Nicola Abbagnano: differenze tra le versioni

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*La [[verità]] è appunto l'espressione astratta e simbolica di un dato istante della vita; e come questa non è mai uguale a se stessa ma si trasforma in un moto che non ha riposo, così pure quel suo aspetto correlativo muta secondo il ritmo di essa. (da ''Le sorgenti irrazionali del pensiero'', F. Perrella, Genova – Napoli – Firenze – Città di Castello, 1923)
*La [[verità]] è appunto l'espressione astratta e simbolica di un dato istante della vita; e come questa non è mai uguale a se stessa ma si trasforma in un moto che non ha riposo, così pure quel suo aspetto correlativo muta secondo il ritmo di essa. (da ''Le sorgenti irrazionali del pensiero'', F. Perrella, Genova – Napoli – Firenze – Città di Castello, 1923)
*Nel mondo moderno l'[[Allegoria]] ha perduto il suo valore e si è negato che essa possa esprimere la natura o la funzione della poesia. Si è visto in essa l'accostamento di due fatti spirituali diversi, il concetto da un lato, l'imagine dall'altro, tra i quali essa stabilirebbe una correlazione convenzionale e arbitraria ([[Benedetto Croce|Croce]]); e soprattutto la sì è accusata di trascurare o di rendere impossibile l'autonomia dell'imagine poetica la quale non avrebbe una vita propria perché sarebbe subordinata alle esigenze dello schema concettuale cui dovrebbe dar corpo. Buona parte dell'estetica moderna dichiara perciò l'Allegoria fredda, povera e noiosa; e piuttosto insiste, nell'interpretazione della poesia e in generale dell'arte, sul valore del simbolo che può essere vivo ed evocatore perché l'imagine simbolica è autonoma e ha un interesse in se stessa cioè un interesse che non mutua dal suo riferimento convenzionale a un concetto o ad una dottrina. Tuttavia, se si tiene conto della potenza o della vitalità di certe opere d'arte di chiara struttura allegorica (per es., della Divina Commedia e di molte pitture medievali e rinascimentali) si deve dire che l'Allegoria non necessariamente rende impossibile l'autonomia e la leggerezza dell'imagine estetica e che, in certi casi, anche la corrispondenza puntuale tra l'imagine e il concetto può non riuscire mortificante per la prima e non togliere ad essa la vitalità dell'arte o della poesia. [[Thomas Stearns Eliot|T. S. Eliot]] ha fatto, proprio a proposito di [[Dante Alighieri|Dante]], una difesa in questo senso dell'Allegoria. (da ''Dizionario di filosofia'', Utet, Torino, 1971)
*Nel mondo moderno l'[[Allegoria]] ha perduto il suo valore e si è negato che essa possa esprimere la natura o la funzione della poesia. Si è visto in essa l'accostamento di due fatti spirituali diversi, il concetto da un lato, l'imagine dall'altro, tra i quali essa stabilirebbe una correlazione convenzionale e arbitraria ([[Benedetto Croce|Croce]]); e soprattutto la sì è accusata di trascurare o di rendere impossibile l'autonomia dell'imagine poetica la quale non avrebbe una vita propria perché sarebbe subordinata alle esigenze dello schema concettuale cui dovrebbe dar corpo. Buona parte dell'estetica moderna dichiara perciò l'Allegoria fredda, povera e noiosa; e piuttosto insiste, nell'interpretazione della poesia e in generale dell'arte, sul valore del simbolo che può essere vivo ed evocatore perché l'imagine simbolica è autonoma e ha un interesse in se stessa cioè un interesse che non mutua dal suo riferimento convenzionale a un concetto o ad una dottrina. Tuttavia, se si tiene conto della potenza o della vitalità di certe opere d'arte di chiara struttura allegorica (per es., della Divina Commedia e di molte pitture medievali e rinascimentali) si deve dire che l'Allegoria non necessariamente rende impossibile l'autonomia e la leggerezza dell'imagine estetica e che, in certi casi, anche la corrispondenza puntuale tra l'imagine e il concetto può non riuscire mortificante per la prima e non togliere ad essa la vitalità dell'arte o della poesia. [[Thomas Stearns Eliot|T. S. Eliot]] ha fatto, proprio a proposito di [[Dante Alighieri|Dante]], una difesa in questo senso dell'Allegoria. (da ''Dizionario di filosofia'', Utet, Torino, 1971)
*Per scoprire l'autentica oggettività del mondo l'uomo non deve pensare il mondo come una parte di sé, ma deve sentire se stesso come parte del mondo. (da ''Filosofia, religione, scienza'', Taylor, 1967)
*Per scoprire l'autentica [[oggettività]] del mondo l'uomo non deve pensare il mondo come una parte di sé, ma deve sentire se stesso come parte del mondo. (da ''Filosofia, religione, scienza'', Taylor, 1967)
*Solo chi si isola da se stesso e dal [[prossimo]], è veramente solo. (da ''La saggezza della vita'', Rusconi, 1985<sup>9</sup>)
*Solo chi si isola da se stesso e dal [[prossimo]], è veramente solo. (da ''La saggezza della vita'', Rusconi, 1985<sup>9</sup>)



