Angelo Del Boca: differenze tra le versioni

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*[[Luigi Cadorna|Cadorna]] è stato per ventinove mesi il vero, indiscusso padrone dell'Italia. Nessuno, prima di lui e dopo di lui ([[Benito Mussolini|Mussolini]]<nowiki/>compreso), si è arrogato il diritto di vita e di morte su tutti gli abitanti della penisola. Disponeva, a suo piacimento, di uno degli eserciti più potenti del mondo, continuamente rafforzato con immani trasfusioni di sangue. Disponeva di propri tribunali di guerra, che imponevano la sua legge. Attraverso la censura militare metteva un bavaglio a combattenti e a civili. In accordo con [[Sidney Sonnino]], poteva senza battere ciglio decretare la morte per fame di 100.000 prigionieri. Per finire, era l'uomo che non aveva il minimo imbarazzo nel diramare direttive di questo tenore: «Deve ogni soldato essere certo di trovare, all'occorrenza, nel superiore il fratello o il padre, ma anche deve essere convinto che il superiore ha il sacro potere di passare immediatamente per le armi i recalcitranti ed i vigliacchi» (da ''Italiani, brava gente?'' Neri Pozza,, Vicenza, 2005, p. 67)
*[[Luigi Cadorna|Cadorna]] è stato per ventinove mesi il vero, indiscusso padrone dell'Italia. Nessuno, prima di lui e dopo di lui ([[Benito Mussolini|Mussolini]]<nowiki/>compreso), si è arrogato il diritto di vita e di morte su tutti gli abitanti della penisola. Disponeva, a suo piacimento, di uno degli eserciti più potenti del mondo, continuamente rafforzato con immani trasfusioni di sangue. Disponeva di propri tribunali di guerra, che imponevano la sua legge. Attraverso la censura militare metteva un bavaglio a combattenti e a civili. In accordo con [[Sidney Sonnino]], poteva senza battere ciglio decretare la morte per fame di 100.000 prigionieri. Per finire, era l'uomo che non aveva il minimo imbarazzo nel diramare direttive di questo tenore: «Deve ogni soldato essere certo di trovare, all'occorrenza, nel superiore il fratello o il padre, ma anche deve essere convinto che il superiore ha il sacro potere di passare immediatamente per le armi i recalcitranti ed i vigliacchi» (da ''Italiani, brava gente?'' Neri Pozza,, Vicenza, 2005, p. 67)


==''Il Negus''==
===[[Explicit]]===
*[[Haile Selassie|Hailè Selassiè]] ha sicuramente commesso molti errori durante il suo lunghissimo regno, prima fra tutti quello di essere stato sempre in bilico tra riforma e conservazione, senza mai operare una scelta risolutiva. Ma la rivoluzione che lo ha travolto nel nome della libertà e del progresso, si è rivelata cento volte più infausta del suo regime; ha causato all'Etiopia danni irreparabili; l'ha sprofondata in quella guerra civile che Hailè Selassiè aveva sempre cercato di scongiurare; ha accellerato, anziché bloccare, il processo di disintegrazione del paese. [...] Qualunque sia il giudizio definitivo su Hailè Selassiè, la sua figura merita rispetto e considerazione. È impossibile non provare un sentimento di grande ammirazione e di riconoscenza verso l'uomo che il 30 giugno 1936, dalla tribuna ginevrina della Società delle Nazioni, denunciava al mondo i crimini del fascismo e avvertiva che l'Etiopia non sarebbe stata che la prima vittima di quella funesta ideologia. Per questo suo messaggio, malauguratamente non ascoltato, gli siamo un po' tutti debitori. (p. 336)
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==Bibliografia==
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*Angelo Del Boca, ''Italiani, brava gente?'', Neri Pozza, Vicenza, 2005.
*Angelo Del Boca, ''Italiani, brava gente?'', Neri Pozza, Vicenza, 2005.
*Angelo Del Boca, ''Il Negus'', Editori Laterza, 2007.


==Altri progetti==
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Versione delle 16:56, 3 lug 2017

Angelo Del Boca (1925 – vivente), giornalista, scrittore e storico italiano.

Citazioni di Angelo Del Boca

  • [Il generale Pietro Maletti rinunciò] a servirsi dei battaglioni eritrei, composti in gran parte da cristiani, e utilizzava ascari libici e somali, di fede musulmana, e soprattutto — parole sue — "i feroci eviratori della banda Mohamed Sultan".[1] (da Italiani, brava gente?[2])
  • Cadorna è stato per ventinove mesi il vero, indiscusso padrone dell'Italia. Nessuno, prima di lui e dopo di lui (Mussolinicompreso), si è arrogato il diritto di vita e di morte su tutti gli abitanti della penisola. Disponeva, a suo piacimento, di uno degli eserciti più potenti del mondo, continuamente rafforzato con immani trasfusioni di sangue. Disponeva di propri tribunali di guerra, che imponevano la sua legge. Attraverso la censura militare metteva un bavaglio a combattenti e a civili. In accordo con Sidney Sonnino, poteva senza battere ciglio decretare la morte per fame di 100.000 prigionieri. Per finire, era l'uomo che non aveva il minimo imbarazzo nel diramare direttive di questo tenore: «Deve ogni soldato essere certo di trovare, all'occorrenza, nel superiore il fratello o il padre, ma anche deve essere convinto che il superiore ha il sacro potere di passare immediatamente per le armi i recalcitranti ed i vigliacchi» (da Italiani, brava gente? Neri Pozza,, Vicenza, 2005, p. 67)

Il Negus

Explicit

  • Hailè Selassiè ha sicuramente commesso molti errori durante il suo lunghissimo regno, prima fra tutti quello di essere stato sempre in bilico tra riforma e conservazione, senza mai operare una scelta risolutiva. Ma la rivoluzione che lo ha travolto nel nome della libertà e del progresso, si è rivelata cento volte più infausta del suo regime; ha causato all'Etiopia danni irreparabili; l'ha sprofondata in quella guerra civile che Hailè Selassiè aveva sempre cercato di scongiurare; ha accellerato, anziché bloccare, il processo di disintegrazione del paese. [...] Qualunque sia il giudizio definitivo su Hailè Selassiè, la sua figura merita rispetto e considerazione. È impossibile non provare un sentimento di grande ammirazione e di riconoscenza verso l'uomo che il 30 giugno 1936, dalla tribuna ginevrina della Società delle Nazioni, denunciava al mondo i crimini del fascismo e avvertiva che l'Etiopia non sarebbe stata che la prima vittima di quella funesta ideologia. Per questo suo messaggio, malauguratamente non ascoltato, gli siamo un po' tutti debitori. (p. 336)

Note

  1. La citazione si riferisce alla strage di Debrà Libanòs che seguì l'attentato contro il viceré italiano ad Addis Abeba, Rodolfo Graziani.
  2. Citato in Gian Antonio Stella, E Graziani massacrò i monaci etiopi, Corriere della Sera, 18 febbraio 2017, p. 45.

Bibliografia

  • Angelo Del Boca, Italiani, brava gente?, Neri Pozza, Vicenza, 2005.
  • Angelo Del Boca, Il Negus, Editori Laterza, 2007.

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