Associazione Calcistica Perugia Calcio: differenze tra le versioni

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*{{NDR|Nel 2009; parlando del ''Perugia dei miracoli'', stagione 1978-79}} L'hanno chiamato miracolo e continuano a farlo [...]. Errore marchiano. Molto può dirsi dell'imbattibile Perugia, di certo non che fosse scaturito da un intervento divino. Piuttosto, il risultato di cinque anni di lavoro serio fatto da gente seria. [...] La prima squadra capace di giocare un intero campionato di serie A senza perdere una partita è stata un capolavoro. Di bravura. Di grinta. Di talento. Di uomini. La storia sono loro, i ragazzi di [[Ilario Castagner|Castagner]] e D'Attoma, di Ramaccioni e della gente del Grifone. [...] La squadra che giunse seconda a tre punti dal Milan campione d'Italia è ancora oggi un esempio di grande calcio. Di bel calcio. Era uno spasso vederla giocare. [...] La carica di novità e di originalità di quel Perugia fu unica, alla fine degli Anni Settanta aperti dallo storico scudetto cagliaritano, ma scanditi dall'egemonia delle Grandi che non permise altre intrusioni. Il Perugia provò a scalare il cielo [...] Loro e solo loro sanno che cosa scattò nella testa e nel cuore, a mano a mano che non perdevano più. ([[Xavier Jacobelli]])
*{{NDR|Nel 2009; parlando del ''Perugia dei miracoli'', stagione 1978-79}} L'hanno chiamato miracolo e continuano a farlo [...]. Errore marchiano. Molto può dirsi dell'imbattibile Perugia, di certo non che fosse scaturito da un intervento divino. Piuttosto, il risultato di cinque anni di lavoro serio fatto da gente seria. [...] La prima squadra capace di giocare un intero campionato di serie A senza perdere una partita è stata un capolavoro. Di bravura. Di grinta. Di talento. Di uomini. La storia sono loro, i ragazzi di [[Ilario Castagner|Castagner]] e D'Attoma, di Ramaccioni e della gente del Grifone. [...] La squadra che giunse seconda a tre punti dal Milan campione d'Italia è ancora oggi un esempio di grande calcio. Di bel calcio. Era uno spasso vederla giocare. [...] La carica di novità e di originalità di quel Perugia fu unica, alla fine degli Anni Settanta aperti dallo storico scudetto cagliaritano, ma scanditi dall'egemonia delle Grandi che non permise altre intrusioni. Il Perugia provò a scalare il cielo [...] Loro e solo loro sanno che cosa scattò nella testa e nel cuore, a mano a mano che non perdevano più. ([[Xavier Jacobelli]])
*La maglia è il simbolo di una società. È la divisa da esporre. È lo scudo dietro il quale ripararsi. Ci sono maglie che pesano. Quella del Perugia, per esempio, che venne indossata da gloriosi atleti a inizio secolo, poi da [[Armando Serlupini|Serlupini]], da [[Angelo Montenovo|Montenovo]], da [[Carlo Azzali|Azzali]], da Castagner, da [[Walter Novellino|Novellino]], da [[Salvatore Bagni|Bagni]], da [[Franco Vannini|Vannini]]. Soprattutto da [[Renato Curi]], che del Perugia è il simbolo.<ref>Citato in [https://archive.is/k3n3o ''Fieri di questa Maglia''], ''Acperugiacalcio.com'', 22 luglio 2013.</ref>
