Vittorio Feltri: differenze tra le versioni

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
ortografia
→‎Citazioni di Vittorio Feltri: aggiunti alcuni tweet con riferimento
Riga 64: Riga 64:
*{{NDR|Rispondendo alla domanda: «Qual è il ruolo principale della donna in casa?»}} Quello di non rompere i coglioni, possibilmente.<ref>Intervista a Vittorio Feltri ''La Zanzara'': [https://www.youtube.com/watch?v=cNNr5RJ4Bj4 La Zanzara - 12/04/2018], 12 aprile 2018.</ref>
*{{NDR|Rispondendo alla domanda: «Qual è il ruolo principale della donna in casa?»}} Quello di non rompere i coglioni, possibilmente.<ref>Intervista a Vittorio Feltri ''La Zanzara'': [https://www.youtube.com/watch?v=cNNr5RJ4Bj4 La Zanzara - 12/04/2018], 12 aprile 2018.</ref>
*Ci ritroviamo tra le palle Di Maio, un pistolino senza qualità benché ricco di arroganza partenopea. Da spararsi. Costui, dopo aver tentato di sodomizzare Salvini, ha provato a fare altrettanto con il Pd, perfino Martina, che è un due di briscola, non si è fatto fottere. D'altronde nemmeno il dem più scemo accetterebbe di reggere la coda ai pentastellati che, poveri illusi, puntano a governare pur essendo privi di senso dello Stato nonché di senso comune. Di Maio quindi è out. Fico non paga i contributi alla serva e ha rimediato una figura di letame, gli conviene scomparire.<ref>[http://www.liberoquotidiano.it/news/opinioni/13334679/vittorio-feltri-luigi-di-maio-pistolino-ha-provato-a-sodomizzare-matteo-salvini.html "Ha provato a sodomizzare Salvini ma è un pistolino". Vittorio Feltri epocale: così riduce in polvere Di Maio], articolo di Vittorio Feltri su [http://www.liberoquotidiano.it/ Libero Quotidiano.it], 2 maggio 2018.</ref>
*Ci ritroviamo tra le palle Di Maio, un pistolino senza qualità benché ricco di arroganza partenopea. Da spararsi. Costui, dopo aver tentato di sodomizzare Salvini, ha provato a fare altrettanto con il Pd, perfino Martina, che è un due di briscola, non si è fatto fottere. D'altronde nemmeno il dem più scemo accetterebbe di reggere la coda ai pentastellati che, poveri illusi, puntano a governare pur essendo privi di senso dello Stato nonché di senso comune. Di Maio quindi è out. Fico non paga i contributi alla serva e ha rimediato una figura di letame, gli conviene scomparire.<ref>[http://www.liberoquotidiano.it/news/opinioni/13334679/vittorio-feltri-luigi-di-maio-pistolino-ha-provato-a-sodomizzare-matteo-salvini.html "Ha provato a sodomizzare Salvini ma è un pistolino". Vittorio Feltri epocale: così riduce in polvere Di Maio], articolo di Vittorio Feltri su [http://www.liberoquotidiano.it/ Libero Quotidiano.it], 2 maggio 2018.</ref>
*Capalbio è meglio di Portofino, più chic. Coi soldi di [[Marco Tronchetti Provera|Tronchetti Provera]] [[Gad Lerner]] può permettersi questo ed altro onde ospitare in casa sua chissà quanti negri.<ref>Da un [https://twitter.com/vfeltri/status/1018600222749085696 tweet] del 15 luglio 2018.</ref>
*[[Asia Argento]] si conferma una gran cinofila: dopo aver baciato sulla bocca il cane, ha limonato con [[Fabrizio Corona|Corona]].<ref>Da un [https://twitter.com/vfeltri/status/1061378639575556096 tweet] del 10 novembre 2018.</ref>
*Di Maio dice che i giornalisti sono infimi sciacalli. Vero, ma non incassano il reddito di cittadinanza e a differenza di lui non sono analfabeti e lavorano, male ma lavorano.<ref>Da un [https://twitter.com/vfeltri/status/1060472146202370048 tweet] dell'8 novembre 2018.</ref>
*Tutti contro [[Luigi Di Maio]] perché il padre ha combinato casini. Ma che c’entra il figlio se papà ha sbagliato? Gigino semmai va attaccato perché non capisce un cazzo.<ref>Da un [https://twitter.com/vfeltri/status/1067105685626920961 tweet] del 26 novembre 2018.</ref>


{{intestazione|1=Intervista di Stefano Lorenzetto, ''[http://www.ilgiornale.it/interni/articolo-id=454449 "Appena assunto mettevo i nomi ai trovatelli e tagliavo le rette ai matti"]'', ''il Giornale.it'', 20 giugno 2010}}
{{intestazione|1=Intervista di Stefano Lorenzetto, ''[http://www.ilgiornale.it/interni/articolo-id=454449 "Appena assunto mettevo i nomi ai trovatelli e tagliavo le rette ai matti"]'', ''il Giornale.it'', 20 giugno 2010}}

Versione delle 15:33, 29 nov 2018

Vittorio Feltri nel 2008

Vittorio Feltri (1943 – vivente), giornalista italiano.

Citazioni di Vittorio Feltri

Citazioni in ordine temporale.

