John Fitzgerald Kennedy: differenze tra le versioni

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*Gli statisti sono responsabili dei loro errori soltanto nel settore in cui sono preposti, cioè quello del governo, e non vanno giudicati responsabili della nazione nel suo complesso. [...] Una delle manchevolezze della [[democrazia]], è di cercare capri espiatori per la sua debolezza. (dalla tesi di laurea di Kennedy, pubblicata come saggio dal titolo ''Why England Slept'' nel 1940; citato in Arthur Schlesinger Jr., ''I mille giorni di John F. Kennedy'', p. 105)
*Gli statisti sono responsabili dei loro errori soltanto nel settore in cui sono preposti, cioè quello del governo, e non vanno giudicati responsabili della nazione nel suo complesso. [...] Una delle manchevolezze della [[democrazia]], è di cercare capri espiatori per la sua debolezza. (dalla tesi di laurea di Kennedy, pubblicata come saggio dal titolo ''Why England Slept'' nel 1940; citato in Arthur Schlesinger Jr., ''I mille giorni di John F. Kennedy'', p. 105)
*Il [[conformismo]] è il carceriere della libertà e il nemico dello sviluppo. (dal [http://www.jfklibrary.org/Research/Ready-Reference/JFK-Speeches/Address-Before-the-General-Assembly-of-the-United-Nations-September-25-1961.aspx messaggio all'ONU] del 25 settembre 1961)
*Il [[conformismo]] è il carceriere della libertà e il nemico dello sviluppo. (dal [http://www.jfklibrary.org/Research/Ready-Reference/JFK-Speeches/Address-Before-the-General-Assembly-of-the-United-Nations-September-25-1961.aspx messaggio all'ONU] del 25 settembre 1961)
*Io sono un [[idealismo|idealista]] senza illusioni.<ref>Citato in [[Enzo Biagi]], ''Buoni cattivi: esiste ancora una morale valida per tutti?'', BUR, Milano, 1991, p. 15. ISBN 88-17-11549-5</ref>
*Io sono un [[ideale|idealista]] senza illusioni.<ref>Citato in [[Enzo Biagi]], ''Buoni cattivi: esiste ancora una morale valida per tutti?'', BUR, Milano, 1991, p. 15. ISBN 88-17-11549-5</ref>
*L'umanità deve porre fine alla [[guerra]], o la guerra porrà fine all'umanità. (dal messaggio all'ONU del 25 settembre 1961)
*L'umanità deve porre fine alla [[guerra]], o la guerra porrà fine all'umanità. (dal messaggio all'ONU del 25 settembre 1961)
*L'[[uomo]] è ancora il più straordinario dei [[computer]]. (da un discorso del 21 maggio 1963)
*L'[[uomo]] è ancora il più straordinario dei [[computer]]. (da un discorso del 21 maggio 1963)

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John F. Kennedy

John Fitzgerald Kennedy (1917 – 1963), 35° presidente degli Stati Uniti.