*La maglia è il simbolo di una società. È la divisa da esporre. È lo scudo dietro il quale ripararsi. Ci sono maglie che pesano. Quella del Perugia, per esempio, che venne indossata da gloriosi atleti a inizio secolo, poi da [[Armando Serlupini|Serlupini]], da [[Angelo Montenovo|Montenovo]], da [[Carlo Azzali|Azzali]], da Castagner, da [[Walter Novellino|Novellino]], da [[Salvatore Bagni|Bagni]], da [[Franco Vannini|Vannini]]. Soprattutto da [[Renato Curi]], che del Perugia è il simbolo.<ref>Citato in [https://archive.is/k3n3o ''Fieri di questa Maglia''], ''Acperugiacalcio.com'', 22 luglio 2013.</ref>
*{{NDR|Nel 2016}} Nell'estate del 1976 ci furono dei cambiamenti importanti {{NDR|alla [[Juventus Football Club|Juventus]]}}. [...] Durante il ritiro a Villar Perosa dovevo discutere il mio contratto con il presidente [[Giampiero Boniperti|Boniperti]]. Non erano trattative, ma incontri di boxe senza esclusione di colpi. E capitava di litigare. Non facevo in tempo a sedermi sulla scrivania che lui mi porgeva il contratto in bianco, privo di cifre, dicendomi: «Firma il contratto, poi metto io la cifra. Non ti preoccupare». [...] Quell'estate, quando mi avvicinai alla scrivania del presidente, vidi una grande cornice ma, lì per lì, non feci caso alla fotografia che conteneva; solo una volta seduto notai che Boniperti non teneva in bella mostra una foto qualsiasi. Era raffigurata la squadra del Perugia, che, battendoci {{NDR|nell'ultima partita del precedente campionato}}, aveva consegnato il titolo di campione d'Italia al [[Torino Football Club|Torino]]. Prima ancora che aprissi bocca, lui mi disse: «Cosa fai qua? Hai perso il campionato con questa squadra di sconosciuti. Non avrai mica il coraggio di chiedere un aumento?». Mi venne da ridere, il presidente le escogitava davvero tutte per risparmiare, e come sempre firmai in bianco. ([[Marco Tardelli]])
*Noi famo l'acciaio, mica li cioccolatini.<ref>Citato in [http://tuttoggi.info/articolo/58998/ ''Video Striscia La Notizia su rivalità Terni-Perugia, "Noi famo l'acciaio, mica li cioccolatini"''], ''Tuttoggi.info'', 15 ottobre 2013.</ref> (sfottò dei tifosi della Ternana verso i rivali perugini)
*Noi famo l'acciaio, mica li cioccolatini.<ref>Citato in [http://tuttoggi.info/articolo/58998/ ''Video Striscia La Notizia su rivalità Terni-Perugia, "Noi famo l'acciaio, mica li cioccolatini"''], ''Tuttoggi.info'', 15 ottobre 2013.</ref> (sfottò dei tifosi della Ternana verso i rivali perugini)
*{{NDR|Nel 1976}} Parliamoci chiaro: il radiocronista al di sopra delle parti non esiste. È inconcepibile un uomo asettico, vaccinato a tal punto da risultare inattaccabile, pure in forma attenuata, dal morbo del tifo. Ad esempio, io non ho nulla in contrario ad ammettere che faccio il tifo per il Perugia. Ma perché il Perugia, mi chiedono tutti, osservando che non c'è nulla di umbro nella mia posizione anagrafica? Perché la sorte mi toccò, a diciotto anni, di studiare a Perugia. ([[Nando Martellini]])
*{{NDR|Nel 1976}} Parliamoci chiaro: il radiocronista al di sopra delle parti non esiste. È inconcepibile un uomo asettico, vaccinato a tal punto da risultare inattaccabile, pure in forma attenuata, dal morbo del tifo. Ad esempio, io non ho nulla in contrario ad ammettere che faccio il tifo per il Perugia. Ma perché il Perugia, mi chiedono tutti, osservando che non c'è nulla di umbro nella mia posizione anagrafica? Perché la sorte mi toccò, a diciotto anni, di studiare a Perugia. ([[Nando Martellini]])