  • Per quattordici anni, diconsi quattordici anni, la Fininvest ha scippato vari privilegi, complici i partiti: la Dc, il Pri, il Psdi, il Pli e il Pci con la loro stolida inerzia; e il Psi con il suo attivismo furfantesco, cui si deve tra l'altro la perla denominata 'decreto Berlusconi', cioè la scappatoia che consente all'intestatario di fare provvisoriamente i propri comodi in attesa che possa farseli definitivamente. Decreto elaborato in fretta e furia nel 1984 ad opera di Bettino Craxi in persona, decreto in sospetta posizione di fuorigioco costituzionale, decreto che perfino in una repubblica delle banane avrebbe suscitato scandalo e sarebbe stato cancellato dalla magistratura, in un soprassalto di dignità, e che invece in Italia è ancora spudoratamente in vigore senza che i suoi genitori siano morti suicidi per la vergogna". (da L'Europeo, 11 agosto 1990, subito dopo l'approvazione della legge Mammì).
  • Sui 70 e passa finiti in galera e su altrettanti che sono sul punto di finirci, soltanto tre si sono ammazzati, gli altri si godono il bottino. (da l'Indipendente, 30 luglio 1992)
  • Mai provvedimento giudiziario fu più popolare, più atteso, quasi liberatorio di questo firmato contro Craxi [il primo avviso di garanzia] [...] Di Pietro non si è lasciato intimidire dalle critiche, dalle minacce di mezzo mondo politico (diciamo pure del regime putrido di cui l'appesantito Bettino è campione suonato) e ha colpito in basso e in alto, perfino lassù dove non osano nemmeno le aquile. Ha colpito senza fretta, nessuna impazienza di finire sui giornali per raccogliere altra gloria. Craxi ha commesso l'errore… di spacciare i compagni suicidi (per la vergogna di essere stati colti con le mani nel sacco) come vittime di complotti antisocialisti… È una menzogna, onorevole: che cosa vuole che importi a Di Pietro delle finalità politiche… I giudici lavorano tranquilli, in assoluta serenità: sanno che i cittadini, ritrovata dignità e capacità critica, sono dalla loro parte. Come noi dell'Indipendente, sempre. (da l'Indipendente, 16 dicembre 1992)
  • Craxi ha commesso l'errore di spacciare i compagni suicidi (per la vergogna di essere stati colti con le mani nel sacco) come vittime di complotti antisocialisti:.. è una menzogna, onorevole. Che cosa vuole che importi a Di Pietro delle finalità politiche. (da l'Indipendente, 16 dicembre 1992)
  • È impossibile che tutto il castello accusatorio sia parto della fantasia (malata o remunerata) dei picciotti passati dalla piovra alla Giustizia. C'è chi mira a delegittimare i pentiti. Delegittimandoli, infatti, gli imputati dei processi di mafia si assicurano l'impunibilità. (da l'Indipendente, 21 aprile 1993, parlando del processo di Palermo contro Giulio Andreotti)
  • Quegli onorevoli che oggi si stracciano il doppiopetto (pagato verosimilmente con le mazzette) perché molti politici finiscono in galera sino a che non dicono la verità, sbagliando a prendersela con Borrelli e compagnia bellissima. I magistrati fanno solo il loro dovere. E noi siamo con loro... [...] La cella è il luogo migliore per servire la giustizia, per riflettere e ricordare. (da l'Indipendente, 10 luglio 1993)
  • Ammesso e non concesso che un magistrato abbia sbagliato, ecceduto, ciò non deve autorizzare i ladri e i tifosi dei ladri... gli avvoltoi del garantismo... a gettare anche la più piccola ombra sulla lodevole e mai sufficientemente applaudita attività dei Borrelli e dei Di Pietro. (da l'Indipendente, 21 luglio 1993)
  • In Italia le penne sono sempre state sporche. In alcuni casi luride. Motivo? Semplice. Tanto per cominciare, la tradizione. La nostra stampa (quotidiana e periodica) non è nata per informare, bensì per polemizzare. Chi aveva soldi e interessi da difendere, finanziava un giornale, magari con l'intento di farsi eleggere in Parlamento. E farsi eleggere in Parlamento significava, allora come oggi, abbassare gli avversari per innalzare se stessi. Per fare ciò era necessario assoldare giornalisti disponibili. Disponibili a che? A insultare tutti, tranne il padrone che pagava. Così nacquero le penne sporche, che hanno avuto molti figli e molti nipoti. Che a loro volta si riproducono perché, in fondo, il sistema non è cambiato. (prefazione al romanzo di Tito Giliberto, Penne sporche, Stampa Alternativa)
  • A Montanelli invidio tutto tranne che il Giornale. In fondo l'Indipendente continua a guadagnar copie, non c'è motivo perché io lo debba lasciare... Io a il Giornale? Ma che cretinata. Berlusconi non m'ha offerto neppure un posto da correttore di bozze. M'incazzo all'idea che io, proprio io, sembro voler fare la forca a Montanelli. Io qui a l'Indipendente, mi diverto, guadagno copie, faccio il padrone e il politico. Mi spiegate perché devo fare certe cazzate? A carico di Montanelli, poi... (dal Corriere della sera e La Stampa, 10 e 18 dicembre 1993)
  • [Francesco De Lorenzo] Voleva il Premio Nobel [...] Gli hanno dato la galera. Con grande ritardo rispetto alle previsioni [...]. Se penso agli insulti che mi son beccato dai colleghi per aver scritto con due anni di anticipo in che mani fosse l'Italia, mi viene voglia di [...]. E poi no, ho i cassetti pieni di querele, ma continuerò. (da il Giornale, 13 maggio 1994)
  • Non ho mai scritto che Di Pietro e colleghi hanno graziato il Pds: che prove avrei per affermare una cosa simile? (da Il Giornale del 25 novembre 1994)
