Martin Buber: differenze tra le versioni

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*L’autentico [[dialogo]] e quindi ogni reale compimento della relazione interumana significa accettazione dell’[[alterità]]. […] L’umanità e il genere umano divengono in incontri autentici. Qui l’[[uomo]] si apprende non semplicemente limitato dagli uomini, rimandato alla propria finitezza, parzialità, bisogno di integrazione, ma viene esaudito il proprio rapporto alla verità attraverso quello distinto, secondo l’individuazione, dell’altro, distinto per far sorgere e sviluppare un rapporto determinato alla stessa [[verità]]. Agli uomini è necessario e a essi concesso di attestarsi reciprocamente in autentici incontri nel loro essere individuale. (da ''Separazione e relazione'')
*L’autentico [[dialogo]] e quindi ogni reale compimento della relazione interumana significa accettazione dell’[[alterità]]. […] L’umanità e il genere umano divengono in incontri autentici. Qui l’[[uomo]] si apprende non semplicemente limitato dagli uomini, rimandato alla propria finitezza, parzialità, bisogno di integrazione, ma viene esaudito il proprio rapporto alla verità attraverso quello distinto, secondo l’individuazione, dell’altro, distinto per far sorgere e sviluppare un rapporto determinato alla stessa [[verità]]. Agli uomini è necessario e a essi concesso di attestarsi reciprocamente in autentici incontri nel loro essere individuale. (da ''Separazione e relazione'')
*La vera battaglia non è fra Est e Ovest, o [[capitalismo]] e [[comunismo]], ma fra educazione e propaganda.
*La vera battaglia non è fra Est e Ovest, o [[capitalismo]] e [[comunismo]], ma fra educazione e propaganda.
*Lo scopo della [[relazione]] è la sua stessa essenza, ovvero il contatto con il Tu; poiché attraverso il contatto ogni Tu coglie un alito del Tu, cioè della [[vita]] eterna. Chi sta nella relazione partecipa a una [[realtà]], cioè a un essere, che non è puramente in lui né puramente fuori di lui. Tutta la realtà è un agire cui io partecipo senza potermi adattare a essa. Dove non v’è partecipazione non v’è nemmeno realtà. Dove v’è [[egoismo]] non v’è realtà. La partecipazione è tanto piú completa quanto piú immediato è il contatto del Tu. È la partecipazione alla realtà che fa l’Io reale; ed esso è tanto piú reale quanto piú completa è la partecipazione. (da ''Io e tu'')
*Lo scopo della [[relazione]] è la sua stessa essenza, ovvero il contatto con il Tu; poiché attraverso il contatto ogni Tu coglie un alito del Tu, cioè della [[vita]] eterna. Chi sta nella relazione partecipa a una [[realtà]], cioè a un essere, che non è puramente in lui né puramente fuori di lui. Tutta la realtà è un agire cui io partecipo senza potermi adattare a essa. Dove non v’è partecipazione non v’è nemmeno realtà. Dove v’è [[egoismo]] non v’è realtà. La partecipazione è tanto più completa quanto più immediato è il contatto del Tu. È la partecipazione alla realtà che fa l’Io reale; ed esso è tanto più reale quanto più completa è la partecipazione. (da ''Io e tu'')
*Nessun [[uomo]] è pura persona, nessuno è pura individualità. […] Ognuno vive nell’Io dal duplice volto. (da ''Io e Tu'')
*Nessun [[uomo]] è pura persona, nessuno è pura individualità. […] Ognuno vive nell’Io dal duplice volto. (da ''Io e Tu'')
*Senza essere e rimanere se stessi, non c'è [[amore]].
*Senza essere e rimanere se stessi, non c'è [[amore]].

Versione delle 02:21, 18 mar 2007

Martin Buber (1878 – 1965), filosofo austriaco.

  • Come potrebbe esistere l'uomo se Dio non avesse bisogno di lui, e come potresti esistere tu? Hai bisogno di Dio per esistere, e Dio ha bisogno di te: questo è il significato della vita.
  • Il successo non è uno dei nomi di Dio. (citato in Enzo Bianchi, La differenza cristiana, Einaudi, 2006, II, 3)
  • L’autentico dialogo e quindi ogni reale compimento della relazione interumana significa accettazione dell’alterità. […] L’umanità e il genere umano divengono in incontri autentici. Qui l’uomo si apprende non semplicemente limitato dagli uomini, rimandato alla propria finitezza, parzialità, bisogno di integrazione, ma viene esaudito il proprio rapporto alla verità attraverso quello distinto, secondo l’individuazione, dell’altro, distinto per far sorgere e sviluppare un rapporto determinato alla stessa verità. Agli uomini è necessario e a essi concesso di attestarsi reciprocamente in autentici incontri nel loro essere individuale. (da Separazione e relazione)
  • La vera battaglia non è fra Est e Ovest, o capitalismo e comunismo, ma fra educazione e propaganda.
  • Lo scopo della relazione è la sua stessa essenza, ovvero il contatto con il Tu; poiché attraverso il contatto ogni Tu coglie un alito del Tu, cioè della vita eterna. Chi sta nella relazione partecipa a una realtà, cioè a un essere, che non è puramente in lui né puramente fuori di lui. Tutta la realtà è un agire cui io partecipo senza potermi adattare a essa. Dove non v’è partecipazione non v’è nemmeno realtà. Dove v’è egoismo non v’è realtà. La partecipazione è tanto più completa quanto più immediato è il contatto del Tu. È la partecipazione alla realtà che fa l’Io reale; ed esso è tanto più reale quanto più completa è la partecipazione. (da Io e tu)
  • Nessun uomo è pura persona, nessuno è pura individualità. […] Ognuno vive nell’Io dal duplice volto. (da Io e Tu)
  • Senza essere e rimanere se stessi, non c'è amore.