Utente:Caramelize donorz/Pagina delle prove3: differenze tra le versioni

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 14: Riga 14:
*omissis nella rpima di renoir
*omissis nella rpima di renoir
*''',''' prima di "come dice la gente"
*''',''' prima di "come dice la gente"
''',''' nella seconda di '56
*''',''' nella seconda di '56
*'''e''' o ''',''' fra "stivale" e "il tuo sorriso"
*''':''' prima di "dalla Sicilia o dall'Ungheria"?


Album:
Album:
Riga 58: Riga 60:
| ''[[De Gregori (album)|De Gregori]]''
| ''[[De Gregori (album)|De Gregori]]''
| [[RCA Italiana]]
| [[RCA Italiana]]
|'''X'''
|
|
|
|-
|-
Riga 289: Riga 291:
*''E il Natale allora sì che era una festa vera, | cominciavo ad aspettarlo quattro mesi prima.'' (da ''Il '56'', n.º 7)
*''E il Natale allora sì che era una festa vera, | cominciavo ad aspettarlo quattro mesi prima.'' (da ''Il '56'', n.º 7)
*''Mi ricordo le fotografie dei carri armati: | io passavo i pomeriggi a ritagliarle, | a incollarle sopra pezzi di cartone.'' (da ''Il '56'', n.º 7)
*''Mi ricordo le fotografie dei carri armati: | io passavo i pomeriggi a ritagliarle, | a incollarle sopra pezzi di cartone.'' (da ''Il '56'', n.º 7)
*''La campana ha suonato tutto il giorno, | laddove i cani hanno abbaiato. | Io ho pianto lacrime fino all'osso, | lacrime e tosse sul selciato. | Incollato sull'asfalto della strada, | mai stato così lontano | dalla dolcezza a cui tutti hanno diritto, | io con un fascio di giornali in mano; | e con un fascio di giornali in mano pensavo: | "Si può anche morire di dolore".'' (da ''La campana'', n.º 8)
*''Io nel frattempo ho scritto altre canzoni, | di lei parlano raramente, | ma non è vero che io l'abbia perduta, | dimenticata come dice la gente.'' (da ''Renoir'', n.º 5)
*''I miei amici, lo sai, | sono tutti segnati. | I miei amici, lo sai, | sono tutti in galera, | sono tutti fregati, | sono tutti schedati.'' (da ''La campana'', n.º 8)
*''E avevo nella testa una fontana, | una pioggia sottile di pensieri cattivi, | mentre la gente seduta al tavolino | contava il tempo con gli aperitivi.'' (da ''La campana'', n.º 8)
*''E camminavo come un uomo tranquillo, | e sotto questo grande cielo azzurro finalmente | mi sentivo un uomo solo.'' (da ''La campana'', n.º 8)
*''Ecco, stasera mi piace così, | con queste stelle appiccicate al cielo, | la lama del coltello nascosta nello stivale | e il tuo sorriso: trentadue perle.'' (da ''Due zingari'', n.º 10)
*''Così disse il ragazzo: | "Nella mia vita non ho mai avuto fame | e non ricordo sete di acqua o di vino. | Ho sempre corso libero, felice come un cane, | tra la campagna e la periferia. | E chissà da dove venivano i miei: | dalla Sicilia o dall'Ungheria. | Avevano occhi veloci come il vento, | leggevano la musica, | leggevano la musica nel firmamento."'' (da ''Due zingari'', n.º 10)


===''Viva l'Italia''===
'''Etichetta''': RCA Italiana, 1979.
*''g'' (da ''Generale'', n.º 1)





Versione delle 14:59, 7 nov 2015

Pagina in esame: Francesco De Gregori (vedi: https://it.wikipedia.org/wiki/Discografia_di_Francesco_De_Gregori).

