Luigi Salvatorelli: differenze tra le versioni
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*La [[Relazioni internazionali|politica internazionale]] oggi non può essere che mondiale: e quindi mondiali i contrasti, mondiali gli accordi, mondiali le guerre, mondiali le paci.<ref>Dal discorso al convegno della «Terza forza» a Milano, riportato in ''La Rassegna d'Italia'', maggio 1948; citato in [[Aldo Capitini]], ''Italia nonviolenta'', in ''Le ragioni della nonviolenza: Antologia degli scritti'', Edizioni ETS, Pisa, 2004, p. 101. ISBN 88-467-0983-7</ref> |
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Con il 1914 (inizio della [[prima guerra mondiale]]) incomincia "la novella storia", cioè la nostra "Storia contemporanea": entità di dubbia consistenza ideale, destinata a cambiare da una generazione all'altra la sua data di nascita, senza trovare di volta in volta l'accordo su di essa: e tuttavia, periodizzazione di cui praticamente non si può fare a meno. <!--(Introduzione)--> |
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*Il [[Trattato di Versailles (1919)|trattato di Versailles]] non fu quel monumento di iniquità di cui parlarono gli estremisti del neutralismo e del pacifismo, a rinforzo del revanscismo tedesco. Ciò che gli dette agli occhi dei Tedeschi – ma non di essi soltanto – la fisionomia di "pace cartaginese" fu, più ancora delle clausole specifiche, il carattere esteriore ostentato d'imposizione. Ogni pace tra vincitori e vinti è per natura pace imposta. Ma si può risparmiare la dignità del vinto con una discussione e redazione in comune, intorno a un tavolo di conferenza, a parità formale di situazione tra i plenipotenziari. (Vol. II. Parte terza. Capitolo sesto, p. 669) |
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==Bibliografia== |
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Versione delle 16:47, 24 nov 2017
Luigi Salvatorelli (1886 – 1974), storico e giornalista italiano.
Citazioni Di Luigi Salvatorelli
- La politica internazionale oggi non può essere che mondiale: e quindi mondiali i contrasti, mondiali gli accordi, mondiali le guerre, mondiali le paci.[1]
Storia del Novecento
Incipit
Con il 1914 (inizio della prima guerra mondiale) incomincia "la novella storia", cioè la nostra "Storia contemporanea": entità di dubbia consistenza ideale, destinata a cambiare da una generazione all'altra la sua data di nascita, senza trovare di volta in volta l'accordo su di essa: e tuttavia, periodizzazione di cui praticamente non si può fare a meno.
Citazioni
- Il trattato di Versailles non fu quel monumento di iniquità di cui parlarono gli estremisti del neutralismo e del pacifismo, a rinforzo del revanscismo tedesco. Ciò che gli dette agli occhi dei Tedeschi – ma non di essi soltanto – la fisionomia di "pace cartaginese" fu, più ancora delle clausole specifiche, il carattere esteriore ostentato d'imposizione. Ogni pace tra vincitori e vinti è per natura pace imposta. Ma si può risparmiare la dignità del vinto con una discussione e redazione in comune, intorno a un tavolo di conferenza, a parità formale di situazione tra i plenipotenziari. (Vol. II. Parte terza. Capitolo sesto, p. 669)
Bibliografia
- Luigi Salvatorelli, Storia del Novecento, voll. 2, Edizione Club degli Editori su licenza della Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1979.
Note
- ↑ Dal discorso al convegno della «Terza forza» a Milano, riportato in La Rassegna d'Italia, maggio 1948; citato in Aldo Capitini, Italia nonviolenta, in Le ragioni della nonviolenza: Antologia degli scritti, Edizioni ETS, Pisa, 2004, p. 101. ISBN 88-467-0983-7
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