  • La redazione [di un giornale] è il terminale della società. (citato in Marco Neirotti, Eroi del bene? Figli del male, La Stampa, 3 dicembre 1995, p. 20)
  • La Repubblica di Scalfari stilava ogni giorno il certificato di morte a Craxi, e Craxi campò [in totale] tre anni e mezzo. Quella di Mauro fa altrettanto con Berlusconi, e Berlusconi camperà cinque anni e vincerà anche le prossime elezioni. A una condizione: che guardi di più alla Thatcher e meno ad Andreotti, al quale, gobba a parte, c'è poco da invidiare. (da Libero, 28 settembre 2003, pag. 2)
  • [Dopo la caduta del regime sovietico]i comunisti [italiani] con una mossa trasformistica si sono ripresentati sul mercato elettorale con la bottega ripittata e una nuova insegna, però vendendo la solita merce putrida in confezione liberale. […] hanno profittato di Mani Pulite e affini per allearsi con le toghe rosse e sgominare gli avversari. […] Risultato: la DC in galera e il vecchio PCI restaurato al governo. Questa è l'anomalia italiana, altro che Berlusconi e la sua banda di dilettanti. (da Libero, 2 novembre 2003, prima pagina)
  • [...] non ho capito un'acca. So soltanto che mancano in cassa [quattro miliardi di Euro]. E che l'azienda sta sprofondando, né potrebbe essere diversamente con quel buco nello scafo. Allora chiedo: [come mai non c'è] nessuno in grado di fornire spiegazioni? Nel caso della Parmalat, non vi è alcuno della famiglia del vecchio Calisto [che sia stato] in grado di convocare gli azionisti e raccontare come sia effettivamente andata. […] Miliardi che [sono usciti] dal portafoglio e ti [sei accorto] del disastro solo quando non hai [avuto] più nemmeno i soldi per pagare il lattaio. Sarà così? Pur con ogni sforzo è dura da bere. (da Libero, 21 dicembre 2003, prima pagina)
  • [La RAI compie 50 anni] Non c'è nulla di più falso del rimpianto dei bei tempi andati. I bei tempi non sono mai esistiti, [...]. Eppure è diffusa l'abitudine pigra di serbarne selezionati e dolci ricordi. (da Libero, 4 gennaio 2004, prima pagina)
  • Che Berlusconi sia o no un venditore di carabattole, lo verificheremo alla fine della legislatura. Alla lunga illusionismo o mistica che siano, non tengono alla prova della realtà. (da Libero, 12 febbraio 2004)
  • [Su Enzo Baldoni] Già ieri abbiamo scritto: un uomo della sua età, moglie e due figli a carico, avrebbe fatto meglio a farsi consigliare da Alpitour, anziché dal Diario, la località dove trascorrere vacanze sia pure estreme (si dice così?). Evidentemente, da buon giornalista della domenica egli ha preferito cedere all'impulso delle proprie passioni insane per l'Iraq piuttosto che adattarsi al senso comune. (da Libero, 27 agosto 2004)
  • Chissà perché non si può esportare la democrazia, tuttavia si esportano il volontariato e il neocomunismo. (da Libero, 12 settembre 2004, pag. 2)
  • Per quale motivo in Italia anche la stampa più autorevole e i telegiornali più accreditati fanno l'occhiolino agli estremisti e deplorano i tutori della legalità? Lo fanno per convenienza. Lo fecero nel Sessantotto e anni successivi, non hanno mai smesso di farlo, continuano a farlo. Hanno l'esigenza insopprimibile di essere apprezzati dalla sinistra. (da Libero, 8 dicembre 2005)
  • Strano che nessuno se ne sia accorto. Neanche i giornali intelligenti e fini, tipo Repubblica e Corriere della Sera. Ma prima o poi i poveri si accorgeranno: se i ricchi stanno con i comunisti o c'è qualcosa che non va nei ricchi o c'è qualcosa che non va nei comunisti. (da Libero, 7 gennaio 2007)
  • Il laico ha sempre ragione, tranne quando tenta di imporre agli "avversari" di esserlo. (da Libero, 11 marzo 2007)
  • In Campania si ruba su tutto anche sulle supposte. (da Matrix, 23 gennaio 2008)
  • Quando la politica si trasforma e si svilisce scadendo nel gossip, quando gli addetti all'informazione si rassegnano a pescare sui fondali del pettegolezzo spacciando per notizie le attività più intime degli uomini e delle donne, fatalmente la vita pubblica peggiora e riserva sorprese cattive. E se il livello della polemica è basso, prima o poi anche chi era abituato a volare alto, o almeno si sforzava di non perdere quota, è destinato a planare per rispondere agli avversari. La Repubblica da tempo si dedica alla speleologia e scava nel privato del premier, e l'Avvenire, quotidiano dei vescovi italiani, ha pure messo manoal piccone per recuperare materiale adatto a creare una piattaforma su cui costruire una campagna moralistica contro Silvio Berlusconi, accusato di condurre un'esistenza dissoluta in contrasto con l'etica richiesta a una persona che ricopra cariche istituzionali. Mai quanto nel presente periodo si sono visti in azione tanti moralisti, molti dei quali, per non dire quasi tutti, sono sprovvisti di titoli idonei. Ed è venuto il momento di smascherarli. (da il Giornale, 28 agosto 2009)
  • Ma andate all'inferno; laggiù cari colleghi ci incontreremo tutti, più tardi possibile. (da Il Giornale, 2 settembre 2009)
  • Scalfari, da quando non dirige più, dà le pagelle a chiunque, anche al Papa a cui spesso impartisce lezioni di teologia. È un filosofo della libertà di stampa. Lui è libero. (citato in Panorama, 16 ottobre 2009)