Dubbi:

  • i tuoi "percome" in Chissà dove sei in corsivo o virgolette?
  • "Uno scudo bianco in (o e un) campo azzurro" (listening)
  • Il corsivo (che corsivo non è) in uomo di poca malinconia
  • del Dio che progetta la frontiera e costruisce (Maiuscola o minuscola?)
  • divisione della terza citazione di Bufalo Bill
  • L'uomo di passaggio della seconda citazioni di Atlantide (lo infilo nella parentesi?).
  • Dopo "la notte che [...]" utilizzo di ... o di ,? (festival)
  • collegamento Santa Lucia con il resto delle tre citazioni (punteggiatura)
  • punto interrogativo nella seconda citazione di Generale
  • n'è o ne è in Babbo in prigione
  • omissis nella rpima di renoir
  • , prima di "come dice la gente"
  • , nella seconda di '56
  • e o , fra "stivale" e "il tuo sorriso"
  • : prima di "dalla Sicilia o dall'Ungheria"?

Album:

Anno Titolo Casa discografica Inserito Controllato
1972 Theorius Campus (con Antonello Venditti) It
1973 Alice non lo sa It X X
1974 Francesco De Gregori RCA Italiana X X
1975 Rimmel RCA Italiana X X
1976 Bufalo Bill RCA Italiana X X
1978 De Gregori RCA Italiana X
1979 Viva l'Italia RCA Italiana
1982 Titanic RCA Italiana
1983 La donna cannone RCA Italiana
1985 Scacchi e tarocchi RCA Italiana
1987 Terra di nessuno CBS
1989 Mira Mare 19.4.89 CBS
1992 Canzoni d'amore Columbia
1996 Prendere e lasciare Columbia
2001 Amore nel pomeriggio Columbia
2002 Il fischio del vapore (con Giovanna Marini) Columbia/Caravan
2005 Pezzi Columbia/Caravan
2006 Calypsos Columbia/Caravan
2008 Per brevità chiamato artista Columbia/Caravan/Sony BMG/
2012 Sulla strada Edel Music
2014 Vivavoce Sony Music/Caravan

Vedi:

__________________________________________________________________________________________________________

Francesco De Gregori


Francesco De Gregori (1951 – vivente), cantautore italiano.

Citazioni di Francesco De Gregori

  • [Rino Gaetano] Era fisicamente diverso da noi, non aveva l'aplomb da universitari che avevamo noi, nonostante cercassimo di fare i freakettoni. C'era poi l'aspetto zingaresco di Rino, era una specie di scheggia impazzita, aveva un grandissimo talento, una fantasia smisurata. Ricordo il suo sguardo beffardo, provocatorio, ma anche la grande dolcezza. Le sue canzoni avevano l'aspetto formale del nonsense, ma avevano contenuto, facevano pensare. Rino sapeva cosa sono le canzoni e come si scrivono. Era un uomo del Sud e questo si percepiva, lo dico in senso positivo.[1]
  • Fabrizio era un uomo generoso e bellicoso, facile da amare e difficilissimo da andarci d'accordo.[2]
Dall'intervista di Aldo Cazzulo De Gregori: non voto più. La mia sinistra si è persa tra slow food e No Tav, Corriere della Sera.it, 31 luglio 2013
