro, sorgono nell'animo di un uomo la cui erudizione è diventata una specie di sesto senso, affinatissimo e sensibilissimo [...] Per Praz la Storia non è quella dei fatti freddamente registrati, e così traditi, ma quella che si centellina e si fa rivivere negli stili, nelle sfumature degli stili. Una sua relazione di viaggio non ci dirà nulla di sociologicamente puntuale, ma molto di più con la penetrazione nel sottofondo culturale e artistico del paese visitato.[1]
  • [Su Indro Montanelli] È vero che ha cambiato parere politico più volte, ma sempre perché profondamente preoccupato per le sorti del paese. Ma Indro ha cambiato parere sempre meno di quei giornalisti che da Lotta Continua sono passati a Comunione e Liberazione per approdare infine a dirigere quotidiani di Stato. Senza contare tutti coloro che da stalinisti o maoisti sono diventati prima antimarxisti e ora clintoniani: Montanelli ragiona, loro vogliono avere sempre ragione.[2]
  • [...] il clima letterario dei tempi ha influenzato minimamente Palazzeschi, il quale è rimasto sempre coerente alla sua cifra, riducibile per comodità di semplificazione al "buffo" come categoria morale. In tale categoria si dilatano, traboccando dall'angustia della classificazione, la sua allegria [...] e insieme il suo umore dolcemente malinconico, il suo amore per la vita diuturnamente e infaticabilmente indagata in tutte le sue stranezze, la sua indiretta polemica con ogni forma di livellamento dell'esistenza.[3]
  • L'umiliazione e la sofferenza fatali della mia carne prepareranno, io spero, la mia resurrezione.[4]
  • [Su Juan Rodolfo Wilcock] Non si saprebbe come incasellare la sua ironia, così discreta, quasi sotterranea ma pronta a venire a un tratto alla luce, senza schiocchi, con finezza. Un'ironia che si affida non al nonsenso o all'analogia brillante, ma al delicato puntiglio col quale lo scrittore si diverte, o più spesso si amareggia, a smascherare i luoghi comuni della ragione, soprattutto di quella che, in malafede o comunque a torto, ama definirsi scientifica.[5]
  • Provando a immaginare che Praz tratti gli oggetti e le parole da cui si sente attirato come ricettacoli di riflessi dell'invisibile, forse si può comprendere meglio la misura del suo stile, rigoroso ed evocatorio insieme, animato da una curiosità che direi appassionata, capace di accostamenti tra fatti e tra idee che non rispettano gli schemi dei generi e delle specializzazioni, ma rispondono alle regole, in apparenza talvolta divaganti, di una grammatica più elevata.[6]

Aforismi del dissenso

  • L'aforisma non è un frammento. Benché breve è già intero e compiuto in sé.[7] (p. 84)
  • L’'economia è la più occulta delle scienze; perciò gli specialisti sbagliano sempre le previsioni: in fondo, non sono minimamente attrezzati.[7] (p. 84)
  • La sconfitta è elegante, la sconfitta è riposante. Mai, però, farsi sconfiggere dentro.[7] (p. 84)
  • Parlare delle piccole cose è umiliante; né si può parlare delle grandi che sono ineffabili. Non resta che tacere.
  • Se cerchi di seguire i comandamenti soltanto come obbligo morale, ti precludi di intendere che essi indicano anche la via verso la sapienza che è sopra la morale.
  • Sono eroi i combattenti che affrontano la morte in guerra. Siamo eroi anche noi vecchi che affrontiamo la morte senza bombe e senza assalti, senza fracasso e senza gloria.
  • Una qualità perduta: la noncuranza. Chi è ancora immune da cure, angosce, preoccupazioni? Familiari alla noncuranza sono il sorriso e l’'ironia.[7] (p. 84)

Citazioni su Fausto Gianfranceschi

  • Fausto Gianfranceschi è un ottimista, come siamo tutti quelli che scriviamo: altrimenti, perché scrivere? E una prova imperdonabile di disamore [...] sarebbe l'indifferenza verso quello che ci accade intorno e che ormai non possiamo ignorare. (Juan Rodolfo Wilcock)
  • Lei parla troppo bene di me! Racconta, sintetizza nel modo più autentico le mie storie e ne descrive il significato, o meglio la direzione. Ragione per cui la noia a cui accennavo prima non si è affacciata menomamente. E sono rimasto sinceramente sorpreso, profondamente commosso. (Dino Buzzati)
  • Lo scrittore che conosce bene e per una certa parte della sua fantasia si rifà al Buzzati ha subìto lo stesso fascino per le cose che si trasformano sotto i nostri occhi fino a diventare dei mostri. (Carlo Bo)
  • Uomo di destra, sanguigno e diretto, cattolico apostolico romano, non per modo di dire, «reazionario» [...] Polemista vivace [...] fu uno tra i primi miei riferimenti umani e culturali che conobbi sbarcando a Roma quand’ero ragazzo. (Marcello Veneziani)

Note

  1. Da A Palazzeschi e Praz il "Premio D'Annunzio", Il Tempo, 2 luglio 1967.
  2. Citato in Giornalisti: Montanelli (3) - Gianfranceschi, Zincone, adnkronos.com, 3 marzo 1993.
  3. Da "Il più giovane dei giovanissimi", Il Tempo, 18 agosto 1974.
  4. Citato in Marcello Veneziani, È morto Fausto Gianfranceschi, ultimo intellettuale reazionario, il Giornale.it, 20 febbraio 2012.
  5. Da Wilcock, lo scrittore argentino che è voluto diventare italiano, Il Tempo, 17 marzo 1978.
  6. Da Il neoclassico innamorato, Il Tempo, 16 dicembre 1980.
  7. a b c d Citato in Gianfranco de Turris, Gianfranceschi, i fieri aforismi dell’'ultimo reazionario, il Giornale.it, 11 giugno 2012.

Bibliografia

  • Fausto Gianfranceschi, Aforismi del dissenso, Lucarini, Roma, 2012.

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