  • E non è neppure vero, come afferma Fini, che è italiano chi ama l'Italia... Occorre dimostrare di conoscere almeno sommariamente la nostra cultura, le nostre tradizioni, la lingua; e adattarsi o, meglio, sposare i nostri costumi. (da Caro Fini, torna lo stronzo di una volta, Panorama, 30 novembre 2009)
  • Diventi italiano chi non fa l'indiano e non si proponga di colonizzarci in casa nostra. (ibidem)
  • Non sono io ad essere berlusconiano ma Berlusconi ad essere feltriano. (citato in Gianna Fregonara, Feltri contro il cofondatore. Gli ex An: basta, parli il premier, Corriere della sera, 7 gennaio 2010, p. 7)
  • Poveraccio mi rendo conto che sia in difficoltà. Nessuno sa che cosa abbia in testa. Io continuo a sostenere che non lo sappia neanche Fini... Non è del resto facile decrittare il suo pensiero perché non è facile decrittare il vuoto. (ibidem)
  • [Su Bettino Craxi] A distanza di due lustri dalla sua morte, ormai dimenticate le macchie del passato, i compagni (di merende) forse per rimorso cercano di riabilitare il defunto Cinghialone riconoscendogli oggi ciò che gli dovevano anche ieri: il merito di essere stato il più intelligente politico della sua epoca e di non avere intascato una lira del bottino che loro invece si sono spartiti impunemente, e seguitano a spartirsi grazie ai ricchi rimborsi elettorali nettamente superiori agli esborsi, vivendo felici e contenti. E magari rubando ancora per arrotondare. (da Craxi non era un santo, ma era il migliore, Panorama, 8 gennaio 2010)
  • [Sugli attentati del 22 luglio 2011 in Norvegia] Ciononostante, poiché la strage si è consumata in 30 minuti, c'è da chiedersi comunque perché il pluriomicida non sia stato minimamente contrastato dal gruppo destinato allo sterminio. Ragioniamo. Cinque, sei, sette, dieci, quindici persone, e tutte disarmate, non sono in grado di annientare un nemico, per quanto agisca da solo, se questo impugna armi da fuoco. Ma 50 – e sull'isola ce n'erano dieci volte tante – se si lanciano insieme su di lui, alcune di sicuro vengono abbattute, ma solo alcune, e quelle che, viceversa, rimangono illese (mettiamo 30 o 40) hanno la possibilità di farlo a pezzi con le nude mani. [...] Ma è incredibile come, in determinate circostanze, ciascuno pensi soltanto a salvare se stesso, illudendosi di spuntarla, anziché adottare la teoria più vecchia (ed efficace) del mondo: l'unione fa la forza. [...] Evidentemente l'uomo non ha, o forse ha perso nei secoli, l'abitudine e l'attitudine a combattere in favore della comunità della quale pure fa parte. In lui prevalgono l'egoismo e l'egotismo. Non è più capace di identificarsi con gli altri e di sacrificarsi per loro, probabilmente convinto che loro non si sacrificherebbero per lui. (da [1] Il Giornale, 25 luglio 2011)
  • Tutti teniamo a passare per evoluti, ma quando si tratta di parlare di omosessuali, bene che vada ricorriamo a logori luoghi comuni, banalità sconce da caserma, frasario da bar. Nel linguaggio corrente mancano perfino le definizioni appropriate: frocio, culattone, busone, orecchione, finocchio eccetera. Un vocabolario meschino, oltre che triviale, totalmente inadeguato a un discorso non dico serio, ma almeno sereno, per discutere di una questione vecchia come il mondo.[1]
  • In fondo a sinistra c'è sempre una banca.[2]
  • [I dirigenti del Partito Democratico] Nessuno li accusa di essere i padroni del terzo istituto di credito nazionale (Mps), ma è un fatto che agiscono come se lo fossero, in quanto la nomina del management spetta loro tramite il partito dominante a Siena, dove i democratici fanno il bello e soprattutto il cattivo tempo, incontrastati.[2]
  • [Sulla Banca Monte dei Paschi di Siena] L'istituto senese è rosso per definizione, culo e camicia coi progressisti. Un legame non di affetto, non di simpatia, ma di palanche: nella banca non si muove foglia se non per ordine del partito.[2]
  • Ma andate all’inferno, non al seggio a votare Pd.[2]
  • Destra e sinistra sono categorie del passato ma che esistono ancora, tant'è vero che mi fanno ribrezzo. Entrambe.[3]
  • Quando entro in cabina elettorale, mi guardo in giro, attorno, non c'è nessuno, guardo molto bene la scheda, traccio la mia croce e poi faccio il gesto dell'ombrello.[4]
  • Lizzani si è lanciato dal terzo piano. Monicelli si gettò dal nono. Il che dimostra la differenza di livello fra i due anche nel suicidio.[5]
  • Nel 1992 stavo a fianco di Antonio Di Pietro e di altre toghe. A Bettino Craxi ho dedicato i titoli più carogna della mia vita professionale al tempo dell'Indipendente. Del resto Bettino non fece nulla per sottrarsi ai colpi. Incurante di essere considerato il simbolo della politica ladra e corrotta, circondato da ometti che non facevano nemmeno lo sforzo di togliersi la giacca da gangster, non smetteva di ergersi senza ripararsi. Non schivava i colpi, e io pensavo fosse alterigia: quindi via con le ironie, le indignazioni e i sarcasmi. Ho sbagliato. Non scriverei più festosamente davanti alla «rivolta popolare» che accolse Bettino la sera del 30 aprile del 1993 fuori dall'hotel Raphaël a un passo da piazza Navona.[6]
  • [Sulle dimissioni di Terzi dalla carica di Ministro degli affari esteri] È sufficiente pensare che l'unico attrezzato a salvare i militari, Terzi di Sant'Agata, è stato mandato via dall'esecutivo con ignominia proprio perché minacciava di aver indovinato la strada idonea per giungere al traguardo. Il trattamento subito dall'ex ministro è istruttivo: guai a chi osa proteggere e assicurare giustizia ai marò.[7]
