Ogni maledetta domenica - Any Given Sunday: differenze tra le versioni

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==Frasi==
==Frasi==
* Non so cosa dirvi davvero. 3 minuti alla nostra più difficile sfida professionale. Tutto si decide oggi. Ora noi o risorgiamo come squadra o cederemo un centimetro alla volta, uno schema dopo l'altro, fino alla disfatta. Siamo all'inferno adesso signori miei. Credetemi. E possiamo rimanerci, farci prendere a schiaffi, oppure aprirci la strada lottando verso la luce. Possiamo scalare le pareti dell'inferno un centimetro alla volta. Io però non posso farlo per voi. Sono troppo vecchio. Mi guardo intorno, vedo i vostri giovani volti e penso "certo che ho commesso tutti gli errori che un uomo di mezza età possa fare". Si perché io ho sperperato tutti i miei soldi, che ci crediate o no. Ho cacciato via tutti quelli che mi volevano bene e da qualche anno mi dà anche fastidio la faccia che vedo nello specchio. Sapete con il tempo, con l'età, tante cose ci vengono tolte, ma questo fa parte della vita. Però tu lo impari solo quando quelle cose le cominci a perdere e scopri che la vita è un gioco di centimetri, e così è il football. Perché in entrambi questi giochi, la vita e il football, il margine di errore è ridottissimo. Capitelo. Mezzo passo fatto un po' in anticipo o in ritardo e voi non ce la fate, mezzo secondo troppo veloci o troppo lenti e mancate la presa. Ma i centimetri che ci servono, sono dappertutto, sono intorno a noi, ce ne sono in ogni break della partita, ad ogni minuto, ad ogni secondo. In questa squadra si combatte per un centimetro, in questa squadra massacriamo di fatica noi stessi e tutti quelli intorno a noi per un centimetro, ci difendiamo con le unghie e con i denti per un centimetro, perché sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri il totale allora farà la differenza tra la [[vittoria]] e la [[sconfitta]], la differenza fra vivere e morire. E voglio dirvi una cosa: in ogni scontro è colui il quale è disposto a morire che guadagnerà un centimetro, e io so che se potrò avere una esistenza appagante sarà perché sono disposto ancora a battermi e a morire per quel centimetro. La nostra vita è tutta lì, in questo consiste. In quei 10 centimetri davanti alla faccia, ma io non posso obbligarvi a lottare. Dovete guardare il compagno che avete accanto, guardarlo negli occhi, io scommetto che ci vedrete un uomo determinato a guadagnare terreno con voi, che ci vedrete un uomo che si sacrificherà volentieri per questa squadra, consapevole del fatto che quando sarà il momento voi farete lo stesso per lui. Questo è essere una squadra signori miei. Perciò o noi risorgiamo adesso come collettivo, o saremo annientati individualmente. È il football ragazzi, è tutto qui. Allora, che cosa volete fare? ('''Tony D'Amato''')
* Non so cosa dirvi davvero. Tre minuti alla nostra più difficile sfida professionale. Tutto si decide oggi. Ora noi o risorgiamo come squadra o cederemo un centimetro alla volta, uno schema dopo l'altro, fino alla disfatta. Siamo all'inferno adesso signori miei. Credetemi. E possiamo rimanerci, farci prendere a schiaffi, oppure aprirci la strada lottando verso la luce. Possiamo scalare le pareti dell'inferno un centimetro alla volta. Io però non posso farlo per voi. Sono troppo vecchio. Mi guardo intorno, vedo i vostri giovani volti e penso "certo che ho commesso tutti gli errori che un uomo di mezza età possa fare". Si perché io ho sperperato tutti i miei soldi, che ci crediate o no. Ho cacciato via tutti quelli che mi volevano bene e da qualche anno mi dà anche fastidio la faccia che vedo nello specchio. Sapete con il tempo, con l'età, tante cose ci vengono tolte, ma questo fa parte della vita. Però tu lo impari solo quando