Mario Capanna: differenze tra le versioni

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*{{NDR|Su [[Leonardo Sciascia]]}} Sentirti dire oggi che sei stufo di parlare di mafia mi sorprende. Sei stato proprio tu a insegnare che il silenzio è la prima forma di complicità.<ref>Citato in ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,2/articleid,0956_01_1988_0041_0002_12946645/ Capanna incita Sciascia "Non tacere sulla mafia"]'', ''La Stampa'', 21 febbraio 1988.</ref>
*{{NDR|Su [[Leonardo Sciascia]]}} Sentirti dire oggi che sei stufo di parlare di mafia mi sorprende. Sei stato proprio tu a insegnare che il silenzio è la prima forma di complicità.<ref>Citato in ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,2/articleid,0956_01_1988_0041_0002_12946645/ Capanna incita Sciascia "Non tacere sulla mafia"]'', ''La Stampa'', 21 febbraio 1988.</ref>
*{{NDR|Sull'esame di maturità e la riforma scolastica}} Adesso l'esame di maturità mi sembra anacronistico, anche un po' aleatorio. Interrogati da professori che non conoscono l'alunno su materie sorteggiate. La riforma può essere un passo avanti, per togliere soprattutto quel rischio: di giocarsi una carriera in mezz'ora, davanti a troppi visi sconosciuti.<ref>Citato in ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,11/articleid,0850_01_1992_0329_0011_25230471/ Dopo 23 anni è ora di cambiare]'', ''La Stampa'', 1° dicembre 1992.</ref>
*{{NDR|Sull'esame di maturità e la riforma scolastica}} Adesso l'esame di maturità mi sembra anacronistico, anche un po' aleatorio. Interrogati da professori che non conoscono l'alunno su materie sorteggiate. La riforma può essere un passo avanti, per togliere soprattutto quel rischio: di giocarsi una carriera in mezz'ora, davanti a troppi visi sconosciuti.<ref>Citato in ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,11/articleid,0850_01_1992_0329_0011_25230471/ Dopo 23 anni è ora di cambiare]'', ''La Stampa'', 1° dicembre 1992.</ref>
*{{NDR|Sul ruolo di [[Giuliano Ferrara]] nel movimento studentesco}} Lui c'era con noi, lo testimonia una foto: stava scappando durante le cariche. Si dice pentito, che se tornasse indietro non parteciperebbe.<ref>Citato in ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,21/articleid,0548_01_1998_0141_0025_7302768/ E Capanna rilancia "Il 68 non chiede scusa ma accusa"]'', ''La Stampa'', 25 maggio 1998.</ref>
*{{NDR|Sulla condanna a [[Silvio Berlusconi]]}} Considero Berlusconi un avversario politico, non un nemico al quale non lasci scampo. Di fronte alla condanna, che considero ovviamente strafondata, ha prevalso il sentimento della pietas, l'aspetto umano.<ref>Dall'intervista di Alberto Custodero, ''[http://www.repubblica.it/politica/2013/08/06/news/mario_capanna_berlusconi_venga_da_noi_per_i_lavori_socialmente_utili-64360530/ Mario Capanna "Berlusconi venga da noi per i lavori socialmente utili"]'', ''la Repubblica'', 6 agosto 2013.</ref>
*{{NDR|Sulla condanna a [[Silvio Berlusconi]]}} Considero Berlusconi un avversario politico, non un nemico al quale non lasci scampo. Di fronte alla condanna, che considero ovviamente strafondata, ha prevalso il sentimento della pietas, l'aspetto umano.<ref>Dall'intervista di Alberto Custodero, ''[http://www.repubblica.it/politica/2013/08/06/news/mario_capanna_berlusconi_venga_da_noi_per_i_lavori_socialmente_utili-64360530/ Mario Capanna "Berlusconi venga da noi per i lavori socialmente utili"]'', ''la Repubblica'', 6 agosto 2013.</ref>
*{{NDR|Su [[Matteo Renzi]]}} È uno che sta su un cavallo. Non sa da dove è partito né dove vuole andare, l’importante è continuare a galoppare, altrimenti finisce disarcionato.<ref name=Compleanno>Dall'intervista di Andrea Senesi, ''[http://www.corriere.it/politica/15_gennaio_07/capanna-70-anni-contestando-non-ho-telefonini-faccio-olio-9ecd128e-9649-11e4-9ec2-c9b18eab1a93.shtml Capanna, 70 anni contestando «Non ho telefonini, faccio olio»]'', ''Corriere della Sera'', 7 gennaio 2015.</ref>
*{{NDR|Su [[Matteo Renzi]]}} È uno che sta su un cavallo. Non sa da dove è partito né dove vuole andare, l’importante è continuare a galoppare, altrimenti finisce disarcionato.<ref name=Compleanno>Dall'intervista di Andrea Senesi, ''[http://www.corriere.it/politica/15_gennaio_07/capanna-70-anni-contestando-non-ho-telefonini-faccio-olio-9ecd128e-9649-11e4-9ec2-c9b18eab1a93.shtml Capanna, 70 anni contestando «Non ho telefonini, faccio olio»]'', ''Corriere della Sera'', 7 gennaio 2015.</ref>

