Risata e pianto: differenze tra le versioni
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*L'uomo, mio caro, è un paradosso. Una creatura assai bizzarra. Ride quando c'è da piangere, piange quando gli converrebbe ridere; vive senza cervello e muore senza voglia. ([[Amos Oz]]) |
*L'uomo, mio caro, è un paradosso. Una creatura assai bizzarra. Ride quando c'è da piangere, piange quando gli converrebbe ridere; vive senza cervello e muore senza voglia. ([[Amos Oz]]) |
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*Le donne ricordano solo gli uomini che le hanno fatte ridere; gli uomini solo le donne che li hanno fatti piangere. ([[Henri de Régnier]]) |
*Le donne ricordano solo gli uomini che le hanno fatte ridere; gli uomini solo le donne che li hanno fatti piangere. ([[Henri de Régnier]]) |
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*Non piangere perché è finita. Sorridi perché è successo. ([[Dr. Seuss]]) |
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*Né ridere, né piangere, ma capire. ([[Baruch Spinoza]]) |
*Né ridere, né piangere, ma capire. ([[Baruch Spinoza]]) |
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*Non so se ridere o piangere. Nell'incertezza, rido. ([[Alfredo Accatino]]) |
*Non so se ridere o piangere. Nell'incertezza, rido. ([[Alfredo Accatino]]) |
Versione delle 16:52, 17 feb 2019
Citazioni su risata e pianto.
- Chi mi vuol bene mi lascia piangendo, e chi vuol male mi lascia ridendo. (proverbio toscano)
- Chi te vo bene te fa ciangere, chi te vo male te fa ridere.[1] (proverbio calabrese)
- Il pianto dell'erede è un riso mascherato. (Publilio Siro)
- L'uomo, mio caro, è un paradosso. Una creatura assai bizzarra. Ride quando c'è da piangere, piange quando gli converrebbe ridere; vive senza cervello e muore senza voglia. (Amos Oz)
- Le donne ricordano solo gli uomini che le hanno fatte ridere; gli uomini solo le donne che li hanno fatti piangere. (Henri de Régnier)
- Non piangere perché è finita. Sorridi perché è successo. (Dr. Seuss)
- Né ridere, né piangere, ma capire. (Baruch Spinoza)
- Non so se ridere o piangere. Nell'incertezza, rido. (Alfredo Accatino)
- Ogni cosa ti può far ridere o piangere, dipende se ti riguarda o meno. (Marco Malvaldi)
- Ridere e piangere è comunque vivere. (Raf)
- Riso è segno di piacere, pianto è segno di dolore; generalmente va cosi, ma poi, oh quanta varietà! Piangiamo anche di troppa gioia, che fa groppo al cuore; ridiamo di dolore, chi gode ad affrontarlo. E lo scetticismo ha un ridere o un piangere suoi proprj: piangono certuni, perché l'uomo spera virtù o felicità, ed è sempre (dicono) vizioso e infelice; ridono altri, dacché l'uomo pigli sul serio la vanità della vita. Il contrasto della speranza co' fatti pare o ridicolo o lacrimoso; chi sorride alla nobiltà dell'uomo com'a'vanti di nobile spiantato, e chi piange quasi a' delirj di pazzo che credasi re. (Augusto Conti)
- Sembra che la reazione del riso sia derivata da quella del pianto nel modo seguente: come ho già detto prima, il pianto esiste fin dalla nascita mentre il riso non appare fino al terzo o al quarto mese. Il suo arrivo coincide con la capacità di riconoscere i genitori. (Desmond Morris)
- Tal saravvi che dolente | sempre in atto di morire, | sempre muto e penitente | avveleni il tuo gioire. | Norma e legge io prenderò | dallo stato del tuo viso, | e fedele alternerò | teco il pianto e teco il riso. (Vincenzo Monti)
Note
- ↑ «Chi ti vuol bene ti fa piangere, chi ti vuol male ti fa ridere.»