  • Berlusconi è stato fondamentalmente un uomo d'azienda. Nel suo campo e nel suo tempo una persona molto abile, non un vecchio padrone delle ferriere. Ha fatto politica solo per proteggere i suoi interessi, senza avere nessun senso dello Stato, nessun rispetto per le regole e, credo, con alle spalle una scarsa cultura generale. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. È imputato di reati gravi e si è difeso dai processi più che nei processi.
  • [Oggi la sinistra italiana] È un arco cangiante che va dall'idolatria per le piste ciclabili a un sindacalismo vecchio stampo, novecentesco, a tratti incompatibile con la modernità. Che agita in continuazione i feticci del "politicamente corretto", una moda americana di trent'anni fa, e della "Costituzione più bella del mondo". Che si commuove per lo slow food e poi magari, en passant, strizza l'occhio ai No Tav per provare a fare scouting con i grillini.
  • Il verbo "credere" non dovrebbe appartenere alla politica. Non basta promettere bene e saper comunicare.
  • Papa Francesco, la più bella notizia degli ultimi anni. Ma mi piaceva anche Ratzinger. Intellettuale di altissimo livello, all'apparenza nemico del mondo moderno e in realtà avanzatissimo, grande teologo e per questo forse distante dalla gente. Magari i fedeli in piazza San Pietro non lo capivano. Ma il suo discorso di Ratisbona fu un discorso importante.
  • Sono convinto che l'Italia abbia grandi chance per il futuro. E ogni volta che canto quella canzone sento che ogni parola di quel testo continua ad avere un peso. "L'Italia che resiste", ad esempio; e solo le anime semplici potevano pensare che c'entrasse qualcosa con lo slogan giustizialista "resistere resistere resistere". "L'Italia che si dispera e l'Italia che s'innamora". L'Italia che ogni tanto s'innamora delle persone sbagliate, da Mussolini a Berlusconi. Ma il mio amore per l'Italia, e per gli italiani, non è in discussione.
  • Sono stato berlusconiano solo per trenta secondi in vita mia: quando ho visto i sorrisi di scherno di Merkel e Sarkozy.
  • Sono stufo del fatto che, appena si cerca un accordo su una riforma, subito da sinistra si gridi all'"inciucio", al tradimento. Basta con queste sciocchezze. Basta con l'ansia di non avere nemici a sinistra; io ho sempre avuto nemici a sinistra, e non me ne sono mai occupato. Ho votato Pci quando era comunista anche Napolitano. Ma viene il momento in cui la realtà cambia le cose, bisogna distaccarsi da alcune vecchie certezze, lasciare la ciambella di salvataggio ed essere liberi di nuotare, non abbandonando per questo la tua terra d'origine. Non ce la faccio più a sentir recitare la solita solfa "Dì qualcosa di sinistra". Era la bellissima battuta di un vecchio film, non può diventare l'unica bandiera delle anime belle di oggi. Proviamo piuttosto a dire qualcosa di sensato, di importante, di nuovo. Magari scopriremo che è anche di sinistra.

