Matthew Fox: differenze tra le versioni

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*Sì, siamo in parte "[[animale|bestia]]" e la nostra avidità, la nostra brama di potere, la nostra invidia, la nostra capacità di odiare parlano alle nostre ombre [...]. Ma una bestia è anche bella, {{maiuscoletto|bellissima}}! Una balena, un leone, un elefante, una tigre: siamo imparentati con la bellezza animale, non solo con scelte che sono meno della parte migliore di noi stessi. Dialoghiamo fra noi e impariamo le lezioni profonde e spesso antiche dei nostri antenati: possiamo innalzarci al di sopra del nostro cervello rettile e dare corpo al nostro cervello mammifero, che è compassionevole, che dà valore ai rapporti di parentela e alla comunità.<ref>Da ''Il silenzio, la luce, la giustizia'', pp. 173-174.</ref>
*Sì, siamo in parte "[[animale|bestia]]" e la nostra avidità, la nostra brama di potere, la nostra invidia, la nostra capacità di odiare parlano alle nostre ombre [...]. Ma una bestia è anche bella, {{maiuscoletto|bellissima}}! Una balena, un leone, un elefante, una tigre: siamo imparentati con la bellezza animale, non solo con scelte che sono meno della parte migliore di noi stessi. Dialoghiamo fra noi e impariamo le lezioni profonde e spesso antiche dei nostri antenati: possiamo innalzarci al di sopra del nostro cervello rettile e dare corpo al nostro cervello mammifero, che è compassionevole, che dà valore ai rapporti di parentela e alla comunità.<ref>Da ''Il silenzio, la luce, la giustizia'', pp. 173-174.</ref>
*Sono sempre più convinto che uno dei peccati più gravi dell'umanità sia il nostro [[antropocentrismo]]. Separandoci dal resto del creato, siamo rimasti privi dello stupore e della meraviglia e pertanto della riverenza e della gratitudine. Violiamo il nostro stesso essere e non abbiamo che banalità da insegnare ai nostri giovani.<ref>Da ''The Reinvention of Work'', p. 128; citato in Tuttle, p. 173.</ref>
*Sono sempre più convinto che uno dei peccati più gravi dell'umanità sia il nostro [[antropocentrismo]]. Separandoci dal resto del creato, siamo rimasti privi dello stupore e della meraviglia e pertanto della riverenza e della gratitudine. Violiamo il nostro stesso essere e non abbiamo che banalità da insegnare ai nostri giovani.<ref>Da ''The Reinvention of Work'', p. 128; citato in Tuttle, p. 173.</ref>
*Tutto il creato esiste per la "pura gioia" di Dio. Il lavoro della [[creazione]] fu un lavoro di gioia, il cui scopo era infondere più gioia nell'esistenza. Questo non solo ci invita a trovare gioia nel [[lavoro]], ma ce lo pone anche come dovere. La gioia è una fonte di motivazione essenziale nel nostro lavoro.<ref>Da ''The Reinvention of Work'', p. 95; citato in Tuttle, pp. 185-186.</ref>
*Tutto il creato esiste per la "pura gioia" di Dio. Il lavoro della [[Creazione (teologia)|creazione]] fu un lavoro di gioia, il cui scopo era infondere più gioia nell'esistenza. Questo non solo ci invita a trovare gioia nel [[lavoro]], ma ce lo pone anche come dovere. La gioia è una fonte di motivazione essenziale nel nostro lavoro.<ref>Da ''The Reinvention of Work'', p. 95; citato in Tuttle, pp. 185-186.</ref>


==''In principio era la gioia''==
==''In principio era la gioia''==

Versione delle 19:05, 4 lug 2016

Matthew Fox (1940 – vivente), teologo e saggista statunitense, ex frate domenicano.

Citazioni di Matthew Fox

  • La natura è sacra. Dio è dentro la natura, non al di sopra o al di là di essa. È questo che significa lo spirito; è questo, sicuramente, che significa l'Incarnazione.[1]
  • Sì, siamo in parte "bestia" e la nostra avidità, la nostra brama di potere, la nostra invidia, la nostra capacità di odiare parlano alle nostre ombre [...]. Ma una bestia è anche bella, bellissima! Una balena, un leone, un elefante, una tigre: siamo imparentati con la bellezza animale, non solo con scelte che sono meno della parte migliore di noi stessi. Dialoghiamo fra noi e impariamo le lezioni profonde e spesso antiche dei nostri antenati: possiamo innalzarci al di sopra del nostro cervello rettile e dare corpo al nostro cervello mammifero, che è compassionevole, che dà valore ai rapporti di parentela e alla comunità.[2]
  • Sono sempre più convinto che uno dei peccati più gravi dell'umanità sia il nostro antropocentrismo. Separandoci dal resto del creato, siamo rimasti privi dello stupore e della meraviglia e pertanto della riverenza e della gratitudine. Violiamo il nostro stesso essere e non abbiamo che banalità da insegnare ai nostri giovani.[3]
  • Tutto il creato esiste per la "pura gioia" di Dio. Il lavoro della creazione fu un lavoro di gioia, il cui scopo era infondere più gioia nell'esistenza. Questo non solo ci invita a trovare gioia nel lavoro, ma ce lo pone anche come dovere. La gioia è una fonte di motivazione essenziale nel nostro lavoro.[4]

In principio era la gioia

Incipit

Sul suo letto di morte, il grande psicologo e amico dell'umanità Erich Fromm si volse verso il suo amico Robert Fox e gli chiese: «Com'è, Bob, che gli esseri umani sono più necrofili che biofili?». Una domanda significativa. Perché mai noi preferiamo l'amore per la morte all'amore per la vita, i missili alla festa, il potere sugli altri al potere diffuso, l'accumulare invece del condividere?

Citazioni

  • La civiltà occidentale ha preferito l'amore per la morte all'amore per la vita nella misura in cui le sue tradizioni religiose hanno preferito la redenzione alla creazione, il peccato all'estasi, e l'introspezione individuale all'apprezzamento positivo del cosmo. (p. 29)
  • In Occidente, la teologia della parola di Dio ha quasi ucciso la parola di Dio. (p. 34)
  • La vera parola energetica e creativa di Dio, la dabhar, non verrà imprigionata a lungo. Il nostro compito spirituale è quello di lasciarla agire in modo da poterne essere riempiti e dunque proseguire nel nostro compito di guarire, di celebrare con gioia e di contribuire alla creazione. Perché la dabhar desidera incarnarsi in noi. (p. 38)

Note

  1. Da Il silenzio, la luce, la giustizia, p. 172.
  2. Da Il silenzio, la luce, la giustizia, pp. 173-174.
  3. Da The Reinvention of Work, p. 128; citato in Tuttle, p. 173.
  4. Da The Reinvention of Work, p. 95; citato in Tuttle, pp. 185-186.

Bibliografia

  • Matthew Fox, Il silenzio, la luce, la giustizia, traduzione di Fabio Galimberti, in Aa.Vv., Dialogo tra credenti e non credenti, Einaudi, 2013.
  • Matthew Fox, In principio era la gioia, traduzione di Gianluigi Gugliermetto, Fazi Editore, 2011.
  • Matthew Fox, The Reinvention of Work, Harper, New York, 1994.
  • Will Tuttle, Cibo per la pace, traduzione di Marta Mariotto, Edizioni Sonda, 2014.

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