Cassiodoro: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Cassiodoro==
==Citazioni di Cassiodoro==
*Di un unico male soffre la [[Campania]] che, pur non godendo di una piena tranquillità, è scossa frequentemente dalla crudeltà di questo timore {{NDR|dell'eruzione del [[Vesuvio]]}}. Tuttavia non pensiamo ora che ora l'evento sia così severo: si hanno infatti segnali violenti in anticipo, affinché le avversità possano essere più tollerabili. Infatti la bocca di quella montagna, lottando contro la natura, brontola con sforzi tanto enormi che il conseguente sfogo terrorizza le vicinanze con un una scossa molto rumorosa. L'aria di quel luogo è allora offuscata dalla pessima esalazione, e lungo quasi tutta l'Italia si conosce quando quella furia si smuove.
:''Laborat hoc uno malo Campania, quae, ne perfecta beatitudine fruatur, huius timoris frequenter acerbitate concuticur. Ne tamen omnino durum nunc eventum arbitremur: nam praemittit signa gravia, ut tolerabilius sustineantur adversa. Tantis enim molibus, natura rixante, montis illius hiatus immurmurat, ut excitatus quidam spiritus grandisono fremitu vicina terrificet. Fuscatur enim aer loci illius exhalatione taeterrima et per totam Italiam paene cognositur quando illa indignatio commovetur.'' (da ''Variae'', IV, 50)
*{{NDR|Sul [[Salmi|Salmo]] 136}} La bontà misericordiosa di Dio brilla in ogni versetto di questo Salmo come altrettante stelle.<ref>Citato in [[Gianfranco Ravasi]], ''L'incontro: ritrovarsi nella preghiera'', Oscar Mondadori, Milano, 2014, p. 47. ISBN 978-88-04-63591-8</ref>
*{{NDR|Sul [[Salmi|Salmo]] 136}} La bontà misericordiosa di Dio brilla in ogni versetto di questo Salmo come altrettante stelle.<ref>Citato in [[Gianfranco Ravasi]], ''L'incontro: ritrovarsi nella preghiera'', Oscar Mondadori, Milano, 2014, p. 47. ISBN 978-88-04-63591-8</ref>



Versione delle 19:59, 29 ott 2016

Cassiodoro

Flavio Magno Aurelio Cassiodoro (485 ca. – 580 ca.), politico, letterato e storico romano.

Citazioni di Cassiodoro

  • Di un unico male soffre la Campania che, pur non godendo di una piena tranquillità, è scossa frequentemente dalla crudeltà di questo timore [dell'eruzione del Vesuvio]. Tuttavia non pensiamo ora che ora l'evento sia così severo: si hanno infatti segnali violenti in anticipo, affinché le avversità possano essere più tollerabili. Infatti la bocca di quella montagna, lottando contro la natura, brontola con sforzi tanto enormi che il conseguente sfogo terrorizza le vicinanze con un una scossa molto rumorosa. L'aria di quel luogo è allora offuscata dalla pessima esalazione, e lungo quasi tutta l'Italia si conosce quando quella furia si smuove.
Laborat hoc uno malo Campania, quae, ne perfecta beatitudine fruatur, huius timoris frequenter acerbitate concuticur. Ne tamen omnino durum nunc eventum arbitremur: nam praemittit signa gravia, ut tolerabilius sustineantur adversa. Tantis enim molibus, natura rixante, montis illius hiatus immurmurat, ut excitatus quidam spiritus grandisono fremitu vicina terrificet. Fuscatur enim aer loci illius exhalatione taeterrima et per totam Italiam paene cognositur quando illa indignatio commovetur. (da Variae, IV, 50)
  • [Sul Salmo 136] La bontà misericordiosa di Dio brilla in ogni versetto di questo Salmo come altrettante stelle.[1]

Note

  1. Citato in Gianfranco Ravasi, L'incontro: ritrovarsi nella preghiera, Oscar Mondadori, Milano, 2014, p. 47. ISBN 978-88-04-63591-8

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