Versione delle 16:10, 3 apr 2017

Tifosi dell'A.C. Perugia Calcio, 2014

Citazioni sull'Associazione Calcistica Perugia Calcio.

Citazioni

  • [Parlando del Perugia dei miracoli, stagione 1978-79] È la storia di una provinciale che fa fortuna. Però non basta metterla così. C'è qualcosa di diverso [...] E poi quando dici provinciale è come se il vecchio, l'antico, la tradizione riuscissero a difendersi e a resistere contro il giovane, il grande, il nuovo. Quel Perugia fu l'esatto opposto: al contrario avevi la sensazione di avere a che fare con qualcosa di moderno.[1] (Valerio Piccioni)
  • [Nel 2009; parlando del Perugia dei miracoli, stagione 1978-79] L'hanno chiamato miracolo e continuano a farlo [...]. Errore marchiano. Molto può dirsi dell'imbattibile Perugia, di certo non che fosse scaturito da un intervento divino. Piuttosto, il risultato di cinque anni di lavoro serio fatto da gente seria. [...] La prima squadra capace di giocare un intero campionato di serie A senza perdere una partita è stata un capolavoro. Di bravura. Di grinta. Di talento. Di uomini. La storia sono loro, i ragazzi di Castagner e D'Attoma, di Ramaccioni e della gente del Grifone. [...] La squadra che giunse seconda a tre punti dal Milan campione d'Italia è ancora oggi un esempio di grande calcio. Di bel calcio. Era uno spasso vederla giocare. [...] La carica di novità e di originalità di quel Perugia fu unica, alla fine degli Anni Settanta aperti dallo storico scudetto cagliaritano, ma scanditi dall'egemonia delle Grandi che non permise altre intrusioni. Il Perugia provò a scalare il cielo [...] Loro e solo loro sanno che cosa scattò nella testa e nel cuore, a mano a mano che non perdevano più. (Xavier Jacobelli)
  • La maglia è il simbolo di una società. È la divisa da esporre. È lo scudo dietro il quale ripararsi. Ci sono maglie che pesano. Quella del Perugia, per esempio, che venne indossata da gloriosi atleti a inizio secolo, poi da Serlupini, da Montenovo, da Azzali, da Castagner, da Novellino, da Bagni, da Vannini. Soprattutto da Renato Curi, che del Perugia è il simbolo.[2]
  • Noi famo l'acciaio, mica li cioccolatini.[3] (sfottò dei tifosi della Ternana verso i rivali perugini)
  • [Nel 1976] Parliamoci chiaro: il radiocronista al di sopra delle parti non esiste. È inconcepibile un uomo asettico, vaccinato a tal punto da risultare inattaccabile, pure in forma attenuata, dal morbo del tifo. Ad esempio, io non ho nulla in contrario ad ammettere che faccio il tifo per il Perugia. Ma perché il Perugia, mi chiedono tutti, osservando che non c'è nulla di umbro nella mia posizione anagrafica? Perché la sorte mi toccò, a diciotto anni, di studiare a Perugia. (Nando Martellini)
  • [Nel 1975] Questo significa per me l'arrivo del Perugia in Serie A. Per la città è una novità inebriante. Per me è un ritorno alla giovinezza. Benvenuto Perugia. Grazie per questo vento ubriacante che scatena senza freni i miei sogni e i miei ricordi più belli. (Nando Martellini)
  • [Nel 1975] Una volta che mi posi in testa di organizzare una squadra di ragazzini [...] mi venne d'istinto di comprare una serie di maglie tutte rosse e di piazzarci lo stemma col grifone. (Paolo Valenti)

Note

  1. Citato in Dizionario del calcio italiano, a cura di Marco Sappino, Baldini & Castoldi, Milano, 2000, pp. 941-942. ISBN 88-8089-862-0
  2. Citato in Fieri di questa Maglia, Acperugiacalcio.com, 22 luglio 2013.
  3. Citato in Video Striscia La Notizia su rivalità Terni-Perugia, "Noi famo l'acciaio, mica li cioccolatini", Tuttoggi.info, 15 ottobre 2013.

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