Citazioni tratte da canzoni

Alice non lo sa

Etichetta: It, 1973.

  • Alice guarda i gatti e i gatti guardano nel sole | mentre il mondo sta girando senza fretta. (da Alice, n.º 1)
  • E Cesare, perduto nella pioggia, | sta aspettando da sei ore il suo amore, ballerina. (da Alice, n.º 1)
  • Il mendicante arabo ha qualcosa nel cappello, | ma è convinto che sia un portafortuna. | Non ti chiede mai pane o carità, | e un posto per dormire non ce l'ha, | ma tutto questo Alice non lo sa. (da Alice, n.º 1)
  • Cosa importa se sono lontani | dai cortili che li hanno cresciuti, | oramai questa terra è loro. (da 1940, n.º 2)
  • In fondo tu già sai che domani è un giorno lungo | e che un altro verrà a dirti di amare i tuoi pensieri, | e tu lo seguirai come fosse uno sparviero | pauroso nell'orgoglio della sua fragilità. (da Le strade di lei, n.º 3)
  • Al di là delle bottiglie che ti portano lontano, | al di là della pazienza che ti fa morire piano, | al di là dei pomeriggi in cui fabbrichi il tuo mondo, | che ti tradirà, | nasceranno bambini vestiti di cielo, | suonatori di flauto. (da Suonatori di flauto, n.º 4)
  • Dov'eri tu quando parlavo tanto | ed ero solo come una bestemmia? (da Buonanotte fratello, n.º 5)
  • Se c'è un inferno mi saprà ascoltare. (da Buonanotte fratello, n.º 5)
  • E non importa niente se la gente del caffè | non capirà la loro anima. | I musicanti non piangono mai. (da I musicanti, n.º 7)
  • L'ombra di mio padre, due volte la mia, | lui camminava ed io correvo. (da La casa di Hilde[3], n.º 8)
  • Oltre quel monte il confine, | oltre il confine chissà, | oltre quel monte la casa di Hilde. (da La casa di Hilde[3], n.º 8)
  • Oltre il confine, con molto dolore, | non trovai fiori diversi. (da La casa di Hilde[3], n.º 8)
  • Ma poi, chissà la gente che ne sa, | chissà la gente che ne sa | dei suoi pensieri sul cuscino, che ne sa? | Della sua luna in fondo al pozzo, che ne sa? | Dei suoi segreti e del suo mondo... (da Il ragazzo, n.º 9)
  • Ha una voglia strana in fondo al cuore | che nemmeno lui lo sa | se sia paura o libertà, | se sia paura oppure libertà. (da Il ragazzo, n.º 9)
  • Il mondo passa accanto a lei | e non la sfiora mai. (da Irene, n.º 10)
  • Con il telefono staccato, | l'anima in libertà, | com'è grande il cielo e come è piccola una donna, | com'è grande il cielo... (da Irene, n.º 10)
  • Ho dormito troppo a lungo: | la montagna era stregata | da un poeta che suonava il pianoforte. | Ho sognato le mie mani che sparivano nel buio | mentre Dio me le stringeva un po' più forte. (da Marianna al bivio, n.º 11)
  • Quattro porte, quattro verità | e ognuna sorrideva, | e un palazzo di granito | con un uomo che gridava | e la luna che sembrava una patata. (da Marianna al bivio, n.º 11)
  • Lilli Greco non capisce, ma, che Dio lo benedica, | fra un bicchiere e una bistecca mi diverte. (da Marianna al bivio, n.º 11)