  • [Su Adolf Hitler] Severo ma giusto.[8]
  • [Parlando di Raffaele Sollecito e dell'omicidio di Meredith Kercher] Raffaele non aveva interesse ad uccidere questa ragazza. Dal punto di vista sessuale, Meredith non era certo una meta inarrivabile. [...] La volevi scopare? Non era neanche una ragazza eccezionale. [...] Perché sei tornato qui a farti condannare? Tanto si sa che qui se ti vogliono fottere, ti fottono. Io nel dubbio di essere condannato mi tolgo dalle palle.[9]
  • [I gatti] Hanno un quoziente di misticismo e magia. Non hanno retropensieri, né complicazioni mentali. Hanno qualcosa di diverso dall'uomo: i sentimenti puliti.[10]
  • Due battute al fulmicotone di Crozza hanno un valore cognitivo nettamente superiore a qualsiasi editoriale pubblicato sui giornaloni nazionali. In pratica, quest'uomo col faccione più adatto al banco di una salumeria che al video, a onta della brutta presenza si dimostra il maggiore politologo di cui dispone il nostro sgangherato Paese, incline a credere alle parole dell'ultimo bischero insediatosi ai vertici della politica. Maurizio è geniale. L'unico compatriota capace di cogliere tempestivamente la stupidità di coloro che pretendono di guidare il Paese senza averne la competenza.[11]
  • Le menti vuote evidentemente sono piene di idee astruse, per non dire di peggio. Ma ciò che maggiormente stupisce della stravagante iniziativa del citato Fiano [vietare per legge i gadget fascisti] è l'assoluta ignoranza della simbologia del regime nero, che non si limita alla paccottiglia commemorativa del dittatore di Predappio, ma si estende alla architettura italiana di un lungo periodo (dagli anni Venti agli anni Quaranta), alla cultura (il cinema, l'Enciclopedia Treccani), a una serie di riforme che tuttora costituiscono la spina dorsale del nostro moderno welfare.[12]
  • Putin non ha rinnegato il comunismo, e per questo gli ex comunisti nostrani lo odiano, dato che ricorda loro di essere stati compagni. Noi liberali viceversa non odiamo né Putin né Stalin e neppure il duce perché non siamo mai stati né comunisti né fascisti.[12]
  • Indro Montanelli teneva sulla scrivania la foto di Baffone e a chi gli chiedeva spiegazioni rispondeva: lo adoro perché è l'uomo al mondo che ha ammazzato più comunisti. Nel nostro piccolo, noi abbiamo collocato sulla libreria il Capoccione per fare rabbia ai cretini che ne disconoscono i meriti, ingigantendone i demeriti.[12]
  • [Sulla condanna di Massimo Bossetti per l'omicidio di Yara Gambirasio] Nessuno meglio del muratore di Mapello poteva interpretare il ruolo dell'assassino della povera Yara, tredicenne senza macchia, come tutte le tredicenni di questo sporco mondo che ha bisogno di consolarsi condannando un colpevole, non importa se contro di lui non c'è una prova. Serve un colpevole per placare le ire e le ansie dell'opinione pubblica e si sceglie il più idoneo al sacrificio. [...] Un operaio sfigato è facile trasformarlo in bersaglio immobile e colpirlo, trascinarlo nel fango e lì abbandonarlo beandosi del clamore mediatico suscitato dalla sua condanna. Come cittadino mi sento a disagio per aver assistito a simile massacro.[13]
  • Il nostro non è proprio un Paese di persone onestissime. Siamo abituati ad arrangiarsi. Chi è abituato ad arrangiarsi, spesso non osserva le regole. [...] Io credo che per governare un Paese serva della gente capace, se poi è anche onesta tanto di guadagnato, ma se non lo è... Io quando vado dal dentista o dal medico voglio che mi curi, se poi alla sera tocca il sedere ai bambini a me interessa relativamente, interesserà al giudice, ma io voglio che il professionista sia bravo. Il politico deve essere bravo. Se poi anche ruba, basta che rubi con moderazione, lo possiamo persino accettare.[14]
  • [Difendendo il titolo di Libero:«Dopo la miseria portano le malattie»] Che gli immigrati portino la miseria, mi pare un dato di fatto, quindi il titolo è fattuale, almeno la prima riga. La seconda riga è altrettanto fattuale visto che i casi di TBC sono raddoppiati negli ultimi 6 mesi: l'hanno pubblicato tutti i giornali, non credo si possano avere dei dubbi su questo tipo di realtà drammatica. Quindi vuol dire che tra i tanti problemi che l'immigrazione crea nel nostro Paese - perché è un'immigrazione incontrollata e massiccia - c'è anche l'importazione in Italia di malattie che erano state sconfitte definitivamente: non solo la malaria, ma anche la TBC. Oggi hanno ripreso, queste malattie, a mietere vittime. E quindi sostenere che [gli immigrati] portano le malattie significa dire la verità. Una verità che l'ipocrisia della sinistra - in particolare, ma non solo della sinistra - cerca di diminuire, di coprire, non si capisce bene per quale motivo. [...] Anche il Ministero della Salute ha detto che l'80% dei casi di malaria sono di origine africana. [...] Parenzo parla di immigrati ma non li ha mai visti. Come non li ho mai visti io, se non qualche volta per strada ma in macchina, sulla mia bella berlina: quindi a me degli immigrati non me ne fotte un cazzo. Io non ce l’ho con gli immigrati, ma se dopo il flusso migratorio raddoppia la TBC non posso attribuire la responsabilità agli svizzeri, agli austriaci o ai tirolesi. [...] La verità è che le malattie cosiddette tropicali arrivano in Italia e non le portano gli svizzeri. [...] Ma chi è quel coglione che va nel Burkina Faso? [...] Qui arrivano 3.000 africani al giorno e portano di tutto, anche le piattole. La scabbia chi la porta, gli svizzeri? [...] Gli africani sono persone che purtroppo hanno dimostrato di non avere una gran cultura del lavoro, tant’è vero che vivono nella merda. Io non li giudico inferiori, però posso anche essere autorizzato a pensare che la TBC la portino loro. Prima non c'era, da quando arrivano loro c'è, quindi l'hanno portata loro. La TBC l'hanno portata gli africani, e la malaria non arriva da Vienna, arriva dal Burkinia Faso. Io non ci sono mai stato in Burkinia Faso, me ne guardo bene. Io non vado neanche in Sicilia e ti pare che vado in Burkina Faso?[15]
