Giuseppe Pipitone Federico: differenze tra le versioni

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→‎Citazioni di Giuseppe Pipitone Federico: letteratura francese e italiana
Riga 2: Riga 2:


==Citazioni di Giuseppe Pipitone Federico==
==Citazioni di Giuseppe Pipitone Federico==
*Qualunque ostacolo, qualunque {{sic|obbiezione}} all'incedere trionfale del [[Naturalismo (letteratura)|naturalismo]] appare semplicemente puerile. Il naturalismo trionfa perché non è una scuola come pareva a qualcuno anni {{sic|a dietro}}, e pare tuttavia in Francia a' Barbey d'Aurevilly, a' Brunetiere, a' Sarcey; ed in Italia al Panzacchi, al Checchi, allo Scarfoglio, alla Serao ma una {{sic|formola}} scientifica. Esso è il metodo analitico e sperimentale applicato a tutte le manifestazioni della vita: ciò vuol dire che tutti gli scrittori odierni, adoperando il metodo d'osservazione, saranno fatalmente naturalisti come osserva acutamente lo Zola<ref>[[Émile Zola]] (1840–1902), scrittore francese, tra i massimi esponenti del naturalismo.</ref> – ancorché amoreggino a volte colla retorica. (''[https://archive.org/details/ilnaturalismoco00fedgoog/page/n10 Il naturalismo contemporaneo in letteratura. Impressioni e note]'', Luigi Sandron Editore, Palermo, 1886, pp. 218-219)
*Più volte m'è avvenuto di doverci insistere: dinanzi al magnifico sviluppo preso dalla novella in Francia da De Balzac, e, più di recente, dal Flaubert in poi, mi sento come umiliato e rimpiccinito pei nomi miserini onde i nepoti del Boccaccio possono inorgoglire. Laggiù in Francia è tutto un complesso e vasto e fiorentissimo movimento di giovini forze, che s'espandono, lussureggianti di novi germogli preannunziatori di lunga e verde vitalità; qui ci si deve contentar delle risciacquature pornografiche del Casti, con la salsa satiriaca di certi libri innominabili che certe persone infami vendono di nascosto su pe' muriccioli de' vicoletti fuori mano, da' quali ammicca un viso logoro di baldracca, invitante gl'inesperti col lampo giallo degli occhi di gatto. (''[https://archive.org/details/ilnaturalismoco00fedgoog/page/n10 Il naturalismo contemporaneo in letteratura. Impressioni e note]'', Luigi Sandron Editore, Palermo, 1886, p. 110)
*Qualunque ostacolo, qualunque {{sic|obbiezione}} all'incedere trionfale del [[Naturalismo (letteratura)|naturalismo]] appare semplicemente puerile. Il naturalismo trionfa perché non è una scuola – come pareva a qualcuno anni {{sic|a dietro}}, e pare tuttavia in Francia a' Barbey d'Aurevilly, a' Brunetiere, a' Sarcey; ed in Italia al Panzacchi, al Checchi, allo Scarfoglio, alla Serao – ma una {{sic|formola}} scientifica. Esso è il metodo analitico e sperimentale applicato a tutte le manifestazioni della vita: ciò vuol dire che tutti gli scrittori odierni, adoperando il metodo d'osservazione, saranno fatalmente naturalisti – come osserva acutamente lo Zola<ref>[[Émile Zola]] (1840–1902), scrittore francese, tra i massimi esponenti del naturalismo.</ref> – ancorché amoreggino a volte colla retorica. (''Il naturalismo contemporaneo in letteratura. Impressioni e note]'', ibid., pp. 218-219)


==Note==
==Note==

Versione delle 14:56, 11 mag 2019

Giuseppe Pipitone Federico (1860 – 1940), scrittore e giornalista italiano.

Citazioni di Giuseppe Pipitone Federico

  • Più volte m'è avvenuto di doverci insistere: dinanzi al magnifico sviluppo preso dalla novella in Francia da De Balzac, e, più di recente, dal Flaubert in poi, mi sento come umiliato e rimpiccinito pei nomi miserini onde i nepoti del Boccaccio possono inorgoglire. Laggiù in Francia è tutto un complesso e vasto e fiorentissimo movimento di giovini forze, che s'espandono, lussureggianti di novi germogli preannunziatori di lunga e verde vitalità; qui ci si deve contentar delle risciacquature pornografiche del Casti, con la salsa satiriaca di certi libri innominabili che certe persone infami vendono di nascosto su pe' muriccioli de' vicoletti fuori mano, da' quali ammicca un viso logoro di baldracca, invitante gl'inesperti col lampo giallo degli occhi di gatto. (Il naturalismo contemporaneo in letteratura. Impressioni e note, Luigi Sandron Editore, Palermo, 1886, p. 110)
  • Qualunque ostacolo, qualunque obbiezione all'incedere trionfale del naturalismo appare semplicemente puerile. Il naturalismo trionfa perché non è una scuola – come pareva a qualcuno anni a dietro, e pare tuttavia in Francia a' Barbey d'Aurevilly, a' Brunetiere, a' Sarcey; ed in Italia al Panzacchi, al Checchi, allo Scarfoglio, alla Serao – ma una formola scientifica. Esso è il metodo analitico e sperimentale applicato a tutte le manifestazioni della vita: ciò vuol dire che tutti gli scrittori odierni, adoperando il metodo d'osservazione, saranno fatalmente naturalisti – come osserva acutamente lo Zola[1] – ancorché amoreggino a volte colla retorica. (Il naturalismo contemporaneo in letteratura. Impressioni e note], ibid., pp. 218-219)

Note

  1. Émile Zola (1840–1902), scrittore francese, tra i massimi esponenti del naturalismo.

Altri progetti