Giuseppe Furino: differenze tra le versioni

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{{Intestazione2|''Furino sorride: «Rivedo la voglia della vera Juve»''|Intervista di Guido Vaciago, ''Tuttosport'', 20 novembre 2011, p. 4}}
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*[Lo [[Juventus Stadium]]] È sicuramente bellissimo. Uno stadio per il calcio, emozionante e perfetto per godersi la partita. Ho ritrovato il gusto di fare il tifoso, ma anche grazie alla squadra.
*{{NDR|Lo [[Allianz Stadium (Torino)|Juventus Stadium]]}} È sicuramente bellissimo. Uno stadio per il calcio, emozionante e perfetto per godersi la partita. Ho ritrovato il gusto di fare il tifoso, ma anche grazie alla squadra.
*[...] Gente come [[Lilian Thuram|Thuram]] o [[Paolo Montero|Montero]] aveva uno spessore tecnico, fisico e anche umano da number one.
*[...] Gente come [[Lilian Thuram|Thuram]] o [[Paolo Montero|Montero]] aveva uno spessore tecnico, fisico e anche umano da number one.
*[[Claudio Marchisio|Marchisio]] ha tutto: calcio, agonismo, senso tattico e ora ha fatto il definitivo salto di qualità sotto il profilo della personalità. [[Marco Tardelli|Tardelli]]? Lo ricorda nella corsa e nel fisico, ma forse Marco era un pelo più esplosivo e individualista, mentre Claudio è più uomo squadra.
*[[Claudio Marchisio|Marchisio]] ha tutto: calcio, agonismo, senso tattico e ora ha fatto il definitivo salto di qualità sotto il profilo della personalità. [[Marco Tardelli|Tardelli]]? Lo ricorda nella corsa e nel fisico, ma forse Marco era un pelo più esplosivo e individualista, mentre Claudio è più uomo squadra.

Versione delle 08:17, 20 ott 2017

Giuseppe Furino (1970)

Giuseppe Furino (1946 – vivente), ex calciatore italiano.

Citazioni di Giuseppe Furino

  • [Sullo Stile Juventus] È una forma di educazione sportiva, una conservazione di valore. Il campo non è tutto, anzi è la conseguenza dell'affiatamento, della vita fuori campo. Noi abbiamo la consapevolezza di cosa significa essere professionisti: significa anche non parlare male dei compagni, discutere tutto all'interno, significa andare in trasferta in ordine con la divisa sociale, pettinati, la cravatta. Sembrano sfumature, ma contano. Le squadre estere di grande tradizione si comportano nello stesso modo. Chiamiamolo stile, se volete: per me è una scelta di valori.[1]

Furino sorride: «Rivedo la voglia della vera Juve»

Intervista di Guido Vaciago, Tuttosport, 20 novembre 2011, p. 4

  • [Lo Juventus Stadium] È sicuramente bellissimo. Uno stadio per il calcio, emozionante e perfetto per godersi la partita. Ho ritrovato il gusto di fare il tifoso, ma anche grazie alla squadra.
  • [...] Gente come Thuram o Montero aveva uno spessore tecnico, fisico e anche umano da number one.
  • Marchisio ha tutto: calcio, agonismo, senso tattico e ora ha fatto il definitivo salto di qualità sotto il profilo della personalità. Tardelli? Lo ricorda nella corsa e nel fisico, ma forse Marco era un pelo più esplosivo e individualista, mentre Claudio è più uomo squadra.
  • Alla Juve non basta la classe, ci vogliono le palle d'acciaio.
  • [Su Antonio Conte] Quel suo martellare, essere sempre sul pezzo, non mollare mai mi ricorda molto Trapattoni. D'altra parte, una grande squadra consente solo ed esclusivamente quel tipo di approccio. Non posso sentire quegli allenatori che a marzo dicono: "ci stiamo lavorando" oppure "ci dobbiamo lavorare". Lavorando? Ma negli altri sei mesi che hai fatto?