Citazioni di John Kennedy

  • Adesso sì che posso ritirarmi dalla politica, dopo che una ragazza dolce e pura come Marilyn Monroe mi ha augurato buon compleanno! (19 maggio 1962; citato in Marilyn, p. 369)
  • C'è molta gente nel mondo che davvero non capisce, o dice di non capire, dove sia la vera differenza tra il mondo libero ed il mondo comunista. Li si faccia venire a Berlino. Ci sono molti a dire che il comunismo è l'onda del futuro. Li si faccia venire a Berlino. E ci sono alcuni che dicono che in Europa e ovunque noi potremmo lavorare insieme con i comunisti. Li si faccia venire a Berlino. E ci sono perfino alcuni che dicono che il comunismo è un sistema malvagio ma ci permette di fare progressi economici. Lass' sie nach Berlin kommen. Li si faccia venire a Berlino. (dal discorso a Berlino Ovest, 26 giugno 1963)
  • Dunque non concentriamoci solo sulle nostre differenze, ma pensiamo anche ai nostri interessi comuni e a come superare tali differenze. E se le nostre divergenze non possono essere risolte oggi, almeno possiamo cercare di rendere il mondo un luogo sicuro per le diversità. Perché, in fin dei conti, il nostro più elementare legame è che tutti noi abitiamo questo piccolo pianeta, respiriamo la stessa aria, ci preoccupiamo per il futuro dei nostri figli, e siamo tutti mortali. (dal discorso alla American University, 10 giugno 1963)
  • Gli statisti sono responsabili dei loro errori soltanto nel settore in cui sono preposti, cioè quello del governo, e non vanno giudicati responsabili della nazione nel suo complesso. [...] Una delle manchevolezze della democrazia, è di cercare capri espiatori per la sua debolezza. (dalla tesi di laurea di Kennedy, pubblicata come saggio dal titolo Why England Slept nel 1940; citato in Arthur Schlesinger Jr., I mille giorni di John F. Kennedy, p. 105)
  • Il conformismo è il carceriere della libertà e il nemico dello sviluppo. (dal messaggio all'ONU del 25 settembre 1961)
  • Io sono un idealista senza illusioni.[1]
  • L'umanità deve porre fine alla guerra, o la guerra porrà fine all'umanità. (dal messaggio all'ONU del 25 settembre 1961)
  • L'uomo è ancora il più straordinario dei computer. (da un discorso del 21 maggio 1963)
  • La guerra non ci si propone più come un'alternativa razionale. (dal messaggio all'ONU del 25 settembre 1961)
  • La mia prima impressione [al suo arrivo in Francia ancora da studente universitario] è questa: mentre i francesi amano tutti Roosevelt, un tipo di governo alla Roosevelt non potrebbe avere successo in un paese come la Francia, che sembra mancare della capacità di guardare ad un problema nel suo complesso. Non amano Blum perché prende i loro soldi e li dà agli altri: cosa che per un francese è très mauvaise. (citato in Arthur Schlesinger Jr., I mille giorni di John F. Kennedy, p. 101)
  • La vittoria ha moltissimi padri, la sconfitta è orfana.[2]
  • Le migliori manovre strategiche avvengono sempre per caso. (citato in Arthur Schlesinger Jr., I mille giorni di John F. Kennedy, p. 93)
  • Mia madre era sempre o in una casa di moda parigina o inginocchiata dinnanzi ad un altare. [...] Quando avevamo veramente bisogno di lei, non c'era mai [...] Mia madre non mi ha mai stretto a sé, né mi ha mai coccolato. Mai, mai!(Citato in Edward Klein, La maledizione dei Kennedy, p. 31)
  • Mio padre [Joseph Kennedy] mi ha detto che tutti gli uomini di affari sono figli di puttana. (citato in Edward Klein, La maledizione dei Kennedy, p. 64)
  • Non chiedete che cosa il vostro paese può fare per voi; chiedete che cosa potete fare voi per il vostro paese.[3]
  • Non dobbiamo mai negoziare per paura, ma non dobbiamo mai aver paura di negoziare.[3]
  • Non voglio la capote sulla macchina, tutte la texane devono vedere che bella ragazza è Jackie.[4]
  • Perdona i tuoi nemici, ma non dimenticarti mai i loro nomi.[5]
  • Scegliamo di andare sulla Luna in questo decennio e di fare ancora altre cose, non perché sono [sfide] facili, ma perché sono difficili. (dal discorso alla Rice University, 12 settembre 1962)
  • Signore e signori, la parola "segretezza" è ripugnante in una società libera e aperta e noi, come popolo, ci siamo opposti, intrinsecamente e storicamente, alle società segrete, ai giuramenti segreti e alle riunioni segrete. Siamo di fronte, in tutto il mondo, ad una cospirazione monolitica e spietata, basata soprattutto su mezzi segreti per espandere la sua sfera d'influenza, sull'infiltrazione anziché sull'invasione, sulla sovversione anziché sulle elezioni, sull'intimidazione anziché sulla libera scelta. È un sistema che ha reclutato ampie risorse umane e materiali nella costruzione di una macchina affiatata, altamente efficiente, che combina operazioni militari, diplomatiche, di intelligence, economiche, scientifiche e politiche. Le sue azioni non vengono diffuse, ma tenute segrete. I suoi errori non vengono messi in evidenza, ma vengono nascosti. I suoi dissidenti non sono elogiati, ma ridotti al silenzio. Nessuna spesa viene contestata. Nessun segreto viene rivelato. Ecco perché il legislatore ateniese Solone decretò che evitare le controversie fosse un crimine per ogni cittadino. Sto chiedendo il vostro aiuto nel difficilissimo compito di informare e allertare il popolo americano. Sono convinto che con il vostro aiuto l'uomo diventerà ciò che per cui è nato: un essere libero e indipendente. (dal discorso presso l'Hotel Waldorf-Astoria di New York, 27 aprile 1961)
  • So che abbiamo tutti un debito con il nostro grande amico Frank Sinatra. Prima ancora di cantare, raccoglieva voti per i democratici in un distretto elettorale del New Jersey. Quel distretto è cresciuto fino a diventare una nazione... e quando smetterà di cantare, continuerà a parlare in favore del partito democratico, e io lo ringrazio a nome di tutti i presenti. (citato in Guida completa a Frank Sinatra)
  • Sono giunto alla conclusione che il fascismo è fatto per la Germania e l'Italia, il comunismo per la Russia e la democrazia per l'America e l'Inghilterra. (dal diario tenuto durante il suo soggiorno in Europa nel 1938, citato in Arthur Schlesinger Jr., I mille giorni di John F. Kennedy, p. 102)

