Mateo Alemán: differenze tra le versioni
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*Chi mal fa mal pensa e si adombra della sua stessa ombra, poiché la [[coscienza]] della colpa gli richiama l'immagine della pena (p. 327). |
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*Sentirsi dalla parte della ragione aumenta le forze e dà animo ai pusillanimi (p. 333). |
*Sentirsi dalla parte della ragione aumenta le forze e dà animo ai pusillanimi (p. 333). |
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*La corda [...] si rompe sempre nel punto più sottile, e il primo a pagare è sempre il forestiero, il povero, il miserabile, colui, insomma, che è privo di protezioni |
*La corda [...] si rompe sempre nel punto più sottile, e il primo a pagare è sempre il forestiero, il povero, il miserabile, colui, insomma, che è privo di protezioni, di favori e di difesa (p. 334). |
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*Hai osservato, lettore, la perversa disposizione degli uomini a sentir meno i propri travagli quando quelli dei loro [[nemici]] sono maggiori? (p. 337) |
*Hai osservato, lettore, la perversa disposizione degli uomini a sentir meno i propri travagli quando quelli dei loro [[nemici]] sono maggiori? (p. 337) |
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*Non c'è male tanto grave dal quale non risulti qualcosa di buono (p. 339). |
*Non c'è male tanto grave dal quale non risulti qualcosa di buono (p. 339). |
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*Non osavo più uscire di casa [...] Questa vita ritirata mi fruttò nuovo rispetto da parte di quelli di casa, e all'esterno il languire e l'esaurirsi di tutte le maldicenze: la mia assenza faceva cadere nella dimenticanza i miei casi come se non fossero mai esistiti (p. 470). |
*Non osavo più uscire di casa [...] Questa vita ritirata mi fruttò nuovo rispetto da parte di quelli di casa, e all'esterno il languire e l'esaurirsi di tutte le maldicenze: la mia assenza faceva cadere nella dimenticanza i miei casi come se non fossero mai esistiti (p. 470). |
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*Per raggiungere i loro scopi gli uomini non sanno rifuggire dall'[[inganno]] contro chi si fida, come significa l'emblema del serpe addormentato e del ragno che scende cautamente per mordergli il capo e ucciderlo, il cui motto dice: «Non c'è prudenza che resista all'inganno». È grosso sproposito credere che il prudente possa prevenire l'offesa in agguato (pp. 472-3). |
*Per raggiungere i loro scopi gli uomini non sanno rifuggire dall'[[inganno]] contro chi si fida, come significa l'emblema del serpe addormentato e del ragno che scende cautamente per mordergli il capo e ucciderlo, il cui motto dice: «Non c'è prudenza che resista all'inganno». È grosso sproposito credere che il prudente possa prevenire l'offesa in agguato (pp. 472-3). |
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*L'imbecillità non va mai esente da [[malizia]], e queste due cose insieme sono sufficienti a mandare in malora non dico una casa, ma un'intera repubblica (p. 491). |
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*Dove c'è la forza c'è per lo più la [[superbia]] e da questa nasce la [[prepotenza]] (p. 491). |
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*Nessuno dubitava che la ragione fosse dalla mia parte [...]; ma ero povero, ed era bene che pagassi il tributo della mia condizione passando dalle parte del torto (p. 493). |
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*Non c'è spada così affilata che tagli e ferisca tanto profondamente quanto la [[calunnia]] e la falsa accusa, e soprattutto in mano a soverchiatori, la cui forza è efficientissima a prostrare al suolo la più fondata ragione dell'umile, e tanto più quanto meno si circondi di cautele (''ibidem''). |
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*Poiché il [[denaro]] è fatto di metallo pesante, se ne va sempre nel fondo delle saccocce ed è molto difficile cavarlo fuori (p. 499). |
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Versione delle 17:51, 11 dic 2018
Mateo Alemán (1547 – dopo il 1615), scrittore spagnolo.
Citazioni di Mateo Alemán
Guzmán de Alfarache
- Mangiando, tutti gli affanni passano in seconda linea; dove manca il pane, non c'è bene che s'affacci né male che non sia di troppo, non c'è piacere che duri né soddisfazione che regga; tutti bisticciano senza sapere perché, nessuno ha colpa e ciascuno l'attribuisce all'altro, tutti fanno piani chimerici e tutto allora è repubblica e sofisma (p. 314).
- Le buone opere si pagano con le buone parole, quando non si dispone di altra moneta e il debitore è povero (p. 320).
- Gli uomini nella necessità non cercano bellezza, gioventù e bei vestiti, ma soltanto sottane, e non importa che le gambe siano storte (p. 324).
- Dice bene la massima toscana che consiglia di non prestar fede a donne, marinai e osti più di quanto si debba prestarne a coloro che si lodano da se stessi: infatti, venuti al nocciolo, tutti costoro mentono per lo più (p. 326).
- Per la fame non c'è pane cattivo (ibidem).
