Fernanda Romagnoli: differenze tra le versioni

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*''Ti supplico per lei, così smaniosa | di mari e di ginestre || Tu non esaudirmi, ché non io, | la mia carne di madre ha paura''. (da ''Per lei'')
*''Ti supplico per lei, così smaniosa | di mari e di ginestre || Tu non esaudirmi, ché non io, | la mia carne di madre ha paura''. (da ''Per lei'')

*''Stupendo sacrilegio imporvi un segno | - l'arco del piede - premere col viso | la freschezza deposta dalla luna. | Il mare straripava nel sereno | a livello dei cigli. Ah, la bellezza | che pativo, non mia, che mia stringevo | in quel primo singhiozzo di creatura | che s'arrende all'immenso - era già il pegno, | la stigmata che in me sfolgora e dura.'' (da ''Stigmata'')

*''Mi scinderò dalla perpetua danza, | dal flusso senza fine che mi porta, | creatura di lucente libertà | - io - che piangete morta.'' (da ''Avvento'')

*''M'inebrio al colpo che t'assalirebbe | all'altezza dell'anima. M'inebria | pensare come il volto | ti si farebbe pallido, e smarrita | l'onestà dello sguardo.'' (da ''Tu sapessi'')

*''I capelli riposano leggeri | nell'ombra che al suo corpo fa da culla. | Ma la mano s'è arresa, | crocefissa alla vita.'' (da ''Sonno'')

*''Poi ti raggiungerò | là dove – abbandonata | la via terrestre, simile | a rotaia in disuso – | s'incammina lo spirito, esitante, | confuso ancora al grido, ancora all'orlo | della sua cieca vibrazione umana. | Io ti raggiungerò | dove tu "Sono qui!" | balenerai, che ancora dalla fascia | del buio mi districo. | "Qui dove" – nell'angoscia | di troppa luce, nessuno distinguendo – | ti griderò. Ma già saremo Uno.'' (da ''Poi'')
*''Fu pura diserzione. | Silenziosa vedetta mi scortava | all’estuario del tempo. | Lo spazio si sfilava dai miei piedi, | mal cucito sudario. | Non v’era qui altro metro che l’eterno. | Non v’era riva fuor che lo splendore''. (da ''Libertà'')


==Citazioni su Fernanda Romagnoli==
==Citazioni su Fernanda Romagnoli==

Versione delle 13:19, 17 lug 2017

Fernanda Romagnoli (1916 – 1986), poetessa italiana.