  • C'è chi si rifà la reputazione e chi si rifà le tette. Selvaggia Lucarelli non è in grado di rifarsi la prima perché non l'ha mai avuta, le tette se le è già rifatte con risultati mediocri. Sul suo cervello non mi esprimo, non l'ho scovato.[16]
  • La Mannoia definisce Libero "carta da culo". Dato che lei canta col culo sarà a proprio agio leggendolo.[17]
  • [Riferendosi alle affermazioni di Asia Argento sullo scandalo Weinstein] Non credo in Dio figuriamoci se credo in Asia Argento. Una che per arte limona coi cani può fare di tutto per la carriera e io a una così non la leccherei.[18]
  • [Su Massimiliano Parente] È un pazzo. Lucido ma folle. Basti pensare che in questi giorni è uscito un suo libro, pubblicato dalla Nave di Teseo (Elisabetta Sgarbi, sorella di Vittorio), intitolato la Trilogia dell'inumano. Inutile dire che l'inumano è lui stesso, talmente intelligente e pungente da sembrare o essere uno squilibrato.[19]
  • [Parlando di Silvio Berlusconi] Lui è riuscito a fare una puttanata gigantesca: ha bocciato la Bernini, che era una persona normale, anche abbastanza intelligente e preparata, per poi accontentarsi della Casellati. Io non ho niente contro la Casellati, ma ha scelto la zuppa al pan bagnato, tanto valeva scegliere subito la zuppa senza rompere i coglioni a tutta l'Italia. [...] Si trattava di mettere un capo al Senato, la Bernini andava benissimo, che bisogno c'era di impuntarsi e mettere la Casellati? Non è che ha messo madame Curie, ha messo la Casellati, quindi tanto valeva tenere la prima e buonanotte.[20]
  • [Riferendosi alla censura delle mammelle della Lupa Capitolina sulla tv iraniana] Sono iraniani, non sono svizzeri. Io dagli iraniani non è che mi aspetti dei comportamenti particolarmente evoluti. Sono iraniani, sono musulmani, islamici che obbediscono ad un Corano che è una legge ridicola, vecchia, desueta, medievale. Quindi, se poi coprono le tette della lupa, la cosa mi fa ridere ma non mi stupisce, perché questa gente qui è rimasta indietro di secoli rispetto a tutti noi e noi non riusciamo a comprendere come sia possibile prendersela con le mammelle di una lupa. Io se vedo le tette di una donna mica mi stupisco, al massimo mi piacciono o non mi piacciono, ma finisce lì. Invece qua siamo di fronte a gente e Paesi che hanno fatto del puritanesimo una sorta di religione comportamentale che a noi fa ridere. Ognuno faccia vedere le tette che vuole, le nasconda, chi se ne frega delle tette. I problemi mondiali non credo che siano relativi alle mammelle. Penso invece che si dovrebbe essere un pò più seri e meno bigotti, e invece lo sappiamo come fanno questi qua: vengono qua con i veli. È gente che non è che soffra di un complesso di inferiorità, è inferiore.[21]
  • [Rispondendo alla domanda: «Qual è il ruolo principale della donna in casa?»] Quello di non rompere i coglioni, possibilmente.[22]
  • Ci ritroviamo tra le palle Di Maio, un pistolino senza qualità benché ricco di arroganza partenopea. Da spararsi. Costui, dopo aver tentato di sodomizzare Salvini, ha provato a fare altrettanto con il Pd, perfino Martina, che è un due di briscola, non si è fatto fottere. D'altronde nemmeno il dem più scemo accetterebbe di reggere la coda ai pentastellati che, poveri illusi, puntano a governare pur essendo privi di senso dello Stato nonché di senso comune. Di Maio quindi è out. Fico non paga i contributi alla serva e ha rimediato una figura di letame, gli conviene scomparire.[23]
  • Capalbio è meglio di Portofino, più chic. Coi soldi di Tronchetti Provera Gad Lerner può permettersi questo ed altro onde ospitare in casa sua chissà quanti negri.[24]
  • Asia Argento si conferma una gran cinofila: dopo aver baciato sulla bocca il cane, ha limonato con Corona.[25]
  • Di Maio dice che i giornalisti sono infimi sciacalli. Vero, ma non incassano il reddito di cittadinanza e a differenza di lui non sono analfabeti e lavorano, male ma lavorano.[26]
  • Tutti contro Luigi Di Maio perché il padre ha combinato casini. Ma che c’entra il figlio se papà ha sbagliato? Gigino semmai va attaccato perché non capisce un cazzo.[27]
Intervista di Stefano Lorenzetto, "Appena assunto mettevo i nomi ai trovatelli e tagliavo le rette ai matti", il Giornale.it, 20 giugno 2010
  • A quel tempo, 1964, chi sape­va usare la macchina per scrivere era consi­derato un astronauta, un padreterno.
  • Do quest'impressione, di non essere affida­bile. È quello che ripete sempre anche Silvio Berlusconi: "Bisogna stare attenti, perché a questo qui non si può dire niente, si offende. Se gli girano le balle, va a casa e fa un altro giornale".