Giuseppe Furino, il mediano con due cuori che spegneva i campioni: «Ma a Sivori feci un tunnel»

Repubblica.it, 10 febbraio 2014

  • Non mi è mai piaciuto l'accostamento con le bandiere, che stanno alte in cima a un pennone. Io stavo rasoterra, a lottare.
  • Da ragazzo il mio idolo era Omar Sivori, giocavo coi calzettoni abbassati e anche più tardi non ho mai messo i parastinchi. Quand'ero nelle giovanili della Juve a Sivori ho fatto un tunnel e ci è rimasto male: ragazzino, come ti permetti? Non l'ho fatto apposta, gli ho detto. Invece sì, era da mezzora che provava lui a farmi un tunnel, se l'era cercata. Da ragazzo, tra giovanili Juve, Savona e Palermo credo di aver indossato tutte le maglie, tranne l'1 e la 9. Sì, ho avuto la 10, tiravo rigori e punizioni. Ma un giorno ho visto Luis Del Sol e ho deciso che il mio vero ruolo era quello di mediano. E al mediano si chiedeva di marcare, essenzialmente. E il mediano che portava via la palla al 10, che molto raramente lo rincorreva, creava la famosa superiorità numerica.
  • [La juventinità] è senso di appartenenza, condivisione dei valori. È saper accettare le vittorie e anche le sconfitte, questo vale per i giocatori e anche per i tifosi.
  • [Alla domanda «Perché non ha fatto l'allenatore?»] Errore di presunzione. Non avevo le presenze in azzurro di Zoff, che ha avuto automaticamente il patentino, e non ritenevo decoroso, con la mia carriera, dover sostenere esami supplementari.

Il caso. Furia, Furin, Furetto ha scelto il centrodestra. Furino candidato sindaco a Moncalieri

Intervista di Mario Bocchio, Barbadillo.it, 25 marzo 2015

  • [Sul derby di Torino] Ho perso, vinto, menato: era il derby. Oggi questa partita non la capiscono più come una volta.
  • [Ho giocato] una trentina di derby mal contati, più persi che vinti. Noi [della Juventus] pativamo i granata, quei malandrini che sapevano certo giocare, ma anche provocare [...]. Il Toro aveva il valore aggiunto dell'appartenenza, del vivaio...
  • [Da bambini] si giocava in cortile, all'oratorio, in piazza d'armi, oggi esistono solo scuole calcio a pagamento. Ogni bambino, a quel tempo, giocava a pallone tutto il giorno.
  • Ferrini, grande carisma, magnifico centrocampista, non solo un lottatore.
  • Con Agroppi ci conoscevamo fin da piccoli, ci eravamo affrontati mille volte nei vari campionati, eravamo amici, ma nel derby lui si trasfigurava.
  • [Sulla carriera di calciatore] Lo scudetto perso nel 1976 resta la delusione più profonda, [noi della Juventus] avevamo 5 punti più del Toro eppure non bastarono: tre sconfitte di fila, Cesena, derby, Inter, così loro ci passarono davanti. I tifosi contestarono al campo d'allenamento, io ne inquadrai due o tre. L'anno dopo vincemmo la Coppa UEFA a Bilbao. Quando tornammo [...] io che ero il capitano scesi dall'aereo con il trofeo in mano. Tra i tifosi che si avvicinarono sulla pista, riconobbi uno dei contestatori. Mi disse "bravo Beppe, grande Beppe". Gli risposi: "se non te ne vai, ti spacco questa coppa in testa".

Citazioni su Giuseppe Furino

  • Nella sua storia leggendaria la Juve ha avuto eccelsi gregari. Ma nessuno all'altezza di questo nano portentoso, incontrista e cursore, immenso agonista, indomabile nella fatica, i piedi come uncini dolorosi in certe circostanze. (Vladimiro Caminiti)

Note

  1. Citato in Gianni Mura; Andrea Gentile, Aurelio Pino, Non gioco più, me ne vado: gregari e campioni, coppe e bidoni, Il Saggiatore, Milano, 2013, p. 190. ISBN 88-4281-752-X

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