- Chi mal fa mal pensa e si adombra della sua stessa ombra, poiché la coscienza della colpa gli richiama l'immagine della pena (p. 327).
- Sentirsi dalla parte della ragione aumenta le forze e dà animo ai pusillanimi (p. 333).
- La corda [...] si rompe sempre nel punto più sottile, e il primo a pagare è sempre il forestiero, il povero, il miserabile, colui, insomma, che è privo di protezioni, di favori e di difesa (p. 334).
- Hai osservato, lettore, la perversa disposizione degli uomini a sentir meno i propri travagli quando quelli dei loro nemici sono maggiori? (p. 337)
- Non c'è male tanto grave dal quale non risulti qualcosa di buono (p. 339).
- La fortuna, con i suoi mutamenti, rende l'uomo più saggio e prudente (p. 344).
- Come tutto appare facile – acconciato, condito e servito – a colui che pensa, e come invece difficoltoso a colui che opera. Mi immagino che il pensare sia come un bimbo che corre per una pianura a cavallo di una canna e una girandola di carta in mano; e mi figuro l'operare come un vecchio canuto, calvo, monco e zoppo che con due stampelle si appresta a scalare una muraglia altissima ben difesa (ibidem).
- Chi non ha bisogni per sé, mal si ricorda degli altrui (p. 346).
- [Sul pane dato dalla mano altrui] Pane, questo, di dolore e di sangue, anche se la mano è quella di tuo padre (p. 352).
- È proprio quando la donna mostra di struggersi di più in lacrime che bisogna sentire per lei la stessa compassione che si sentirebbe per un papero che entrasse a zampe nude nell'acqua nel mese di gennaio (p. 358).
- Conquistarsi amici è come dare denaro a interesse e seminare in terreno irriguo (p. 360).
- Le donne ben fatte non chiedono di meglio che aver l'occasione di mostrarsi nude (p. 367).
- Il miglior rimedio nelle ingiurie non è mostrar di farne caso (p. 369).
- Ben può un tale mutarsi di abiti, ma non per questo riuscirà a ingannare gli altri sul proprio essere, perché, a questo riguardo, è come se si mostrasse interamente nudo (p. 380).
- Riceve più giustizia che strilla di più e le cause si vincono il più delle volte a forza di gridare le proprie ragioni (p. 403).
- Il tradimento può risultar grato, ma non il traditore che lo compie. Operando il male, il malvagio può sì far piacere a chi gli ha ordinato di compierlo, ma non può evitare che nell'animo di costui resti impressa la malvagità e che ne abbia quella consapevolezza che l'induca a non fidarsi del traditore se non in quanto possa venirgliene profitto (p. 404).
- La virtù non defraud[a] mai il buono del suo premio e il vizio riserb[a] sempre al malvagio il giusto castigo e l'infamia (p. 405).
- La gioventù è porta e principio di ogni peccato (p. 453).
- La prudenza è figlia dell'esperienza (ibidem).
- Chi ama abdica alla propria volontà e al proprio buon senso in favore della persona amata (p. 454).
- Nulla è più pregiudizievole in una persona pubblica che il dar mostra di una qualsiasi benché piccola debolezza (p. 467).
- Non osavo più uscire di casa [...] Questa vita ritirata mi fruttò nuovo rispetto da parte di quelli di casa, e all'esterno il languire e l'esaurirsi di tutte le maldicenze: la mia assenza faceva cadere nella dimenticanza i miei casi come se non fossero mai esistiti (p. 470).
- Per raggiungere i loro scopi gli uomini non sanno rifuggire dall'inganno contro chi si fida, come significa l'emblema del serpe addormentato e del ragno che scende cautamente per mordergli il capo e ucciderlo, il cui motto dice: «Non c'è prudenza che resista all'inganno». È grosso sproposito credere che il prudente possa prevenire l'offesa in agguato (pp. 472-3).
- L'imbecillità non va mai esente da malizia, e queste due cose insieme sono sufficienti a mandare in malora non dico una casa, ma un'intera repubblica (p. 491).
- Dove c'è la forza c'è per lo più la superbia e da questa nasce la prepotenza (p. 491).
- Nessuno dubitava che la ragione fosse dalla mia parte [...]; ma ero povero, ed era bene che pagassi il tributo della mia condizione passando dalle parte del torto (p. 493).
- Non c'è spada così affilata che tagli e ferisca tanto profondamente quanto la calunnia e la falsa accusa, e soprattutto in mano a soverchiatori, la cui forza è efficientissima a prostrare al suolo la più fondata ragione dell'umile, e tanto più quanto meno si circondi di cautele (ibidem).
- Poiché il denaro è fatto di metallo pesante, se ne va sempre nel fondo delle saccocce ed è molto difficile cavarlo fuori (p. 499).
Note
- ↑ Citato in Guido Almansi, Il filosofo portatile, TEA, Milano, 1991.
Bibliografia
Guzmán de Alfarache, trad. it. Fernando Capecchi, in AA.VV., Romanzi picareschi, Rizzoli, 2008.
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