  • Uno spirito camaleontico. Non lo faccio per interesse: solo per adattarmi al lavoro che mi è richiesto. Però alle linee fondamentali della mia morale, che sono la lealtà e la franchezza, non ho mai derogato. Mi dico­no: ma tu eri segretario provinciale dei giova­ni socialisti e sei diventato anticraxiano. Per forza, mi sono accorto che il Psi s'era chiuso in una torre d'avorio e tutti rubavano. Mi di­cono: poi sei diventato leghista. In quel mo­mento era giusto esserlo, oggi vedo che Um­berto Bossi difende le Province e allora lo so­no molto meno. Mi dicono: adesso come mai sei berlusconiano? Non è che sono berlusco­niano, ma se non faccio il tifo per Berlusconi per chi dovrei farlo? Per Bersani? Per Veltro­ni? In politica non puoi combinare nulla, ha ragione il Cavaliere. Qualunque cosa tu fac­cia, scontenti sempre qualcuno e perdi con­sensi. Ti ritrovi contro l'opposizione, i sinda­cati, il presidente della Repubblica, la Corte costituzionale. Insomma, non riesci a muo­verti. Parte una legge vi­ola e torna indietro bianconera: obiezioni, com­promessi, limature. La Prima repubblica mi fa­ceva schifo, speravo che la Seconda fosse miglio­re. Adesso mi rendo con­to che non lo è.
  • La storia della mia pre­dilezione infantile per l'Urss è una leggenda metropolitana. Sempli­c­emente vivevo a Berga­mo, dove tutti votavano per la Dc. A 13-14 anni il concetto teorico del­l'uguaglianza mi affasci­nava, così mi parve giusto schierarmi con gli indiani, anziché con i cowboy, come faceva­no i bambini al cinema parrocchiale. Poi co­minciai a leggere che in Russia non c'erano i partiti, imperava la dittatura del proletaria­to, vigeva la tetraggine. La simpatia per gli indiani svanì.
  • Non ho la libi­dine del potere. Che poi quello di direttore è un potere del menga.
  • [Indro Montanelli] Io mi sono limitato ad adottare la sua formula giornali­stica. Ma l'ho realizzata meglio perché mi sono sempre esposto, ci ho messo la faccia. Lui invece era come Veltroni: "Sì ma an­che". Non si schierava nettamente, il suo editoriale era così in chiaroscuro che alla fine non capivi mai se fosse chiaro o scuro. Il che non significa che non resti il migliore di tutti noi. Ho venduto più di lui solo perché a me la gente non fa schifo.
  • Per sistema­re i conti devi far del male: in via Solferino ci vorrebbe la Rivoluzione d'ottobre. La crisi dell'editoria, accentuata da quella economica, è diventata strutturale. Il giornale supermercato è finito. Bisogna passare al giornale boutique, un oggetto di lusso con poche pa­gine, pochi redattori fissi e molti collaboratori esterni ben pagati. Il Corriere non sfugge alla regola.
  • Qui ormai ti querelano non appena intingi la pen­na nel calamaio.
  • [Renato Farina] L'Ordine dei giornalisti ne ha decretato la morte professionale. Io non capisco: Adriano Sofri, condannato per omi­cidio, può scrivere dappertutto, da Repubbli­ca al Foglio. Farina no. Ma perché? Chi ha ammazzato? E Piero Marrazzo? Ti risulta che sia stato censurato dall'Ordine?
  • Il giornale è la vita. Noi viviamo attraverso le vite degli altri. Smettere di fare i giornali equivarrebbe a smettere di vivere.
  • Bei tempi quando le banche erano come le chiese, tutti zitti e al loro posto.
  • Sono convinto che lo Stato sia povero e gli italiani ricchi. Mangiano meglio, si vestono meglio, vivono meglio di tutti gli altri europei. In Germania alla sera cenano con pane e formaggio giallo. Per me di giallo c'è solo la polenta. Invece da noi ristoranti, trattorie, pizzerie a ogni angolo, sempre pieni. Il problema semmai è il Sud che non riesce a integrarsi.
  • La felicità è fatta di lampi che però illuminano tutta la vita. Non puoi godertela: solo ricordartela. Già tanto. Bisogna sapere che il resto è una macinazione di passi.
  • Riesco ad annoiarmi benissimo qui senza andare in ferie.
  • [I cavalli] Senza di loro, l'uomo vivrebbe ancora nelle caverne. E noi come li ripaghiamo? Facendone bistecche quando sono stanchi di galoppare. Lo stesso con le mucche che ci hanno nutrito del loro latte. Che barbarie!
  • Se guardi un dromedario, un cammello o uno scarafaggio non ti passa per l'anticamera del cervello che siano stati disegnati dall'Altissimo: poverini, sono brutti o addirittura schifosi e non ti rassegni all'idea che il padreterno li abbia concepiti, manifestando un cattivo gusto sorprendente. Non ce l'abbiamo con questo tipo di fauna, ma la nostra onestà ci impone di affermare che la sua estetica non è divina. I gatti sono tutt'altra faccenda. Armoniosi, agili, flessuosi, seduttivi, garbati ed eleganti sono la dimostrazione che la natura, fra tante porcherie cui ha dato cittadinanza, ha saputo anche lavorare di cesello.
  • I gattolici praticanti, quale io stesso sono, detestano il rumore come i loro mici, con cui si intendono senza fiatare: basta un cenno del capo, un gesto non brusco, un ammiccamento. Fra gattolici e gatti funziona a meraviglia la telepatia, la forma più laconica di comunicazione. Se il micio miagola è perché teme di essere trascurato o ha una rivendicazione urgente, una necessità impellente o implora un aiuto.
