Umberto Boccioni: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Umberto Boccioni==
==Citazioni di Umberto Boccioni==

* “E non sorridete [...] quando vedete un artista che tenta una nuova espressione. Pensate che chi cerca il nuovo soffre, soffre intensamente, prova delle emozioni dolorosissime. Sappiate ammirare un tentativo anche se è rimasto tale, perchè profondamente degno di rispetto chi cerca di aprirvi il suo cuore e dirvi la sua emozione con una parola nuova, anche se non riesce completamente ad esprimersi<ref>Citato in ''[https://www.bdl.servizirl.it/bdl/bookreader/index.html?path=fe&cdOggetto=1031#page/238/mode/2up Conferenza Boccioni]'', ''Gazzetta di Mantova,'' 29 febbraio 1916.</ref>.

*{{NDR|Sul dipinto ''[[La strada entra nella casa]]''}} La sensazione dominante è quella che si può avere aprendo una finestra: tutta la vita, i rumori della strada, irrompono contemporaneamente come il movimento e la realtà degli oggetti fuori. Il pittore non si deve limitare a ciò che vede nel riquadro della finestra, come farebbe un semplice fotografo, ma riproduce ciò che può vedere fuori, in ogni direzione, dal balcone.<ref>Citato in Enrico Crispolti, ''Storia e critica del Futurismo'', Roma-Bari, Laterza, 1986, p. 163.</ref>
*{{NDR|Sul dipinto ''[[La strada entra nella casa]]''}} La sensazione dominante è quella che si può avere aprendo una finestra: tutta la vita, i rumori della strada, irrompono contemporaneamente come il movimento e la realtà degli oggetti fuori. Il pittore non si deve limitare a ciò che vede nel riquadro della finestra, come farebbe un semplice fotografo, ma riproduce ciò che può vedere fuori, in ogni direzione, dal balcone.<ref>Citato in Enrico Crispolti, ''Storia e critica del Futurismo'', Roma-Bari, Laterza, 1986, p. 163.</ref>
*Una benché lontana parentela con la [[fotografia]] l'abbiamo sempre respinta con disgusto e con disprezzo perché fuori dall'arte. La fotografia in questo ha valore: in quanto riproduce ed imita oggettivamente, ed è giunta con la sua perfezione a liberare l'artista dalla catena della riproduzione esatta del vero. (da ''Il dinamismo futrista e la pittura francese'', ''Lacerba'', 1° agosto 1913<ref>Citato in Umbro Apollonio, ''Futurismo'', Mazzotta, Milano, 1970, p. 160.</ref>)
*Una benché lontana parentela con la [[fotografia]] l'abbiamo sempre respinta con disgusto e con disprezzo perché fuori dall'arte. La fotografia in questo ha valore: in quanto riproduce ed imita oggettivamente, ed è giunta con la sua perfezione a liberare l'artista dalla catena della riproduzione esatta del vero. (da ''Il dinamismo futurista e la pittura francese'', ''Lacerba'', 1° agosto 1913<ref>Citato in Umbro Apollonio, ''Futurismo'', Mazzotta, Milano, 1970, p. 160.</ref>)


==''Manifesto tecnico della scultura futurista''==
==''Manifesto tecnico della scultura futurista''==

Versione delle 19:53, 15 apr 2018

Umberto Boccioni, autoritratto

Umberto Boccioni (1882 – 1916), pittore e scultore italiano.

Citazioni di Umberto Boccioni

  • “E non sorridete [...] quando vedete un artista che tenta una nuova espressione. Pensate che chi cerca il nuovo soffre, soffre intensamente, prova delle emozioni dolorosissime. Sappiate ammirare un tentativo anche se è rimasto tale, perchè profondamente degno di rispetto chi cerca di aprirvi il suo cuore e dirvi la sua emozione con una parola nuova, anche se non riesce completamente ad esprimersi[1].
  • [Sul dipinto La strada entra nella casa] La sensazione dominante è quella che si può avere aprendo una finestra: tutta la vita, i rumori della strada, irrompono contemporaneamente come il movimento e la realtà degli oggetti fuori. Il pittore non si deve limitare a ciò che vede nel riquadro della finestra, come farebbe un semplice fotografo, ma riproduce ciò che può vedere fuori, in ogni direzione, dal balcone.[2]
  • Una benché lontana parentela con la fotografia l'abbiamo sempre respinta con disgusto e con disprezzo perché fuori dall'arte. La fotografia in questo ha valore: in quanto riproduce ed imita oggettivamente, ed è giunta con la sua perfezione a liberare l'artista dalla catena della riproduzione esatta del vero. (da Il dinamismo futurista e la pittura francese, Lacerba, 1° agosto 1913[3])

Manifesto tecnico della scultura futurista

Per approfondire, vedi: Manifesti futuristi.

