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*Nel 1910 {{NDR|[[Benito Mussolini]]}} aveva scritto nella ''Lotta di classe'': «Io ho del socialismo una nozione barbarica. Io lo immagino come il più grande atto di negazione e di distruzione che la storia registri. Io penso ad un socialismo che non "distingue", che non "patteggia" che non si "mortifica"» (''Dalla «neutralità assoluta» all'interventismo'', p. 18) |
*Nel 1910 {{NDR|[[Benito Mussolini]]}} aveva scritto nella ''Lotta di classe'': «Io ho del [[socialismo]] una nozione barbarica. Io lo immagino come il più grande atto di negazione e di distruzione che la storia registri. Io penso ad un socialismo che non "distingue", che non "patteggia" che non si "mortifica"». (''Dalla «neutralità assoluta» all'interventismo'', p. 18) |
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*Mussolini pretendeva di essere un uomo di grande cultura e amava molto le adulazioni di chi si riferiva a lui come un grande scrittore. Ostentava interesse e competenza in fatto, oltre che di letteratura e di filosofia, anche di musica, di architettura, di arti e di cinema. Favorì il realismo e avversò ogni forma di astrattismo e di avanguardia, come del resto gli altri due dittatori {{NDR|[[Adolf Hitler]] e [[Stalin]]}} a lui contemporanei. (''Nel campo culturale'', p. 37) |
*Mussolini pretendeva di essere un uomo di grande cultura e amava molto le adulazioni di chi si riferiva a lui come un grande scrittore. Ostentava interesse e competenza in fatto, oltre che di letteratura e di filosofia, anche di musica, di architettura, di arti e di cinema. Favorì il realismo e avversò ogni forma di astrattismo e di avanguardia, come del resto gli altri due dittatori {{NDR|[[Adolf Hitler]] e [[Stalin]]}} a lui contemporanei. (''Nel campo culturale'', p. 37) |
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*Da giovane, come si è detto, Mussolini era stato ferocemente anticlericale e perfino ateo, e non aveva nascosto questi suoi sentimenti, ma anzi li aveva ostentati, non senza manifestazioni clamorose e volgari. Ma una volta al governo, girò di 180 gradi. L'appoggio della Chiesa gli era prezioso per solidificare il suo potere, ed egli non esitò sia a manifestare opinioni personali lontanissime da quelle giovanili, sia a fare vistose concessioni politiche al Vaticano, ripagato con la sconfessione del Partito Popolare<ref>{{cfr}} [[w:Partito Popolare Italiano (1919)|voce su Wikipedia]]</ref> e l'esilio comminato a [[Luigi Sturzo|Sturzo]], sia con la benedizione dei gagliardetti e dei labari fascisti da parte di vescovi e sacerdoti, specialmente in occasione della guerra d'Etiopia<ref>{{cfr}} [[w:Guerra d'Etiopia|voce su Wikipedia]]</ref> e dell'intervento in Spagna<ref>{{cfr}} [[w:Guerra civile spagnola|voce su Wikipedia]]</ref>. (''I Patti Lateranensi'', p. 43) |
*Da giovane, come si è detto, Mussolini era stato ferocemente anticlericale e perfino ateo, e non aveva nascosto questi suoi sentimenti, ma anzi li aveva ostentati, non senza manifestazioni clamorose e volgari. Ma una volta al governo, girò di 180 gradi. L'appoggio della Chiesa gli era prezioso per solidificare il suo potere, ed egli non esitò sia a manifestare opinioni personali lontanissime da quelle giovanili, sia a fare vistose concessioni politiche al Vaticano, ripagato con la sconfessione del Partito Popolare<ref>{{cfr}} [[w:Partito Popolare Italiano (1919)|voce su Wikipedia]]</ref> e l'esilio comminato a [[Luigi Sturzo|Sturzo]], sia con la benedizione dei gagliardetti e dei labari fascisti da parte di vescovi e sacerdoti, specialmente in occasione della guerra d'Etiopia<ref>{{cfr}} [[w:Guerra d'Etiopia|voce su Wikipedia]]</ref> e dell'intervento in Spagna<ref>{{cfr}} [[w:Guerra civile spagnola|voce su Wikipedia]]</ref>. (''I Patti Lateranensi'', p. 43) |
Versione delle 12:08, 27 mag 2017
Paolo Alatri (1918 – 1995), storico e politico italiano.
Mussolini
- Nel 1910 [Benito Mussolini] aveva scritto nella Lotta di classe: «Io ho del socialismo una nozione barbarica. Io lo immagino come il più grande atto di negazione e di distruzione che la storia registri. Io penso ad un socialismo che non "distingue", che non "patteggia" che non si "mortifica"». (Dalla «neutralità assoluta» all'interventismo, p. 18)
- Mussolini pretendeva di essere un uomo di grande cultura e amava molto le adulazioni di chi si riferiva a lui come un grande scrittore. Ostentava interesse e competenza in fatto, oltre che di letteratura e di filosofia, anche di musica, di architettura, di arti e di cinema. Favorì il realismo e avversò ogni forma di astrattismo e di avanguardia, come del resto gli altri due dittatori [Adolf Hitler e Stalin] a lui contemporanei. (Nel campo culturale, p. 37)
- Da giovane, come si è detto, Mussolini era stato ferocemente anticlericale e perfino ateo, e non aveva nascosto questi suoi sentimenti, ma anzi li aveva ostentati, non senza manifestazioni clamorose e volgari. Ma una volta al governo, girò di 180 gradi. L'appoggio della Chiesa gli era prezioso per solidificare il suo potere, ed egli non esitò sia a manifestare opinioni personali lontanissime da quelle giovanili, sia a fare vistose concessioni politiche al Vaticano, ripagato con la sconfessione del Partito Popolare[1] e l'esilio comminato a Sturzo, sia con la benedizione dei gagliardetti e dei labari fascisti da parte di vescovi e sacerdoti, specialmente in occasione della guerra d'Etiopia[2] e dell'intervento in Spagna[3]. (I Patti Lateranensi, p. 43)
- Che cosa indusse Mussolini a tenere per tutta la seduta del Gran Consiglio[4] [del 24-25 luglio 1943] un atteggiamento nel complesso passivo? Due ne furono probabilmente gli elementi determinanti: l'illusione iniziale che fosse in causa la sola restituzione al re della delega dei poteri militari, e la fiducia che egli nutriva nell'amicizia di Vittorio Emanuele III. (La riunione del Gran Consiglio, p. 83)
- Le sue [di Mussolini] contraddizioni erano senza fine. Mentre ebbe a riconoscere che le leggi antisemite[5] potevano essere state un errore, ad amministrarle, nella Repubblica di Salò[6], mise Giovanni Preziosi[7], un ex prete, il più fanatico antisemita esistente in Italia, colui che, anche durante gli anni in cui di antisemitismo del regime ancora non si parlava neppure, aveva cercato di issare quella bandiera e di farla trionfare. (Le farneticazioni di Mussolini, p. 91)
Note
- ↑ Cfr. voce su Wikipedia
- ↑ Cfr. voce su Wikipedia
- ↑ Cfr. voce su Wikipedia
- ↑ Cfr. voce su Wikipedia
- ↑ Cfr. voce su Wikipedia
- ↑ Cfr. voce su Wikipedia
- ↑ Cfr. voce su Wikipedia
Bibliografia
- Paolo Alatri, Mussolini, Tascabili economici Newton, Roma, 1995. ISBN 88-7983-812-1.
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