  • Le gattare sono di norma donne anziane, delicate e profondamente bisognose di dare affetto, non di riceverne. Persone buone, ma non amiche degli umani, che, pur non detestandoli appieno, non ispirano loro fiducia. Sanno che il gatto se chiede soccorso lo fa con discrezione e dignità, qualità apprezzate soltanto da chi le ha. Ecco perché simpatizzo con le vecchiette (mie coetanee) che la sera [...] si recano in luoghi appartati dove risiedono colonie di felini, nutrendole e curandole con amore non completamente corrisposto. Sono signore perbene, che danno senza chiedere.
Intervista di Simona Bertuzzi, Vittorio Feltri, la spiazzante dichiarazione d'amore per la Boldrini, Libero Quotidiano.it, 22 dicembre 2015
  • [I gatti] sono sapienziali, non riesci a capire la loro psicologia. Quella del cane è trasparente, invece il gatto è un contenitore di misteri.
  • Diciamo che se uno ama i gatti io non riesco ad odiarlo fino in fondo, si stabiliscono delle correnti di simpatia. Alla Boldrini, in un mio libro, ho dato un voto alto solo perché una volta ha salvato un gatto nero.
  • Il loro unico amore [dei gatti] è la mamma e fanno le fusa perché ciucciano il latte e hanno nostalgia di lei. Quando si accoppiano sono cretini, fanno una furibonda guerra tra maschi per la femmina ma alla fine la femmina scopa con tutti, non l'ho mai capito.

Citazioni su Vittorio Feltri

  • Diventa direttore [de Il Giornale] Vittorio Feltri, mi convoca e mi dice: da domani lei non è più collaboratrice di questo giornale. Così, secco. Mi ha fatto male la mancanza di una spiegazione, dopo tanti anni credevo di meritarla. (Lea Pericoli)
  • È un grande giornalista. Prende dei cadaveri e li resuscita. (Vincino)
  • Feltri è molto in gamba. Ha l'oro nelle mani. Ha intuizioni valide. (Alessandra Mussolini)
  • Se Feltri ha violato la legge, che paghi, come tutti i cittadini. Ma se al posto di un tribunale della Repubblica, un'inquisizione corporativa stabilisce che un giornalista non possa scrivere per tre mesi, allora è censura. (Pierluigi Battista)
  • Un nemico al quale non devo nemmeno del rispetto. È uomo di grande solitudine. Vuole dare di sé l'immagine di uomo forte ma è insicuro, complessato. (Paolo Serventi Longhi)

Note

  1. Citato in Vittorio Feltri, Amore e fame valgono per tutti anche per i gay, il Giornale, 10 maggio 2012.
  2. a b c d In fondo a sinistra c'è sempre una banca, il Giornale, 27 gennaio 2013.
  3. Da un tweet del 6 febbraio 2013.
  4. Intervista a Vittorio Feltri a Le invasioni barbariche, 7 marzo 2013
  5. Da un tweet del 6 ottobre 2013.
  6. Da Io che attaccai il Cinghialone e non vidi gli orrori dei giudici, Il Giornale, 16-12-2013
  7. Da Monti sui marò è più colpevole dell'India, il Giornale.it, 20 febbraio 2014.
  8. Vittorio Feltri su Hitler, intervista del 16 dicembre 2014 a Le iene
  9. Meredith, Feltri a Sollecito: "Ti volevi scopare una neanche eccezionale?"
  10. Citato in È il gatto il vero amico dell’uomo. Oggi la festa dei felini. Feltri: “Io gattolico praticante”. Mattarella, Barale e Palombelli: tutti pazzi per i mici, lanotiziagiornale.it, 17 febbraio 2015.
  11. Crozza è il miglior politologo italiano, il Giornale, 21 giugno 2015
  12. a b c Da I gadget del duce vietati per legge? Venite ad arrestarmi, il Giornale.it, 16 gennaio 2016.
  13. Feltri e la difesa di Bossetti: vi dico perché l'hanno condannato, Libero, 3 luglio 2016.
  14. Dall'intervista Feltri preso a parole, Forte & Chiaro, 22 settembre 2016.
  15. Vittorio Feltri intervistato a La Zanazara: La Zanzara 6.9.2017: Feltri difende il titolo di Libero, 6 settembre 2017
  16. Da Vittorio Feltri risponde a Selvaggia Lucarelli: "Per te sono un nonno rincoglionito, tu non dici mai niente, ma lo fai bene", LiberoQuotidiano.it, 26 settembre 2017.
  17. Da un tweet del 6 ottobre 2017.
  18. Dall'intervista al programma televisivo Le Iene, Italia 1, 22 ottobre 2017. Video disponibile su Mediaset.it.
  19. Da Vittorio Feltri: L'insostenibile pesantezza della nostra vita, LiberoQuotidiano.it, 1º novembre 2017.
  20. Intervista a Vittorio Feltri La Zanzara: La Zanzara - 26/03/2018, 26 marzo 2018.
  21. Intervista dell'11 aprile 2018 a Vittorio Feltri tratta dalla trasmissione Siamo Italiani di Intelligo Tv sul Canale 152 Top Calcio. Forte & Chiaro - 11.04.2018 Il Libero pensiero di Vittorio Feltri
  22. Intervista a Vittorio Feltri La Zanzara: La Zanzara - 12/04/2018, 12 aprile 2018.
  23. "Ha provato a sodomizzare Salvini ma è un pistolino". Vittorio Feltri epocale: così riduce in polvere Di Maio, articolo di Vittorio Feltri su Libero Quotidiano.it, 2 maggio 2018.
  24. Da un tweet del 15 luglio 2018.
  25. Da un tweet del 10 novembre 2018.
  26. Da un tweet dell'8 novembre 2018.
  27. Da un tweet del 26 novembre 2018.

Altri progetti