Francesco De Gregori

Etichetta: RCA Italiana, 1974.

  • Se tu fossi di ghiaccio ed io fossi di neve | – che freddo, amore mio! –, pensaci bene a far l'amore. (da Niente da capire, n.º 1)
  • È troppo tempo, amore, che noi giochiamo a scacchi, | mi dicono che stai vincendo e ridono da matti, | ma io non lo sapevo che era una partita, | posso dartela vinta e tenermi la mia vita. (da Niente da capire, n.º 1)
  • "Non c'è nessun motivo di essere nervosi", | ti dicono agitando i loro sfollagente. (da Cercando un altro Egitto, n.º 2)
  • Un amico di infanzia, dopo questa canzone, | mi ha detto: "È bellissima: è un incubo riuscito. | Ma dimmi, sogni spesso le cose che hai scritto | oppure le hai inventate solo per scandalizzarmi?" | Amore, amore, naviga via, | devo ancora svegliarmi. (da Cercando un altro Egitto, n.º 2)
  • Guardo le mie povere cose, | una foto di Angela Davis | muore lentamente sul muro | e a me di lei | non me n'è fregato niente mai. (da Informazioni di Vincent, n.º 4)
  • Tu conosci mica qualcuno | che è disposto a chiamarmi "fratello" | senza avermi letto la mano? (da Informazioni di Vincent, n.º 4)
  • A volte potrai avermi con un fiore, | a volte un fiore non ti basterà, | a volte penserai di avermi chiuso in una stanza. | Dammi le tue chiavi, dolce, | voglio farne una copia, | voglio scrivere una lunga poesia per le tue braccia. (da Giorno di pioggia, n.º 5)
  • Bene, se mi dici che ci trovi anche dei fiori in questa storia | sono tuoi, | ma è inutile cercarmi sotto il tavolo, ormai non ci sto più: | ho preso qualche treno, qualche nave, qualche sogno qualche tempo fa. (da Bene, n.º 6)
  • E adesso puoi richiuderti nel bagno a commentare le mie poesie, | però stai attenta a tendermi la mano perché il braccio non lo voglio più. (da Bene, n.º 6)
  • Però non mi confondere con niente e con nessuno | e, vedrai, niente e nessuno ti confonderà; | nemmeno l'innocenza nei miei occhi – ce n'è già meno di ieri, ma che male c'è? | Le navi di Pierino erano carta di giornale, eppure guarda, sono andate via, | magari dove tu volevi andare ed io non ti ho portato mai. | Ma puoi chiamarmi ancora "amore mio". (da Bene, n.º 6)
  • Io ti ho aspettato | all'ombra dei tuoi "percome" | col mio viso angelico | percosso dai fatti. (da Chissà dove sei, n.º 7)
  • Può accadere di tutto, | puoi anche conquistare | vari uomini bruni | e misurarne l'aspetto, | ma il mio indirizzo è | Via del sopracciglio destro, | con rispetto parlando, | e altre parti, | altre parti di me. (da Chissà dove sei, n.º 7)
  • Fiori falsi e sogni veri | tra gli eroi della friggitoria chantant. | Grazie, ho già mangiato ieri: | un sorriso stasera basterà. (da Arlecchino, n.º 9)
  • Mi hanno detto: "Fermati", | non mi hanno chiesto mica: "Dove vai?". (da Arlecchino, n.º 9)
  • Dove vai? | Quanti soldi ti hanno dato? | quanti fiori e quanti anni? | Dove vai? | La mia cella è un po' più stretta | e mi pagano di più. (da Arlecchino, n.º 9)
  • E niente che rompeva la noia dell'attesa, | solo il suono della pioggia che cadeva. (da Finestre di dolore, n.º 10)
  • E un gallo si mise a suonare la sveglia, | per quanto la notte fosse ancora ubriaca | e Giuda fosse ancora un ragazzo. (da Finestre di dolore, n.º 10)
  • E credo che fu in quel preciso momento | che venne da molto lontano un ricordo, | qualcosa di simile a un pianto di madri; | e due angeli vestiti di bianco | scesero con aria stupita | e il vuoto nel cuore, | e aprimmo al pianto le finestre del dolore. (da Finestre di dolore, n.º 10)
  • In fondo alla pianura | una linea più buia, | l'esercito degli uomini diversi, | con gli occhi e la bocca pieni di sonno | aspettava in una buca di due metri, | e noi dall'altra parte del concetto | con l'anima in fondo alle gavette | cacciavamo i pensieri come mosche mortali, | e il nostro cervello era bianco. (da Finestre di dolore, n.º 10)
  • Domani che farò, ragazza mia, | dei tuoi pensieri magri? (da Souvenir, n.º 11)
  • E faccio di mestiere il venditore di risate | al circo che si tiene il lunedì; | ragazza mia, ci andresti mai? (da Souvenir, n.º 11)
  • E intanto conto i denti, però il conto non mi torna: | ce ne è uno che mi manca, e forse tu mi puoi aiutare: | per caso, non l'hai mica ritrovato a casa tua? | Ero così distratto, amore mio, | quando ti ho morso il cuore. (da Souvenir, n.º 11)

