Ugo Nebbia: differenze tra le versioni
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'''Virginio Ugo Nebbia''' (1880 – 1965), pittore, critico d'arte e restauratore italiano. |
'''Virginio Ugo Nebbia''' (1880 – 1965), pittore, critico d'arte e restauratore italiano. |
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==''Sul movimento pittorico contemporaneo''== |
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==Citazioni di Ugo Nebbia== |
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*Andiamo a recare il nostro omaggio al Louvre all'''Olimpia'' del [[Édouard Manet|Manet]], e ci dimentichiamo lo scandalo di quanti colla massima sincerità dal loro punto di vista non potevano accettarla sotto lo stesso tetto che accoglieva la Vittoria di Samotracia e la Gioconda; la protesta piena di logica dei conservatori di allora, e la relegazione per undici anni nei sotterranei del monumento, finché un atto dittatoriale di Clémenceau<ref>Georges Clemenceau (1841–1929), politico francese, primo ministro dal 1906 al 1909 e dal 1917 al 1920.</ref> non la imponeva accanto al vecchio Ingres. |
*Andiamo a recare il nostro omaggio al Louvre all'''Olimpia'' del [[Édouard Manet|Manet]], e ci dimentichiamo lo scandalo di quanti colla massima sincerità dal loro punto di vista non potevano accettarla sotto lo stesso tetto che accoglieva la Vittoria di Samotracia e la Gioconda; la protesta piena di logica dei conservatori di allora, e la relegazione per undici anni nei sotterranei del monumento, finché un atto dittatoriale di Clémenceau<ref>Georges Clemenceau (1841–1929), politico francese, primo ministro dal 1906 al 1909 e dal 1917 al 1920.</ref> non la imponeva accanto al vecchio Ingres. (p. 423) |
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*All'arte analitica e dispersiva degli [[Impressionismo|impressionisti]], in cui l'ambiente e la luce era costituito da una vibrazione di tocchi e di colori, [...], doveva succedere come per reazione quella a grandi linee ed a grandi masse di colori semplificati in potenti riassunti sintetici, austeri e raffinati ad un tempo, d'un primitivismo e d'una ingenuità quasi selvaggia, con cui il [[Paul Gauguin|Gauguin]] voleva restituire nell'ambiente di una natura vergine un'umanità solidamente concepita. |
*All'arte analitica e dispersiva degli [[Impressionismo|impressionisti]], in cui l'ambiente e la luce era costituito da una vibrazione di tocchi e di colori, [...], doveva succedere come per reazione quella a grandi linee ed a grandi masse di colori semplificati in potenti riassunti sintetici, austeri e raffinati ad un tempo, d'un primitivismo e d'una ingenuità quasi selvaggia, con cui il [[Paul Gauguin|Gauguin]] voleva restituire nell'ambiente di una natura vergine un'umanità solidamente concepita. (p. 428) |
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*Gli impressionisti avevano voluto riprendere la natura, non per un solo intento di riproduzione naturalistica che uccide ogni fantasia, ma per farla vivere nella sua intensità di luce e di colore. Era una tecnica franca ed ingegnosa, che diveniva più riflessa quando poteva passare attraverso alle più profonde sensibilità di Seurat, Signac e Cross, i quali l'impiegavano trasformandola, non più per trascrivere impressioni subitanee, come il Monet ed il Sisley, ma per esprimere dei concetti artistici d'un carattere superiore. |
*Gli impressionisti avevano voluto riprendere la natura, non per un solo intento di riproduzione naturalistica che uccide ogni fantasia, ma per farla vivere nella sua intensità di luce e di colore. Era una tecnica franca ed ingegnosa, che diveniva più riflessa quando poteva passare attraverso alle più profonde sensibilità di Seurat, Signac e Cross, i quali l'impiegavano trasformandola, non più per trascrivere impressioni subitanee, come il Monet ed il Sisley, ma per esprimere dei concetti artistici d'un carattere superiore. (p. 428) |
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Ugo Nebbia, ''''[https://archive.org/details/emporium3738berguoft/page/421 Sul movimento pittorico contemporaneo]'', in ''Emporium {{small|Rivista mensile illustrata d'arte letteratura scienza e varietà}}'', Istituto italiano d'arti grafiche Bergamo - Editore, volume XXXVIII, dicembre 1913. |
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==Altri progetti== |
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Versione delle 17:36, 6 nov 2018
Virginio Ugo Nebbia (1880 – 1965), pittore, critico d'arte e restauratore italiano.
Sul movimento pittorico contemporaneo
- Andiamo a recare il nostro omaggio al Louvre all'Olimpia del Manet, e ci dimentichiamo lo scandalo di quanti colla massima sincerità dal loro punto di vista non potevano accettarla sotto lo stesso tetto che accoglieva la Vittoria di Samotracia e la Gioconda; la protesta piena di logica dei conservatori di allora, e la relegazione per undici anni nei sotterranei del monumento, finché un atto dittatoriale di Clémenceau[1] non la imponeva accanto al vecchio Ingres. (p. 423)
- All'arte analitica e dispersiva degli impressionisti, in cui l'ambiente e la luce era costituito da una vibrazione di tocchi e di colori, [...], doveva succedere come per reazione quella a grandi linee ed a grandi masse di colori semplificati in potenti riassunti sintetici, austeri e raffinati ad un tempo, d'un primitivismo e d'una ingenuità quasi selvaggia, con cui il Gauguin voleva restituire nell'ambiente di una natura vergine un'umanità solidamente concepita. (p. 428)
- Gli impressionisti avevano voluto riprendere la natura, non per un solo intento di riproduzione naturalistica che uccide ogni fantasia, ma per farla vivere nella sua intensità di luce e di colore. Era una tecnica franca ed ingegnosa, che diveniva più riflessa quando poteva passare attraverso alle più profonde sensibilità di Seurat, Signac e Cross, i quali l'impiegavano trasformandola, non più per trascrivere impressioni subitanee, come il Monet ed il Sisley, ma per esprimere dei concetti artistici d'un carattere superiore. (p. 428)
Note
- ↑ Georges Clemenceau (1841–1929), politico francese, primo ministro dal 1906 al 1909 e dal 1917 al 1920.
Bibliografia
Ugo Nebbia, ''Sul movimento pittorico contemporaneo, in Emporium Rivista mensile illustrata d'arte letteratura scienza e varietà, Istituto italiano d'arti grafiche Bergamo - Editore, volume XXXVIII, dicembre 1913.
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