quelle cose le cominci a perdere e scopri che la vita è un gioco di centimetri, e così è il football. Perché in entrambi questi giochi, la vita e il football, il margine di errore è ridottissimo. Capitelo. Mezzo passo fatto un po' in anticipo o in ritardo e voi non ce la fate, mezzo secondo troppo veloci o troppo lenti e mancate la presa. Ma i centimetri che ci servono, sono dappertutto, sono intorno a noi, ce ne sono in ogni break della partita, ad ogni minuto, ad ogni secondo. In questa squadra si combatte per un centimetro, in questa squadra massacriamo di fatica noi stessi e tutti quelli intorno a noi per un centimetro, ci difendiamo con le unghie e con i denti per un centimetro, perché sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri il totale allora farà la differenza tra la [[vittoria]] e la [[sconfitta]], la differenza fra vivere e morire. E voglio dirvi una cosa: in ogni scontro è colui il quale è disposto a morire che guadagnerà un centimetro, e io so che se potrò avere una esistenza appagante sarà perché sono disposto ancora a battermi e a morire per quel centimetro. La nostra vita è tutta lì, in questo consiste. In quei 10 centimetri davanti alla faccia, ma io non posso obbligarvi a lottare. Dovete guardare il compagno che avete accanto, guardarlo negli occhi, io scommetto che ci vedrete un uomo determinato a guadagnare terreno con voi, che ci vedrete un uomo che si sacrificherà volentieri per questa squadra, consapevole del fatto che quando sarà il momento voi farete lo stesso per lui. Questo è essere una squadra signori miei. Perciò o noi risorgiamo adesso come collettivo, o saremo annientati individualmente. È il football ragazzi, è tutto qui. Allora, che cosa volete fare? ('''Tony D'Amato''')
* Hai avuto il comando, negro, ma ti ha seguito forse qualcuno? [...] Certo, giocando hai imparato a farti valere, a fare il galletto, a pungere... ma che altro? Un giorno niente più denaro, niente più donne, niente applausi: fine del sogno. [...] Un uomo deve guardarsi indietro ed essere fiero di tutta la sua vita, non solo degli anni con paracosce e conchiglia. E non fermarsi al ricordo degli anni d'oro. Questo devi averlo dentro. Se non ce l'hai, non sei un uomo: sei solo un buffone. ('''Shark''')
* Hai avuto il comando, negro, ma ti ha seguito forse qualcuno? [...] Certo, giocando hai imparato a farti valere, a fare il galletto, a pungere... ma che altro? Un giorno niente più denaro, niente più donne, niente applausi: fine del sogno. [...] Un uomo deve guardarsi indietro ed essere fiero di tutta la sua vita, non solo degli anni con paracosce e conchiglia. E non fermarsi al ricordo degli anni d'oro. Questo devi averlo dentro. Se non ce l'hai, non sei un uomo: sei solo un buffone. ('''Shark''')
* Tu non sei un fuoco di paglia... un Cornerback... un ricevitore... uno dei tanti Julian Washington, cazzo, tu sei un Quarterback!!! Lo sai cosa significa?! È il ruolo principale, Willie. È colui che si prende le colpe, è colui che tutti guardano per primo, il leader di una squadra che ti da il suo appoggio, quando si riconosce in te. Si faranno spezzare costole, fratturare nasi e colli per te perché avranno fiducia, quella fiducia che ti sarai conquistato. Questo è il Quarterback. ('''Tony D'Amato''')
* Tu non sei un fuoco di paglia... un Cornerback... un ricevitore... uno dei tanti Julian Washington, cazzo, tu sei un Quarterback!!! Lo sai cosa significa?! È il ruolo principale, Willie. È colui che si prende le colpe, è colui che tutti guardano per primo, il leader di una squadra che ti da il suo appoggio, quando si riconosce in te. Si faranno spezzare costole, fratturare nasi e colli per te perché avranno fiducia, quella fiducia che ti sarai conquistato. Questo è il Quarterback. ('''Tony D'Amato''')