Rimmel

Etichetta: RCA Italiana, 1975.

  • Chi mi ha fatto le carte | mi ha chiamato vincente, | ma uno zingaro è un trucco | e un futuro invadente. | Fossi stato un po' più giovane | l'avrei distrutto con la fantasia, | l'avrei stracciato con la fantasia. (da Rimmel, n.º 1)
  • Ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo | e la mia faccia sovrapporla a quella di chissà chi altro. | Ho ancora i tuoi quattro assi, | bada bene di un colore solo: | li puoi nascondere o giocare con chi vuoi, | o farli rimanere buoni amici come noi. (da Rimmel, n.º 1)
  • Non conosce paura | l'uomo che salta e vince sui vetri | e spezza bottiglie, ride e sorride | perché ferirsi non è possibile, | morire meno che mai e poi mai. (da Pezzi di vetro, n.º 2)
  • Il signor Hood era un galantuomo | sempre ispirato dal sole, | con due pistole caricate a salve | ed un canestro di parole. (da Il signor Hood, n.º 3)
  • E che [il signor Hood] fosse un bandito | negare non si può, | però non era il solo. (da Il signor Hood, n.º 3)
  • E adesso anche quando piove | lo [il signor Hood] vedi sempre con le spalle al sole, | con un canestro di parole nuove | calpestare nuove aiuole. (da Il signor Hood, n.º 3)
  • E il treno io l'ho preso e ho fatto bene. | Spago sulla mia valigia non ce n'era: | solo un po' d'amore la teneva insieme, | solo un po' di rancore la teneva insieme. (da Pablo, n.º 4)
  • Buonanotte, buonanotte amore mio, | buonanotte tra il telefono e il cielo. (da Buonanotte fiorellino, n.º 5)
  • Buonanotte, buonanotte fiorellino, | buonanotte tra le stelle e la stanza. | Per sognarti devo averti vicino, | e vicino non è ancora abbastanza. (da Buonanotte fiorellino, n.º 5)
  • Gli uccellini nel vento non si fanno mai male: | hanno ali più grandi di me. | E dall'alba al tramonto sono soli nel sole. (da Buonanotte fiorellino, n.º 5)
  • Mio padre ha una storia comune | condivisa dalla sua generazione: | la mascella al cortile parlava. | Troppi morti lo hanno smentito: | tutta gente che aveva capito. (da Le storie di ieri, n.º 6)
  • E il bambino nel cortile sta giocando: | tira sassi nel cielo e nel mare. | Ogni volta che colpisce una stella | chiude gli occhi e comincia a sognare, | chiude gli occhi e comincia a volare. (da Le storie di ieri, n.º 6)
  • E i cavalli a Salò sono morti di noia: | a giocare col nero perdi sempre. | Mussolini ha scritto anche poesie. | I poeti, che brutte creature: | ogni volta che parlano è una truffa. (da Le storie di ieri, n.º 6)
  • E anche adesso è rimasta una scritta nera | sopra il muro davanti casa mia; | dice che il movimento vincerà. | I nuovi capi hanno facce serene | e cravatte intonate alla camicia. (da Le storie di ieri, n.º 6)
  • Ma il bambino nel cortile si è fermato: | si è stancato di seguire aquiloni. | Si è seduto tra i ricordi vicini e i rumori lontani, | guarda il muro e si guarda le mani. (da Le storie di ieri, n.º 6)
  • Il quarto [cane] ha un padrone, | non sa dove andare, comunque ci va. | Va dietro ai fratelli e si fida, | ogni tanto si ferma a annusare la vita. (da Quattro cani, n.º 7)
  • Ti portassero in piazza | con chiodi e catene | se davvero non sei sincera. (da Piccola mela, n.º 8)
  • Ti legassero stretta | alla quercia più vecchia | se davvero non vuoi il mio cuore. (da Piccola mela, n.º 8)
  • Uno scudo bianco in campo azzurro è la sua fotografia. | Chiunque lo conosca bene può chiamarlo senza offesa uomo di poca malinconia. (da Piano bar, n.º 9)
  • È un pianista di piano bar: | vende a tutti tutto quel che fa. | Non sperare di farlo piangere | perché piangere non sa. | Nella punta delle dita poco jazz, | poche ombre nella vita. (da Piano bar, n.º 9)

Bufalo Bill

Etichetta: RCA Italiana, 1976.

