Otto Rühle: differenze tra le versioni

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*Spiritualmente molto distante da Saint-Simon e Fourier, ma superiore ad entrambi quanto a popolarità, è [[Étienne Cabet|{{sic|Etienne Cabet}}]] che, in Francia, nell'ambito di quel mondo piccolo-borghese ed operaio vagheggiante idee socialiste, diviene il vero e proprio rappresentante dell'utopismo. (cap. 1, p. 34)
*Spiritualmente molto distante da Saint-Simon e Fourier, ma superiore ad entrambi quanto a popolarità, è [[Étienne Cabet|{{sic|Etienne Cabet}}]] che, in Francia, nell'ambito di quel mondo piccolo-borghese ed operaio vagheggiante idee socialiste, diviene il vero e proprio rappresentante dell'utopismo. (cap. 1, p. 34)

*L'Icaria non rimane un romanzo, una creazione fantastica, una terra di favole. Cabet esorta i propri seguaci: «Fondiamo l'Icaria in America!». Nel Texas e nell'Illinois sorgono delle colonie. Ma tutto vien fatto in modo precipitoso, avventato, con troppa immaturità e troppe lacune. Ne consegue un fallimento dopo l'altro. Si giunge a dissensi, fratture, scontri. Cabet cerca di salvare la propria realizzazione con intrighi, processi, dittatura. A questo punto il comune di Icaria lo espelle. È la sua fine. (cap. 1, p. 40)


==Bibliografia==
==Bibliografia==

Versione delle 17:02, 6 lug 2019

Otto Rühle nel 1912

Otto Rühle (1874 – 1943), scrittore e attivista marxista tedesco.

Il coraggio dell'utopia

Incipit

E venne il capitalismo e l'intera esistenza umana ne fu rivoluzionata. Il capitalismo trasforma il prodotto del lavoro in merce; eleva a commercio lo scambio primitivo; mette il denaro al posto della zolla di terra, il mercato al posto del «cliente». Soppianta l'agricoltura con l'industria, la mano dell'uomo con la macchina. Vapore ed elettricità mutano radicalmente l'immagine del lavoro e della vita sociale. E ancora di più di quanto realmente apporti e crei, il capitalismo lascia immaginare per il futuro; promette agli uomini di provvederli più abbondantemente di beni di prima necessità; annuncia la conquista di libertà politiche e di diritti, il godimento di una civiltà perfezionata. L'umanità deve diventare più ricca e più felice. Natura e Ragione devono sposarsi in una bella unità. I desideri già rinviati alla beatitudine celeste vengono esauditi non più in cielo, ma in terra. È una splendida alba; un «entusiasmo dello spirito» che dà un brivido al mondo.
Ma il capitalismo non mantiene ciò che promette. La liberazione del lavoro finisce con un nuovo e più profondo asservimento nello sfruttamento e nella fatica. L'ordine del futuro si rivela fatale ad una giustizia fra le classi. La ricchezza dei pochi viene creata con l'immiserimento dei molti, della maggior parte; civiltà e progresso devono essere pagati con la miseria delle masse, l'umiliazione e la barbarie. Mentre l'intero lato soleggiato del progresso è rivolto verso la borghesia, per il proletariato c'è soltanto ombra e notte.

Citazioni

  • Fra i primi Saint-Simon compie la notevole scoperta che il sostrato di tutta la politica è da ricercarsi nell'economia, che dunque il mutamento della forma d'esistenza sociale e statale si produce dal dispiegamento e dal progresso delle forze economiche nell'organismo della società. Ma da questa interpretazione della storia materialistico-causale egli non sa derivare un efficace metodo di modificazione della realtà sociale. (cap. 1, p. 29)
  • Anche Fourier [come Saint-Simon] è un geniale stravagante della storia dello spirito, e soggetto a strani destini. Rampollo d'una vecchia famiglia di commercianti e destinato anch'egli al commercio, prova un risentimento profondo contro gli agenti di cambio, il sistema commerciale, lo spirito del commerciante e dell'usuraio, allorché sente che alcune navi hanno gettato in mare i carichi di riso per farne aumentare il prezzo. Questo risentimento diviene determinante per la sua carriera. Odio e irritazione lo rendono acuto e perspicace nei confronti dei controsensi, degli sconci e dei mali del mondo capitalistico. (cap. 1, p. 31)
  • Spiritualmente molto distante da Saint-Simon e Fourier, ma superiore ad entrambi quanto a popolarità, è Etienne Cabet che, in Francia, nell'ambito di quel mondo piccolo-borghese ed operaio vagheggiante idee socialiste, diviene il vero e proprio rappresentante dell'utopismo. (cap. 1, p. 34)
  • L'Icaria non rimane un romanzo, una creazione fantastica, una terra di favole. Cabet esorta i propri seguaci: «Fondiamo l'Icaria in America!». Nel Texas e nell'Illinois sorgono delle colonie. Ma tutto vien fatto in modo precipitoso, avventato, con troppa immaturità e troppe lacune. Ne consegue un fallimento dopo l'altro. Si giunge a dissensi, fratture, scontri. Cabet cerca di salvare la propria realizzazione con intrighi, processi, dittatura. A questo punto il comune di Icaria lo espelle. È la sua fine. (cap. 1, p. 40)

Bibliografia

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