Giuseppe Furino: differenze tra le versioni

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'''Giuseppe Furino''' (1946 – vivente), ex calciatore italiano.
'''Giuseppe Furino''' (1946 – vivente), ex calciatore italiano.

Versione delle 02:56, 12 mar 2017

Giuseppe Furino (1970)

Giuseppe Furino (1946 – vivente), ex calciatore italiano.

Citazioni di Giuseppe Furino

  • [Sullo Stile Juventus] È una forma di educazione sportiva, una conservazione di valore. Il campo non è tutto, anzi è la conseguenza dell'affiatamento, della vita fuori campo. Noi abbiamo la consapevolezza di cosa significa essere professionisti: significa anche non parlare male dei compagni, discutere tutto all'interno, significa andare in trasferta in ordine con la divisa sociale, pettinati, la cravatta. Sembrano sfumature, ma contano. Le squadre estere di grande tradizione si comportano nello stesso modo. Chiamiamolo stile, se volete: per me è una scelta di valori.[1]
Intervista di Guido Vaciago, Furino sorride: «Rivedo la voglia della vera Juve», Tuttosport, 20 novembre 2011, p. 4
  • [Lo Juventus Stadium] È sicuramente bellissimo. Uno stadio per il calcio, emozionante e perfetto per godersi la partita. Ho ritrovato il gusto di fare il tifoso, ma anche grazie alla squadra.
  • [...] Gente come Thuram o Montero aveva uno spessore tecnico, fisico e anche umano da number one.
  • Marchisio ha tutto: calcio, agonismo, senso tattico e ora ha fatto il definitivo salto di qualità sotto il profilo della personalità. Tardelli? Lo ricorda nella corsa e nel fisico, ma forse Marco era un pelo più esplosivo e individualista, mentre Claudio è più uomo squadra.
  • Alla Juve non basta la classe, ci vogliono le palle d'acciaio.
  • [Su Antonio Conte] Quel suo martellare, essere sempre sul pezzo, non mollare mai mi ricorda molto Trapattoni. D'altra parte, una grande squadra consente solo ed esclusivamente quel tipo di approccio. Non posso sentire quegli allenatori che a marzo dicono: "ci stiamo lavorando" oppure "ci dobbiamo lavorare". Lavorando? Ma negli altri sei mesi che hai fatto?
  • Non mi è mai piaciuto l'accostamento con le bandiere, che stanno alte in cima a un pennone. Io stavo rasoterra, a lottare.
  • Da ragazzo il mio idolo era Omar Sivori, giocavo coi calzettoni abbassati e anche più tardi non ho mai messo i parastinchi. Quand'ero nelle giovanili della Juve a Sivori ho fatto un tunnel e ci è rimasto male: ragazzino, come ti permetti? Non l'ho fatto apposta, gli ho detto. Invece sì, era da mezzora che provava lui a farmi un tunnel, se l'era cercata. Da ragazzo, tra giovanili Juve, Savona e Palermo credo di aver indossato tutte le maglie, tranne l'1 e la 9. Sì, ho avuto la 10, tiravo rigori e punizioni. Ma un giorno ho visto Luis Del Sol e ho deciso che il mio vero ruolo era quello di mediano. E al mediano si chiedeva di marcare, essenzialmente. E il mediano che portava via la palla al 10, che molto raramente lo rincorreva, creava la famosa superiorità numerica.
  • [La juventinità] è senso di appartenenza, condivisione dei valori. È saper accettare le vittorie e anche le sconfitte, questo vale per i giocatori e anche per i tifosi.
  • [Alla domanda «Perché non ha fatto l'allenatore?»] Errore di presunzione. Non avevo le presenze in azzurro di Zoff, che ha avuto automaticamente il patentino, e non ritenevo decoroso, con la mia carriera, dover sostenere esami supplementari.

Citazioni su Giuseppe Furino

  • Nella sua storia leggendaria la Juve ha avuto eccelsi gregari. Ma nessuno all'altezza di questo nano portentoso, incontrista e cursore, immenso agonista, indomabile nella fatica, i piedi come uncini dolorosi in certe circostanze. (Vladimiro Caminiti)

Note

  1. Citato in Gianni Mura; Andrea Gentile, Aurelio Pino, Non gioco più, me ne vado: gregari e campioni, coppe e bidoni, Il Saggiatore, Milano, 2013, p. 190. ISBN 88-4281-752-X

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