Versione delle 19:26, 29 nov 2015

Ogni maledetta domenica

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Titolo originale

Any Given Sunday

Lingua originale inglese
Paese Usa
Anno 1999
Genere drammatico, sportivo
Regia Oliver Stone
Sceneggiatura John Logan
Produttore Richard DonnerOliver Stone
Interpreti e personaggi

Ogni maledetta domenica, film del 1999 con Al Pacino e Cameron Diaz, regia di Oliver Stone.

Frasi

  • Non so cosa dirvi davvero. Tre minuti alla nostra più difficile sfida professionale. Tutto si decide oggi. Ora noi o risorgiamo come squadra o cederemo un centimetro alla volta, uno schema dopo l'altro, fino alla disfatta. Siamo all'inferno adesso signori miei. Credetemi. E possiamo rimanerci, farci prendere a schiaffi, oppure aprirci la strada lottando verso la luce. Possiamo scalare le pareti dell'inferno un centimetro alla volta. Io però non posso farlo per voi. Sono troppo vecchio. Mi guardo intorno, vedo i vostri giovani volti e penso "certo che ho commesso tutti gli errori che un uomo di mezza età possa fare". Si perché io ho sperperato tutti i miei soldi, che ci crediate o no. Ho cacciato via tutti quelli che mi volevano bene e da qualche anno mi dà anche fastidio la faccia che vedo nello specchio. Sapete con il tempo, con l'età, tante cose ci vengono tolte, ma questo fa parte della vita. Però tu lo impari solo quando quelle cose le cominci a perdere e scopri che la vita è un gioco di centimetri, e così è il football. Perché in entrambi questi giochi, la vita e il football, il margine di errore è ridottissimo. Capitelo. Mezzo passo fatto un po' in anticipo o in ritardo e voi non ce la fate, mezzo secondo troppo veloci o troppo lenti e mancate la presa. Ma i centimetri che ci servono, sono dappertutto, sono intorno a noi, ce ne sono in ogni break della partita, ad ogni minuto, ad ogni secondo. In questa squadra si combatte per un centimetro, in questa squadra massacriamo di fatica noi stessi e tutti quelli intorno a noi per un centimetro, ci difendiamo con le unghie e con i denti per un centimetro, perché sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri il totale allora farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta, la differenza fra vivere e morire. E voglio dirvi una cosa: in ogni scontro è colui il quale è disposto a morire che guadagnerà un centimetro, e io so che se potrò avere una esistenza appagante sarà perché sono disposto ancora a battermi e a morire per quel centimetro. La nostra vita è tutta lì, in questo consiste. In quei 10 centimetri davanti alla faccia, ma io non posso obbligarvi a lottare. Dovete guardare il compagno che avete accanto, guardarlo negli occhi, io scommetto che ci vedrete un uomo determinato a guadagnare terreno con voi, che ci vedrete un uomo che si sacrificherà volentieri per questa squadra, consapevole del fatto che quando sarà il momento voi farete lo stesso per lui. Questo è essere una squadra signori miei. Perciò o noi risorgiamo adesso come collettivo, o saremo annientati individualmente. È il football ragazzi, è tutto qui. Allora, che cosa volete fare? (Tony D'Amato)
  • Hai avuto il comando, negro, ma ti ha seguito forse qualcuno? [...] Certo, giocando hai imparato a farti valere, a fare il galletto, a pungere... ma che altro? Un giorno niente più denaro, niente più donne, niente applausi: fine del sogno. [...] Un uomo deve guardarsi indietro ed essere fiero di tutta la sua vita, non solo degli anni con paracosce e conchiglia. E non fermarsi al ricordo degli anni d'oro. Questo devi averlo dentro. Se non ce l'hai, non sei un uomo: sei solo un buffone. (Shark)
  • Tu non sei un fuoco di paglia... un Cornerback... un ricevitore... uno dei tanti Julian Washington, cazzo, tu sei un Quarterback!!! Lo sai cosa significa?! È il ruolo principale, Willie. È colui che si prende le colpe, è colui che tutti guardano per primo, il leader di una squadra che ti da il suo appoggio, quando si riconosce in te. Si faranno spezzare costole, fratturare nasi e colli per te perché avranno fiducia, quella fiducia che ti sarai conquistato. Questo è il Quarterback. (Tony D'Amato)
  • Ogni maledetta domenica si vince o si perde, resta da vedere se si vince o si perde da uomini. (Tony D'Amato)

Dialoghi

  • Dr. Ollie Powers: Harvey, posso parlarti? Ho visitato Cup, la sua caviglia non mi piace, sono preoccupato per...
    Dr. Harvey Mandrake: Che cosa hai fatto? Lo hai visitato? Ollie, tu sei uno dei pochi parenti che sopporto... sei internista, io ortopedico, ci siamo? Ossa, muscoli, legamenti: io; raffreddori, diarrea, gonorrea, congiuntivite: tu!
  • Tony D'Amato: Io di perdere sono stanco, voi? [approvazione dei giocatori] Chi non lo è alzi la mano! [solleva il braccio] Avanti! Chi vuole fare il perdente alzi la mano! Chi vuole fare la checca alzi la mano! [Julian Washington si alza in piedi sulla panca e solleva il braccio] Che cazzo fai, Jay?
    Julian Washington: Non volevo che fossi l'unica checca con la mano alzata, coach, ti sto salvando! [risate dei giocatori e di Tony]
  • Tony D'Amato: Un allenatore può perdere l'istinto?
    Montezuma Monroe: Ah, tu non ce l'hai mai avuto, che vuoi perdere?
    Tony D'Amato: Ho solo il mio istinto, se perdo quello non mi resta niente.
  • Montezuma Monroe: Quelli ridono [Gli avversari]! Vi vedono come un branco di invertebrati, di ritardati mentali!! Pensano di avervi in tasca, di potervi sgozzare come capretti e di lasciarvi sanguinati con le budella al vento! In modo che gli sciacalli e gli avvoltoi ci facciano colazione e anche merenda!!
    Shark: Coach, così ti viene un infarto!
    Montezuma Monroe: Io non li subisco gli infarti, stronzo, li procuro!
  • Tony D'Amato: Senti, c'è una cosa che muoio dalla voglia di chiederti da un sacco di tempo.
    Willie: Quale?
    Tony D'Amato: Quella volta che sei venuto a casa mia e io avevo cucinato...
    Willie: Sì, allora?
    Tony D'Amato: T'è piaciuta o no la jambalaya?
    Willie: È la cosa più schifosa che abbia mai mangiato! Secondo te perché continuo a vomitare?
    Tony D'Amato: Ne avevo il sospetto.
    Willie: E adesso lo sai.
    Tony D'Amato: Dai, vai, vai a vincere questa partita!

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