Ammiano Marcellino: differenze tra le versioni
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*Non ci sono belve tanto infeste agli uomini quanto i più dei [[Cristianesimo|cristiani]] sono esiziali a se stessi.<ref group="fonte">Citato in [[Silvia Ronchey]], ''Ipazia: La vera storia'', Rizzoli, Milano, 2010, p. 13. ISBN 978-88-17-04565-0</ref> (XXII, cap. 5, par. 4) |
*Non ci sono belve tanto infeste agli uomini quanto i più dei [[Cristianesimo|cristiani]] sono esiziali a se stessi.<ref group="fonte">Citato in [[Silvia Ronchey]], ''Ipazia: La vera storia'', Rizzoli, Milano, 2010, p. 13. ISBN 978-88-17-04565-0</ref> (XXII, cap. 5, par. 4) |
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:''[N]ullas infestas hominibus bestias, ut sunt sibi ferales plerique Christianorum expertus |
:''[N]ullas infestas hominibus bestias, ut sunt sibi ferales plerique Christianorum expertus'' |
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*«''Serapeum, quod licet minuatur exilitate verborum, atriis tamen columnariis amplissimis et spirantibus signorum figmentis et reliqua operum multitudine ita est exornatum, ut post Capitolium, quo se venerabilis Roma in aeternum attollit, nihil orbis terrarum ambitiosius cernat.''» |
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:«Il Serapeo, il cui splendore è tale che le semplici parole possono solamente sminuirlo, è talmente ornato di grandi sale colonnate, di statue che sembrano vive e tanta moltitudine di altre opere, che niente altro, eccetto il Campidoglio, simbolo dell'eternità della venerabile [[Roma]], può essere considerato più fastoso al mondo.»<ref group="fonte">Ammiano Marcellino, ''Res Gestae'', XXII, 16</ref> |
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Versione delle 12:13, 10 nov 2017
Ammiano Marcellino (330 ca. – post 397), storico romano.
Res Gestae
- La perfetta verità è sempre semplice.[fonte 1] (Costanzo II: XIV, cap. 10, par. 13)
- Veritatis absolutio semper est simplex.
- De fumo ad flammam.
- Dove si cura troppo il cibo, ivi si cura poco la virtù.[fonte 3] (Catone il Censore: XVI, cap. 5, par. 2)
- [M]agna cura cibi, magna virtutis incuria.
- Non ci sono belve tanto infeste agli uomini quanto i più dei cristiani sono esiziali a se stessi.[fonte 4] (XXII, cap. 5, par. 4)
- [N]ullas infestas hominibus bestias, ut sunt sibi ferales plerique Christianorum expertus
- «Serapeum, quod licet minuatur exilitate verborum, atriis tamen columnariis amplissimis et spirantibus signorum figmentis et reliqua operum multitudine ita est exornatum, ut post Capitolium, quo se venerabilis Roma in aeternum attollit, nihil orbis terrarum ambitiosius cernat.»
- «Il Serapeo, il cui splendore è tale che le semplici parole possono solamente sminuirlo, è talmente ornato di grandi sale colonnate, di statue che sembrano vive e tanta moltitudine di altre opere, che niente altro, eccetto il Campidoglio, simbolo dell'eternità della venerabile Roma, può essere considerato più fastoso al mondo.»[fonte 5]
Note
- ↑ Il popolo volendo fuggire la servitù degli uomini liberi, cade nell'acerbissima schiavitù dei servi. (2006)
Fonti
- ↑ Citato in 5000 Proverbi e Motti latini, p. 615
- ↑ Citato in 5000 Proverbi e Motti latini, p. 548
- ↑ Citato in Fernando Palazzi, Silvio Spaventa Filippi, Il libro dei mille savi, Hoepli, Milano, 2007, p. 999, n° 7920. ISBN 978-88-203-3911-1
- ↑ Citato in Silvia Ronchey, Ipazia: La vera storia, Rizzoli, Milano, 2010, p. 13. ISBN 978-88-17-04565-0
- ↑ Ammiano Marcellino, Res Gestae, XXII, 16
Bibliografia
- Ammiano Marcellino, Rerum gestarum Libri, Biblioteca Digitale IntraText. (Edizione IntraText) [Per le citazioni in latino]
- L. De Mauri, 5000 Proverbi e Motti latini, Hoepli, Milano, 2006. ISBN 978-88-203-0992-3 (Anteprima su Google Libri)
Altri progetti
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