Umberto Terracini: differenze tra le versioni
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*{{NDR|Sui presunti contrasti con [[Palmiro Togliatti]]}} Diedi un'intervista ad un giornale americano e, temendo la guerra fredda, auspicai un incontro tra [[Stalin]] e [[Harry S. Truman|Truman]], per chiarire le divergenze, per cercare di superare la crisi. Fui solennemente richiamato. Allora presiedevo la Costituente, e con Togliatti, che era al suo banco, ci scambiavamo dei biglietti per sistemare la faccenda. Volevano una dichiarazione di colpevolezza. Non l'ho fatta. |
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*La vita merita di essere vissuta, ma vissuta bene, la morte è una fine, e importante è affrontarla con dignità. |
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Versione delle 18:17, 22 dic 2017
Umberto Elia Terracini (1895 – 1983), politico e antifascista italiano.
Citazioni di Umberto Terracini
- L'Assemblea ha pensato e redatto la Costituzione come un patto di amicizia e fraternità di tutto il popolo italiano, cui essa la affida perché se ne faccia custode severo e disciplinato realizzatore.[1]
- La formazione delle leggi resta sempre, e resterà in ogni società nazionale comunque organizzata, il momento supremo e decisivo della comune sorte progressiva del popolo.[2]
- [Sul trattato di pace di Parigi] Onorevoli colleghi, una ne è stata foggiata di queste leggi, che voi dovrete esaminare nei prossimi tempi: legge d'imperio e perciò stesso legge iniqua. Nessun italiano vi ha posto mano, e perciò suona a beffa il titolo di trattato del quale si orna. Essa non corrisponde ai diritti sacri che vennero proclamati come nuova Carta del mondo liberato dai fascismi; e per ciò manca di fondamento giuridico. Essa misconosce i sacrifici immani non ancora conclusi, che il popolo italiano incontrò per rovesciare la tirannide fascista, e, volontario, per la comune salvezza dei popoli; e per cio è ingiusta. Ma se essa intende umiliarci e deprimere in noi la capacità di ristimolare, centuplicandole, le nostre energie e la fermezza dei propositi tesi a rifare del nome italico un segnacolo di gloriose conquiste nel campo della pace feconda e laboriosa; qui essa perderà ogni vigore. Poiché non vi è arbitrio di forze collegate che abbia imperio su spiriti riconsacratisi, per olocausto di popolo, a libertà.[2]
Dall'intervista di Enzo Biagi, Terracini, "La Stampa", 6 marzo 1973
- [Sui presunti contrasti con Palmiro Togliatti] Diedi un'intervista ad un giornale americano e, temendo la guerra fredda, auspicai un incontro tra Stalin e Truman, per chiarire le divergenze, per cercare di superare la crisi. Fui solennemente richiamato. Allora presiedevo la Costituente, e con Togliatti, che era al suo banco, ci scambiavamo dei biglietti per sistemare la faccenda. Volevano una dichiarazione di colpevolezza. Non l'ho fatta.
- [Sulla rivoluzione] È la liberazione totale, per cominciare una vita nuova.
- [Sulle differenze tra Antonio Gramsci e Palmiro Togliatti] Gramsci aveva una maggiore sensibilità umana, più spontaneo, aperto. Togliatti, sembrerà strano, era molto più intellettuale.
- La vita merita di essere vissuta, ma vissuta bene, la morte è una fine, e importante è affrontarla con dignità.
- [Sul ricordo dei compagni morti] Mi commuovo, incespico, singhiozzo; però è una debolezza, ritengo, tollerabile.
- [Sui contrasti con la dirigenza comunista] Quando ero a Ponza o a Ventotene, venni anche espulso, e mi trovai in situazioni difficili e pericolose. Finito il fascismo, e messo piede sul continente, non ho più potuto prendere contatto con l'organizzazione e, considerando che comandavano i tedeschi e quelli di Salò, quell'ostilità poteva costarmi molto cara. Talvolta è triste avere ragione con troppo anticipo.
- [Su Stalin] Scomparso Lenin si è fatto sotto, ha dato la scalata, perché questo era il suo programma: se non andava avanti, sarebbe tornato definitivamente indietro.
- [Su Amadeo Bordiga] Un caro amicone, freddo quando entrava nella politica, ma allegro, pieno di espansività anche nel lavoro.
Note
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