Citazioni in lingua originale

  • Il grande nemico della verità molto spesso non è la menzogna: deliberata, creata ad arte e disonesta; quanto il mito: persistente, persuasivo ed irrealistico.
The great enemy of the truth is very often not the lie — deliberate, contrived and dishonest — but the myth — persistent, persuasive, and unrealistic. (dal discorso inaugurale alla Yale University, New Haven, Connecticut, 11 giugno 1962)
  • Io sono un berlinese.
(DE) Ich bin ein Berliner. (dal discorso a Berlino Ovest, 26 giugno 1963; citato in http://news.bbc.co.uk)
  • Siamo legati all'oceano. E quando torniamo al mare, sia per navigarci che per guardarlo, torniamo da dove siamo venuti.
We are tied to the ocean. And when we go back to the sea, whether it is to sail or to watch it we are going back from whence we came. (dal discorso all'America's Cup del 14 settembre 1962)
  • Un uomo fa ciò che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni. Questa è la base di tutta la moralità umana.
A man does what he must – in spite of personal consequences, in spite of obstacles and dangers and pressures – and that is the basis of all human morality. (da Profiles in Courage, 1956)
  • Se una libera società non può aiutare i molti che sono poveri, non dovrebbe salvare i pochi che sono ricchi.
If a free society cannot help the many who are poor, it cannot save the few who are rich. (da Inaugural Address of John F. Kennedy, avalon.law.yale.edu, discorso inaugurale alla Yale Law School, 20 gennaio 1961)

