Pellegrino Artusi: differenze tra le versioni

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[[Immagine:Pellgrino.jpg|thumb|Statua di Pellegrino Artusi al cimitero di San Miniato al Monte]]
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'''Pellegrino Artusi''' (1820 – 1911), critico letterario e scrittore italiano.
'''Pellegrino Artusi''' (1820 – 1911), critico letterario e scrittore italiano.


==Citazioni di Pellegrino Artusi==
==Citazioni di Pellegrino Artusi==
{{intestazione|Citato in Geminello Alvi, ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2004/luglio/15/Pellegrino_Artusi_rivoluzionario_del_tortellino_co_9_040715049.shtml Pellegrino Artusi, il rivoluzionario del tortellino]'', ''Corriere della Sera'', 15 luglio 2004, p. 37}}
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*Quando m'accorsi della mia nessuna cultura mi rivolsi al maestro Buscaroli, che mi erudì anche nel galateo di [[Melchiorre Gioia]]. Imparai a memoria l' Inferno e il Purgatorio di [[Dante Alighieri]].
*Quando m'accorsi della mia nessuna cultura mi rivolsi al maestro Buscaroli, che mi erudì anche nel galateo di [[Melchiorre Gioia]]. Imparai a memoria [[Divina Commedia|l'Inferno e il Purgatorio]] di [[Dante Alighieri]].
*Ereditai dalla natura istinti erotici quasi infrenabili per i quali quasi non mi rovinai la salute e il resto. Non fosse stato per la mia mamma, donna caritatevole che appena vide che la servetta di casa cominciava a ingrossarsi spese molto per accomodare la cosa.
*Ereditai dalla natura istinti erotici quasi infrenabili per i quali quasi non mi rovinai la salute e il resto. Non fosse stato per la mia mamma, donna caritatevole che appena vide che la servetta di casa cominciava a ingrossarsi spese molto per accomodare la cosa.
*La gran timidezza è stata l'incubo della mia vita: non mi dichiarai. Allora in sette giorni e per sette scudi i vetturini vi portavano dalla [[Romagna]] a [[Roma]] e di qui ai tempi di [[Papa Pio IX|Pio IX]] viaggiai fino a [[Napoli]], dov'è un'infima plebe che non si cura del domani. Là era cosa molto caratteristica vedere nei mercati «una gran caldaja di maccheroni bollenti». Lusingato dalla rinomanza di quel cibo non vedevo l'ora di mangiarli; «ma fui deluso dal loro modo di condirli con molto pepe e cacio piccante». Meglio i tortellini e il lesso rifatto.
*La gran timidezza è stata l'incubo della mia vita: non mi dichiarai. Allora in sette giorni e per sette scudi i vetturini vi portavano dalla [[Romagna]] a [[Roma]] e di qui ai tempi di [[Papa Pio IX|Pio IX]] viaggiai fino a [[Napoli]], dov'è un'infima plebe che non si cura del domani. Là era cosa molto caratteristica vedere nei mercati «una gran caldaja di maccheroni bollenti». Lusingato dalla rinomanza di quel cibo non vedevo l'ora di mangiarli; «ma fui deluso dal loro modo di condirli con molto pepe e cacio piccante». Meglio i tortellini e il lesso rifatto.

Versione delle 11:21, 31 ott 2017

Statua di Pellegrino Artusi al cimitero di San Miniato al Monte

Pellegrino Artusi (1820 – 1911), critico letterario e scrittore italiano.

Citazioni di Pellegrino Artusi

Citato in Geminello Alvi, Pellegrino Artusi, il rivoluzionario del tortellino, Corriere della Sera, 15 luglio 2004, p. 37
  • Quando m'accorsi della mia nessuna cultura mi rivolsi al maestro Buscaroli, che mi erudì anche nel galateo di Melchiorre Gioia. Imparai a memoria l'Inferno e il Purgatorio di Dante Alighieri.
  • Ereditai dalla natura istinti erotici quasi infrenabili per i quali quasi non mi rovinai la salute e il resto. Non fosse stato per la mia mamma, donna caritatevole che appena vide che la servetta di casa cominciava a ingrossarsi spese molto per accomodare la cosa.
  • La gran timidezza è stata l'incubo della mia vita: non mi dichiarai. Allora in sette giorni e per sette scudi i vetturini vi portavano dalla Romagna a Roma e di qui ai tempi di Pio IX viaggiai fino a Napoli, dov'è un'infima plebe che non si cura del domani. Là era cosa molto caratteristica vedere nei mercati «una gran caldaja di maccheroni bollenti». Lusingato dalla rinomanza di quel cibo non vedevo l'ora di mangiarli; «ma fui deluso dal loro modo di condirli con molto pepe e cacio piccante». Meglio i tortellini e il lesso rifatto.
  • Senza darmi a speculazioni azzardose, mi arricchii col commercio serico, e mi presi una amica. Ma dovetti guardarmi dalla servitù di canaglie che mi rubavano anche le posate d'argento. La cameriera e il cuoco di Bologna e la governante lunatica che tenni per diciassette anni a freno solo a forza di cazzotti.
  • Se avete dei tartufi che abbiano profumo chiudeteli in una scatola di latta e d'altro con una o due uova fresche. Lasciate così un paio di giorni... mangiatele alla coque.

La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene

Incipit

La cucina è una bricconcella; spesso e volentieri fa disperare, ma dà anche piacere, perché quelle volte che riuscite o che avete superata una difficoltà, provate compiacimento e cantate vittoria.
Diffidate dei libri che trattano di quest'arte; sono la maggior parte fallaci o incomprensibili, specialmente quelli italiani; meno peggio i francesi; al più al più tanto dagli uni che dagli altri, potrete attingere qualche nozione utile quando l'arte la conoscete.
Se non si ha la pretesa di diventare un cuoco di baldacchino, non credo sia necessario, per riuscire, di nascere con una cazzeruola in capo; basta la passione, molta attenzione e l'avvezzarsi precisi: poi scegliete sempre per materia prima roba della più fine, ché questa vi farà figurare.

Citazioni

  • Amo il bello ed il buono ovunque si trovino e mi ripugna di vedere straziata, come suol dirsi, la grazia di Dio. Amen. (Prefazione)
  • Due sono le funzioni principali della vita: la nutrizione e la propagazione della specie. (L'autore a chi legge)
  • Il miglior maestro è la pratica sotto un esercente capace. (Prefazione)
  • Il mondo ipocrita non vuoi dare importanza al mangiare; ma poi non si fa festa, civile o religiosa, che non si distenda la tovaglia e non si cerchi di pappare del meglio. (Frustata)
  • Il troppo salato è il peggior difetto delle vivande. (Umidi; 255, Fricandò)
  • Una volta si diceva che la minestra era la biada dell'uomo. (Minestre)
  • [Sul babà] Questo è un dolce che vuol vedere la persona in viso, cioè per riuscir bene richiede pazienza ed attenzione. (Pasticceria; 565, Babà)
  • Quando il Babà è sformato, se è ben cotto, deve avere il colore della corteccia del pane [...]. (Pasticceria; 565, Babà)
  • Le fave, e soprattutto quelle nere, erano considerate come una funebre offerta, poiché credevasi che in esse si rinchiudessero le anime dei morti, e che fossero somiglianti alle porte dell'inferno. (Pasticceria; 622, Fave alla romana o dei morti)

Bibliografia

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