Francesco Piccolo: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Francesco Piccolo==
==Citazioni di Francesco Piccolo==
*[...] col tempo ho capito che, in quanto intellettuale, è meglio non andare alle manifestazioni. Uno dei difetti enormi degli intellettuali della sinistra italiana è stato quello di farsi portabandiera delle idee. Mentre invece se fossero gli osservatori dei portabandiera delle idee, capirebbero un po' di più.<ref name="Landini">Dall'intervista di Nicola Mirenzi, ''[http://www.huffingtonpost.it/2015/03/28/piccolo-intervista-landini_n_6960544.html?utm_hp_ref=italy Francesco Piccolo su Maurizio Landini: "Le sue idee sono il male della sinistra"]'', ''Huffington Post.it'', 28 marzo 2015.</ref>
*[...] col tempo ho capito che, in quanto intellettuale, è meglio non andare alle manifestazioni. Uno dei difetti enormi degli intellettuali della sinistra italiana è stato quello di farsi portabandiera delle idee. Mentre invece se fossero gli osservatori dei portabandiera delle idee, capirebbero un po' di più.<ref name="Landini">Dall'intervista di Nicola Mirenzi, ''[http://www.huffingtonpost.it/2015/03/28/piccolo-intervista-landini_n_6960544.html?utm_hp_ref=italy Francesco Piccolo su Maurizio Landini: "Le sue idee sono il male della sinistra"]'', ''Huffington Post.it'', 28 marzo 2015.</ref>
* Per le donne il grande [[amore]] sta sempre davanti, nel futuro. Per gli uomini è nel passato: la prima ragazzina, il primo bacio. C'è un'epocale immaturità nell'idea che l'amore abbia a che fare con la giovinezza, e forse con il nulla di fatto, tipico degli inizi. È la scia di un'eterna adolescenza.<ref name=IoDonna/>
*Per me le idee di [[Maurizio Landini|Landini]] sono un ritorno all'indietro, un atto reazionario e in definitiva il male della sinistra.<ref name="Landini"/>
*Per me le idee di [[Maurizio Landini|Landini]] sono un ritorno all'indietro, un atto reazionario e in definitiva il male della sinistra.<ref name="Landini"/>
* Se uno fa il mio lavoro non può mai pensare a chi si offende, o prova dolore. Non è bello da dire, ma è così. E soprattutto: nulla della propria vita è rintracciabile in modo meccanico nei libri. Prendi pezzi veri e li mischi col falso, rubi qualcosa agli altri e te lo attribuisci. È la libertà da cui nasce l'egocentrismo e la spietatezza: è il tentativo di essere follemente sinceri, ma soprattutto è [[letteratura]].<ref name=IoDonna/>
* Siamo schiavi degli assoluti, la Grande Felicità o Infelicità che capitano chissà se due, tre volte nella vita. Mentre in una giornata ci sono tantissimi attimi che ci fanno male in modo relativo. Un relativo che accumulandosi ha grande valore per noi. Io volevo riscattarlo: è grave occuparsene così poco. È grave per esempio inseguire il grande amore e non curarsi di quelli piccoli. Hai vissuto sei o dieci anni con una persona e quello non è vero amore? <ref name=IoDonna>Dall'intervista di Raffaela Carretta, ''Riscatto tutti quegli attimi che ci fanno male. Preliminari compresi'', ''Io Donna'', 21 marzo 2015.</ref>



==[[Incipit]] di alcune opere==
==[[Incipit]] di alcune opere==

Versione delle 20:35, 6 feb 2017

Francesco Piccolo (1964 – vivente), scrittore e sceneggiatore italiano.