  • Il paese era molto giovane, | i soldati a cavallo era la sua difesa. | Il verde brillante della prateria dimostrava in maniera lampante l'esistenza di Dio, | del Dio che progetta la frontiera e costruisce la ferrovia. (da Bufalo Bill, n.º 1)
  • Se avessi potuto scegliere tra la vita e la morte, | tra la vita e la morte avrei scelto l'America. (da Bufalo Bill, n.º 1)
  • Tra bufalo e locomotiva | la differenza salta agli occhi: | la locomotiva ha la strada segnata, | il bufalo può scartare | di lato e cadere. (da Bufalo Bill, n.º 1)
  • Ora ti voglio dire: | c'è chi uccide per rubare | e c'è chi uccide per amore; | il cacciatore uccide sempre per giocare, | io uccidevo per essere il migliore. (da Bufalo Bill, n.º 1)
  • Avevo pochi anni | e vent'anni sembran pochi: | poi ti volti a guardarli e non li trovi più. (da Bufalo Bill, n.º 1)
  • E mi ricordo infatti un pomeriggio triste, | io col mio amico Culo di gomma, famoso meccanico, | sul ciglio di una strada a contemplare l'America: | diminuizione dei cavalli, aumento dell'ottimismo. (da Bufalo Bill, n.º 1)
  • Dolly del mare profondo, | figlia di minatori, | si leva le scarpe e cammina sull'erba | insieme al figlio del figlio dei fiori. (da L'uccisione di Babbo Natale, n.º 3)
  • Infatti arriva Babbo Natale, | carico di ferro e carbone, | il figlio del figlio dei fiori lo uccide | con un coltello e con un bastone. (da L'uccisione di Babbo Natale, n.º 3)
  • Così Dolly del mare profondo | e il figlio del figlio dei fiori | si danno la mano e ritornano a casa, | tornano a casa dai genitori. (da L'uccisione di Babbo Natale, n.º 3)
  • Risulta peraltro evidente | anche nel clima della distensione | che un eventuale attacco ai Paesi arabi | vede l'Italia in prima posizione. (da Disastro aereo sul canale di Sicilia, n.º 4)
  • Lui adesso vive ad Atlantide | con un cappello pieno di ricordi. | Ha la faccia di uno che ha capito | e anche un principio di tristezza in fondo all'anima. | Nasconde sotto il letto un barattolo di birra disperata | e a volte ritiene di essere un eroe. (da Atlantide, n.º 6)
  • Rubatele pure i soldi, | rubatele anche i ricordi, | ma lasciatele per sempre la sua dolce curiosità. | Ditele che l'ho perduta quando l'ho capita, | ditele che la perdono per averla tradita. (da Atlantide, n.º 6)
  • Che tipo d'uomo legge oggi il Vangelo? | Che t'hanno fatto agli occhi, Gesù Maria? | Terza domanda: quanti anni ho sotto il cielo? | E quante mosche ho torturato nella mia infanzia buona e cattiva? (da Ultimo discorso registrato, n.º 8)
  • E adesso, per favore, dimmi quando finirà la guerra: | sono stufo di stare nella mia trincea di lusso. (da Ultimo discorso registrato, n.º 8)
  • Ed io vi ho solamente raccontato, | senza niente inventare, | l'ultimo discorso registrato | dell'uomo che voleva parlare. (da Ultimo discorso registrato, n.º 8)
  • Lo portarono via in duecento, | peccato fosse solo quando se ne andò. (da Festival, n.º 9)
  • La notte che presero il vino | e ci lavarono la strada, | chi ha ucciso quel giovane angelo | che girava senza spada? (da Festival, n.º 9)
  • La notte che presero le sue mani | e le usarono per un applauso più forte, | chi ha ucciso il piccolo principe | che non credeva nella morte? (da Festival, n.º 9)
  • La notte che tutti andarono a cena | e canticchiarono La Vie en rose, | chi ha ucciso il figlio della portiera, | che aveva fretta, che non si fermò? (da Festival, n.º 9)
  • Alcuni lo ricordano ancora | mentre accende una sigaretta, | altri ne hanno fatto un monumento | per dimenticare un po' più in fretta. (da Festival, n.º 9)
  • Santa Lucia, | per tutti quelli che hanno gli occhi | e un cuore che non basta agli occhi. (da Santa Lucia, n.º 10)
  • Per gli amici che vanno e ritornano indietro | e hanno perduto l'anima e le ali. | Per chi vive all'incrocio dei venti | ed è bruciato vivo. (da Santa Lucia, n.º 10)
  • Santa Lucia, | il violino dei poveri è una barca sfondata, | è un ragazzino al secondo piano | che canta, ride e stona; | perché vada lontano fa' che gli sia dolce | anche la pioggia nelle scarpe, anche la solitudine. (da Santa Lucia, n.º 10)

De Gregori

Etichetta: RCA Italiana, 1978.

