Ferdinando Martini: differenze tra le versioni

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'''Ferdinando Martini''' (1841 – 1928), noto anche con lo pseudonimo di '''Fantasio''', scrittore e politico italiano.
'''Ferdinando Martini''' (1841 – 1928), noto anche con lo pseudonimo di '''Fantasio''', scrittore e politico italiano.


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*Fatta l'[[Italia]], bisogna fare gli italiani.<ref name=gigante>{{cfr}} C. Gigante, ''Fatta l'Italia, facciamo gli Italiani. Appunti su una massima da restituire a d'Azeglio'', ''Rivista europea di studi italiani'', 2011, pp. 5–15; riportato in parte in ''[http://www.rivista-incontri.nl/articles/abstract/10.18352/incontri.830/ Rivista-incontri.nl]''.</ref><ref name=studicassinati>{{cfr}} ''[http://www.studicassinati.it/db1/jupgrade/archivio/74-anno-xi-n-4-ottobre-dicembre-2011/790-editoriale-fatta-litalia-bisogna-fare-gli-italiani "Fatta l'Italia, bisogna fare gli Italiani"]'', ''StudiCassinati.it''.</ref><ref name=magdi>{{cfr}} [[Magdi Allam]], ''Io amo l'Italia: ma gli italiani la amano?'', Edizioni Mondadori, 2006, [https://books.google.it/books?id=Sn_-RMnE7a8C&pg=PA255 p. 255]. ISBN 8804556552</ref>
*Fatta l'[[Italia]], bisogna fare gli italiani.<ref name=gigante>{{cfr}} C. Gigante, ''Fatta l'Italia, facciamo gli Italiani. Appunti su una massima da restituire a d'Azeglio'', ''Rivista europea di studi italiani'', 2011, pp. 5–15; riportato in parte in ''[http://www.rivista-incontri.nl/articles/abstract/10.18352/incontri.830/ Rivista-incontri.nl]''.</ref><ref name=studicassinati>{{cfr}} ''[http://www.studicassinati.it/db1/jupgrade/archivio/74-anno-xi-n-4-ottobre-dicembre-2011/790-editoriale-fatta-litalia-bisogna-fare-gli-italiani "Fatta l'Italia, bisogna fare gli Italiani"]'', ''StudiCassinati.it''.</ref><ref name=magdi>{{cfr}} [[Magdi Allam]], ''Io amo l'Italia: ma gli italiani la amano?'', Edizioni Mondadori, 2006, [https://books.google.it/books?id=Sn_-RMnE7a8C&pg=PA255 p. 255]. ISBN 8804556552</ref>
:{{NDR|[[Citazioni errate|Errata]]}} La frase viene spesso attribuita a [[Massimo d'Azeglio]], talvolta in forme leggermente differenti. In realtà essa rappresenta una sintesi non completamente fedele di un pensiero espresso dallo stesso d'Azeglio ne ''I miei ricordi'' (1867): «[...] il primo bisogno d'Italia è che si formino Italiani dotati d'alti e forti caratteri. E pur troppo si va ogni giorno più verso il polo opposto: pur troppo s'è fatta l'Italia, ma non si fanno gl'Italiani.»<ref name=gigante/><ref name=studicassinati/> Molte fonti riportano che il primo a citare la frase di d'Azeglio in questa forma fosse stato Ferdinando Martini nel 1896<ref name=studicassinati/> e per questo motivo qualcuno arriva ad attribuire questa versione della frase allo stesso Martini.<ref>{{cfr}} {{en}} Timothy Baycroftm e Mark Hewitson, ''What Is a Nation?: Europe 1789-1914'', OUP Oxford, 2006, [https://books.google.it/books?id=VG01nx2vezoC&pg=PA256 p. 256]. ISBN 0191516287</ref><ref name=magdi/> In realtà le prime attribuzioni a d'Azeglio di questa versione (o comunque di versioni molto simili) della frase risalgono a ben prima del 1896: ''Rivista sicula di scienze, letteratura ed arti'' (1870), conferenze di [[Francesco De Sanctis]] a Napoli (1872-1873), ''L'Italia vivente'' di Leone Carpi (1878).<ref name=gigante/><ref>Citato in ''Rivista sicula di scienze, letteratura ed arti'', vol. 3, 1870, [https://books.google.it/books?id=ds9IAAAAcAAJ&pg=PA507 p. 507].</ref><ref>Citato in Leone Carpi, ''L'Italia vivente: {{small|aristocrazia di nascita e del denaro-borghesia-clero burocrazia; studi sociali}}'', F. Vallardi, 1878, p. 229.</ref> Ne deriva che l'attribuzione a Martini è indubbiamente erronea.
:{{NDR|[[Citazioni errate|Errata]]}} La frase viene spesso attribuita a [[Massimo d'Azeglio]], talvolta in forme leggermente differenti. In realtà essa rappresenta una sintesi non completamente fedele di un pensiero espresso dallo stesso d'Azeglio ne ''I miei ricordi'' (1867): «[...] il primo bisogno d'Italia è che si formino Italiani dotati d'alti e forti caratteri. E pur troppo si va ogni giorno più verso il polo opposto: pur troppo s'è fatta l'Italia, ma non si fanno gl'Italiani.»<ref name=gigante/><ref name=studicassinati/> Molte fonti riportano che il primo a citare la frase di d'Azeglio in questa forma fosse stato Ferdinando Martini nel 1896<ref name=studicassinati/> e per questo motivo qualcuno arriva ad attribuire questa versione della frase allo stesso Martini.<ref>{{cfr}} {{en}} Timothy Baycroftm e Mark Hewitson, ''What Is a Nation?: Europe 1789-1914'', OUP Oxford, 2006, [https://books.google.it/books?id=VG01nx2vezoC&pg=PA256 p. 256]. ISBN 0191516287</ref><ref name=magdi/> In realtà le prime attribuzioni a d'Azeglio di questa versione (o comunque di versioni molto simili) della frase risalgono a ben prima del 1896: ''Rivista sicula di scienze, letteratura ed arti'' (1870), conferenze di [[Francesco De Sanctis]] a Napoli (1872-1873), ''L'Italia vivente'' di Leone Carpi (1878).<ref name=gigante/><ref>Citato in ''Rivista sicula di scienze, letteratura ed arti'', vol. 3, 1870, [https://books.google.it/books?id=ds9IAAAAcAAJ&pg=PA507 p. 507].</ref><ref>Citato in Leone Carpi, ''L'Italia vivente: {{small|aristocrazia di nascita e del denaro-borghesia-clero burocrazia; studi sociali}}'', F. Vallardi, 1878, p. 229.</ref> Ne deriva che l'attribuzione a Martini è indubbiamente erronea.