Citazioni di Francesco Piccolo

  • [...] col tempo ho capito che, in quanto intellettuale, è meglio non andare alle manifestazioni. Uno dei difetti enormi degli intellettuali della sinistra italiana è stato quello di farsi portabandiera delle idee. Mentre invece se fossero gli osservatori dei portabandiera delle idee, capirebbero un po' di più.[1]
  • Per le donne il grande amore sta sempre davanti, nel futuro. Per gli uomini è nel passato: la prima ragazzina, il primo bacio. C'è un'epocale immaturità nell'idea che l'amore abbia a che fare con la giovinezza, e forse con il nulla di fatto, tipico degli inizi. È la scia di un'eterna adolescenza.[2]
  • Per me le idee di Landini sono un ritorno all'indietro, un atto reazionario e in definitiva il male della sinistra.[1]
  • Se uno fa il mio lavoro non può mai pensare a chi si offende, o prova dolore. Non è bello da dire, ma è così. E soprattutto: nulla della propria vita è rintracciabile in modo meccanico nei libri. Prendi pezzi veri e li mischi col falso, rubi qualcosa agli altri e te lo attribuisci. È la libertà da cui nasce l'egocentrismo e la spietatezza: è il tentativo di essere follemente sinceri, ma soprattutto è letteratura.[2]
  • Siamo schiavi degli assoluti, la Grande Felicità o Infelicità che capitano chissà se due, tre volte nella vita. Mentre in una giornata ci sono tantissimi attimi che ci fanno male in modo relativo. Un relativo che accumulandosi ha grande valore per noi. Io volevo riscattarlo: è grave occuparsene così poco. È grave per esempio inseguire il grande amore e non curarsi di quelli piccoli. Hai vissuto sei o dieci anni con una persona e quello non è vero amore? [2]


Incipit di alcune opere

L'Italia spensierata

Molti anni fa, nell'inverno del 1969, avevo cinque anni e mia sorella tre. Il sabato sera mia madre ci faceva il bagno, ci asciugava i capelli per un tempo infinito, ci riempiva di borotalco, ci infilava il pigiama. Mio padre veniva a prenderci in bagno e in braccio ci portava in soggiorno, su un divano enorme. Poi andavano di là, mentre noi vedevamo Carosello, e preparavano dei grossi panini con la frittata che erano morbidissimi, grazie all'olio e al calore. Ci sedevamo tutti e quattro sul divano e mangiavamo, aspettando. L'annunciatrice diceva che stava per cominciare. Infatti apparivano le gemelle Kessler, seguite in ogni movimento da un microfono gigantesco che cadeva dall'alto (si chiamava «la giraffa»): ballavano con sincronia perfetta, con l'intento, credo, di apparire una lo specchio dell'altra, e ci dicevano che se cantavamo insieme a loro, quella sera, eravamo belli come loro, e se non cantavamo, eravamo brutti. Noi cantavamo. Ed eravamo più che sicuri di far parte di una comunità molto grande quella sera, una comunità di gente come noi che aveva la casa occupata dall'odore di borotalco e di frittata. E che cantava come noi.

Momenti di trascurabile felicità

Nelle pagine romane del quotidiano, il mercoledì o a volte anche prima, vedo l'annuncio di un film che aspettavo. C'è scritto: «da venerdì». Chiudo il giornale sapendo che da venerdì comincerà un segmento di tempo dentro cui una sera, presto, andrò a vederlo. Non so ancora dove, quando. Ma ci andrò.
Poi arriva il venerdì, e passa. Il primo fine settimana non se ne parla. Altrimenti anche il sapore dell'attesa durerebbe poco; e poi il primo fine settimana ci vanno tutti.
Aspetto.

Bibliografia

  • Francesco Piccolo, L'Italia spensierata, Laterza, 2007.
  • Francesco Piccolo, Momenti di trascurabile felicità, Einaudi, 2010. ISBN 9788806205515

Film

Note

  1. a b Dall'intervista di Nicola Mirenzi, Francesco Piccolo su Maurizio Landini: "Le sue idee sono il male della sinistra", Huffington Post.it, 28 marzo 2015.
  2. a b c Dall'intervista di Raffaela Carretta, Riscatto tutti quegli attimi che ci fanno male. Preliminari compresi, Io Donna, 21 marzo 2015.

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