L'anima in disparte

  • All'ombra delle tende azzurre gialle | approda il vecchio. Siede, | guarda intorno la scena: mitemente | nel suo castello d'ossa si consola | di farne ancora parte. | Ma l'anima – è in disparte. (da Strada)
  • Anche il poeta ha un corpo. | Mangia. Invecchia. | Anche il poeta è stretto | nella sua triste carne. (da Prima vista) [il poeta citato è Carlo Betocchi]
  • Chi amico ti chiama – è beato. | Felice colei che ogni giorno | ti parla ti tocca | ti dorme a lato. (da Cristallo di rocca)
  • [Dedicata a Gianni Rivera] Come spenti | passano i vinti, passa il vittorioso | manipolo, ridente pur se stanco. | E in mezzo, lui, che ancora la tribuna | vibra al suo nome, echeggia la collina. | A testa china, assorto, | la dolce nuca ersuta di sudore, | l'ecchimosi, lo strappo sulla maglia. (da Giovane campione)
  • Ma "vecchio" che significa, poeta, | per te che ricominci ad ogni sguardo | da settant'anni, per l'inesausto slancio | della radice, la sua storia d'anelli | su per il legno, verso la cima, dove "bisbigliano gli uccelli" e fanno a giorno le costellazioni | dell'anima. (da Per il poeta malato, dedicata a Nicola Lisi)
  • Morte pulita – ed in fretta. | Ma che ne so della via | che il bruco ha percorso in quell'unico | istante d'agonia. (da Bruco)
  • Per sfuggire al silenzio degli echi | con edelweis mi tapperò gli orecchi. (da Dolomiti)
  • Tagliato in due col suo frutto | il bruco si torce, precipita | nel piatto, ove un attimo orrendo | sopravvive al suo lutto. (da Bruco)
  • Ti supplico per lei, così smaniosa | di mari e di ginestre || Tu non esaudirmi, ché non io, | la mia carne di madre ha paura. (da Per lei)
  • Stupendo sacrilegio imporvi un segno | - l'arco del piede - premere col viso | la freschezza deposta dalla luna. | Il mare straripava nel sereno | a livello dei cigli. Ah, la bellezza | che pativo, non mia, che mia stringevo | in quel primo singhiozzo di creatura | che s'arrende all'immenso - era già il pegno, | la stigmata che in me sfolgora e dura. (da Stigmata)
  • Mi scinderò dalla perpetua danza, | dal flusso senza fine che mi porta, | creatura di lucente libertà | - io - che piangete morta. (da Avvento)
  • M'inebrio al colpo che t'assalirebbe | all'altezza dell'anima. M'inebria | pensare come il volto | ti si farebbe pallido, e smarrita | l'onestà dello sguardo. (da Tu sapessi)
  • I capelli riposano leggeri | nell'ombra che al suo corpo fa da culla. | Ma la mano s'è arresa, | crocefissa alla vita. (da Sonno)
  • Poi ti raggiungerò | là dove – abbandonata | la via terrestre, simile | a rotaia in disuso – | s'incammina lo spirito, esitante, | confuso ancora al grido, ancora all'orlo | della sua cieca vibrazione umana. | Io ti raggiungerò | dove tu "Sono qui!" | balenerai, che ancora dalla fascia | del buio mi districo. | "Qui dove" – nell'angoscia | di troppa luce, nessuno distinguendo – | ti griderò. Ma già saremo Uno. (da Poi)
  • Fu pura diserzione. | Silenziosa vedetta mi scortava | all’estuario del tempo. | Lo spazio si sfilava dai miei piedi, | mal cucito sudario. | Non v’era qui altro metro che l’eterno. | Non v’era riva fuor che lo splendore. (da Libertà)

Citazioni su Fernanda Romagnoli

  • C'è in questi versi... il segno di un destino poetico, volto a una confessione di continuo sollevata dal puro diarismo per il rovello e l'attesa di una rivelazione, nella linea della grande Dickinson, di Cristina Rossetti. Esso nasce dall'ininterrotto scontro tra il quotidiano e il visionario. (Attilio Bertolucci)
  • È un caso letterario Fernanda Romagnoli? Sì, lo è, nel senso più alto, meno effimero... Con Il tredicesimo invitato ha raggiunto una serena eternità da piccolo classico. (Dario Bellezza)
  • Eppure – come nei metafisici inglesi che certamente ha letto, o in Caproni cui deve qualcosa, o alla Guidacci che forse le è vicina – quanta vita sotterranea, rappresa, rimane in questa poesia della Romagnoli, capace ancora di fremere di agitarsi di lottare fra l'esistere e l'essere. (Marco Forti)
  • La poesia della Romagnoli rispecchia l'essenza della vita: stati d'animo, travagli di coscienza, accensioni spirituali di una donna coraggiosamente impegnata a leggere in sé la propria verità... (Diego Valeri)
  • Possedere la verità in un'anima e un corpo era il grido, quale a noi risulta, più che un progetto, con cui si chiudeva Une saison en enfer. Il richiamo a Rimbaud tende a sottrarre alla convenzionalità dei due termini di un conflitto mai risolto la sostanza del libro drammatico che abbiamo davanti... (Vittorio Sereni)
  • Rarissimo evento, Fernanda Romagnoli è poeta. (Pietro Cimatti)

Donatella Bisutti

  • Ci sono poeti che hanno un destino di silenzio, anche se a tratti sembra che la gloria, o la fama almeno, li abbia per un attimo baciati. Il silenzio, in vita e in morte, tranne che per qualche breve istante, pare essere il destino di Fernanda Romagnoli, poetessa romana morta nell'86 all'età di settant'anni.
  • La sua fortuna letteraria era stata come il percorso breve e subito cancellato di una stella cadente che si accende per qualche attimo solo quando è vicina al termine della sua corsa. Prima e dopo quell'attimo, nulla, o quasi.
  • Una donna senza storia, Fernanda Romagnoli, se non questa sua quasi segreta passione dello scrivere: come la poetessa americana Emily Dickinson, che amava molto e alla quale per certi aspetti è affine.

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