Incipit

La scultura nei monumenti e nelle esposizioni di tutte le città d'Europa offre uno spettacolo così compassionevole di barbarie, di goffaggine e di monotona imitazione, che il mio occhio futurista se ne ritrae con profondo disgusto!

Citazioni

  • Noi dobbiamo partire dal nucleo centrale dell'oggetto che si vuol creare, per scoprire le nuove leggi, cioè le nuove forme che lo legano invisibilmente ma matematicamente all'infinito plastico apparente e all'infinito plastico interiore.
  • In scultura come in pittura non si può rinnovare se non cercando lo stile del movimento, cioè rendendo sistematico e definitivo come sintesi quello che l'impressionismo ha dato come frammentario, accidentale, quindi analitico. E questa sistematizzazione delle vibrazioni delle luci e delle compenetrazioni dei piani produrrà la scultura futurista.
  • Naturalmente noi daremo una scultura d'ambiente. Una composizione scultoria futurista avrà in sé i meravigliosi elementi matematici e geometrici che […] saranno incastrati nelle linee muscolari di un corpo.
  • Rovesciamo tutto, dunque, e proclamiamo l'assoluta e completa abolizione della linea finita e della statua chiusa. Spalanchiamo la figura e chiudiamo in essa l'ambiente [:] che il marciapiede può salire sulla vostra tavola e che […] la vostra lampada allaccia la sua ragnatela di raggi di gesso.
  • [T]utto il mondo apparente deve precipitarsi su di noi, amalgamandosi.
  • [N]ella scultura l'artista non deve indietreggiare davanti a nessun mezzo pur di ottenere una REALTÁ.
  • Nessuna paura è più stupida di quella che ci fa temere di uscire dall'arte che esercitiamo. Non v'è né pittura, né scultura, né musica, né poesia, non v'è che creazione!
  • Proclamare che la scultura si prefigge la ricostruzione astratta dei piani e dei volumi che determinano le forme, non il loro valore figurativo. (n.° 1)
  • Abolire in scultura come in qualsiasi altra arte il sublime tradizionale dei soggetti. (n.° 2)
  • [A]ffermare la necessità assoluta di servirsi di tutte le realtà per tornare agli elementi essenziali della sensibilità plastica. (n.° 3)
  • Distruggere la nobiltà tutta letteraria e tradizionale del marmo e del bronzo. (n.° 4)
  • Affermare che anche venti materie diverse possono concorrere in una sola opera allo scopo dell'emozione plastica. [Il concetto del "polimaterico"] (n.° 4)
  • Proclamare che nell'intersecazione dei piani di un libro con gli angoli d'una tavola, nelle rette di un fiammifero, nel telaio di una finestra, v'è più verità che in tutti i grovigli di muscoli, in tutti i seni e in tutte le natiche di eroi o di veneri che ispirano la moderna idiozia scultoria. (n.° 5)
  • Che solo una modernissima scelta di soggetti potrà portare alla scoperta di nuove idee plastiche. (n.° 6)
  • La cosa che si crea non è che il ponte tra l'infinito plastico esteriore e l'infinito plastico interiore, quindi gli oggetti non finiscono mai e si intersecano con infinite combinazioni di simpatia e urti di avversione. (n.° 9)
  • Bisogna distruggere il nudo sistematico, il concetto tradizionale della statua e del monumento! (n.° 10)

Explicit

[Bisogna] rifiutare coraggiosamente qualsiasi lavoro, a qualsiasi prezzo, che non abbia in sé una pura costruzione di elementi plastici completamente rinnovati.

Note

  1. Citato in Conferenza Boccioni, Gazzetta di Mantova, 29 febbraio 1916.
  2. Citato in Enrico Crispolti, Storia e critica del Futurismo, Roma-Bari, Laterza, 1986, p. 163.
  3. Citato in Umbro Apollonio, Futurismo, Mazzotta, Milano, 1970, p. 160.

Bibliografia

  • Umberto Boccioni, Manifesto tecnico della scultura futurista, Direzione del Movimento futurista, 11 aprile 1912. (On-line su Irre. Toscana)

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