François Truffaut: differenze tra le versioni

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[[File:François truffaut.jpg|thumb|François Truffaut nel 1967]]
'''François Truffaut''' (1932 – 1984), regista, attore e critico cinematografico francese.
'''François Truffaut''' (1932 – 1984), regista, attore e critico cinematografico francese.



Versione delle 16:32, 18 giu 2017

François Truffaut nel 1967

François Truffaut (1932 – 1984), regista, attore e critico cinematografico francese.

Citazioni di François Truffaut

  • Antonioni è l'unico regista importante su cui non ho nulla di buono da dire. Mi annoia; è così serioso e privo di ironia.[1]
  • Appartengo a una generazione di cineasti che hanno deciso di fare film avendo visto Quarto potere. (citato in Orson Welles ovvero la magia del cinema)
  • Di tutti i festival del cinema, quello di Giffoni è il più necessario. (citato in Giffoni Film Festival, 1982)
  • [Su ] Fellini mostra che un regista è prima di tutto un tizio che dalla mattina alla sera viene seccato da un mare di gente che gli pone domande alle quali non sa, non vuole o non può rispondere. La sua testa è piena di piccole idee divergenti, di impressioni, di sensazioni, di desideri nascenti e si pretende da lui che dia certezze, nomi precisi, cifre esatte, indicazioni di luogo e di tempo. [...] Tutti i tormenti che possono distruggere le energie di un regista prima delle riprese sono qui accuratamente enumerati in questa cronaca che sta alla preparazione di un film come Rififi sta alla elaborazione di un colpo.[2]
  • [Su L'orgoglio degli Amberson] Questo film fu realizzato in evidente antitesi a Quarto potere, come se fosse l'opera d'un altro regista, che, detestando il primo, volesse dargli una lezione di modestia. (citato in Orson Welles)
  • Fare un film significa migliorare la vita, sistemarla a modo proprio, significa prolungare i giochi dell'infanzia. (citato in François Truffaut. Professione cinema. Interviste inedite)

Tutte le interviste di François Truffaut sul cinema

  • L'adolescenza è un modo di essere riconosciuto da educatori e sociologi, ma negato da famiglia e genitori. Per parlare da specialista, direi che lo svezzamento affettivo, il sopraggiungere della pubertà, il desiderio d'indipendenza e il complesso d'inferiorità sono segni caratteristici di quest'età. Basta un solo atto di ribellione e questa crisi viene giustamente chiamata "originalità giovanile". Il mondo è ingiusto, dunque dobiamo sbrigarcela da soli: e si fanno i quattrocento colpi.[3] (dal capitolo V, 1959: Les 400 coups, p. 57)
  • Anch'io ho avuto una carriera scolastica molto movimentata, ma nei 400 coups non tutto è autobiografico, anche se tutto è vero. Che quelle avventure siano state vissute da me o da un altro non ha importanza, l'essenziale è che siano state vissute. (dal capitolo V, 1959: Les 400 coups, p. 57)
  • Girare con bambini è una grande tentazione prima, un grande panico durante (perché è una materia spaventosa che ti scivola tra le dita) e un'immensa soddisfazione dopo. Anche quando pensavo che tutto andasse alla deriva, c'era qualcosa che si salvava, e in ogni caso è sempre il bambino la cosa migliore che c'è sullo schermo. Mi fa più piacere dirigere un bambino che un adulto, perché, essendo anch'io un debuttante, tendo a farmi intimidire dall'"anzianità" e quando i "grandi" non vogliono fare quel che dico io, mi capita di rinunciare a lottare e di farmi in-castrare dai loro trucchi e non sono mai certo di avere ragione. Con i bambini è diverso, so di avere ragione. (dal capitolo V, 1959: Les 400 coups, pp. 57-58)
  • [Su Jean-Pierre Léaud in I 400 colpi] Ho avuto una fortuna incredibile a incontrare quel ragazzino. Era un personaggio, o meglio, ha migliorato il film. Io vedevo Antoine più fragile, più indifeso, meno aggressivo, Jean-Pierre gli ha dato la sua forza, la sua aggressività, il suo coraggio. È stato un collaboratore prezioso, per istinto trovava i gesti giusti, rettificava il testo, sempre con esattezza e impiegava le parole che aveva voglia d'impiegare. (dal capitolo V, 1959: Les 400 coups, p. 58)

Citazioni su François Truffaut

  • Più che premiare l'ennesimo film di guerra, pur nobilmente impegnato, come è successo a Berlino e a Cannes, preferirei attribuire il Leone a un film capace di indagare sui misteri dell'esistenza e dell'uomo. Partendo dal privato si può capire meglio il perché di tante cose che non funzionano. Truffaut e Bergman ce l'hanno insegnato. (Michele Placido)
  • Truffaut si era costruito una vita improntata al gusto per la libertà che gli veniva dall'infanzia; faceva solo ciò che lo divertiva nel momento in cui lo divertiva: è questo il vero lusso [...] A volte l'ha pagata cara. (Gilles Jacob)

Note

  1. Citato in Pedro Armocida, "Tossico", "fallito", "porco". Tra registi volano pernacchie, IlGiornale.it, 6 ottobre 2014. Citato anche in Gabriele Capolino, 35 dichiarazioni di registi che criticano o insultano altri registi, Cineblog.it, 17 giugno 2013.
  2. Da una recensione del 1963 riportata anche in Les films de ma vie (pp. 271-272 della versione inglese The Films In My Life, Da Capo Press, 2009); citato nella scheda film di , il Sole 24 Ore.com.
  3. Equivalente dell'espressione "fare il diavolo a quattro".

Bibliografia

  • Anne Gillain (a cura di), Tutte le interviste di François Truffaut sul cinema, Gremese Editore, 2005. ISBN 9788876054860
  • Joseph McBride, Orson Welles, Harcourt Brace, 1977.
  • James Naremore, Orson Welles ovvero la magia del cinema, Marsilio, Venezia, 1993.
  • Aldo Tassone, François Truffaut. Professione cinema. Interviste inedite, Il Castoro, Milano, 2006.

Film

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