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Mario Capanna

Mario Capanna (1945 – vivente), attivista, politico e scrittore italiano

Citazioni di Mario Capanna

Citazioni in ordine temporale.

  • Il tempo ha dato ragione a noi, che allora criticavamo e combattevamo il sistema sorpassato, diffuso nelle nostre università. Siamo stati i primi a chiedere la non verbalizzazione degli esami con esito negativo. Allora sembrava una "madornalità" la nostra richiesta, oggi è una prassi comune.[1]
  • [Sui gruppi appartenenti alla sinistra extraparlamentare nel movimento studentesco] Quattro persone vocianti che hanno tutta la nostra comprensione per la loro stupidità.[2]
  • [Sulla struttura del movimento studentesco] È un movimento giovanile di massa, nato intorno al 1968 e che si propone di aprire la scuola alle masse popolari, oltreché di lottare a fianco della classe operaia per eliminare lo sfruttamento capitalistico e istituire la società socialista. Gli studenti si riuniscono spontaneamente in assemblea dove prendono le loro scelte.[3]
  • [Sul suo ruolo nel movimento studentesco] Nessun ruolo, nel senso che danno le altre organizzazioni a questo termine: sono solo uno, al quale capita spesso di trovarsi in prima linea.[3]
  • [Dopo la sentenza di condanna del processo a suo carico] Chiedo che oggi stesso in carcere, mi si venga ad interrogare in merito all'ordine di cattura che mi è stato consegnato poco fa, durante la pausa. Chi vuole intendere, intenda.[4]
  • Noi facciamo politica e pertanto evitiamo per principio di commettere reati, per evitare che si ritorcano a nostro danno, anche perché si trova poi il magistrato che ha il mandato di cattura facile.[4]
  • [Sulle dimissioni dal Partito di Unità Proletaria] I vertici del gruppo "Manifesto" sono portatori di orientamenti teorici e di una linea politica del tutto subordinata alle grandi correnti del riformismo moderno, al pci in particolare.[5]
  • [Su Rossana Rossanda e Lucio Magri al vertice del Partito di Unità Proletaria] Sono portatori sistematici del revisionismo neotogliattiano e berlingueriano,un moderatismo ad oltranza tinto di rosso, dove il colore serve solo a coprire tramite il chiacchiericcio l'asfissia teorica e l'impotenza pratica sul piano delle iniziative tra le masse.[5]
  • [Sul confronto con Pietro Ingrao] Ci sono tratti significativi di analogia con quello che dice lui.[6]
  • [Sul rapporto tra il '68 e il movimento armato] Ci sono ancora alcuni che sostengono che il '68 sia padre del terrorismo. Questo è un falso storico. Il '68 è stato un insieme di grandi lotte alla luce del sole, con la gente impegnata in prima fila, pagava di persona, subiva processi e repressione. Il terrorismo è esattamente l'opposto, è l'agguato dietro l'angolo, è il sostituirsi di pochi ai grandi movimenti, è l'eliminazione fisica dell'avversario. In questo senso il terrorismo è negazione non riuscita del '68.[7]
  • [Sul movimento studentesco del 1968] In un grande movimento complesso e articolato come quello è normale, è successo anche alla Resistenza antifascista, che ci sia una larga maggioranza che lo porta avanti e ne moltiplica ulteriormente le proposte: il desiderio di solidarietà, di uguaglianza, di democrazia diretta; c'è poi una parte più piccola che si perde per strada, una parte che si ferma, una parte che addirittura va indietro. È normale, ma è una cosa evidente. Conquiste decisive come il divorzio o l'aborto, o come lo Statuto dei lavoratori, non sarebbero state raggiunte senza che nel '68 e '69 la cultura e il modo di sentire di milioni di persone non avessero subito un mutamento profondo e innovatore.[7]
