Marsilio Ficino: differenze tra le versioni

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*{{NDR|In merito all'inconoscibilità di Dio}} Queste misteriose affermazioni di [[Dionigi l'Areopagita|Dionigi]] sono confermate da [[Ermete Trismegisto]] il quale dice che Dio è nulla e che nello stesso tempo egli è tutto, che Dio non ha alcun nome e purtuttavia ha ogni nome possibile. <ref>Yates p.139-140</ref>
*{{NDR|In merito all'inconoscibilità di Dio}} Queste misteriose affermazioni di [[Dionigi l'Areopagita|Dionigi]] sono confermate da [[Ermete Trismegisto]] il quale dice che Dio è nulla e che nello stesso tempo egli è tutto, che Dio non ha alcun nome e purtuttavia ha ogni nome possibile. <ref>Yates p.139-140</ref>
*Se c'è un'età che dobbiamo chiamar [[età dell'oro|d'oro]], essa è senza dubbio quella che produce dovunque ingegni d'oro. (dalle ''Lettere'')
*Se c'è un'età che dobbiamo chiamar [[età dell'oro|d'oro]], essa è senza dubbio quella che produce dovunque ingegni d'oro. (dalle ''Lettere'')
*Tutta a potenza della [[magia]] consiste nell'amore. L'opera della magia è una certa attrazione d'una cosa verso l'altra, per affinità naturale. Tutte le parti di questo mondo dipendono, come le catene dell'essere, da un amore e sono legate da un nesso naturale [...] questa è l'autentica magia. (da ''Simposio''<ref>Citato in [[Marie-Louise von Franz]], ''Psiche e materia'', Bollati Boringheri, p. 149. ISBN 978-88-339-0712-3</ref>)
*Tutta la potenza della [[magia]] consiste nell'amore. L'opera della magia è una certa attrazione d'una cosa verso l'altra, per affinità naturale. Tutte le parti di questo mondo dipendono, come le catene dell'essere, da un amore e sono legate da un nesso naturale [...] questa è l'autentica magia. (da ''Simposio''<ref>Citato in [[Marie-Louise von Franz]], ''Psiche e materia'', Bollati Boringheri, p. 149. ISBN 978-88-339-0712-3</ref>)


==''Sopra lo amore''==
==''Sopra lo amore''==
*{{NDR|L'[[amore]]}} desta le cose che dormono: le tenebrose illumina: dà vita alle cose morte: forma le non formate: e dà perfezione alle imperfette. (I, II; p. 23)
*{{NDR|L'[[amore]]}} desta le cose che dormono: le tenebrose illumina: dà vita alle cose morte: forma le non formate: e dà perfezione alle imperfette. (I, II; p. 23)
*[] la natura della [[Bellezza]] non può essere corpo. Perché se ella fusse corpo, non converrebbe alle virtù dell'animo, che sono incorporali. (V, III; p. 71)
*Essendo così, è necessario che la [[Bellezza]] sia una natura comune alla virtù, figure e voci. Perché noi non chiameremmo qualunque di questi tre bello, se e' non fosse in tutti tre comune diffinizione della Bellezza. E per questo si vede, che la natura della Bellezza non può essere corpo. Perché se ella fusse corpo, non converrebbe alle virtù dell'animo, che sono incorporali. (V, III; p. 71)
*Ma acciò che il nostro sermone non trapassi molto il proposito suo, conchiudiamo brevemente per le sopra dette cose la Bellezza essere una certa grazia, vivace e spirituale. La quale per il raggio divino prima si infonde negli Angeli, poi nelle Anime degli uomini, dopo questi nelle figure, e voci corporali, e questa grazia per mezzo della ragione e del vedere e dello udire muove e diletta lo animo nostro: e nel dilettare rapisce: e nel rapire d'ardente amore infiamma. (V, VI; p. 80)
*Ma acciò che il nostro sermone non trapassi molto il proposito suo, conchiudiamo brevemente per le sopra dette cose la Bellezza essere una certa grazia, vivace e spirituale. La quale per il raggio divino prima si infonde negli Angeli, poi nelle Anime degli uomini, dopo questi nelle figure, e voci corporali, e questa grazia per mezzo della ragione e del vedere e dello udire muove e diletta lo animo nostro: e nel dilettare rapisce: e nel rapire d'ardente amore infiamma. (V, VI; p. 80)
*Il vero Amore non è altro che un certo sforzo di volare a la divina bellezza, desto in noi dallo aspetto della corporale bellezza. (VII, XV; p. 157)
*Il vero Amore non è altro che un certo sforzo di volare a la divina bellezza, desto in noi dallo aspetto della corporale bellezza. (VII, XV; p. 157)

Versione delle 18:22, 25 nov 2018

Marsilio Ficino, dettaglio della scena dell'Annuncio dell'angelo a Zaccaria di Domenico Ghirlandaio.

Marsilio Ficino (1433 – 1499), filosofo e umanista italiano.

