Intellettuale: differenze tra le versioni

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Sergio Ricossa: intellettuali e politica
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Citazioni sulla figura dell''''intellettuale'''.
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*Che cos'è un'intellettuale? Per parte mia limitò l'uso di questa parola nel modo seguente: è uno studioso o un'artista (categoria che include anche gli scrittori) che non si accontenta di fare opere scientifiche o di creare opere d'arte, di contribuire dunque al progresso della verità o allo sviluppo del bello, ma che si sente anche toccato dal problema del bene pubblico. Dei valori della società in cui vive e che partecipa quindi al dibattito su quei valori. L'intellettuale, secondo questa definizione, si situa a uguale distanza dall'artista o dallo studioso che non si preoccupa della dimensione politica ed etica del suo lavoro, come dal politico e dal propagandista di professione, che non produce alcuna opera. ([[Tzvetan Todorov]])
*Che cos'è un intellettuale? Per parte mia limitò l'uso di questa parola nel modo seguente: è uno studioso o un artista (categoria che include anche gli scrittori) che non si accontenta di fare opere scientifiche o di creare opere d'arte, di contribuire dunque al progresso della verità o allo sviluppo del bello, ma che si sente anche toccato dal problema del bene pubblico. Dei valori della società in cui vive e che partecipa quindi al dibattito su quei valori. L'intellettuale, secondo questa definizione, si situa a uguale distanza dall'artista o dallo studioso che non si preoccupa della dimensione politica ed etica del suo lavoro, come dal politico e dal propagandista di professione, che non produce alcuna opera. ([[Tzvetan Todorov]])
*Comunque agisca l'intellettuale, sbaglia. ([[Theodor Adorno]])
*Comunque agisca l'intellettuale, sbaglia. ([[Theodor Adorno]])
*Così i cosiddetti intellettuali impegnati sono sempre più relegati ai margini dei fatti nazionali. Tra poco non conteranno più niente, assolutamente niente. ([[Michele Valori]])
*Così i cosiddetti intellettuali impegnati sono sempre più relegati ai margini dei fatti nazionali. Tra poco non conteranno più niente, assolutamente niente. ([[Michele Valori]])

Versione delle 18:29, 10 ago 2017

Citazioni sulla figura dell'intellettuale.