  • [Su Leonardo Sciascia] Sentirti dire oggi che sei stufo di parlare di mafia mi sorprende. Sei stato proprio tu a insegnare che il silenzio è la prima forma di complicità.[8]
  • [Sull'esame di maturità e la riforma scolastica] Adesso l'esame di maturità mi sembra anacronistico, anche un po' aleatorio. Interrogati da professori che non conoscono l'alunno su materie sorteggiate. La riforma può essere un passo avanti, per togliere soprattutto quel rischio: di giocarsi una carriera in mezz'ora, davanti a troppi visi sconosciuti.[9]
  • [Sul ruolo di Giuliano Ferrara nel movimento studentesco] Lui c'era con noi, lo testimonia una foto: stava scappando durante le cariche. Si dice pentito, che se tornasse indietro non parteciperebbe.[10]
  • [Sulla condanna a Silvio Berlusconi] Considero Berlusconi un avversario politico, non un nemico al quale non lasci scampo. Di fronte alla condanna, che considero ovviamente strafondata, ha prevalso il sentimento della pietas, l'aspetto umano.[11]
  • [Su Matteo Renzi] È uno che sta su un cavallo. Non sa da dove è partito né dove vuole andare, l’importante è continuare a galoppare, altrimenti finisce disarcionato.[12]
  • [Sui lasciti del sessantotto] Siamo stati in piccolo come la Rivoluzione francese. Dopo un po’ è arrivata la Restaurazione. Ma attenzione, dopo la Restaurazione arrivano i moti del ‘48. La politica oggi non esiste più. Tutto è ridotto a finzione e simulazione. E anche la sinistra ha fallito quando è arrivata al governo e s’è scoperta neoliberista.[12]
  • [Sul referendum costituzionale del 2016] Se avessi la possibilità voterei NO con due voti, non con uno. E' ridicolo che il Senato venga ridotta ad una Camera di serie B, con consiglieri regionali e sindaci. E poi c'è un'altra cosa. Ricordate la legge di De Gasperi del 1953, che venne chiamata 'legge truffa'? Ecco, la legge elettorale di Renzi è una supertruffa, perché con l'Italicum basta che un partito prenda anche solo il 23% che poi al ballottaggio può prendere la maggioranza assoluta. Così abbiamo voti di serie A e voti di serie B: chi vota per i vincitori avrà un voto doppio, mentre gli altri avranno un voto dimezzato.[13]
  • [Su Paolo Gentiloni e la sua partecipazione al movimento studentesco] Gentiloni giovane aveva la stessa cifra del Gentiloni di oggi. Un uomo che sta dietro le quinte, che non ha un grande carisma. Un amico di Morfeo.[14]
  • [Sulla figura politica di Paolo Gentiloni] Ormai è il clone di Renzi. Che parabola per chi ha fatto il ‘68. Sarà stato il richiamo della foresta. Del resto se ti chiami Silverj, discendente dei Conti di Filottrano, di Cingoli e di Macerata, e hai rinnegato la tua classe, torni indietro. Poi Roma è corruttrice. Con i suoi salotti, i Chicco Testa, i Realacci, i Rutelli. La Dc.[14]
  • [Sulla richiesta di modifica della legge sui vitalizi che Capanna percepisce] La tragedia della stupidaggine è tutta del Pd. Facendo questo provvedimento di quello scimunito di Giachetti si è portata acqua al mulino del M5S, che giustamente ha brindato alla Camera. Roba da mentecatti politici come Richetti. [...] Il vitalizio non è un privilegio. Il metodo retributivo è giusto, la pensione va calcolata sull’ultimo stipendio. Non si era mai visto un provvedimento retroattivo. Non so quanto perdo, non me ne preoccupo. Soprattutto perché non passerà al Senato e sicuramente verrà bocciata dalla Corte Costituzionale.[15]

Da Intervista: Mario Capanna, il '68 ed il futuro dei movimenti

Polisblog.it, 24 giugno 2008.