Citazioni di Marsilio Ficino

  • Ti saluta il tuo Alessandro Filicario, uomo tanto saggio quanto caro a noi, dunque carissimo.
Salutat Alexander Filicarius tuus, vir quantum probus tantum nobis carus, ergo carissimus. (lettera a Lorenzo de' Medici del 13 gennaio 1474 dalla raccolta Lettere, vol I, Firenze 1977, p. XXII)
  • L'Anima è connessa in modo eguale a tutte le cose, anche a quelle che sono a grande distanza le une dalle altre, in quanto esse non sono distanti da lei. Oltre al fatto che l'Anima del Mondo da un lato si conforma al divino e dall'altro al transeunte, e si lascia attrarre da entrambi in virtù del desiderio, essa è interamente e simultaneamente in ogni luogo.[1]
  • Qualsiasi oggetto materiale, quando venga posto in contatto con le cose superiori... è colpito immediatamente da un influsso celeste tramite quel potentissimo agente, di meravigliosa forza Vitale, che è ovunque presente... come uno specchio riflette un volto, o Eco il suono di una voce, Di ciò fornisce un esempio Plotino quando, imitando Mercurio, afferma che gli antichi sacerdoti, o Magi, solevano introdurre qualcosa di divino e di mirabile nelle loro statue e nei loro sacrifici. Egli [Plotino] sostiene, concordando con Trismegisto, che essi non vi introducevano spiriti separati dalla materia [e cioè demoni], ma mundana numina, come ho già detto all'inizio, conformemente all'opinione di Sinesio... (De vita coelitus comparanda) [2]
  • [In merito all'inconoscibilità di Dio] Queste misteriose affermazioni di Dionigi sono confermate da Ermete Trismegisto il quale dice che Dio è nulla e che nello stesso tempo egli è tutto, che Dio non ha alcun nome e purtuttavia ha ogni nome possibile. [3]
  • Se c'è un'età che dobbiamo chiamar d'oro, essa è senza dubbio quella che produce dovunque ingegni d'oro. (dalle Lettere)
  • Tutta la potenza della magia consiste nell'amore. L'opera della magia è una certa attrazione d'una cosa verso l'altra, per affinità naturale. Tutte le parti di questo mondo dipendono, come le catene dell'essere, da un amore e sono legate da un nesso naturale [...] questa è l'autentica magia. (da Simposio[4])

Sopra lo amore

  • [L'amore] desta le cose che dormono: le tenebrose illumina: dà vita alle cose morte: forma le non formate: e dà perfezione alle imperfette. (I, II; p. 23)
  • Essendo così, è necessario che la Bellezza sia una natura comune alla virtù, figure e voci. Perché noi non chiameremmo qualunque di questi tre bello, se e' non fosse in tutti tre comune diffinizione della Bellezza. E per questo si vede, che la natura della Bellezza non può essere corpo. Perché se ella fusse corpo, non converrebbe alle virtù dell'animo, che sono incorporali. (V, III; p. 71)
  • Ma acciò che il nostro sermone non trapassi molto il proposito suo, conchiudiamo brevemente per le sopra dette cose la Bellezza essere una certa grazia, vivace e spirituale. La quale per il raggio divino prima si infonde negli Angeli, poi nelle Anime degli uomini, dopo questi nelle figure, e voci corporali, e questa grazia per mezzo della ragione e del vedere e dello udire muove e diletta lo animo nostro: e nel dilettare rapisce: e nel rapire d'ardente amore infiamma. (V, VI; p. 80)
  • Il vero Amore non è altro che un certo sforzo di volare a la divina bellezza, desto in noi dallo aspetto della corporale bellezza. (VII, XV; p. 157)
  • La giovanezza essendo a la voluttà inclinata non si piglia se non con l'esca del piacere: perché fugge i rigidi maestri. (VII, XVI; p. 159)

Citazioni su Marsilio Ficino

  • Era, certo, un uomo di cultura unica, un pensatore di statura non comune, difensore eloquente della sua religione. Aveva, in misura non piccola, temperamento di letterato, anima di professore e abito accademico: era di quella razza d'uomini che illustrarono da allora per secoli un'Italia in decadenza, la cui crisi politica fu il resultato di un'intima mancanza di fede morale. Fu la fonte di quel gergo platonizzante, retorico ed untuoso, che inquinò lungo il Cinquecento e il Seicento non piccola parte della produzione filosofico-religiosa europea. (Eugenio Garin)
  • La dottrina di Ficino ha fornito la giustificazione teologico-filosofica alla cultura d'amore cortese-trovadorica del tardo medioevo oltre Dante. (Hans Urs von Balthasar)

Note

  1. Da Come ricevere vita dal cielo ("De vita coelitus comparanda"), traduzione e commento di Giacomo Albano, edizioni Lulu, 2014, p. 23.
  2. Yates p.74
  3. Yates p.139-140
  4. Citato in Marie-Louise von Franz, Psiche e materia, Bollati Boringheri, p. 149. ISBN 978-88-339-0712-3

Bibliografia

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