  • Che cos'è un intellettuale? Per parte mia limitò l'uso di questa parola nel modo seguente: è uno studioso o un artista (categoria che include anche gli scrittori) che non si accontenta di fare opere scientifiche o di creare opere d'arte, di contribuire dunque al progresso della verità o allo sviluppo del bello, ma che si sente anche toccato dal problema del bene pubblico. Dei valori della società in cui vive e che partecipa quindi al dibattito su quei valori. L'intellettuale, secondo questa definizione, si situa a uguale distanza dall'artista o dallo studioso che non si preoccupa della dimensione politica ed etica del suo lavoro, come dal politico e dal propagandista di professione, che non produce alcuna opera. (Tzvetan Todorov)
  • Comunque agisca l'intellettuale, sbaglia. (Theodor Adorno)
  • Così i cosiddetti intellettuali impegnati sono sempre più relegati ai margini dei fatti nazionali. Tra poco non conteranno più niente, assolutamente niente. (Michele Valori)
  • Gl'intellettuali italiani che preferiscono aver ragione da soli piuttosto che torto con gli altri, sono pochi. I più seguono la massima di Toulet: «Quando i lupi urlano, urla con loro». (Indro Montanelli)
  • Gli «intellettuali» purtroppo hanno nel movimento operaio gli stessi privilegi che nella società borghese. (Simone Weil)
  • Gli intellettuali si alleano alla forza politica illudendosi talvolta di orientarla; più spesso ne diventano i burattini, sia pure burattini di lusso. (Sergio Ricossa)
  • Gli intellettuali sono come la mafia. Si uccidono solo tra loro. (Woody Allen)
  • Gli intellettuali sono pecore che hanno bisogno di un protettore: in Italia sono tutti vigliacchi, quindi di sinistra. Di non allineati ne conosco pochissimi. (Vittorio Sgarbi)
  • Intellettuali d'oggi | idioti di domani | ridatemi il cervello | che basta alle mie mani. (Fabrizio De André)
  • L'intellettuale americano è un individuo molto astratto, estremamente tormentato. Non riesce a liberarsi dell'America e vorrebbe. Si vergogna di non poterci capire e ci invidia la nostra sciatteria, e il nostro scetticismo. (Michele Valori)
  • L'intellettuale è così spesso un imbecille che dovremmo sempre considerarlo tale fino a prova contraria. (Georges Bernanos)
  • L'intellettuale è tale solo in quanto viene contrapposto agli altri uomini che intellettuali non sono. (Johann Gottlieb Fichte)
  • L'intellettuale è tale solo se considerato all'interno della società. (Johann Gottlieb Fichte)
  • L'intellettuale è un signore che fa rilegare i libri che non ha letto. (Leo Longanesi)
  • L'intellettuale è uno la cui mente si osserva. (Albert Camus)
  • L'intellettuale italiano è sempre stato all'opposizione di ogni regime. Precedente. (Pippo Franco)
  • L'intellettuale non ha scelta, salvo fra essere sé stesso o tradire sé stesso. Se pensa che la «felicità», come appare nelle definizioni fondamentali della teoria e della pratica dell'American way of life, sia preferibile, se non sospetta che la «felicità» in quasi tutte le sue forme sia il dispotismo dell'ordinario, del volgare, ha sbagliato mestiere. [...] (George Steiner)
  • L'intellettuale! Questa parola fa paura, ma nello stesso tempo fa pena. L'intellettuale di oggi è un misto di fessaggine, di pederastia e di mutria. Pur non avendo capito nulla, né di sé, né degli altri, si presenta come l'oracolo degli oracoli. Usa un linguaggio ricercato, astruso, quasi da ebete: con la convinzione di mettere a posto il mondo, e invece non mette a posto nemmeno a se stesso. E l'intellettuale, nostro contemporaneo, sta quasi collocato sempre a sinistra (mangia però a destra), vuol fare la "rivoluzione", ma spera assicurarsi che non gli venga tolto nulla. (Marino Piazzolla)
  • L'uomo alberga in sé il bisogno di odiare e di distruggere. In tempi normali la sua inclinazione rimane latente, solo in circostanze eccezionali essa viene alla luce: ma è abbastanza facile attizzarla e portarla alle altezze di una psicosi collettiva. [...] E non penso affatto solo alle cosiddette masse incolte. La mia esperienza dimostra anzi che è proprio la cosiddetta «intellighenzia» a cedere per prima a queste rovinose suggestioni collettive, poiché l'intellettuale non ha contatto diretto con la realtà, ma la vive attraverso la sua forma riassuntiva più facile, quella della pagina stampata. (Albert Einstein)
  • La vera destinazione del ceto intellettuale: il controllo supremo sul progresso effettivo del genere umano nel suo complesso, e il continuo promuovimento di questo progresso. (Johann Gottlieb Fichte)
  • Noi intellettuali [...] abbiamo il dovere di rimanere lucidi fino alla fine. ()
  • Stefano: Non ho ancora conosciuto un intellettuale che non si proclami di sinistra! Affermazione che per fortuna, quasi mai trova riscontro nella loro vita o nelle loro opere.
    Professore: Gli intellettuali della mia generazione hanno cercato molto un equilibrio tra la politica e la morale: la ricerca dell'impossibile. (Gruppo di famiglia in un interno)
  • "Non occorre intelletto per essere intellettuali." (Padre Brown)
  • Oggi questo circuito intellettuale si è molto indebolito, esiste ancora ma conta molto meno, perché c'è una segmentazione del sapere e dei circuiti. Inoltre, il linguaggio politico e la comunità politica, che una volta erano un potente veicolo per la saggistica, sono oggi in crisi. Da anni ormai il dialogo tra politica e cultura si è interrotto, anche a sinistra, con risultati dirompenti. [...] Il circuito intellettuale della saggistica si reggeva molto su questo rapporto con la politica, quindi oggi risente della sua crisi. In fondo, l'intellettuale scrive un saggio anche perché ritiene che nella sfera pubblica ci sia qualcuno capace di recepire il suo discorso. Se invece questo discorso è sistematicamente negletto, alla lunga l'intellettuale si rifugia nello specialismo. (Giuseppe Laterza)
  • Ottusa e faziosa speculazione degl'intellettuali di sinistra [...] vedevano la pagliuzza nell'occhio dell'America e si rifiutavano di vedere il trave nell'occhio della Russia. Il mostro per loro non era Stalin, ma quell'untorello di MacCarthy. Non credevano alla peste, ma rabbrividivano di religioso orrore al solo pensiero della varicella. Quos Deus vult perdere. (Mario Praz)
  • Per un intellettuale non è ammessa per nessuna ragione la distrazione, e se proprio vuoi praticarla devi imparare l'uso della «distrazione vigilante» che ti tiene in uno stato di continua perplessità. (Raffaele La Capria)
  • Preferisco essere considerato uomo di cultura più che "intellettuale", figura che nasce nel 1700 e incarna l'utopismo senza Dio. (Eugenio Corti)
  • Provate a osservare l'atteggiamento degli intellettuali italiani quando vengono intervistati in TV: noterete subito come il loro sguardo è sempre permeato da una austera consapevolezza. Dio solo sa quali oscuri meccanismi calvinisti, fatti di complessi di colpa e di desideri di espiazione, li rendono così allergici alla comicità. Forse il motto latino «risus abundat in ore stultorum» è stato messo in giro proprio da un antenato di Moravia, di Sciascia o di Giorgio Bocca. Fortunatamente, di tanto in tanto, spunta un Einstein o un Bertrand Russell e il cielo della cultura torna a tingersi di azzurro. (Luciano De Crescenzo)
  • Se si ha una buona idea occorre trasformarla in azione, solo così un intellettuale può avere un senso. (Vittorio Sgarbi)
  • Sono stati l'accademismo rarefatto di Platone, l'istituzionalizzazione dell'insegnamento metafisico, la nuova definizione, in parte sofistica in parte scientifica, del filosofo e dialettico come specialista accademico dopo Socrate, a permettere il commercio opportunistico e istrionico fra intelletto e potere. (George Steiner)
  • [L'intellettuale impegnato è] un irresponsabile che impartisce lezioni, avendo come metodo di svuotare il mondo della sua complessità per non vederci altro che materia per indignazione, scandalo e pose vantaggiose. (Régis Debray)
  • «Un tempo solo chi godeva d'una rendita agricola poteva fare l'intellettuale, – pensò Quinto. – La cultura paga ben caro l'essersi liberata da una base economica. Prima viveva sul privilegio, però aveva radici solide. Ora gli intellettuali non sono borghesi e non sono proletari.» (Italo Calvino)

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