  • [Sull'analogia tra movimento del '68 e rivoluzione culturale cinese] All’epoca, quando gli avvenimenti erano in corso, molti dentro il movimento coglievano l’aspetto, che pure c’era, di un popolo che si muoveva per fare un ulteriore passo avanti: il famoso “bombardate il quartier generale”, che era il quartier generale dello stesso Partito Comunista Cinese.
  • [Sul legame tra movimento del '68 e movimento del '77] Come tutti i fatti che si susseguono nella storia è inevitabile un legame di successione, ma si tratta di una cosa del tutto diversa. Dieci anni sono tanti nello scorrere del tempo. Il tratto di continuità che vedo tra i due periodi è rappresentato, a mio avviso, da una grande ansia di autodeterminazione dei giovani. Un' ansia che, nel '77, è stata però castrata dalla forbice che vedeva il terrorismo da un lato e la repressione di Stato dall'altra. Da qui è scaturita anche la difficoltà del movimento del '77 nello svilupparsi. Infatti è durato molto poco. Ho sempre, però, ritenuto sbagliata e infondata l'equazione '77 uguale terrorismo.
  • [Sulla strage di piazza Fontana] E’ importante ricordare che il primo atto di terrorismo in questo paese viene compiuto dallo Stato, con la strage di Piazza Fontana. Quest’episodio viene visto dal Paese come il tentativo di ricacciare indietro tutto. E’ lo spartiacque che segna l’inizio di una fase completamente diversa, che è la fase della violenza degli anni ’70.
  • [Sulle degenerazioni del movimento del '68] E’ innegabile che il ’68 per lunghi mesi nasce e si mantiene rigorosamente pacifico e non violento. Basta sfogliare i giornali di quegli anni per verificarlo. Non va mai dimenticato che le prime forme di violenza si inoculano quando comincia la repressione di Stato e fascista. Da quel momento si sono verificati, in alcune situazioni, anche degli eccessi di autodifesa. E questo appartiene a parte degli errori dello sviluppo del ’68. In ogni caso, il 68 non ha mai ucciso nessuno. Questo si tende a dimenticarlo, ma è decisivo. La repressione che questo movimento ha dovuto subire è stata invece sistematica, con stragi, eccidi, assassinii.

Da Mario Capanna il Sessantotto e il Movimento 5 Stelle

Gazzetta di Parma, 11 marzo 2013.

  • [Sull'appoggio al Movimento 5 stelle da parte di Dario Fo] Dario è sempre stato dalla parte del cambiamento, della non rassegnazione. Quell’artista geniale che tutti sanno che è, ha sempre dimostrato sensibilità e attenzione ai fenomeni nuovi, e non mi meraviglio che abbia spezzato una lancia a favore del 5 Stelle, rientra nella sua natura.
  • [Sulla possibilità della democrazia diretta dell'elettore nel Movimento 5 stelle] Per adesso il cittadino che ha votato 5 Stelle ha scelto una forma inedita di delega, ma che sempre delega è: io voto per Beppe Grillo e i suoi candidati sconosciuti poiché immagino, o spero, che la delega che io cittadino arrabbiato vi do, la possiate usare in modo più efficace rispetto a quanto hanno fatto le vecchie cariatidi.
  • [Sull'analogia tra movimento del '68 e Movimento 5 stelle] Per prima cosa eviterei i paragoni con il passato e misurerei il fenomeno 5 Stelle con il futuro. Non è un Sessantotto, mancano sia le condizioni internazionali d'allora, sia quei fermenti di partecipazione democratica diretta che attraversavano ogni scuola, ogni fabbrica, ogni ufficio, ogni professione.
  • [Sul Movimento 5 stelle] Ritengo che il Movimento di Grillo sia un fenomeno notevolmente scardinante dell'ordine corrente delle cose.
  • [Sulla legge elettorale e i risultati elettorali della XVII legislatura] Se non ci fosse stata questa legge elettorale oscena, ma ci fosse stata la legge elettorale proporzionale, la composizione parlamentare sarebbe stata completamente diversa.
  • [Sulla crisi economica] Siamo di fronte ad una crisi evidentissima del capitalismo finanziario, che è all'origine della crisi complessiva.