  • Generale, dietro la collina | ci sta la notte crucca e assassina | e in mezzo al prato c'è una contadina | curva sul tramonto: sembra una bambina | di cinquant'anni e di cinque figli | venuti al mondo come conigli, | partiti al mondo come soldati | e non ancora tornati. (da Generale, n.º 1)
  • Generale, queste cinque stelle, | queste cinque lacrime sulla mia pelle | che senso hanno dentro al rumore | di questo treno, | che è mezzo vuoto e mezzo pieno | e va veloce verso il ritorno? (da Generale, n.º 1)
  • E tu scrivimi, scrivimi | se ti viene la voglia, | e raccontami quello che fai: | se cammini nel mattino | e t'addormenti di sera; | e se dormi che dormi | e che sogni che fai. (da Natale, n.º 2)
  • Qui la gente va veloce | ed il tempo corre piano | come un treno dentro una galleria. (da Natale, n.º 2)
  • Il quinto venne assunto in galera per un indizio da poco | e fu crocefisso col ferro e col fuoco, | forse per un errore o forse perché era stato scoperto; | forse un'implicita confessione oppure soltanto lo sconforto. (da L'impiccato, n.º 3)
  • Stella è contenta | che babbo se n'è andato, | che babbo è via lontano. | E mamma lava i piatti e | canta piano. (da Babbo in prigione, n.º 4)
  • [...] com'è vero che non voglio tornare | a una stanza vuota e tranquilla | dove aspetto un amore lontano | e mi pettino i pensieri | col bicchiere nella mano. (da Renoir, n.º 5)
  • Io nel frattempo ho scritto altre canzoni, | di lei parlano raramente, | ma non è vero che io l'abbia perduta, | dimenticata come dice la gente. (da Renoir, n.º 5)
  • E tutto mi sembrava andasse bene, | e tutto mi sembrava andasse bene | tra me e le mie parole, | tra me e le mie parole | e la mia anima. (da Il '56, n.º 7)
  • E il Natale allora sì che era una festa vera, | cominciavo ad aspettarlo quattro mesi prima. (da Il '56, n.º 7)
  • Mi ricordo le fotografie dei carri armati: | io passavo i pomeriggi a ritagliarle, | a incollarle sopra pezzi di cartone. (da Il '56, n.º 7)
  • La campana ha suonato tutto il giorno, | laddove i cani hanno abbaiato. | Io ho pianto lacrime fino all'osso, | lacrime e tosse sul selciato. | Incollato sull'asfalto della strada, | mai stato così lontano | dalla dolcezza a cui tutti hanno diritto, | io con un fascio di giornali in mano; | e con un fascio di giornali in mano pensavo: | "Si può anche morire di dolore". (da La campana, n.º 8)
  • I miei amici, lo sai, | sono tutti segnati. | I miei amici, lo sai, | sono tutti in galera, | sono tutti fregati, | sono tutti schedati. (da La campana, n.º 8)
  • E avevo nella testa una fontana, | una pioggia sottile di pensieri cattivi, | mentre la gente seduta al tavolino | contava il tempo con gli aperitivi. (da La campana, n.º 8)
  • E camminavo come un uomo tranquillo, | e sotto questo grande cielo azzurro finalmente | mi sentivo un uomo solo. (da La campana, n.º 8)
  • Ecco, stasera mi piace così, | con queste stelle appiccicate al cielo, | la lama del coltello nascosta nello stivale | e il tuo sorriso: trentadue perle. (da Due zingari, n.º 10)
  • Così disse il ragazzo: | "Nella mia vita non ho mai avuto fame | e non ricordo sete di acqua o di vino. | Ho sempre corso libero, felice come un cane, | tra la campagna e la periferia. | E chissà da dove venivano i miei: | dalla Sicilia o dall'Ungheria. | Avevano occhi veloci come il vento, | leggevano la musica, | leggevano la musica nel firmamento." (da Due zingari, n.º 10)

Viva l'Italia

Etichetta: RCA Italiana, 1979.

  • g (da Generale, n.º 1)



Note

  1. Dalla rassegna Una casa per Rino del 2002; citato in Enrico Deregibus, Rino Gaetano, cinque giorni da ricordare, Kataweb Musica, 9 settembre 2002.
  2. Da una nota nel disco Amore nel pomeriggio; citato in viadelcampo.com.
  3. a b c Testo di Francesco De Gregori e Edoardo De Angelis.