==''Nell'Affrica italiana''==
*Non è vero che speriamo di diffondere la civiltà in Abissinia. [...] Non si tratta di tribù selvagge e idolatre, bensì di un popolo cristiano da secoli, la cui compagine politica è secolare, nel cui paese, per secoli, conquistatori e viaggiatori tentarono imprimere tracce dell'incivilimento europeo; quel popolo non ne volle sapere: le sue capanne sono ancora quelle de'tempi biblici, i suoi costumi presenti furono conosciuti da Erodoto. Noi figuriamo di voler porre un termine alle guerre fratricide che spezzarono in quelle regioni ogni molla dell'operosità umana, e arroliamo ogni giorno e paghiamo Abissini perché si sgozzino con Abissini. Eh! via replicate a noi malinconici che in Europa siamo troppo pigiati, che in Etiopia vi sono tre o quattro abitanti per ogni chilometro quadrato, che oramai le conquiste coloniali sono un'empia necessità, ma non parlate d'incivilimento. Chi dice che s'ha da incivilire l'Etiopia dice una bugia o una sciocchezza. Bisogna sostituire una razza a razza: o questo, o niente. [...] All'opera nostra l'indigeno è un impiccio; ci toccherà dunque, volenti o nolenti, rincorrerlo, aiutarlo a sparire, come altrove le Pelli Rosse, con tutti i mezzi che la civiltà, odiata da lui per istinto, fornisce: il cannone intermittente e l'acquavite diuturna. È triste a dirsi ma pur troppo è così: i colonizzatori sentimentali si facciano coraggio: ''fata trahunt'', noi abbiamo cominciato, le generazioni avvenire seguiteranno a spopolare l'Affrica de'suoi abitatori antichi, fino al penultimo. L'ultimo no: l'ultimo lo addestreranno in collegio a lodarci in musica, dell'avere, distruggendo i negri, trovato finalmente il modo di abolire la tratta! (pp. 60-61)


==Citazioni su Ferdinando Martini==
==Citazioni su Ferdinando Martini==
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==Note==
==Note==
<references />
<references />

==Bibliografia==
*Ferdinando Martini, ''Nell'Affrica italiana'', Fratelli Treves editore, 1895


==Altri progetti==
==Altri progetti==

Versione delle 11:22, 19 mag 2019

Ferdinando Martini

Ferdinando Martini (1841 – 1928), noto anche con lo pseudonimo di Fantasio, scrittore e politico italiano.

Citazioni di Ferdinando Martini

  • Allora era da fare l'Italia, oggi è da compierla: oggi o mai.[1]
  • Benedette figliuole! non veggo l'ora che si maritino![2]
  • Chi dice che gli italiani non sanno quello che vogliono? Su certi punti, anzi, siamo irremovibili. Vogliamo la grandezza senza spese, le economie senza sacrifici e la guerra senza morti. Il disegno è stupendo: forse è difficile da effettuare.[3]
  • Siete troppo linfatico per un greco, troppo vivace per un olandese; parlate da mezz'ora con un uomo di cui non sapete il nome, non siete un tedesco; parlate poco, non siete francese; viaggiate senza servitori, non siete un russo; non avete ancora lodata l'Ungheria, non siete un ungherese; avete data la mancia al facchino, non siete uno svizzero; non avete le mani sudicie di tabacco, non siete uno spagnolo; non portate diamanti alla camicia, non siete un americano del sud; non vi pigliate i piedi in mano, non siete un americano del Nord. Dunque siete italiano. (da A zonzo, 1900)