Da Capanna: "La sinistra lascia i vuoti, inventate i vostri anni formidabili"

Intervista di Wanda Valli, la Repubblica, 15 aprile 2016.

  • [Sulla contestazione studentesca di destra] Oggi c'è una debolezza generale della sinistra, c'è il Paese guidato da un governo che attua politiche neo liberiste alla Tony Blair e, di fatto, basta pensare all'abolizione dell'articolo 18, diventa la prosecuzione di un governo tatcheriano. Tutto si riflette in una ulteriore debolezza della sinistra giovanile nelle scuole, nei licei e all'Università.
  • [Sull'utilizzo dei social media] Il mondo legato a Internet ha molti pregi da sfruttare, purché si sia ben consapevoli dei rischi. Il pregio maggiore è l'immediatezza comunicativa: il messaggio che arriva subito ai suoi tantissimi destinatari.
  • Nel senso più nobile del termine, politica equivale a prendersi a cuore, capire che il tuo problema puoi risolverlo insieme con gli altri. Adesso non è più così, ma sono cautamente ottimista.
  • [Sul disagio giovanile] Nella fascia d'età tra i 15 e i 25 anni ovunque, in Italia, in Europa, in Occidente, la prima causa di morte, più della droga, più dell'alcol, è il suicidio. Sta a certificare che i ragazzi si sentono chiusi in una società senza futuro. Senza speranza. Ma così non può durare, la storia lo conferma.
  • [Sui rischi dei social media] Non c'è più la democrazia diretta partecipata, ha preso in qualche modo il suo posto proprio una sorta di artificialità telematica che ha contagiato non solo i figli, ma padri e madri.

Da Mario Capanna: «Le pensioni a 75 anni? I 30enni si devono svegliare!»

Intervista di Luciana Grosso, Vanity fair, 22 aprile 2016.

  • [Sulle spese militari] Abolendo quelle si avrebbero risparmi per miliardi di euro, soldi che, per esempio, potrebbero essere messi a bilancio per le pensioni e dare sollievo a tutti.
  • [Sulla crisi pensionistica nata dal passato] A mandare a gambe all’aria il sistema non sono state le pensioni dei lavoratori comuni, che hanno lavorato, pagato i contributi e maturato un diritto. Il problema sono gli abusi, come le pensioni d’oro di banchieri e commis di Stato, che prendono assegni da favola assolutamente non corrispondenti al loro lavoro.
  • [Sull'organizzazione della protesta contro il sistema da parte di una generazione] Deve organizzarsi, andare in piazza e urlare a gran voce. Deve occuparsi della polis. Noi lo abbiamo fatto, dovrebbero farlo anche i nostri figli.
  • [Sulla riforma dell'età pensionabile e i giovani] Io sto contro un sistema che li costringe a lavorare in questo modo, li costringerà a andare a lavorare col bastone e, nel frattempo fa arricchire le banche e le assicurazioni con il sistema delle pensioni integrative.
  • [Sul suo vitalizio da politico] L’ho avuto a sessant’anni, come tutti, e ho fatto il mio lavoro per averla.

Da Intervista a Mario Capanna: “Il pensiero come antidoto ad ogni fondamentalismo”

Intervista di Fabio Cucculelli, Benecomune.net, 27 aprile 2017.