Versione delle 13:43, 5 mag 2017

Nicola Abbagnano (1901 – 1990), filosofo italiano.

Citazioni di Nicola Abbagnano

  • L'esistenza appare come un ex-sistere dal niente. (da La struttura dell'esistenza)
  • L'ideale della ragione che si era affacciato nel mondo moderno con Grozio e Cartesio ha trovato in Spinoza una delle sue prime determinazioni tipiche. (da Storia della filosofia, UTET, Torino, 1948)
  • La laicità va considerata come autonomia reciproca non solo tra il pensiero politico e il pensiero religioso, ma tra tutte le attività umane, che debbono essere subordinate le une alle altre in un rapporto di dipendenza gerarchica né possono essere assoggettate a fini o a interessi che sono ad esse estranei, ma debbono autonomamente svolgersi secondo le proprie finalità e secondo regole interne. Ciò corrisponde, nei rapporti tra le attività, alla libertà nei rapporti tra gli individui. (citato in Carlo Flamigni, Laicità senza aggettivi, carloflamigni.it, luglio 2012)
  • La ragione è essa stessa fallibile e tale fallibilità deve trovar posto nella logica. (da Scritti neoilluministici. 1948-1965, a cura di Bruno Maiorca, UTET, 2001)
  • La situazione finale dello sforzo verso l'essere realizza la propria essenziale unità con la situazione iniziale. (da La struttura dell'esistenza, Paravia, 1939)
  • La verità è appunto l'espressione astratta e simbolica di un dato istante della vita; e come questa non è mai uguale a se stessa ma si trasforma in un moto che non ha riposo, così pure quel suo aspetto correlativo muta secondo il ritmo di essa. (da Le sorgenti irrazionali del pensiero, F. Perrella, Genova – Napoli – Firenze – Città di Castello, 1923)
  • Nel mondo moderno l'Allegoria ha perduto il suo valore e si è negato che essa possa esprimere la natura o la funzione della poesia. Si è visto in essa l'accostamento di due fatti spirituali diversi, il concetto da un lato, l'imagine dall'altro, tra i quali essa stabilirebbe una correlazione convenzionale e arbitraria (Croce); e soprattutto la sì è accusata di trascurare o di rendere impossibile l'autonomia dell'imagine poetica la quale non avrebbe una vita propria perché sarebbe subordinata alle esigenze dello schema concettuale cui dovrebbe dar corpo. Buona parte dell'estetica moderna dichiara perciò l'Allegoria fredda, povera e noiosa; e piuttosto insiste, nell'interpretazione della poesia e in generale dell'arte, sul valore del simbolo che può essere vivo ed evocatore perché l'imagine simbolica è autonoma e ha un interesse in se stessa cioè un interesse che non mutua dal suo riferimento convenzionale a un concetto o ad una dottrina. Tuttavia, se si tiene conto della potenza o della vitalità di certe opere d'arte di chiara struttura allegorica (per es., della Divina Commedia e di molte pitture medievali e rinascimentali) si deve dire che l'Allegoria non necessariamente rende impossibile l'autonomia e la leggerezza dell'imagine estetica e che, in certi casi, anche la corrispondenza puntuale tra l'imagine e il concetto può non riuscire mortificante per la prima e non togliere ad essa la vitalità dell'arte o della poesia. T. S. Eliot ha fatto, proprio a proposito di Dante, una difesa in questo senso dell'Allegoria. (da Dizionario di filosofia, Utet, Torino, 1971)
  • Per scoprire l'autentica oggettività del mondo l'uomo non deve pensare il mondo come una parte di sé, ma deve sentire se stesso come parte del mondo. (da Filosofia, religione, scienza, Taylor, 1967)
  • Solo chi si isola da se stesso e dal prossimo, è veramente solo. (da La saggezza della vita, Rusconi, 19859)

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