Citazioni su John Kennedy

  • A mio parere, nessuno, dal tempo di Franklin ha mai avuto lo stesso genere di rapporto simbiotico con le folle. Franklin talvolta incominciava una campagna elettorale stanco e apatico. Ma nel corso della campagna traeva forza e vitalità dall'uditorio e finiva meglio di quanto non avesse incominciato. Penso che per il senatore Kennedy sia lo stesso: la sua intelligenza e il suo coraggio suscitano nelle folle sentimenti che a loro volta lo sostengono e lo rendono più forte. (Eleanor Roosevelt)
  • Credo che Kennedy fosse un uomo pieno di entusiasmo, molto intelligente, con un carisma innato, che cercava sempre di fare cose positive. Commise degli errori [...], anche di tipo etico, ma ritengo però che sia stato un uomo coraggioso capace di correggersi e abbastanza coraggioso da introdurre cambiamenti nella politica degli Stati Uniti. (Fidel Castro)
  • E fra la folla sorrise, fu l'ultimo sorriso perché | un colpo traditore trafisse il cuore di un grand'uomo quel dì. (Rino Gaetano)
  • Era assillato dal pensiero degli uomini che muoiono in giovane età. (Jacqueline Kennedy)
  • La vita non è tutta qui, lui lavora anche lassù | e come un fiume bagnerà qua, il suo fantasma ispirerà. (Rino Gaetano)
  • Mentre Melbourne voleva essere il portavoce dell'opinione popolare, Kennedy sperava di esserne la guida e il precorritore. Melbourne era un conciliatore, Kennedy voleva essere un leader. Egli seppe fondere lo stile Whig con l'attivismo di Roosevelt. (Arthur Schlesinger Jr.)
  • Neanche nel peggior incubo Marilyn avrebbe mai desiderato una relazione stabile con JFK. Andare a letto con un presidente così carismatico andava bene per una notte; lei era affascinata dalla teatrale segretezza della faccenda. (Susan Strasberg)
  • [Era una] persona scettica, di poche parole, dotata di un'enorme attrattiva personale, del tutto sdegnosa del tradizionale costume politico del Massachusetts e del tutto aliena dal pietismo caratteristico del liberalismo americano. (Arthur Schlesinger Jr.)
  • Roosevelt [Franklin Delano] dimostrò che la Presidenza [degli Stati Uniti d'America] può essere un mestiere da esercitarsi vita natural durante. Truman ha dimostrato che chiunque può fare il Presidente. Eisenhower, che non v'è in realtà bisogno di un Presidente. Kennedy, che può essere pericoloso avere un Presidente...[6]
  • Sapete, potete andare lì alla Dealey Plaza, dove Kennedy fu assassinato. E potete andare veramente al sesto piano del deposito di libri scolastici: è un museo chiamato "Il Museo dell'Assassinio". Penso che l'abbiano chiamato così dopo l'assassinio, non posso essere così sicuro sulla cronologia qui ma... (Bill Hicks)

Note

  1. Citato in Enzo Biagi, Buoni cattivi: esiste ancora una morale valida per tutti?, BUR, Milano, 1991, p. 15. ISBN 88-17-11549-5
  2. Citato in Dizionario mondiale di Storia, Rizzoli Larousse, Milano, 2003, p. 656. ISBN 88-525-0077-4
  3. a b Dal discorso d'insediamento, 20 gennaio 1961.
  4. Detto al suo collaboratore più stretto, Kenneth O'Donnell, a proposito della sua visita alla città texana di Dallas, che avrebbe avuto luogo di lì a due giorni. Citato in Edward Klein, La maledizione dei Kennedy, p. 183.
  5. Citato in Gino e Michele, Matteo Molinari, Le Formiche: anno terzo, Zelig Editore, 1995, § 1953.
  6. Dall'apologo dei magnati americani dell'acciaio durante la controversia con il Presidente John Fitzgerald Kennedy; citato in Piero Buscaroli, Una nazione in coma, Argelato (BO), Minerva Edizioni, 2013, p. 162. ISBN 978-88-7381-494-8

Bibliografia

  • Chris Ingham, Guida completa a Frank Sinatra, traduzione di Barbara Ponti e Vanna Lovato, Antonio Vallardi Editore, 2006. ISBN 9788878870161
  • Mike Evans, Marilyn (Marilyn Handbook, MQ Publications Limited, 2004), traduzione di Michele Lauro, Giunti Editore, 2006. ISBN 880904634X
  • Edward Klein, La maledizione dei Kennedy, Arnoldo Mondatori Editore, Milano, 2007 ISBN 978-88-04-53311-5
  • Arthur Schlesinger Jr., I mille giorni di John F. Kennedy, Milano, Rizzoli, 1966.

Film

Voci correlate

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