  • Alla prepotenza non va, dunque, opposta altra prepotenza, ma l’equilibrio, che è la sua vera alternativa.
  • [Sui migranti e i profughi] Dopo aver loro portato la guerra e averli ridotti in miseria, vorremmo che non venissero a disturbarci tra lo sfavillio di vetrine delle nostre città. “Ragionamenti” da cerebrolesi.
  • Il fondamentalismo produce mostri ed è, per sua intrinseca logica, negativo. Ogni fondamentalismo presume di avere il possesso della verità, non riconoscendola a nessun altro. Guardiamo la storia: è il fondamentalismo dell’Occidente che ha suscitato e alimenta oggi quello islamico.
  • L’alternativa al profitto esiste, ed è operante. Le produzioni e i commerci equi e solidali si basano sull’onesto guadagno, ripartito, senza sfruttamento, tra chi produce, chi trasforma, chi trasporta, chi distribuisce e vende.
  • Se sai, nessun potere esterno potrà costringerti. Al contrario se non sai, finirai preda del primo demagogo di turno.
  • Un pensiero o è vero o è infondato. O è agganciato alla realtà oppure ne costituisce il travisamento. Il fondamentalismo, in ogni sua variante, è il tradimento del pensiero reale, proprio perché, nella sua unilateralità, si preclude la visione effettiva delle cose e delle loro interrelazioni.

Citazioni su Mario Capanna

  • Quando le rivoluzioni finiscono lasciano dietro solo una schiera di reduci e di burocrati. Noi abbiamo avuto una specie di rivoluzione, il mitizzato ‘68, che si è lasciata alle spalle un impiegato fedele. Di più: un parastatale della rivolta, un ufficiale di scrittura di quegli anni «formidabili». Ogni volta che interviene dimostra che la sorte di chi si è ribellato troppo è la sottomissione a un’idea fissa. (Aldo Grasso)
  • Un leader, insomma, della contestazione: senza le briglia, ma anche senza le difese degli apparati di partito, costretto sempre ad essere in prima fila, a sbagliare e a pagare di persona. (Giampaolo Pansa)

Note

  1. Citato in Capanna: appello per il professore fatto prigioniero, La Stampa, 29 giugno 1971.
  2. Citato in Capanna attacca i "gruppuscoli", La Stampa, 24 giugno 1972.
  3. a b Citato in Milano: interrogato Capanna per i "cortei non autorizzati", La Stampa, 31 gennaio 1973.
  4. a b Citato in Processo Capanna, La Stampa, 5 aprile 1973.
  5. a b Citato in Mario Capanna si è dimesso dal pdup contesta la gestione Magri-Rossanda, La Stampa, 16 febbraio 1977.
  6. Citato in Capanna leader dp: sono io l'Ingrao degli anni novanta, La Stampa, 30 aprile 1986.
  7. a b Dall'intervista di Gianni Pennacchi, Capanna '68 no all'amarcord, La Stampa, 21 gennaio 1988.
  8. Citato in Capanna incita Sciascia "Non tacere sulla mafia", La Stampa, 21 febbraio 1988.
  9. Citato in Dopo 23 anni è ora di cambiare, La Stampa, 1° dicembre 1992.
  10. Citato in E Capanna rilancia "Il 68 non chiede scusa ma accusa", La Stampa, 25 maggio 1998.
  11. Dall'intervista di Alberto Custodero, Mario Capanna "Berlusconi venga da noi per i lavori socialmente utili", la Repubblica, 6 agosto 2013.
  12. a b Dall'intervista di Andrea Senesi, Capanna, 70 anni contestando «Non ho telefonini, faccio olio», Corriere della Sera, 7 gennaio 2015.
  13. Dall'intervista al programma radiofonico "Un giorno da pecora", citato in Referendum: Mario Capanna, "matti" gli ex '68 per il Sì, Ansa.it, 13 ottobre 2016.
  14. a b Dall'intervista di Alessandro Trocino, Gentiloni, Mario Capanna: «Negli anni 70 Paolo era con noi ma neanche mi accorsi di lui», Corriere della Sera, 13 dicembre 2016.
  15. Dall'intervista al programma radiofonico "La Zanzara", citato in Vitalizi, Mario Capanna: “Una fregnaccia, roba da mentecatti politici come Richetti e scimuniti come Giachetti”, Il Fatto Quotidiano, 31 luglio 2017.

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