Attribuite

[Errata] La frase viene spesso attribuita a Massimo d'Azeglio, talvolta in forme leggermente differenti. In realtà essa rappresenta una sintesi non completamente fedele di un pensiero espresso dallo stesso d'Azeglio ne I miei ricordi (1867): «[...] il primo bisogno d'Italia è che si formino Italiani dotati d'alti e forti caratteri. E pur troppo si va ogni giorno più verso il polo opposto: pur troppo s'è fatta l'Italia, ma non si fanno gl'Italiani.»[4][5] Molte fonti riportano che il primo a citare la frase di d'Azeglio in questa forma fosse stato Ferdinando Martini nel 1896[5] e per questo motivo qualcuno arriva ad attribuire questa versione della frase allo stesso Martini.[7][6] In realtà le prime attribuzioni a d'Azeglio di questa versione (o comunque di versioni molto simili) della frase risalgono a ben prima del 1896: Rivista sicula di scienze, letteratura ed arti (1870), conferenze di Francesco De Sanctis a Napoli (1872-1873), L'Italia vivente di Leone Carpi (1878).[4][8][9] Ne deriva che l'attribuzione a Martini è indubbiamente erronea.

Nell'Affrica italiana

  • Non è vero che speriamo di diffondere la civiltà in Abissinia. [...] Non si tratta di tribù selvagge e idolatre, bensì di un popolo cristiano da secoli, la cui compagine politica è secolare, nel cui paese, per secoli, conquistatori e viaggiatori tentarono imprimere tracce dell'incivilimento europeo; quel popolo non ne volle sapere: le sue capanne sono ancora quelle de'tempi biblici, i suoi costumi presenti furono conosciuti da Erodoto. Noi figuriamo di voler porre un termine alle guerre fratricide che spezzarono in quelle regioni ogni molla dell'operosità umana, e arroliamo ogni giorno e paghiamo Abissini perché si sgozzino con Abissini. Eh! via replicate a noi malinconici che in Europa siamo troppo pigiati, che in Etiopia vi sono tre o quattro abitanti per ogni chilometro quadrato, che oramai le conquiste coloniali sono un'empia necessità, ma non parlate d'incivilimento. Chi dice che s'ha da incivilire l'Etiopia dice una bugia o una sciocchezza. Bisogna sostituire una razza a razza: o questo, o niente. [...] All'opera nostra l'indigeno è un impiccio; ci toccherà dunque, volenti o nolenti, rincorrerlo, aiutarlo a sparire, come altrove le Pelli Rosse, con tutti i mezzi che la civiltà, odiata da lui per istinto, fornisce: il cannone intermittente e l'acquavite diuturna. È triste a dirsi ma pur troppo è così: i colonizzatori sentimentali si facciano coraggio: fata trahunt, noi abbiamo cominciato, le generazioni avvenire seguiteranno a spopolare l'Affrica de'suoi abitatori antichi, fino al penultimo. L'ultimo no: l'ultimo lo addestreranno in collegio a lodarci in musica, dell'avere, distruggendo i negri, trovato finalmente il modo di abolire la tratta! (pp. 60-61)

Citazioni su Ferdinando Martini

  • Ferdinando Martini ha raccontato da par suo l'abbaglio di quel canonico purista, che imbattutosi in un ormare, riempì Toscana delle sue discettazioni, finché mutata in i la prima gambetta dell'emme e questo mutato in enne, dal restauro risultò un altro acerbo verbo. (Leo Pestelli)

Note

  1. 20 gennaio 1916, citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 628.
  2. Da Fra un sigaro e l'altro, p. 173; citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 366.
  3. Da Lettere 1860-1923; citato in Domenico Quirico, Adua: la battaglia che cambiò la storia d'Italia, Mondadori, 2004, p. 99. ISBN 8804526815
  4. a b c Cfr. C. Gigante, Fatta l'Italia, facciamo gli Italiani. Appunti su una massima da restituire a d'Azeglio, Rivista europea di studi italiani, 2011, pp. 5–15; riportato in parte in Rivista-incontri.nl.
  5. a b c Cfr. "Fatta l'Italia, bisogna fare gli Italiani", StudiCassinati.it.
  6. a b Cfr. Magdi Allam, Io amo l'Italia: ma gli italiani la amano?, Edizioni Mondadori, 2006, p. 255. ISBN 8804556552
  7. Cfr. (EN) Timothy Baycroftm e Mark Hewitson, What Is a Nation?: Europe 1789-1914, OUP Oxford, 2006, p. 256. ISBN 0191516287
  8. Citato in Rivista sicula di scienze, letteratura ed arti, vol. 3, 1870, p. 507.
  9. Citato in Leone Carpi, L'Italia vivente: aristocrazia di nascita e del denaro-borghesia-clero burocrazia; studi sociali, F. Vallardi, 1878, p. 229.

Bibliografia

  • Ferdinando Martini, Nell'Affrica italiana, Fratelli Treves editore, 1895

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